(AGENPARL) – mer 08 marzo 2023 [Image]
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Réf. CG004(2023)
Journée internationale de la femme : La résilience des femmes au cœur des politiques locales et régionales de relance
Strasbourg, 8 mars 2023 -La porte-parole du Congrès pour l’égalité des genres, Eirini Dourou (Grèce, SOC/V/DP), a appelé à reconnaître le courage des femmes dans les situations de crise et a fait la déclaration suivante :
Représentant près de 70 % du personnel de santé, de nombreuses femmes ont été soumises à d’énormes pressions professionnelles lors de la récente pandémie, alors qu’en même temps, elles étaient nombreuses à éduquer leurs enfants et à s’occuper de leur famille, devenant ainsi des piliers encore plus importants de la société dans la crise de santé publique. La grande majorité des personnes qui fuient l’Ukraine frappée par la guerre sont des femmes et des enfants, et les femmes font également partie des personnes les plus touchées par les récents tremblements de terre en Türkiye, tel est le cas des plus de 200 000 femmes enceintes dans les régions touchées. De plus, nombre d’entre elles ont dû se protéger contre une violence sexiste continue, notamment la violence domestique.
Par ailleurs, les femmes font régulièrement preuve d’une résilience exceptionnelle face à l’adversité et ont prouvé leur capacité à s’adapter et à innover lorsque l’accès aux besoins immédiats et vitaux fait défaut. Suite aux récents tremblements de terre en Türkiye et en Syrie, les organisations féminines déploient d’énormes efforts pour soutenir les victimes restées dans les villes détruites, pour répondre à leurs besoins fondamentaux et à leur état de santé.
En tant que porte-parole du Congrès pour l’égalité des genres, je voudrais souligner qu’il incombe aux dirigeants locaux, aux maires et aux conseillers municipaux de veiller à ce que les politiques de redressement et de renforcement de la résilience ne négligent pas les besoins et les droits des femmes, mais soient élaborées de la manière la plus sensible au genre et la plus inclusive possible, en se fondant sur le potentiel et les connaissances des femmes.
Des villes fortes, des régions fortes doivent signifier des droits des femmes forts. Des villes fortes, des régions fortes doivent signifier un renforcement des droits humains pour tous. Les autorités locales et régionales doivent élaborer des stratégies globales de redressement et des politiques de résilience, fondées sur l’égalité des sexes et la participation égale des femmes à la vie publique locale. Lorsque davantage de femmes participent à la vie publique et politique, la démocratie, les droits humains et l’État de droit sont voués à l’emporter. »
Congrès des pouvoirs locaux et régionaux
Unité de communication institutionnelle
Le Congrès des pouvoirs locaux et régionaux est une institution du Conseil de l’Europe, chargée de renforcer la démocratie locale et régionale dans ses 46 États membres. Formé de deux chambres – la Chambre des pouvoirs locaux et la Chambre des régions – et de trois commissions, il comprend 612 élus représentant plus de 130 000 collectivités territoriales.
Président du Congrès : Leendert Verbeek (Pays-Bas, SOC/V/DP), Président de la Chambre des pouvoirs locaux : Bernd Vöhringer (Allemagne, PPE/CCE), Présidente de la Chambre des régions : Harald Sonderegger (Autriche, PPE/CCE).
Groupes politiques : Groupe des Socialistes, Verts et Démocrates Progressistes (SOC/V/DP), Groupe du Parti populaire européen (PPE/CCE), Groupe indépendant et libéral démocratique (GILD), Groupe Conservateurs & Réformistes européen (CRE).
Council of Europe/Conseil de l’Europe, Avenue de l’Europe, Strasbourg, . 67000 France
Testo Allegato: Saluto il Ministro Tajani e tutti i partecipanti alla quattordicesima conferenza tra il Ministero
degli A�ari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Banca dâItalia. La collaborazione
tra le nostre Istituzioni, valorizzandone la complementarità , ci permette di fornire un
importante servizio al Paese, in una sinergia che bene�cia del lavoro prezioso della Rete
degli Addetti �nanziari e delle Delegazioni della Banca. Il contributo informativo e di analisi
che da essi riceviamo è funzionale al bisogno di conoscenze sempre più diversi�cate e
aggiornate oggi richiesto da una partecipazione attiva e consapevole al sistema di relazioni
internazionali anche in campo economico e �nanziario.
La transizione energetica, oggetto della Conferenza odierna,
è un tema centrale nellâagenda
internazionale, tanto più alla luce della gravissima situazione
geopolitica in cui ci troviamo.
Oggi, a seguito della tragica aggressione allâUcraina, siamo chiamati ad a�rontare uno shock
è così tornata a condizionare le vite dei cittadini italiani ed europei, un fenomeno che
avevamo dimenticato da diversi anni. Se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle
imprese e si riduce il potere dâacquisto delle famiglie, dallâaltro gli interventi di sollievo per
chi è maggiormente colpito e la necessaria risposta volta ad accrescere nellâimmediato la
diversi�cazione delle fonti di energia rischiano di rallentare il perseguimento dellâobiettivo
di una rapida transizione verso le energie rinnovabili.
