
(AGENPARL) – ROMA gio 16 marzo 2023
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tema
25 ottobre 2022
Rapporti con l’Unione europea
Le iniziative dell’UE in materia di politica di sicurezza e difesa comune
La discussione sul rafforzamento della cooperazione europea nel settore della difesa, che aveva avuto una
intensificazione
già nel corso del
mandato della Commissione europea
(2015-2019), anche per il mutato contesto globale nei paesi del vicinato europeo, ha avuto una
ulteriore accelerazione a seguito dell’aggressione militare russa in Ucraina.
Le iniziative volte a promuovere una più forte cooperazione europea nel settore della difesa si articolano attualmente nei seguenti
filoni:
-
l’attuazione delle iniziative previste dalla
Bussola strategica dell’UE
(Strategic Compass), volta a definire in modo condiviso
obiettivi e capacità in termini di sicurezza e difesa dell’UE per i
prossimi 5-10 anni; -
la
cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (PESCO); -
il rafforzamento dell’
industria europea per la difesa, in particolare con l’istituzione del nuovo
Fondo europeo per la difesa; -
l’aggiornamento della
cooperazione UE-NATO.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
La dichiarazione di Versailles
dichiarazione adottata in occasione del
Consiglio europeo informale
di Versailles, del 10 e 11 marzo 2022 (
organizzato su iniziativa della Presidenza francese) i Capi di Stato e di Governo dell’UE hanno affermato la
decisione di voler assumere maggiori responsabilità per la propria sicurezza e di compiere ulteriori passi verso la costruzione della
sovranità europea.
Con riferimento alla
difesa, il Consiglio europeo ha convenuto di:
-
incrementare le
spese per la difesa, destinando una quota significativa agli
investimenti, con particolare attenzione alle carenze strategiche individuate e
sviluppando le capacità di difesa in modo collaborativo all’interno dell’Unione europea; -
mettere a punto
ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti degli Stati membri in progetti comuni e appalti congiunti in materia di capacità di difesa; -
investire ulteriormente nelle
capacità necessarie per condurre l’intera gamma di missioni e operazioni, anche investendo in abilitanti strategici quali la cibersicurezza e la connettività spaziale; -
promuovere le
sinergie tra ricerca e innovazione nell’ambito civile, della difesa e dello spazio, e investire nelle
tecnologie critiche ed emergenti e nell’innovazione per la sicurezza e la difesa; -
adottare misure per
rafforzare e sviluppare l’industria della difesa, comprese le PMI.
La dichiarazione indica, inoltre, che
l’UE deve prepararsi al meglio alle
sfide che emergono repentinamente provvedendo a:
-
proteggersi da una guerra ibrida in continua crescita, rafforzando la ciberresilienza, proteggendo le infrastrutture – in particolare quelle critiche – e combattendo la disinformazione;
-
rafforzare la
dimensione di sicurezza e di difesa delle industrie e delle attività spaziali; -
accrescere la
mobilità militare in tutta l’UE.
Il Consiglio europeo straordinario del 30 e 31 maggio 2022
conclusioni in materia di
sicurezza e difesa nelle quali, in particolare, ha invitato il Consiglio a esaminare:
-
misure volte sostenere gli
appalti congiunti nel settore della difesa per ricostituire le scorte, in particolare alla luce del sostegno fornito all’Ucraina, nonché uno strumento a breve termine volto a rafforzare le capacità industriali europee nel settore della difesa mediante appalti congiunti volontari; -
lo sviluppo di una capacità dell’UE in materia
di programmazione strategica, appalti e coordinamento nel settore della difesa, in complementarità con la NATO; -
ulteriori misure per
mappare le capacità produttive attuali e quelle supplementari necessarie; -
l’attuazione accelerata dei progetti sulle infrastrutture di
mobilità militare; -
un ruolo rafforzato della
Banca europea per gli investimenti a sostegno della sicurezza e della difesa europee.
Il Consiglio europeo ha, inoltre, auspicato la presentazione di un
programma comune europeo di investimenti nel settore della difesa, compresa la valutazione di un meccanismo per l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto e per i progetti europei nel settore della difesa di grande interesse comune.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2022 ha
approvato la
Bussola strategica per la sicurezza e la difesa, sottolineando che essa fornisce gli orientamenti strategici dell’UE per il prossimo decennio e definisce un insieme coerente di azioni, modi e mezzi, unitamente a obiettivi volti a: consentire all’Unione europea di
agire in modo più rapido e deciso davanti alle crisi; preservare gli interessi europei e proteggere i cittadini attraverso il
rafforzamento della capacità dell’Unione europea di anticipare e attenuare le minacce;
stimolare gli investimenti e l’innovazione per sviluppare congiuntamente le capacità e le tecnologie necessarie; approfondire la
cooperazione con i partner per conseguire obiettivi comuni.
La Bussola strategica definisce
obiettivi per i prossimi 5-10 anni volti a
rafforzare la politica di sicurezza e difesa dell’UE entro il 2030, nell’ambito dei seguenti
4 filoni di lavoro.
Azione
L’UE deve essere
capace di rispondere a qualsiasi situazione, agendo in modo rapido ed energico quando scoppia una crisi,
con i partner se possibile e da soli se necessario. A tal fine, si prevede di:
-
rafforzare le missioni e operazioni nel quadro della politica di sicurezza e difesa dell’UE (PSDC)
in ambito civile e militare conferendo loro mandati più solidi e flessibili, promuovendo un
processo decisionale rapido e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria, favorendo nel contempo una stretta cooperazione con le
coalizioni ad hoc a guida europea; -
sviluppare una
capacità di dispiegamento rapido dell’UE, costituita da moduli flessibili e interoperabili, volta a dispiegare rapidamente fino a
5.000 militari per diversi tipi di crisi;La capacità di dispiegamento rapido si dovrebbe basare
sulla base dell’esperienza dei gruppi tattici dell’UE
(già operativi, ma mai utilizzati), contingenti militari di reazione rapida dell’UE costituiti da circa 1500 uomini, dispiegabili in 5-10 giorni dalla decisione del Consiglio dell’UE e in grado di svolgere tutte le cosiddette
missioni Petersberg elencate all’art. 43 del Trattato sull’UE, per almeno 30 giorni e fino a un massimo di quattro mesi. I gruppi tattici fino ad ora
non sono stati mai utilizzati. -
rafforzare le strutture di comando e controllo, in particolare la capacità militare di pianificazione e condotta e aumentare la prontezza e cooperazione attraverso esercitazioni periodiche.
Sicurezza
Occorre
potenziare la capacità di prevenire le minacce, garantire un accesso sicuro ai settori strategici e
proteggere i cittadini. A tal fine, si prevede di:
-
rafforzare le capacità di intelligence per migliorare la conoscenza situazionale e la previsione strategica;
-
creare un
pacchetto di strumenti dell’UE contro le minacce ibride; -
sviluppare la
politica dell’UE in materia di ciberdifesa; -
rafforzare le azioni nel
settore marittimo estendendo le presenze marittime coordinate ad altre zone, a cominciare dalla
regione indo-pacifica; -
sviluppare una
strategia spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa.
Investimenti
È necessario
investire di più e meglio nelle capacità e nelle
tecnologie innovative, colmare le lacune strategiche e
ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali. A tal fine, si prevede di:
-
spendere di più e meglio e migliorare i processi di
sviluppo e pianificazione delle capacità; -
cercare
soluzioni comuni per sviluppare capacità di prossima generazione in tutti i settori operativi; -
sfruttare la cooperazione strutturata permanente e il
Fondo europeo per la difesa per sviluppare congiuntamente capacità militari all’avanguardia e investire nell’innovazione tecnologica nonché
creare un nuovo polo di innovazione in seno all’
Agenzia europea per la difesa.
