
(AGENPARL) – gio 16 febbraio 2023 Nota del presidente Squarta (FdI): “La Conferenza dei Presidenti si opponga
alla scelta di Bruxelles sulle auto elettriche dal 2035. Migliaia di posti di
lavoro a rischio, costi delle vetture alle stelle, inquinamento e dipendenza
dalla Cina”
(Acs) Perugia, 16 febbraio 2023 – “Chiedo alla Conferenza dei Presidenti
dei Consigli regionali d’Italia di opporsi alla cosiddetta ‘rivoluzione
industriale’ di Bruxelles che vuole vietare la vendita di auto nuove
alimentate a benzina o diesel a partire dal 2035”. È quanto dichiara il
presidente dell’Assemblea legislativa umbra Marco Squarta (FdI).
“È opportuno – sottolinea Squarta – che tutte le Regioni prendano
posizione, su un argomento importante e sentito, sostenendo in maniera
compatta il blocco dell’ennesima imposizione dell’Unione europea sulla
pelle dei cittadini. Con lo stop dei motori a benzina e diesel dal 2035
migliaia di aziende e tantissimi lavoratori rischiano di trovarsi fuori dal
mercato. Il settore dell’automotive è una delle colonne portanti della
nostra nazione, in Italia lavorano 280 mila occupati diretti e 250 mila
artigiani dell’indotto, in più sono 450 le aziende della componentistica con
70 mila addetti che dovrebbero diversificare le loro specializzazioni e loro
attività per non scomparire”.
Squarta spiega che “solo in Umbria il tessuto produttivo conta 145 aziende
direttamente o indirettamente collegate al settore dell’automotive. Nella
nostra regione le auto elettriche, secondo gli ultimi dati dell’Aci, sono
lo 0,16 del parco auto circolante (1.086 su 644.155). Siamo indietro con la
diffusione delle colonnine di ricarica e con la riconversione degli impianti,
manca il personale specializzato e ci troveremo con un’abbondanza di profili
professionali ormai desueti. In più imporre auto elettriche comporta
problemi di rifornimento delle materie prime che servono per produrre le
batterie (rame, litio, nichel, magnesio e cobalto) per le quali siamo
completamente dipendenti dall’estero. Che fine faremo? Lasceremo andare i
nostri lavoratori in cassa integrazione per importare batterie dalla Cina e
dal Congo? Soprattutto Pechino ha le materie prime, la supremazia tecnologica
e produttiva, il cuore dell’auto elettrica è in mano ai cinesi. Con il
motore termico la filiera italiana è tuttora fortemente competitiva, le
istituzioni devono impegnarsi a non far perdere neppure un posto di lavoro
nel nostro Paese”.
“Questione non certo secondaria – conclude Squarta – sono i costi per i
cittadini. Le auto elettriche hanno prezzi inavvicinabili e molte persone,
non potendosi permettere di acquistarle in questi 12 anni che ci separano dal
2035, continueranno a girare con le vetture che posseggono adesso, che col
trascorrere del tempo saranno sempre più vecchie e sempre più inquinanti. A
questo aspetto, Bruxelles, ci ha pensato?”. RED/dmb
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74644
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO