
(AGENPARL) – mar 07 febbraio 2023 Respinta la mozione firmata da Bettarelli (Pd) e dai consiglieri di minoranza
(Acs) Perugia, 31 gennaio 2023 – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha respinto
con 12 voti contrari della maggioranza e 7 favorevoli delle opposizioni una
mozione di Michele Bettarelli (primo firmatario) e di tutti i consiglieri di
opposizione (Bianconi-misto; Bori-Pd; De Luca-M5S; Fora-Patto civico; Meloni,
Paparelli-Pd; Porzi-misto) in merito al “Disavanzo economico finanziario
della sanità regionale”. L’atto impegnava la Giunta regionale a
“riferire i dati definitivi della situazione economico-finanziaria del
servizio sanitario regionale riferiti all’anno 2022, in considerazione del
fatto che nella risposta dell’Assessore regionale alla Sanità ad una
apposita interrogazione si faceva riferimento al terzo trimestre; mettere in
campo tutti gli strumenti ed iniziative utili ad evitare il collasso del
Sistema Sanitario della Regione Umbria, sia dal punto di vista economico
finanziario, sia da quello organizzativo-strutturale”.
Illustrando l’atto all’Aula, Bettarelli ha osservato che “in
conseguenza della pandemia i sistemi regionali, compreso quello della Regione
Umbria, hanno affrontato ingenti spese per la gestione dei pazienti e per la
campagna vaccinale, in parte ‘ammortizzate’ dalla mancata effettuazione
di prestazioni ambulatoriali e chirurgiche non urgenti. Personalmente, lo
scorso 17 novembre ho inoltrato richiesta di accesso agli atti richiedendo il
carteggio con il Ministero della Salute, ma ad oggi non è pervenuta alcuna
risposta formale. Nella seduta di quest’Aula dello scorso 20 dicembre è
stato discussa un’interrogazione sulla ‘situazione economico finanziaria
della Sanità Regione Umbria’ alla quale l’Assessore alla Sanità ha
risposto confermando un disavanzo nel Conto economico del SSR che si attesta
su circa 200 milioni di euro così suddivisi: 80 milioni Asl Umbria 1; 60
milioni Asl Umbria 2; 40 milioni Azienda Ospedaliera Perugia e 20 milioni
Azienda Ospedaliera Terni. La Giunta regionale, a partire da Giugno 2022,
avrebbe messo in atto interventi di ‘riorganizzazione ed
efficientamento’, ma ad oggi non risulta nessun tipo di riscontro a
riguardo. Nel corso del 2022, nonostante una diminuzione della pressione sul
sistema sanitario causata dal Covid, abbiamo assistito a un aumento
esponenziale delle liste d’attesa, con tempi lunghissimi, in alcuni casi
anche di 11 mesi per una visita. Situazione confermata dai monitoraggi
effettuati attraverso le prenotazione dei medici di base e i numeri forniti
dalle stesse Aziende ospedaliere e sanitarie nei piani monitoraggio
periodici. In aggiunta si continuano a registrare allarmi e appelli da parte
dei sindacati dei medici, degli infermieri, delle associazioni del terzo
settore e delle RSA, sulla mancanza di organico e sulla fuga dei medici ed
operatori sanitari dal sistema pubblico. La medicina dello sport dell’Alto
Tevere è uno degli esempi delle difficoltà che vive il nostro sistema
sanitario. Erano previste visite mediche gratuite fino a 18 anni, in
convenzione con le società sportive e con le scuole. Erano oltre 11mila le
visita erogate ogni anno. Nel 2022 le visite si sono ridotte ad un terzo di
questa cifra. Quindi migliaia di ragazzi non hanno avuto accesso a questo
servizio oppure sono andati in strutture private. Un fatto grave perché si
tratta di una medicina preventiva che consente di scoprire eventuali
patologie, mettendo in condizione i giovani di curarle in tempo ed evitando
possibili eventi tragici”.
INTERVENTI
Tommaso Bori (Pd): “La Giunta sta smantellando la sanità pubblica, come
promesso nel programma elettorale. La sanità privata, come ci dimostrano
altre Regioni, non garantisce a tutti le stesse prestazioni. Per privatizzare
la sanità si crea il buco di bilancio in Regione (ora a 250 milioni) senza
investire e senza assumere. A livello nazionale intanto si inizia a parlare
delle assicurazioni private in sanità mentre si tagliano i fondi. Non
vogliamo una sanità come quella americana, in cui il primo dato richiesto è
la forma di pagamento. Questa gestione della sanità costringe le famiglie a
rinunciare alle cure o a rivolgersi al privato. Il buco di bilancio della
sanità umbra è enorme e ingestibile. Ingestibile come il rimpasto di
Giunta, tanto annunciato e mai realizzato”.