Allo stesso tempo, le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni
del mondo in blocchi contrapposti. Ciò danneggerebbe seriamente la nostra capacità di
a�rontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demogra�ci,
dalla povertà estrema alle pandemie. Per farvi fronte con successo, e per contenere le
di�coltà connesse sul piano sociale ed economico con la transizione digitale come con
quella energetica, non si può che mirare a tenere alto e costruttivo lo scambio di idee e
conoscenze. Bisogna quindi operare perché resti equilibrata ed intensa la cooperazione tra
Indirizzo di saluto
Come è a tutti evidente, viviamo oggi un periodo di acuta incertezza. Lâattività economica
globale continua ad attraversare una fase di debolezza, mentre la crescita dei prezzi è
Nonostante il fenomeno abbia caratteristiche simili, in particolare tra le principali economie,
le sue cause prossime sono diverse. Negli Stati Uniti il rialzo dellâin�azione ha ri�esso
soprattutto lâeccesso della domanda di beni di consumo alimentato dallâingente stimolo di
bilancio realizzato durante la pandemia. Vi si è aggiunta la peculiare dinamica del mercato
del lavoro, dove i posti disponibili superano largamente le richieste di occupazione, con
forti spinte al rialzo delle retribuzioni. In Europa, invece, lâin�azione è principalmente
il risultato di shock da o�erta: alle pressioni sui prezzi, già registrate nel 2021 anche a
causa delle strozzature nelle catene globali del valore, si sono aggiunti i rincari energetici
Oltre ai rincari si è assistito a un signi�cativo incremento della volatilità alimentato
soprattutto dalla dinamica del prezzo del gas, cresciuto drasticamente, �no al picco di
quasi 350 euro per megawattora toccato la scorsa estate, per poi iniziare a calare, �no a
scendere al di sotto dei 50 euro, su valori comunque ancora pari a circa tre volte quelli
prevalenti alla vigilia della pandemia. La diminuzione è stata favorita dalla ricostituzione
delle scorte e dalla riduzione dei consumi in un inverno fortunatamente mite. Lâincertezza
sulle forniture rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi
di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas
Lâaccelerazione della crescita dei prezzi ha imposto, dalla �ne del 2021, un deciso cambio
di orientamento della politica monetaria della Banca centrale europea. Dapprima abbiamo
annunciato la riduzione degli acquisti netti di titoli. Nel corso del 2022 il processo ha
necessariamente accelerato, evitando però variazioni eccessivamente brusche delle
condizioni monetarie, anche alla luce dellâincertezza causata dallâinvasione dellâUcraina.
Dal luglio scorso ad oggi, partendo da livelli particolarmente bassi, addirittura negativi per
i depositi delle banche presso la banca centrale, i tassi di riferimento sono stati innalzati
per complessivi 300 punti base ed è già stata espressa lâintenzione di accrescerli ancora di
50 punti nella riunione che terremo la prossima settimana.
Anche se la politica monetaria ha �nora avuto successo nello stabilizzare le aspettative,
la grave situazione geopolitica rende molto di�cile prevedere i futuri andamenti
macroeconomici. La politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza,
facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare
lâin�azione allâobiettivo del 2 per cento nel medio periodo, senza mettere a rischio la
stabilità �nanziaria e minimizzando gli e�etti negativi sullâancora fragile ripresa. Sarà però
necessario evitare che lo shock di o�erta, che il drammatico con�itto in Ucraina ha reso
ben più persistente di quanto inizialmente previsto, dia luogo nel complesso dellâarea
dellâeuro ad aumenti dei costi del lavoro e dei margini di pro�tto non coerenti con il
tà dei prezzi.
La âtassaâ energetica va assorbita, come abbiamo più volte sottolineato, non generando vane
e dannose rincorse tra prezzi e salari ma accrescendo la capacità di sviluppo dellâeconomia,
e con essa la dinamica dei redditi reali. Se invece le richieste retributive, più che mirare in
avanti, fossero soprattutto guidate dalla volontà di recuperare nellâimmediato le perdite
dovute al rincaro dei prodotti energetici e se i pro�tti delle imprese, dopo il trasferimento
sui prezzi �nali degli straordinari aumenti del costo dellâenergia, non ne ri�ettessero nei
prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria non potrebbe
che continuare a contrastare gli e�etti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi
al consumo. Come ho di recente più volte ricordato, il perseguimento della stabilitÃ
monetaria, responsabilità primaria della banca centrale, è tanto meno oneroso quanto più
nella stessa direzione si muovono gli interventi delle politiche di bilancio e gli intendimenti
Lâaggressione allâUcraina non ha ripercussioni solo sui prezzi dellâenergia e sullâin�azione.
