
(AGENPARL) – ven 10 febbraio 2023 GIORNO DEL RICORDO, CIABURRO (FDI): MEMORIA STORICA COLLANTE DELL’UNITÀ NAZIONALE
“Il ricordo dei martiri delle foibe è un atto doveroso per le istituzioni che rappresentiamo, ancor più alla luce dei gravissimi episodi di negazionismo e revisionismo, tutt’oggi presenti, che calpestano ed offendono la memoria degli esuli dalmati, istriani e giuliani, la cui unica colpa era, per la Jugoslavia comunista, di essere italiani. Una Nazione senza memoria è priva di unità e non può davvero affrontare il futuro. La nostra unica arma contro odio e negazionismo è diffondere e difendere la verità, su questo tema ho anche presentato una proposta di legge che conferisca nuova dignità a tutta l’attività di divulgazione della verità storica sugli orribili massacri delle foibe, che ancora oggi si trovano osteggiati o oggetto di menzogne e falsità che ne mistificano la memoria.” Così in una nota Monica Ciaburro di Fratelli d’Italia, Vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei deputati
Testo Allegato:
COMUNICATO STAMPAUniBgirls & STEML’Università di Bergamo insieme alle imprese per sensibilizzare studentesse e studenti delle scuole superiori alla scelta dei percorsi tecnico-scientifici. Ancora troppe poche le donne con una laurea STEM, la metà degli uomini. Ma il binomio donne–STEM diventa sempre più comune, soprattutto in ambito lavorativo.Bergamo, 10 febbraio 2023 – Perché scegliere un percorso di studio universitario tecnico-scientifico? Quali opportunità offre per la propria crescita personale e professionale? Perché ancora troppe poche ragazze lo scelgono? Sono queste le domande alle quali si è cercato di rispondere durante la mattinata di incontri, analisi e riflessioni che si è tenuta quest’oggi nell’Aula Magna di Sant’Agostino in Città Alta a partire dalle testimonianze delle studentesse, delle laureate e dei laureati dell’Università degli studi di Bergamo. Obiettivo di UniBgirls & STEM, che si inserisce all’interno delle celebrazioni della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (11 febbraio), è stato quello di avvicinare le ragazze ai percorsi di studio universitari tecnico-scientifici e contribuire a scardinare alcuni pregiudizi e stereotipi di genere che ancora le condizionano nella scelta del percorso di studi. Presenti all’evento oltre 250 studentesse e studenti provenienti dagli istituti tecnici e licei di Bergamo e Provincia: Quarenghi, Paleocapa, Marconi, Natta, Mascheroni, Falcone e Amaldi. Ad accoglierli il Rettore Prof. Sergio Cavalieri, la Prorettrice al welfare e allo sviluppo sostenibile Prof.ssa Annalisa Cristini, la Direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate Prof.ssa Giovanna Barigozzi e la Delegata dal Rettore ai rapporti con le scuole, orientamento in ingresso e in itinere Prof.ssa Federica Origo. “L’immagine dell’ingegnere che lavora da solo davanti al suo computer – spiega la Prof.ssa Federica Origo, Delegata dal Rettore ai rapporti con le scuole, orientamento in ingresso e in itinere – è uno stereotipo ormai superato. Oggi, più che mai, le aziende hanno bisogno di competenze sempre più articolate: oltre alle competenze più strettamente tecniche e scientifiche (incluse le competenze digitali e le nuove competenze per la transizione ecologica), contano moltissimo le cosiddette soft skills, come le capacità comunicative o saper lavorare in team. Questo apre tante opportunità interessanti di lavoro e carriera per le ragazze che vogliono intraprendere un percorso di studi in ambito STEM.” Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono sempre più importanti per affrontare le grandi sfide che il mondo sta attraversando ma in questi campi mancano figure professionali e, in Italia come nella maggior parte dei Paesi, le donne sono decisamente sottorappresentate. Solo il 24,9% dei laureati (25-34enni) ha una laurea STEM in Italia (Dati 2020, Rapporto ISTAT) e gli uomini sono il doppio delle donne: fra gli uomini ha una laurea STEM un laureato su tre (36,8%), fra le donne una laureata su sei (17%). I dati sulle immatricolazioni ci dicono che la presenza femminile nei percorsi STEM tende ad aumentare, ma il gender gap non diminuisce: nell’a.a. 2020/2021 le donne immatricolate in percorsi STEM sono il 21%, mentre gli uomini sono sempre il doppio, il 42% (Rapporto AlmaLaurea). Le analisi di INVALSI, esposte dalle Dott.sse Patrizia Giannantoni e Patrizia Falzetti, hanno cercato di mettere in luce i fattori che influenzano la scelta di un percorso STEM, confermando l’esistenza di una serie di condizionamenti che si concretizzano fin dalla primissima età e assegnano alle ragazze ruoli e abilità (presunte) differenti. Contano nella scelta le competenze in matematica, ma anche fra chi ha livelli di competenza elevata si registra un gender gap significativo: sceglie un percorso STEM il 33,7% delle ragazze contro il 56,6% dei ragazzi. È più frequente la scelta di una laurea STEM fra chi frequenta un liceo, con un divario nazionale del 20% circa fra ragazze (42,6%) e ragazzi (54,6%). Il gender gap raggiunge picchi del 70% invece fra chi frequenta un Istituto Tecnico. Ma le analisi confermano che pesa innanzitutto il background culturale, che influisce sulla fiducia di una ragazza di perseguire una carriera scientifica universitaria: le ragazze con genitori con livello di istruzione più alto (soprattutto la madre) sono più propense a proseguire su percorsi STEM, dato che non si riscontra invece nei ragazzi. Importante anche il ruolo degli insegnanti, che possono avere funzione di “rinforzo” per la scelta di percorsi in controtendenza rispetto alle aspettative sociali. Preziosi per aiutare ragazze e ragazzi a fare scelte più consapevoli che valorizzino il loro talento sono strumenti come Wanter, la piattaforma di Valore D, Associazione di imprese attiva nella promozione dell’equilibrio di genere, nata per orientare ragazzi, genitori e insegnanti fra le professioni di oggi e di domani, presentata dalla Dott.ssa Valeria Leva.A testimoniare la soddisfazione della scelta di un percorso universitario STEM sono state le studentesse dell’Università degli studi di Bergamo: Lisa Alessio, Federica Pasinelli, Michelle Gualdi e Chiara Torri hanno raccontato il percorso, fra successi e difficoltà, che a partire dalle scuole superiori le ha portate a scegliere corsi di laurea in ambito tecnico-scientifico come Ingegneria Meccanica, Smart Technology Engineering, Ingegneria delle Costruzioni Edili ed Economics and Data Analysis. Dai loro interventi è emersa tanta passione per le materie scientifiche, l’importanza del ruolo della famiglia e dei docenti nella scelta, ma soprattutto tanta determinazione e coraggio nel seguire la propria vocazione, sfidando a volte i pregiudizi di chi non le vedeva “adatte” a quel ruolo.Il binomio donne–STEM è diventato ancora più concreto nella tavola rotonda delle laureate e dei laureati UniBg: Carolina Gritti, Iacopo Guaiatelli, Gabriel Manzinali, laurea in Ingegneria Meccanica, Elena Crotti, laurea in Ingegneria delle Costruzioni Edili, Giada Barzaghi e Arianna Gallo, laurea in Economics & Data Analysis, attraverso le loro testimonianze hanno dato prova di quanto variegati e innovativi possono essere gli sbocchi professionali al termine degli studi STEM, restituendo la fotografia di un mondo lavorativo dove si registra una presenza sempre più incisiva delle donne, sia in termini numerici che di leadership. Allo stesso tempo l’esperienza di chi fra loro collabora con team di lavoro all’estero ha fatto emergere anche il gender gap esistente fra il nostro Paese e altre nazioni, dove il numero delle donne in alcuni casi è anche maggiore rispetto agli uomini.A testimoniare un mondo lavorativo in continua trasformazione, anche sotto il profilo della gender equality, sono le aziende del territorio, dal settore manifatturiero a quello informatico, fino al settore delle costruzioni, che hanno preso parte all’ultima tavola rotonda grazie alla collaborazione con Confindustria Bergamo: dagli interventi dei rappresentanti di Brembo, Orobix, Radici Group, Sangalli e Tenaris Dalmine è emersa la crescente richiesta di giovani talenti nei settori STEM che il mercato non riesce a soddisfare e l’attenzione delle aziende al tema della parità di genere, resa difficoltosa dal numero troppo basso di laureate in questo ambito.