
[lid] – Una simile misura avrà (speriamo di poter dire
avrebbe) ripercussioni gravi e purtroppo durature sull’assetto di migliaia
di imprese che già hanno i cassetti fiscali pieni ed i conti correnti vuoti.
Le conseguenze si faranno pesantemente sentire anche sul consumatore
sia singolo che condominiale. Cosa paradossale, tenuto conto che la
misura è nata soprattutto per tale categoria, generando legittime
aspettative, oltre che impegni concreti, messi ora in discussione.
La Federazione si chiede poi perché coinvolgere in questa cessazione
anche i bonus per la riqualificazione al 50% che hanno sempre
funzionato, mai dato luogo ad abusi e inciso, in realtà, in termini
positivi perfino sulle Casse dello Stato.
Bloccare – in una situazione di fermo da parte degli istituti bancari ed
assicurativi! – anche la pur parziale soluzione di acquisto dei crediti da
parte delle Regioni e degli Enti Pubblici è una misura controproducente già
nel medio periodo, senza contare, in generale, gli aspetti di contenzioso
che tale decisione indurrà ed il disallineamento di tale provvedimento
rispetto alle direttive comunitarie relative alla transizione energetica.
Inoltre, i bonus edilizi, in assenza di cessione del credito e sconto in fattura,
saranno fruibili fondamentalmente dai più abbienti, cosa che renderà poco
raggiungibili gli obiettivi di riqualificazione energetica del nostro
patrimonio
immobiliare, oltre che creare disparità di trattamento tra i cittadini.
Confidiamo in un ripensamento nel corso dell’iter di conversione in
legge del decreto legge 11/2023 o, almeno, nell’individuazione di
soluzioni alternative che non possono limitarsi all’esenzione da questo
vincolo per interventi per cui sia stata già presentata la Cila prima
dell’entrata in vigore del decreto in questione o, nel caso di condominii,
sia stata già adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione
dei lavori o, ancora, il fatto che i cessionari non sarebbero più
responsabili
in solido ove in possesso di documentazione utile a tal fine.
Soprattutto, confidiamo nel mantenimento delle possibilità di sconto
in fattura e di cessione del credito per gli interventi che da tempo
funzionano, come quelli specificatamente volti alla riqualificazione
energetica.
La Federazione – con tutte le Associazioni ad essa federate, dai
produttori
di infissi, alle coperture, alle schermature solari e tutti i settori
dell’involucro
edilizio, ma anche del verde per coibentazione, del settore delle
rinnovabili
e molti altri comparti – si rende perfettamente conto dei vincoli di
bilancio,
ed è per questo che sul Superbonus FINCO è da sempre favorevole ad un
decremento percentuale progressivo dell’agevolazione con una sua
connessa stabilizzazione, ma non con queste repentine modalità.
Un’analisi approfondita delle cifre dovrebbe indurre a ritenere che in
questo
caso la spesa varrebbe l’impresa: sottoforma di ritorni per l’Erario, di
innovazione tecnologica, di emersione del nero, ma ancor prima per evitare
risorse che l’Erario dovrà (dovrebbe) comunque impiegare per le casse
integrazioni che saranno causate da una siffatta misura.
Ancora una volta sarebbe stato (e sarà) essenziale coinvolgere gli
operatori, dall’inizio, come del resto prevede il procedimento AIR (Analisi
di
Impatto della Regolamentazione), ivi inclusa la principale rappresentanza
italiana di produttori ed installatori di componenti e sistemi per
l’efficienza energetica, quale è FINCO.