
(AGENPARL) – ven 24 marzo 2023 e uno sviluppo sostenibili
L’industria è il pilastro fondamentale dell’economia italiana
, capace di genera
re valore economico, sociale e ambientale, contribuendo così a porre le condizioni
secondario non dipende solamente dai quasi 1.000 miliardi di fatturato prodot
un “moltiplicatore manifatturiero” che fa crescere con l’industria anche i servizi,
la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione e, quindi, le risorse per il welfare. L’industria
è volano insostituibile per la crescita del Paese. La UE necessita di politiche indu
ne internazionale.
Serve una politica industriale.
La crisi economica del 2008, la pandemia e, ora, la
guerra in Ucraina hanno reso evidente la necessità di dotare il nostro Paese di una
propria politica industriale, all’interno di una cornice europea, in grado di cogliere
le opportunità dei prossimi anni, a partire dal PNRR. L’Italia ha un patrimonio unico
capace di futuro.
Uno sviluppo sostenibile e “partecipato”.
Serve una politica industriale all’al
tezza dei tempi, che non riproduca gli schemi del passato (il modello IRI o l’eroga
zione di incentivi a pioggia), non imposta dall’alto o frutto di decisioni a tavolino,
ma basata sulla partecipazione a tutti i livelli, dal livello nazionale, con
l’istituzione
di una cabina di regia per le politiche industriali con le parti sociali
, a quello di
re un ruolo attivo e propositivo nel processo di cambiamento, nel governo delle
transizioni gemelle (digitale e green), per affermare una visione umanocentrica,
tivata per la sua capacità di creare soluzioni specifiche e innovative condivise.
industria italiana
industria italiana
Piani di comparto e sviluppo del Mezzogiorno.
La nuova politica industriale deve
blica, …) con quella verticale, a sostegno dei comparti abilitanti (chimica, fonderie, mi
crochip, energia), del Made in Italy (moda, arredo/design, agroalimentare,..), strategici
(automotive, idrogeno, automazione, scienze della vita …). È necessario riprendere a
considerata e sostenuta,
Vanno inoltre sostenuti e sbloccati gli investimenti su infrastrutture materiali, sociali
e digitali per un protagonismo del Mezzogiorno nelle dinamiche di integrazione euro
mediterranea.
Serve un
PATTO PER
INDUSTRIA ITALIANA
, condiviso tra Istituzioni, sindacato
confederale e associazioni imprenditoriali, con il supporto di università e centri di ri
cerca. I contenuti del patto andranno costruiti insieme, ma
alcune priorità
evidenti:
Investire nelle persone
voratrici incrementando hard e soft skills con la scuola, l’università e la formazione
professionale (IeFP); va fatta la riforma degli ITS e resi più solidi i rapporti tra univer
Riformare il sistema di aiuti alle imprese
, concentrando la “potenza di fuoco”
nomia circolare, i comparti strategici e lo sviluppo dimensionale delle PMI anche
al ricorso preferenziale a fornitori UE, sia alla partecipazione dei lavoratori e dei loro
rappresentanti all’innovazione.
Innovare con Transizione 4.0
, incrementando gli incentivi alle tecnologie digita
Promuovere e sostenere Patti per l’incremento della produttività aziendale e
territoriale
, basati sulla riorganizzazione delle imprese attraverso la promozione
tra manager e rappresentanti dei lavoratori.
Investire sulla ricerca
e sul trasferimento tecnologico alle aziende manifatturiere,
soprattutto le micro e le piccole, anche attivando l’Agenzia Nazionale per la Ricerca
, di collegamento tra mediterraneo e Ue, dotata di
un vero
pei, funzionale a un’industria più forte, basata su un mix virtuoso tra energie rinno
vabili, nuove tecnologie ed altre fonti utili alla transizione.


