
(AGENPARL) – mer 15 febbraio 2023 Interrogazione dei consiglieri regionali Tommaso Bori e Simona Meloni (Pd)
(Acs) Perugia, 15 febbraio 2023 – “Scongiurare la chiusura della Casa delle
Donne di Terni (il bando di riassegnazione degli spazi comunali scade oggi)
mettendo in campo tutte le iniziative utili a garantire la continuità delle
attività che la struttura promuove e attua ormai da anni a sostegno di donne
e minori”. E’ quanto chiedono alla Giunta di Palazzo Donini i consiglieri
regionali PD Tommaso Bori e Simona Meloni, nell’ambito di
un’interrogazione che è stata depositata presso l’Assemblea legislativa.
“In tutto il territorio regionale è presente una sola Casa delle Donne –
ricordano i due consiglieri dem – quella di Terni, ma l’attuale
Amministrazione comunale ne ha messo a bando la sede. La Casa è stata fatta
rientrare in una gara per l’assegnazione di spazi comunali che prevede la
partecipazione per l’affidamento del locale di Via Aminale, nel cuore del
centro storico cittadino. Riteniamo che il contributo e la funzione culturale
e sociale che ha svolto in questi anni la Casa delle Donne, di pari passo con
il lavoro dei centri antiviolenza, non possa essere sostituito da semplici
servizi a sportello, tanto più che in molti casi, gli stessi Comuni non
riescono a garantire neppure quelli. Esprimiamo dunque preoccupazione su
questa vicenda perché l’attuale bando risponde a una logica squisitamente
numerica tesa al pareggio di bilancio e ciò rischia di non tenere conto
dell’impatto sociale che potrebbe causare la mancata riassegnazione di quei
locali alla Casa delle Donne. La comunità umbra dunque corre il rischio di
dover fare a meno di un presidio di civiltà e di servizi integrati
fondamentali come dello sportello antiviolenza, dell’ascolto,
dell’orientamento ai servizi e della consulenza legale per chi è vittima
di abusi e violenza, dei laboratori, dei gruppi di auto aiuto, dei corsi di
formazione e delle tante attività culturali e sociali che il centro svolge
regolarmente”.
“Per preservare e valorizzare questo patrimonio di esperienze – aggiungono
– sarebbe stato necessario seguire esempi virtuosi come quelli messi in
campo, ad esempio, dalla Regione Lazio che ha riconosciuto, attraverso una
convenzione, il valore di ‘bene comune’ ad una struttura analoga operante
nel comune di Roma, così da evitare il rischio di sfratti e assicurandone la
continuità delle attività grazie anche a un percorso di co-progettazione
partecipata di rifunzionalizzazione degli stessi edifici utilizzati a tale
scopo. Auspichiamo pertanto che la Casa delle Donne venga presto considerata
un vero e proprio ‘bene comune’ della nostra regione e come tale entri a
far parte di un piano di conservazione e promozione della multifunzionalità
di quello spazio socio-aggregativo”.
“In un contesto delicato e complesso, come quello di Terni – concludono
Bori e Meloni – garantire e rafforzare la presenza della Casa delle donne e
anzi sostenere e supportare la sua attività non può che passare da un
percorso di co-progettazione, previsto dai decreti legge, che valorizzi
competenze, professionalità e competenze maturate in più di dieci anni di
attività. Terni e l’Umbria hanno bisogno e meritano luoghi di
sensibilizzazione ed educazione alla non violenza e al rispetto dei diritti
delle persone tutte”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74638
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO