
(AGENPARL) – lun 06 marzo 2023 https://nl-ufficiostampa.comune.vicenza.it/upr/pmcne9/h3vvee/edit?_m=h4lxcn&_t=b05604ab
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COMUNICATO STAMPA
Droni per scacciare i piccioni, al via la sperimentazione in centro storico e nei quartieri
Per allontanare i piccioni che sorvolano il centro storico e i quartieri di Vicenza arrivano i droni.
Nel mese di dicembre ha preso il via la sperimentazione, che proseguirà fino a maggio, con l’utilizzo di droni che, in volo, riproducono il verso del falco con un altoparlante e, una volta individuate le superfici dei tetti dove le colonie di questi volatili trovano riparo, spruzzano sostanze a base di oli vegetali naturali sgradite all’olfatto dei piccioni.
“Abbiamo dato il via alla sperimentazione, tra le prime città in Veneto, per scacciare, mediante droni, questi volatili da tetti e strade della nostra città – hanno spiegato il sindaco Francesco Rucco e l’assessore all’ambiente Simona Siotto –: per la prima volta il servizio interesserà anche i quartieri oltre all’area monumentale. Questi droni si muovono più agevolmente di un falco e costituiscono un deterrente importante ai piccioni, in quanto emettono un suono che viene confuso con quello dei falchi. Inoltre, spruzzano una sostanza assolutamente sicura ed eco compatibile, che non crea problemi all’uomo, a case e monumenti, ma risulta sgradita ai piccioni. Se dopo la sperimentazione vedremo che il servizio funziona, lo metteremo a regime, riuscendo ad ottenere anche un significativo risparmio di spesa, visto che il servizio con i falchi attualmente ha un costo importante di circa 40 mila euro l’anno”.
Da novembre ad oggi sono stati eseguiti 14 interventi con i droni anti piccioni in alcuni luoghi della città, nei quartieri di Laghetto, San Lazzaro, Villaggio del Sole e in centro storico.
Il servizio di “falconeria digitale” viene svolto da Simone Maron di Techna Drone (Aereopubblicità Vicenza srl di Thiene) e si affianca a quello tradizionale, affidato fino al 28 ottobre 2024 alla ditta Vettorazzo sas di Cison di Valmarino (Treviso), che vede l’impiego di falchi veri e propri e gabbie di cattura.
Testo Allegato:
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Gli
s
pagnoli a Napoli
I
l Rinascimento
meridionale
a cura di Riccardo Naldi e Andrea Zezza
Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sala Causa
–
Napoli
13
marzo
â??
25 giugno 2023
Lunedì 13
marzo 2023
inaugura al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mostra
Gli s
pagnoli a
Napoli. Il
Rinascimento
meridionale
(13 marzo
â??
25 giugno 2023,
sala Causa)
a cura del prof.
Riccardo Naldi, docente di Storia dellâ??arte moderna allâ??Università Lâ??Orientale di Napoli e del prof.
Andrea Zezza, docente di Storia dellâ??arte moderna allâ??Università della Campania â??Luigi Vanvitelliâ?.
Il progetto espositivo è stato realiz
z
ato in partenariato con
il Museo Nacional de
l Prado,
dove una
prima versione della mostra è stata inaugurata, ottenendo un notevole successo
di critica e di pubblico
,
il 18 ottobre 2022 con il titolo
Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al com
ienzos del
Cinquecento
.
Grazie a questa importante
collaborazione,
tornerà a Napoli per la prima volta dopo 400 anni
la
Madonna del pesce
eseguita da
Raffaello
. Il dipinto, destinato alla cappella della famiglia del Doce
in San Domenico Maggiore a Napoli,
divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti
attivi a Napoli durante il Cinquecento. Asportata dai governanti spagnoli e trasferita a Madrid
intorno
La mostra è dedicata a uno dei momenti più fecondi e meno conosciut
i della
–
1532 circa). È il periodo che, sotto il profilo politico,
vide lâ??estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della
Corona di Spagna; sotto il profilo
culturale, il raggiungimento dellâ??apice della sua grande stagione
umanistica, con il passaggio di consegne da Giovan Gioviano Pontano a Iacopo Sannazaro. Le novità
artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono prontamente
recepite
e reinterpretate in modo originale in una Napoli ancora molto viva, per la quale la perdita della
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 10;funzione di capitale autonoma non costituì un ostacolo allo sviluppo culturale, ma, al contrario,
contribuì alla definizione di un nuovo ruolo di ci
nghia di trasmissione della cultura rinascimentale tra
le due sponde del Mediterraneo.