à anche il pericoloso segnale di una nuova fase di divisione del mondo in blocchi; vi
è il rischio concreto che vengano messi in discussione i risultati raggiunti negli ultimi
decenni grazie alla stabilità delle relazioni internazionali e alla cooperazione tra i paesi.
Il progressivo abbattimento delle barriere al movimento non solo di beni e servizi, di
capitali e di persone, ma anche di informazioni, di tecnologie e di idee ha permesso di
coniugare pace e sviluppo economico in gran parte del pianeta. Si è signi�cativamente
ridotta la povertà estrema, anche se â allâinterno di molti paesi â a seguito dellâaumento
delle diseguaglianze è cresciuta la domanda di protezione, a cui spesso non si è data
Oggi non possiamo più dare per scontato il proseguimento di uno sviluppo basato
sullâapertura globale delle economie. Dopo decenni di integrazione dei mercati, lâacuirsi
delle tensioni geopolitiche produce, insieme con i rischi di contrapposizione politica e
militare fra paesi, anche pericoli di una nuova frammentazione del sistema economico e
Già nel corso dellâultimo decennio â in risposta alle tensioni sociali generate dai processi
di delocalizzazione delle produzioni a basso valore aggiunto, dallâaumento delle
disuguaglianze, dalla riduzione della quota dei redditi da lavoro â erano progressivamente
aumentate le barriere ai �ussi commerciali e �nanziari. Obiettivo di queste politiche era
spesso la mitigazione delle conseguenze indesiderate della globalizzazione, come è il
caso, ad esempio, degli interventi per preservare la sicurezza nazionale o garantire gli
approvvigionamenti di input strategici. à però mancata la capacità di evitare che i bene�ci
dellâapertura dei mercati e quelli a essa connessi dello straordinario progresso tecnologico
in atto dalla �ne della Guerra fredda fossero distribuiti in modo gravemente ineguale.
Questo ha contribuito a dare sostegno a decisioni di natura protezionistica, dai dubbi
bene�ci e con costi crescenti.
Lo scoppio della pandemia e lâinvasione dellâUcraina hanno intensi�cato le preoccupazioni
sullâesposizione delle nostre economie a shock globali. Già la prima ha mostrato che la
distribuzione della produzione di beni intermedi lungo complesse âcatene del valoreâ
può costituire un elemento di vulnerabilità . Il con�itto in Ucraina ha inoltre evidenziato
la rilevanza del tema delle interdipendenze strategiche, mostrando le nostre vulnerabilitÃ
In Europa è in corso una ri�essione su questi temi e, in particolare, su come ra�orzare
lâautonomia strategica dellâUnione europea. Un rilievo crescente sembra essere dato
alla costituzione di catene di approvvigionamento robuste rispetto al rischio di shock
geopolitici â specialmente per le risorse energetiche, i semiconduttori, le materie rare â
nonché al ra�orzamento della competitività internazionale delle imprese attraverso
Per conseguire tali obiettivi, al di là degli interventi speci�ci, non si può non de�nire un
quadro di riferimento comune, in grado di allineare gli interessi dei singoli paesi dellâUnione.
Negli ultimi anni, però, il ricorso al concetto di interesse nazionale per giusti�care diverse
forme di intervento dello Stato in economia è andato crescendo. A settori tradizionali
come la difesa e le infrastrutture critiche, si sono aggiunti nuovi ambiti quali la protezione
dei dati personali e industriali, lâintelligenza arti�ciale, le biotecnologie. Anche su queste
i nostri paesi.
Non si può però mancare di sottolineare che a livello globale, anche per evitare lâinsorgere
di nuove forme di protezionismo di cui sono evidenti i costi e incerti i bene�ci, è di certo
necessario che vi siano in tutti questi ambiti, e perseguiti da tutti i paesi, trasparenza,
piena compatibilità con il diritto internazionale e comprensione dei rischi connessi con un
regresso forte nella cooperazione internazionale. Perché lo spirito di collaborazione che
negli ultimi anni è stato alla base della globalizzazione non venga drammaticamente meno,
I costi di un ritorno alla frammentazione delle nostre economie sarebbero ingenti;
con riferimento alle sole restrizioni al commercio di beni e servizi, il Fondo monetario
internazionale stima che esse potrebbero causare perdite �no al 7 per cento del PIL globale.
Ma ci sono anche altri canali che verrebbero minati, quali la di�usione delle conoscenze, la
mobilità della forza lavoro e dei capitali, le minori opportunità di diversi�cazione dei rischi.
Soprattutto, in uno scenario di frammentazione, verrebbero a mancare le leve necessarie
ad a�rontare i grandi problemi globali della cui soluzione le tensioni geopolitiche che
Sono certo che la conferenza odierna o�rirà utili spunti di analisi e ri�essione sulle di�cili
s�de che ci troviamo di fronte. La stretta collaborazione tra la Banca dâItalia e il Ministero
degli A�ari Esteri e della Cooperazione Internazionale continuerà a dimostrarsi uno
Nel ringraziare tutti i partecipanti e gli organizzatori, formulo i migliori auguri di un