
(AGENPARL) – mar 28 febbraio 2023 L’atto approvato con voto il sì della maggioranza e l’astensione della
minoranza
(Acs) Perugia, 28 febbraio 2023 – L’Aula di Palazzo Cesaroni, con 12 voti
favorevoli della maggioranza e 7 astenuti della minoranza ha dato il via
libera al Disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale concernente
la ‘Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni
idroelettriche in Umbria e determinazione del canone’ che ha recepito
alcuni emendamenti in Commissione di iniziativa bipartisan
(https://tinyurl.com/3hefck4v).
Accolto un emendamento a firma Daniele Carissimi e Stefano Pastorelli (Lega)
circa la disciplina dell’assegnazione delle concessioni che attualmente
prevede tre modi diversi: a operatori economici individuati attraverso
l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica; a società a
capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato viene scelto
attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;
mediante forme di partenariato pubblico-privato. Con l’approvazione
dell’emendamento, la Regione procederà ad una previa valutazione
comparatistica per poter procedere alla scelta della migliore opzione da
motivare.
Respinti due emendamenti presentati dai consiglieri di minoranza (primo
firmatario Thomas De Luca) che, rispettivamente chiedevano: l’incremento
dal 2 al 3 percento della percentuale di risorse derivanti dal versamento
della componente fissa dei canoni da destinare al finanziamento della
predisposizione e alle attività del piano di tutela delle acque;
Possibilità di prevedere una percentuale superiore al 35 per cento per le
risorse da trasferire annualmente ai Comuni, territorialmente interessati
dagli impianti.
Approvato con voto unanime un ordine del giorno a firma del gruppo Lega
(primo firmatario Daniele Carissimi) che impegna la Giunta a: “procedere
allo studio di fattibilità per la costituzione di una società mista
pubblico-privata, alla quale concedere in affidamento le grandi derivazioni
idroelettriche umbre in moda tale che la neo costituita società sia deputata
a gestire la produzione, trasmissione, trasformazione, distribuzione e
vendita di energia elettrica degli impianti ed utile a valorizzare le
specificità territoriali, tecniche ed economiche e assicurare il
riconoscimento dei benefici da esse derivanti ai cittadini umbri”. La
Giunta viene poi impegnata anche a: “prima dell’indizione delle procedure
di assegnazione delle concessioni scadute, a valutare e motivare
l’eventuale accorpamento di più concessioni presenti, insistenti nello
stesso bacino idrografico e preferire la gestione unitaria allorquando
risulti opportuna sotto il profilo economico-produttivo o tecnico gestionale
o in relazione ad altri interessi pubblici”.
Respinti invece due ordini del giorno dei consiglieri di minoranza (primo
firmatario Thomas De Luca). Il primo mirava ad impegnare la Giunta ad
“attivarsi, fin da subito, per la costituzione di una società mista
pubblico-privato a cui affidare la gestione di grandi derivazioni a scopo
idroelettrico relativamente alle concessioni già scadute, nell’ottica di
arrivare al 2029 alla gestione in modalità pubblico privata dell’intero
comparto”. L’altra proposta respinta impegnava la Giunta, “nel caso
positivo del contenzioso in essere con le società concessionarie e qualora
la corrispondente quota del ‘Fondo rischi di soccombenza canoni concessioni
idroelettriche’ sia liberata dal vincolo di accantonamento, di destinare
parimenti a quanto previsto nel Ddl in questione, una quota non inferiore al
50 per cento ai Comuni cui afferiscono le attività degli impianti in
proporzione alla popolazione residente”.
Nell’illustrazione dell’atto, il relatore di maggioranza, Valerio Mancini
(Lega-presidente Commissione-relatore di maggioranza) ha detto che “il
presente atto, che disciplina la materia delle concessioni di grandi
derivazioni idroelettriche e che introduce innovazioni significative in un
settore cruciale per la nostra regione, quale quello della produzione di
energia dalle risorse idriche, ha due obiettivi chiave: il perseguimento
della massima sostenibilità ambientale, con la tutela e il miglioramento
ambientale in modo particolare, di quei territori che sono interessati dagli
impianti di derivazione, con importanti ricadute per l’intero territorio
regionale; la garanzia di maggiori introiti a beneficio della nostra regione
tramite la rimodulazione dei canoni di concessione. In Umbria, attualmente,
sono 9 gli impianti che possono essere annoverati fra le grandi derivazioni,
che insistono per la quasi totalità nel territorio della provincia di Terni,
2 dei quali con concessioni già scadute, mentre i restanti 7 con scadenza
nel 2029. Il disegno di legge disciplina in modo dettagliato ed esaustivo sia
le procedure di assegnazione delle concessioni scadute, o in via di scadenza,
prevedendo, tra l’altro, l’espletamento di gare con procedure a evidenza
pubblica per l’individuazione degli operatori economici, ma fornisce anche
dettagli in merito alle concessioni in essere. Su questo, uno degli aspetti
più rilevanti riguarda la proprio la rideterminazione dei canoni a carico
dei titolari di concessioni, tema sul quale la Commissione ha svolto un
lavoro attento, puntuale ed approfondito, pur tenendo conto dei tempi imposti
dalla procedura di urgenza votata da quest’Aula lo scorso 11 ottobre. Con
l’entrata in vigore del disegno di legge, la componente fissa sale dagli
attuali 32,63 euro per kW a 42 euro per kW e, considerando che i kW di
potenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria sono
oltre 251.500 kW, questo darà luogo ad un ammontare degli introiti superiore
a 10 milioni di euro, con un aumento di circa 2,3 milioni di euro rispetto
alla situazione attuale. Per la parte variabile del canone, invece, la
Regione applicherà la percentuale del 2,5% del valore dei ricavi calcolati
sulla produzione annua a consuntivo delle centrali e il prezzo di mercato
dell’energia: si può stimare una ulteriore entrata di circa 1 milione di
euro, che oggi non viene introitato. Inoltre, nel quadro del disegno di legge
è stato inserito, come consentito dalla norma statale, l’obbligo per i
concessionari di fornire annualmente e gratuitamente 220 kWh per ogni kW di
potenza nominale media di concessione, nonché la possibilità di monetizzare
il valore dell’energia: una somma rilevante, che si può calcolare attorno
a circa 2,7 milioni di euro annui e che verrà destinata a interventi di
sostenibilità ambientale. Nella legge, grazie anche ad un emendamento del
gruppo della Lega è stata introdotta una disposizione finalizzata a
destinare una quota delle entrate derivanti dalla componente fissa dei canoni
a tutti i Comuni territorialmente interessati dagli impianti di grande
derivazione, così da sostenere anche l’Orvietano e la Valnerina. Viene
stabilito infatti che dal 2024 una quota pari al 35 per cento delle entrate
relative alla componente fissa dei canoni previsti in bilancio sia assegnata
ai comuni interessati dagli impianti di grande derivazione, così da
incrementare le risorse in favore dei Comuni di 2 milioni 97mila euro
rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Le risorse previste in
favore dei Comuni vengono finalizzate allo sviluppo e alla valorizzazione di
quelli territorialmente interessati dagli impianti, stabilendo gli ambiti di
intervento per i quali gli stessi potranno presentare progetti o programmi da
realizzare. Esprimo grande soddisfazione per il lavoro svolto con serietà e
impegno dall’intera Commissione, e in modo particolare dal gruppo
consiliare della Lega, che ha comportato anche un’importante e necessaria
mediazione su temi centrali. Anche la minoranza ha dato il proprio contributo
con un emendamento di iniziativa dei consiglieri Thomas De Luca e Andrea
Fora, che è stato poi sottoscritto da tutti i componenti della Commissione,
che prevede di specificare, con criteri di oggettività, quali siano i Comuni
a cui dovrà essere corrisposta la quota dei canoni di concessione applicati
alle grandi derivazioni idroelettriche. I comuni che dovranno essere
ricompresi non sono soltanto quelli nel cui territorio insiste la presenza di
impianti, ma anche quelli in cui vi è la presenza di opere idrauliche
funzionalmente collegate agli impianti, che per questo ne costituiscono parte
integrante. In seguito a un emendamento presentato dal Comitato per il
Controllo e la Valutazione è stato introdotto nel disegno di legge un
articolo riferito alla clausola valutativa, che impegna la Giunta regionale
alla trasmissione di una relazione contenente dati e informazioni
sull’attuazione della legge e le sue ricadute sul contesto economico
regionale”.
Thomas De Luca (M5S-relatore di minoranza): “Questa legge è frutto di una
vera e propria rivoluzione a livello nazionale grazie al primo decreto
Semplificazioni del 2018 che ha consegnato alle Regioni la gestione di questi
asset strategici di grandissima importanza e rilevanza. Quello dell’energia
è un aspetto imprescindibile per il Paese e per i nostri territori.
Soprattutto al cospetto di una fonte energetica tra le più pulite e meglio
compatibili con le politiche volte alla neutralità climatica del 2050. Il
decreto ha anche sancito un altro principio di inserimento di procedure di
evidenza pubblica per l’assegnazione di questi autentici patrimoni, volta
quindi ad aumentare il vantaggio ed il profitto per l’interesse pubblico.
Ma è stato anche sancito il principio che le Regioni, attraverso forme di
controllo ed intervento diretto potessero rientrare in forme di gestione
pubblico privata con forme di partenariato all’interno di questi asset. La
quantità di risorse economiche che derivano da questi siti è enorme. In
Umbria ci sono diversi impianti ed il polo idroelettrico di Terni è uno dei
più antichi ed importanti in fatto di dimensioni e di produzione. Attraverso
questa occasione, derivata dal Governo Conte e poi con azioni sistematiche
delle Regioni, prima delle quali la Lombardia mise in campo una legge
estremamente vantaggiosa per i territori, prevedendo l’80 per cento delle
risorse a favore di quelli in cui sussistono gli impianti.Dal 2019 in poi,
come minoranza abbiamo sottoposto all’attenzione della Giunta l’urgenza e
la necessità di legiferare su questo fronte. Se negli scorsi mesi si è
parlato di ritardi, su questo fronte spezzo una lancia a favore della Seconda
commissione e ringrazio il presidente Mancini per la velocità con la quale
è stata portato avanti il provvedimento. Si è entrati nel merito delle
questioni e il consigliere Daniele Carissimi ha avuto un ruolo fondamentale
nell’attività di produzione degli emendamenti. Tutti abbiamo lavorato per