La mostra propone unâ??ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi
in quegli anni a Napoli, quali
Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez
, Diego de Siloe, Pedro
Machuca, Alonso Berruguete.
Trasferitisi molto per tempo in Italia, essi sprigionarono una
straordinaria originalità inventiva nel confronto con le opere eseguite dai massimi protagonisti del
pieno Rinascimento italiano. Gli spagnol
i divennero i protagonisti dellâ??eccezionale stagione artistica
della Napoli di primo Cinquecento, sostenuta dal mecenatismo degli Ordini religiosi e
dellâ??aristocrazia, desiderosa di lasciare una traccia indelebile della propria grandezza finanziando
opere
di ambiziosa magnificenza, spesso realizzate, alla maniera degli Antichi, servendosi del
durevole marmo di Carrara. Tornati in patria, gli spagnoli si fecero ambasciatori di una particolare
declinazione della cultura figurativa dellâ??alto Rinascimento, sost
enuta da inventiva e capacità
tecniche straordinarie, cui il passaggio della Spagna allâ??interno della compagine imperiale di Carlo V
diede un respiro europeo.
La mostra
focalizzare lâ??attenzione su questa breve ma felicissima stagione, ponendo nel giusto
rilievo lâ??altissima qualità delle opere e il loro carattere cosmopolita
.
Alla base del percorso
espositivo vi è la convinzione che quella fioritura vide una strettissima
connessione tra pittura
e scultura.
Il confronto tra le cosiddette «arti sorelle» trovò a Napoli un terreno particolarmente fertile
per lâ??elaborazione di modelli che contribuirono al definirsi di unâ??autonoma scuola locale, di cui la
mostra propone unâ??ampia
selezione dei maggiori protagonisti, dai pittori Andrea Sabatini da Salerno
e Marco Cardisco agli scultori Giovanni da Nola e Girolamo Santacroce. Come avvenne a Roma a
causa del celebre â??Saccoâ?? del 1527, anche per la capitale già aragonese e poi vicereal
e questa â??etÃ
dellâ??oroâ?? venne improvvisamente spezzata dal durissimo assedio francese del 1528 e dalla grave crisi
politica che ne derivò.
La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è il forte legame con il
territorio: mo
lte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare
a
San Giovanni a Carbonara,
San Domenico Maggiore
e anche a
San Giacomo degli Spagnoli,
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 10;simbolo della presenza politica e culturale
della Spagna a Napoli, ovvero proprio lâ??oggetto della
mostra.
La mostra è realizzata in partenariato
Museo Nacional Prado di Madrid
, in collaborazione con
lâ??Ambasciata di Spagna in Italia e lâ??Ambasciata italiana a Madrid, con il Ministero dellâ??Interno
–
FEC
Fondo edifici di culto e la Curia di Napoli, è finanziata grazie al progetto POC
Capodimon
te. Le rotte
dellâ??arte
della Regione Campania, gode del patrocinio del Comune di Napoli, ha la GESAC come
main sponsor ed è stata realizzata grazie al supporto dellâ??
associazione Amici di Capodimonte ets.
Informazioni
sede e orari
Museo e Real Bosco di Capodimonte
, via Miano 2
â??
Napoli
Sala Causa
–
tutti i giorni (
mercoledì
giorno di chiusura
),
dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo
ingresso ore 17.00)
Biglietto
intero: 15
euro
ridotto young (18
–
25 anni): 2 euro
gratuito (0
–
18 anni) e possessori Artecard
info e prenotazioni: 848 800 288
da cellulare e dall'estero: 06 39967050 / http://www.coopculture.it
prenotazioni tramite app Capodimonte su App store e Google store
s
ito web
capodimonte.cultura.gov.it
tel
. + 39 0817499130
mu
–
cap.accoglienza.capodimonte@cultura.gov.it
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ufficio stampa
Museo e Real Bosco di Capodimonte
Luisa Maradei