
(AGENPARL) – mar 07 marzo 2023 8 MARZO, UNTERBERGER (SVP): PARITA’ ANCHE PER CHI NON E’ MADRE, CRISTIANA E ITALIANA
In vista dell’8 marzo, mentre in tutta Europa le donne in politica raccontano le loro battaglie femministe, in Italia la Presidente Meloni rilascia un’intervista per dire che il più grande pericolo per le donne sta in quella che i conservatori hanno ribattezzato “ideologia gender”.
Qualcuno spieghi al “Signor” Presidente del Consiglio che nella maggior parte dei paesi europei i “gender studies” sono materia d’insegnamento universitario. E che nel dire che esiste una distinzione tra sesso come fatto biologico e genere come dimensione culturale non c’è alcuna minaccia per le donne, ma l’opportunità di capire e combattere i meccanismi sottili della società maschilista. Tra l’altro è proprio la Presidente del Consiglio, raccontando tutti i pregiudizi di cui è stata vittima in quanto donna, che conferma l’importanza della teoria gender.
Semmai le donne italiane oggi sono vittime delle politiche reazionarie di questo Governo: la nuova Opzione donna che ha impedito a 20mila lavoratrici di andare in pensione. Il nuovo codice degli appalti, che vuole cancellare la premialità per interventi a favore delle pari opportunità. L’assoluta assenza di politiche per aiutare il reintegro lavorativo dopo la maternità e per incentivare una più equa divisione dei compiti familiari tra i genitori.
Invece di offrire risposte su questi temi, la premier si fa promotrice di una battaglia assurda contro la fantomatica ideologia gender. E anche di una visione discriminatoria nei confronti di chi ha una identità di genere diversa dall’identità biologica. L’otto marzo appartiene a tutte le donne e a coloro che si sentono tali. Non soltanto a chi è madre, italiana e cristiana.”Così in una nota la senatrice della SVP, Julia Unterberger.
8. MÄRZ, UNTERBERGER (SVP): GLEICHSTELLUNG AUCH FÜR DIE, DIE NICHT MÜTTER, CHRISTINNEN UND ITALIENERINNEN SIND
„Während in ganz Europa Frauen in der Politik, im Vorfeld des 8. März, an die noch bestehenden Ungleichheiten erinnern, gibt Präsidentin Meloni ein Interview, laut welchem die Hauptgefahr für die Frau in dem liegt, was die Konservativen hierzulande als “Gender-Ideologie” bezeichnen.
Vielleicht sollte dem “Herrn” Ministerpräsidenten erklärt werden, dass in den meisten europäischen Ländern “Gender Studies” ein Lehrfach an den Universitäten sind. Und dass die Unterscheidung zwischen biologischem Geschlecht und Geschlecht als kultureller Dimension allgemein anerkannt ist. Sie stellt keine Bedrohung für die Frauen dar, sondern eine Chance, die subtilen Mechanismen der patriarchalen Gesellschaft zu verstehen und zu bekämpfen.
Meloni selbst erzählt gerne davon, wie viele Vorteile ihr in ihren verschiedenen politischen Rollen entgegengebracht wurden, weil sie eine Frau ist und liefert dabei selbst die Bestätigung für die Gendertheorie.
Wenn schon sind die italienischen Frauen zur Zeit Opfer der reaktionären Politik dieser Regierung: die Verschärfung „opzione donna“ im Rentenwesen, die 20.000 Arbeitnehmerinnen daran gehindert hat, in Pension zu gehen. Das neue Vergaberecht, das die Prämie für Maßnahmen zur Chancengleichheit streichen will. Das völlige Fehlen von Unterstützungen zur Wiedereingliederung in den Beruf nach dem Mutterschaftsurlaub und zur Förderung einer gerechteren Aufteilung der familiären Pflichten zwischen den Eltern.
Anstatt Antworten auf diese Fragen zu geben, macht sich die Premierministerin zur Protagonistin eines absurden Kampfes gegen die phantomatische “Gender Ideologie“ und fördert eine diskriminierende Sichtweise auf Menschen mit einer anderen als der biologischen Geschlechteridentität.
Der 8. März gehört allen Frauen und denen, die sich als Frauen fühlen. Nicht nur denjenigen, die Mütter, Italienerinnen und Christinnen sind.“, so Sen.in Julia Unterberger in einer Aussendung.