Partner
Occorre
rafforzare la cooperazione con i partner per affrontare minacce e sfide comuni. A tal fine, si prevede di:
-
rafforzare i partenariati multilaterali con la NATO e le Nazioni Unite e la cooperazione con i
partner regionali, tra cui l’UA, l’OSCE e l’ASEAN; -
rafforzare la
cooperazione con i partner bilaterali che condividono gli stessi valori e interessi e sviluppare
partenariati su misura nei Balcani occidentali, nel
vicinato orientale e meridionale, in Africa, in Asia e in America latina; -
creare un
forum di partenariato dell’UE in materia di sicurezza e difesa per collaborare più strettamente con i partner per fronteggiare sfide comuni.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa è stata istituita dal
Consiglio affari esteri dell’UE
l’11 dicembre 2017 con la
decisione (PESC) 2017/2315, sulla base della proposta presentata da Francia, Germania, Italia e Spagna.
Alla PESCO partecipano
25 Stati membri dell’UE, tutti
tranne la Danimarca (
che però a seguito del referendum del 1° giugno 2022 ha deciso di rimuovere il cosiddetto opt out sulla difesa europea e quindi, a partire dal 1° luglio 2022, partecipa alla politica di sicurezza e difesa dell’UE e potrebbe quindi presto partecipare alla PESCO)
e
Malta.
La decisione istitutiva della PESCO stabilisce i seguenti
impegni vincolanti:
-
aumentare progressivamente, nel medio termine, le
spese di investimento nella difesa portandole al
20 % della spesa complessiva per la difesa; -
aumentare la
percentuale di spesa destinata alla ricerca e alla tecnologia nel settore della difesa al fine di avvicinarsi al
2 % della spesa complessiva per la difesa; -
aumentare i progetti congiunti e collaborativi relativi alle capacità strategiche e di difesa;
-
ravvicinare gli strumenti di difesa, in particolare armonizzando l’identificazione dei bisogni militari e promuovendo la cooperazione nei settori della
formazione e della logistica; -
rafforzare la
disponibilità, l’interoperabilità, la flessibilità e la schierabilità delle forze; -
partecipare allo
sviluppo di programmi comuni
di equipaggiamenti.
60 progetti, in
7 settori: a) formazione e logistica; b) settore terrestre; c) settore marittimo; d) sistemi aerei; e) cyberdifesa, comando controllo e comunicazione; f) sistemi abilitanti e interforze; g) spazio.
L
‘Italia partecipa a 30 progetti ed ha il ruolo di
coordinatore in 11 progetti:
-
Centro europeo di certificazione dell’addestramento degli eserciti europei;
-
capacità di soccorso militare nelle emergenze;
-
sorveglianza e protezione marittima dei porti;
-
veicoli corazzati/veicoli d’assalto anfibio;
-
contrasto al sistema aereo senza pilota;
-
piattaforma europea aeronavi di alta atmosfera;
-
rete di conoscenza della sorveglianza spaziale militare;
-
corvetta di pattuglia europea;
-
sistema globale integrazione sistemi aerei pilotaggio remoto;
-
stazione per droni su aerogiri;
-
piccole armi scalabili.
Ai progetti PESCO
possono essere invitati a partecipare in via eccezionale anche Stati terzi. Il Consiglio dell’UE, il 6 novembre 2020, ha autorizzato la
partecipazione di Stati Uniti, Canada e Norvegia al progetto PESCO relativo alla
mobilità militare.
Si ricorda che la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno presentato il
28 marzo 2018 una comunicazione congiunta relativa ad un
piano d’azione sulla mobilità militare, che prevede una serie di azioni volte a facilitare gli spostamenti delle truppe e delle risorse militari nel territorio dell’UE ed interviene in particolare nei seguenti ambiti: requisiti militari; infrastrutture di trasporto; aspetti normativi e procedurali per l’allineamento della normativa sul trasporto di merci pericolose; la semplificazione delle formalità doganali; l’autorizzazione dei movimenti transfrontalieri. Nell’ultima relazione sull’attuazione del piano d’azione, presentata dalla Commissione europea e dall’Alto Rappresentante il 24 settembre 2021, si sottolinea in particolare che la mobilità militare rimane un settore di punta della
cooperazione rafforzata UE-NATO. Nell’ambito del
quadro finanziario pluriennale 2021-2027 sono previsti
finanziamenti per migliorare la mobilità militare per 1.690 milioni di euro, nell’ambito del
meccanismo per collegare l’Europa (CEF –
Connecting Europe Facility), strumento di finanziamento dell’UE volto a promuovere la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Fondo europeo per la difesa è stato istituito nell’aprile 2021 all’interno del
Bilancio pluriennale dell’Ue per il 2021-2027, con
risorse per quasi 8 miliardi
di euro per sette anni, divisi nei due pilastri della
ricerca (con 2,65 miliardi, a patto che non sia ricerca di base) e dello
sviluppo dei progetti (5,3 miliardi).
L’obiettivo generale del Fondo europeo per la difesa è quello di
promuovere la competitività, l’efficienza e la capacità di innovazione della base industriale e tecnologica di difesa europea, contribuendo “all’autonomia strategica dell’Unione e alla sua libertà di azione”. Per rendere più efficiente la spesa, il fondo intende
sostenere prodotti e tecnologie europei, favorendo le economie di scala e la
standardizzazione dei sistemi di difesa.
I progetti sono finanziabili solo se coinvolgono
almeno tre soggetti giuridici diversi (non controllati tra loro) di tre diversi Stati membri.
Il Fondo è in linea di principio riservato alle
imprese che sono stabilite in un paese dell’Unione o in un paese associato (cioè per ora Norvegia, Islanda, in attesa della definizione dei futuri rapporti col Regno unito) e
non sono controllate da un paese terzo o da soggetti di paesi terzi.
È comunque prevista, a certe condizioni, la partecipazione di aziende stabilite nell’Ue ma controllate da paesi o entità terze.
Per le
attività di ricerca il progetto può essere finanziato anche al 100%. Per le attività di
test, certificazioni e collaudi, la quota di finanziamento può invece arrivare
fino all’80% delle spese complessive. Per
lo sviluppo di prototipi la quota non può eccedere il 20%, dei costi, con un incremento progressivo se il progetto è stato già approvato nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (
PESCO) o coinvolga
pmi o imprese a media capitalizzazione.
Per essere selezionati i progetti devono essere fortemente
sostenuti anche a livello nazionale, non solo dal punto di vista finanziario. Considerando che i programmi devono essere “sostenibili sul piano commerciale nel medio e lungo termine”, il processo di selezione tiene conto della
disponibilità degli Stati membri ad acquistare il prodotto finale. Tale disponibilità diventa elemento essenziale per lo sviluppo di prototipi, per i test e le attività di qualificazione e certificazione dei prodotti.
Una parte di fondi, tra il
4 e l’8 % è destinato a sostenere le cosiddette
“tecnologie di rottura”, attività a forte contenuto innovativo che possono essere fornite anche e soprattutto da università e centri di ricerca (in questo modo si favorisce la partecipazione ai progetti degli Stati membri sprovvisti di una significativa industria nazionale di settore).
Sono invece escluse dai finanziamenti le
armi letali autonome (quelle cioè che “non permettono un adeguato controllo umano sulle decisioni in materia di scelta e intervento nell’esecuzione di attacchi contro l’uomo”), con possibili eccezioni solo per i sistemi di allarme rapido e di contromisure a fini difensivi.
I progetti selezionati nel primo bando del Fondo europeo della difesa
20 luglio 2022 la Commissione ha annunciato i
progetti selezionati
nell’ambito del primo bando finanziato con il Fondo europeo della difesa, pubblicato nel giugno dello scorso anno.
I progetti sono 61, ai quali vanno complessivamente 1,2 miliardi di euro. Nei progetti selezionati sono rappresentati tutti i Pasi membri (con l’eccezione della Danimarca, che però ha recentemente rinunciato alla sua clausola di
opt-out dalle questioni di difesa). Si segnala una
significativa presenza della Norvegia, Paese associato all’Ue, mentre è del tutto
assente il Regno Unito. L’avvio dei progetti, con la firma degli accordi con la Commissione, è prevista
entro la fine del 2022.
L’
Italia è presente, con imprese, università o istituti di ricerca, in
33 progetti su 61.
Quattro
progetti vedono aziende italiane nel ruolo di
coordinamento:
-
EPC, progetto collegato al programma Pesco della corvette europea di pattugliamento, coordinato da Naviris Italia, con la presenza anche di Fincantieri (contributo massimo previsto di 60 milioni di euro, per 24 mesi);
-
NEUMANN, progetto su nuovi sistemi di propulsione e tecnologie energetiche per aerei da combattimento, coordinato da Avio Aero, con la presenza di altre imprese italiane e delle università di Bari, Milano e Torino, (contributo massimo di circa 49 milioni, per 38 mesi);
-
ARTURO, progetto nel settore delle tecnologie emergenti per i radar, coordinato da Leonardo, con la partecipazione, tra gli altri, dell’Università di Pavia (contributo massimo previsto circa 20 milioni);
-
NAUCRATES, progetto di microsatelliti per la sorveglianza spaziale, collegato al progetto di Pesco di sorveglianza militare dello spazio, coordinato da
On-air Consulting & Solutions, con altre imprese italiane (4 milioni, per 36 mesi).
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Il piano d’azione sulle sinergie tra l’industria civile, della difesa e dello spazio
-
rafforzare la complementarità tra i programmi e gli strumenti pertinenti dell’UE in materia di ricerca e sviluppo;
-
promuovere
finanziamenti a favore di ricerca e sviluppo nei settori della
difesa e dello spazio; -
favorire l’utilizzo dei risultati della ricerca industriale e dell’innovazione in
campo civile nei progetti di cooperazione europea in materia di difesa.
Nel piano d’azione la Commissione indica che
l’ecosistema industriale aereospaziale e della difesa rappresenta un
fatturato annuale di 376 miliardi di euro, coinvolge circa
44.000 imprese e impiega circa
1,5 milioni di dipendenti.
Il rafforzamento della base industriale e della competitività del mercato europeo della difesa
-
ulteriori iniziative per
rafforzare la competitività del mercato europeo della difesa, allo scopo di:
stimolare gli investimenti degli Stati membri nelle capacità strategiche chiave;
incentivare l’approvvigionamento cooperativo (
procurement) della capacità di difesa;
avvicinare le normative nazionali
sull’esportazione dei materiali di difesa; -
lacune e ritardi dell’Unione e degli Stati membri nel settore delle
tecnologie critiche, per quanto riguarda sia i
materiali (semi conduttori, terre rare, ecc.), che le
catene di approvvigionamento e il
capitale umano.
18 maggio 2022 la Commissione europea ha poi presentato una
comunicazione nella quale si analizzano le
carenze di investimenti nel settore della difesa e si propongono misure per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea.
La proposta di regolamento sugli acquisti centralizzati di materiali d’armamento
19 luglio 2022 la Commissione europea ha formalizzato la
proposta di un regolamento per
incentivare, anche attraverso una task force dedicata, gli acquisti collaborativi di materiali d’armamento.
L’obiettivo dell’iniziativa è utilizzare l’attuale frangente di crisi per rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea, incentivando le
economie di scala e la produzione di beni con una maggiore standardizzazione (e quindi
più facilmente interoperabili tra le diverse forze armate nazionali).
Lo strumento proposto dalla Commissione sosterrà le azioni dei consorzi composti da
almeno tre Stati membri, che presenteranno
nuovi progetti di appalti comuni o l’
ampliamento di progetti di acquisizione cooperativa avviati dall’inizio della guerra in Ucraina (il 24 febbraio). Sono escluse dai benefici le acquisizioni di prodotti vietati dal diritto internazionali e di armi letali autonome (
che sono escluse anche dai finanziamenti del Fondo europeo per la difesa).
In linea generale lo strumento, mirando al rafforzamento dell’industria europea, sostiene
solo l’acquisto di materiali prodotti da imprese stabilite nell’Unione, che non siano controllate da Paesi terzi o da entità di Paesi terzi. Ci sono però delle
eccezioni, sul modello di quelle previste per l’utilizzo del Fondo europeo della difesa. Lo strumento dovrebbe disporre di
500 milioni, fino al 2024.
I
criteri di valutazione per l’utilizzo dei fondi sono:
-
il contributo al rafforzamento della base industriale della difesa, con particolare riferimento ai prodotti la cui criticità è evidenziata dalla necessita di
risposta all’aggressione russa all’Ucraina; -
il contributo alla
competitività dell’industria europea (in particolare accrescimento, riqualificazione e modernizzazione delle sue capacità produttive); -
il contributo al rafforzamento della
cooperazione tra Stati e all’interoperabilità dei prodotti; -
il
numero di Paesi coinvolti; -
l’
entità stimata dell’acquisizione congiunta e l’impegno dei Pasi partecipanti di impiegare e manutenere i prodotti in modo cooperativo; -
la valorizzazione del contributo Ue al
superamento di eventuali ostacoli all’acquisizione comune.
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Si ricorda che il Consiglio dell’UE, nella riunione del
6 marzo 2017, ha concordato alcune
iniziative al fine di
potenziare le strutture di pianificazione e controllo delle missioni dell’UE condotte in ambito PSDC, rafforzando le sinergie tra le missioni civili e quelle militari;
In particolare il Consiglio dell’Ue ha concordato:
-
l’istituzione in seno allo Stato maggiore dell’UE a Bruxelles, di una
capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) incaricata della pianificazione operativa e condotta delle missioni militari senza compiti esecutivi, sotto il controllo politico e la direzione strategica del Comitato politico e di sicurezza; -
di riunire
le competenze civili e militari delle missioni PSDC nell’ambito di una
cellula comune di coordinamento a Bruxelles, per la cooperazione civile/militare nella pianificazione operativa e condotta delle missioni PSDC civili e militari senza compiti esecutivi.
Attualmente le
missioni e operazioni militari e civili dell’UE nel mondo sono
18, oltre
1 non operativa nel quadro della PSDC.
Missioni militari
Le
missioni militari dell’UE sono
7:
-
EUFOR ALTHEA, operazione istituita nel 2004 per il mantenimento della sicurezza in
Bosnia-Erzegovina; -
EUNAVFOR ATLANTA, operazione navale istituita nel 2008 per contrastare le azioni di pirateria sulle coste della Somalia;
-
EUTM SOMALIA, missione istituita nel 2010 e con sede in Uganda. La missione è parte della strategia europea per il Corno d’Africa ed è volta a contribuire allo sviluppo delle istituzioni preposte al settore della sicurezza in Somalia;
-
EUTM MALI, missione istituita nel 2013 con lo scopo di fornire, nel sud del Mali, formazione e consulenza militare alle forze armate maliane (
missione attualmente sospesa); -
EUTM RCA, missione istituita nel 2014 con l’obiettivo di supportare l’attività formativa a favore delle Forze di Sicurezza della Repubblica centrafricana;
-
EUNAVFOR MED IRINI, operazione istituita il 31 marzo 2020 ed operativa in mare dal 4 maggio 2020, con il compito principale di contribuire all’attuazione
dell’embargo sulle armi imposto dall’ONU nei confronti della Libia con mezzi aerei, satellitari e marittimi; -
EUTM Mozambico, istituita il 12 luglio 2021, di sostegno ed addestramento dell’esercito del Mozambico nella lotta contro il terrorismo islamico nella provincia settentrionale di Cabo Delgado.
Missioni civili
Le
missioni civili dell’UE sono
12:
-
EULEX KOSOVO, istituita nel 2008, per l’assistenza sullo stato di diritto e il sistema giudiziario in Kosovo;
-
EUBAM MOLDAVIA E UCRAINA, istituita nel 2005, per il controllo delle frontiere, in particolare nella regione della Transnistria (
missione non operativa nel quadro della PSDC); -
EUBAM RAFAH, istituita nel 2005, per il controllo di frontiera al
valico di Rafah, tra la striscia di Gaza e l’Egitto; -
EUPOL COOPS, istituita nel 2006, e volta a contribuire alla creazione di un dispositivo di polizia sostenibile ed efficace nei
territori palestinesi, presta consulenza alle autorità palestinesi in materia di giustizia penale e aspetti dello stato di diritto; -
EUMM GEORGIA, istituita nel 2008, missione di monitoraggio al fine di contribuire al ristabilimento e alla normalizzazione dell’area;
-
EUCAP SAHEL NIGER, istituita nel 2012 a sostegno delle autorità nigeriane nello sviluppo di capacità proprie di lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo nel Sahel;
-
EUCAP SAHEL-MALI, anch’essa istituita nel 2015, a fini di sostegno alle forze di sicurezza interna del Mali (
missione attualmente sospesa); -
EUCAP SOMALIA, istituita nel 2012 in Somalia con il fine di rafforzare la capacità degli Stati della regione del Corno d’Africa e dell’Oceano Indiano occidentale di gestire efficacemente le rispettive acque territoriali;
-
EUBAM LIBIA, istituita nel 2013 con l’obiettivo di fornire alle autorità libiche sostegno per sviluppare la capacità di accrescere la sicurezza delle frontiere terrestri, marine e aeree, a breve termine, e per implementare una strategia più ampia di gestione integrata delle frontiere a più lungo termine;
-
EUAM UCRAINA, istituita nel 2015, per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina;
-
EUAM IRAQ, istituita ad ottobre 2017 per l’assistenza alle autorità irachene sui profili civili della strategia di sicurezza nazionale dell’Iraq;
-
EUAM RCA, missione civile di natura consultiva dell’Unione europea nella Repubblica centrafricana (RCA), istituita il 9 dicembre 2019. Scopo della missione è sostenere la riforma delle forze di sicurezza interna per consentire alle autorità della RCA di alleviare le attuali sfide per la sicurezza nel paese.
Finanziamento delle missioni e operazioni PSDC: lo strumento europeo per la pace (European Peace Facility – EPF)
Consiglio dell’UE ha approvato, il
22 marzo 2021, la
decisione (PESC) 2021/509 che
istituisce lo strumento europeo per la pace (
European Peace Facility – EPF) volto a sostenere il finanziamento di
tutte le azioni esterne dell’UE con implicazioni nel settore militare o della difesa nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC).
Lo strumento europeo per la pace (EPF) è un
fondo fuori bilancio dell’UE del valore di
5.692 milioni di euro per il
periodo 2021-2027
(di cui 2,5 miliardi già mobilitatati a favore dell’Ucraina), finanziato mediante
contributi degli Stati membri dell’UE determinati secondo il
criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo e conformemente alla decisione 2014/335/UE, Euratom del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea (
l’Italia contribuisce per circa il 12,8%).
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022
Consiglio europeo del 16 dicembre 2021 ha adottato delle
conclusioni sulla cooperazione UE- NATO nelle quali ha indicato che:
-
l’UE è determinata a
cooperare strettamente con la NATO, nel pieno
rispetto dei principi stabiliti nei trattati e di quelli concordati dal Consiglio europeo, compresi i
principi di inclusività, reciprocità e autonomia decisionale dell’UE; -
le
relazioni transatlantiche e la cooperazione UE-NATO sono
elementi essenziali per la
sicurezza generale dell’UE.
Un’UE più forte e capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è
complementare alla NATO, che, per gli Stati che ne sono membri,
resta il
fondamento della loro difesa collettiva; -
il
rafforzamento del partenariato strategico UE-NATO sarà sviluppato nella
terza dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO, che dovrebbe essere preparata in modo inclusivo, affrontare le nuove minacce e sfide e
includere, come settori di cooperazione rafforzata, la
resilienza, le minacce informatiche e ibride, i cambiamenti climatici e la sicurezza, lo spazio nonché le tecnologie emergenti e di rottura.
Fanno parte della NATO tutti gli Stati membri dell’UE, tranne Austria, Cipro, Irlanda, Malta. La Finlandia e la Svezia hanno recentemente avviato il processo di adesione alla NATO.
UE e NATO hanno sottoscritto
due dichiarazioni congiunte di cooperazione e una
terza è in corso di negoziazione.
prima dichiarazione congiunta è stata sottoscritta a margine del
Vertice NATO dell’8 e 9 luglio 2016 in Polonia, e prevede iniziative di cooperazione nei seguenti settori: contrasto alle minacce ibride, anche mediante l’elaborazione di procedure coordinate; cooperazione operativa in mare e in materia di migrazione; coordinamento nella cibersicurezza e difesa; sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili; agevolazione di un’industria della difesa più forte e di una maggiore ricerca nel campo della difesa; potenziamento del coordinamento relativo alle esercitazioni; supporto alle capacità di difesa e sicurezza dei partner a est e a sud.
seconda dichiarazione congiunta, che integra quella del 2016 (portando a
74 il totale delle iniziative di cooperazione in corso) è stata sottoscritta il
10 luglio 2018, e estende la cooperazione tra l’UE e la NATO in settori quali:
mobilità militare; cibersicurezza; minacce ibride; lotta al terrorismo; donne e sicurezza.
La
terza dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra UE e NATO è in corso di negoziazione.
L’attività parlamentare della XVIII Legislatura
proposta di regolamento che ha istituito il Fondo europeo per la difesa, adottando un
documento finale
il 6 settembre 2018 .
piano di azione relativo alla mobilità militare
adottando un
documento finale
il 6 novembre 2018
La
Commissione difesa ha, inoltre, svolto attività conoscitiva in ambito europeo, e precisamente:
-
nell’ambito dell’esame della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo europeo per la difesa, le audizioni dei seguenti soggetti: il professor Michele Colajanni, ordinario di ingegneria informatica ed esperto in cyber security (
31 luglio 2018); rappresentanti di Fincantieri e del dottor Carlo Festucci, Segretario generale dell’AIAD (
1 agosto 2018); rappresentanti di Leonardo, del Segretario Generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Gen. S. A. Carlo Magrassi, del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei ministri, Amm. Sq. Carlo Massagli; del Coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, dottor Francesco Vignarca (
5 settembre 2018); -
l’audizione del Presidente del Comitato militare dell’Unione europea, Gen. Claudio Graziano, sulla politica di sicurezza e di difesa comune (
30 gennaio 2020); -
l’audizione informale, in videoconferenza, dell’Ammiraglio Fabio Agostini, Comandante dell’Operazione EUNAVFOR MED IRINI (
28 gennaio 2021); -
l’audizione informale di rappresentanti della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), nell’ambito dell’esame della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (
3 febbraio 2021). -
l’audizione del Direttore Esecutivo dell’Agenzia europea per la difesa (EDA), Ji?í Šedivý (
9 giugno 2021); -
l’audizione del Presidente del Comitato militare dell’Unione europea, Gen. Claudio Graziano, sulla crisi in Afghanistan e sui possibili scenari successivi (
13 ottobre 2021).
ultimo aggiornamento: 30 settembre 2022




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Fonte/Source: https://temi.camera.it/leg19/temi/le-iniziative-dell-ue-in-materia-di-politica-di-sicurezza-e-difesa-comune