Stefano Pastorelli (Lega): “Queste argomentazioni sono in gran parte
fantasiose. I problemi della sanità sono nazionali ed è sbagliato
specularci. Avete voluto una audizione fiume in Terza commissione, in cui vi
è stato spiegato di nuovo quale è la verità dei fatti. Non esiste alcun
atto che dimostri l’intento di privatizzare la sanità. Nel passato i
bilanci erano in pareggio solo perché sono state usate risorse aggiuntive,
andate perse per ripianare i debiti accumulati. Debiti che ci hanno
indebolito durante il covid. E anche la spesa farmaceutica è cresciuta nel
passato. La mobilità passiva è crescita durante le precedente Giunta.
Peraltro tutte le Regioni hanno accumulato deficit durante la pandemia, anche
quelle governate dal Pd. Anche Bonaccini ha lanciato l’allarme sui conti
della sanità delle Regioni, a cui servirebbero 5 miliardi. Smettete dunque
di fare opposizione sterile e cercate di essere una minoranza costruttiva”.
Fabio Paparelli (Portavoce opposizioni): “Avete ereditato una sanità in
ottimo stato, come rilevato anche dal Commissario inviato dal Ministero. La
presidente ha detto di aver ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli.
La realtà è che nessun professionista ha lasciato l’Umbria mentre con la
nuova Giunta molti medici hanno lasciato la regione. Le liste di attesa sono
abnormi e alcune sono proprio chiuse. I pazienti devono scegliere se
rinunciare alle cure, fare centinaia di chilometri oppure andare dal privato.
La rete ospedaliera lasciata dal centrosinistra era completamente rinnovata.
La spesa sanitaria non era fuori controllo e non c’erano buchi nel
bilancio. Invece di intervenire sulle criticità che c’erano, le avete
aggravate. La nostra spesa farmaceutica era tra le più basse delle Regioni
italiane mentre ora è tra le più alte. Tutti i bilanci del passato sono
stati parificati dalla Corte dei conti, nelle cui relazioni ci sono i dati
che smentiscono le ricostruzioni della presidente. È vero che anche nelle
altre Regioni c’è deficit ma altrove la sanità almeno funziona. I fondi
che abbiamo usato per garantire servizi erano quelli aggiuntivi che ci
venivano riconosciuti come premialità in quanto Regione benchmark. La Corte
dei conti attesta inoltre che la mobilità passiva è esplosa negli ultimi
anni. La spesa per gli amministrativi è il 4,45% del personale e non certo
il 20% come affermato dalla presidente. La madre di tutte le inefficienze è
la precarietà dei direttori regionali, cosa che rende impossibile fare la
programmazione. Una precarizzazione degli apicali che ha indebolito anche le
aziende sanitarie e ospedaliere. Il Piano sanitario continua a non essere
stato approvato. La convenzione con l’Università è un altro capolavoro
negativo. Gli ospedali di base sono 7 ed hanno 341 posti letto. Il vostro
libro bianco ha operato una mistificazione, facendoli apparire più
efficienti di quello che sono. Sono stati spesi 52 milioni di euro in più
per beni e servizi senza che sia chiaro a cosa siano serviti. Andava
ridefinito il destino dei piccoli ospedali, per i quali mancano fondi e anche
personale. I costi per i ricoveri nelle strutture convenzionate non sono gli
stessi per i ricoveri nelle strutture pubbliche. La mobilità passiva non si
recupera con i posti letto della case di cura private e le differenze tra
Perugia e Terni lo dimostrano. L’assessore e la presidente ritengono ci sia
un sovrannumero di personale amministrativo e medici, ma i numeri dei bilanci
sono diversi”.
Thomas De Luca (M5S): “Si è registrata una precarizzazione della
governance così come una totale assenza della politica, che ha appaltato le
decisioni ad altri. Ho sperato nel rimpasto e in una discontinuità con il
nulla cosmico che c’è stato fino ad oggi. Sull’ospedale di Orvieto la
politica non si è assunta alcuna responsabilità. Sono ormai i tecnici a
governare questa Regione, con una logica che non tiene conto delle persone.
La privatizzazione non avviene con atti formali ma costringendo i pazienti ad
affrontare liste lunghissime o a fare molte decine di chilometri. Il
riequilibrio territoriale dei posti letto non c’è stato, essi sono stati
semplicemente spostati alla sanità privata”.
Francesca Peppucci (FI): “Se ci sono osservazioni sulle dichiarazioni della
presidente o dell’assessore queste andavano fatte in Commissione, quando ce
n’era modo. Invece si preferisce arrivare in Aula con un argomento a
piacere, spaziando tra molti argomenti diversi. La mozione che ci è stata
sottoposta era ben più limitata e con un dispositivo preciso. Di iniziative
e azioni per sostenere la sanità regionale ne sono già state prese. Le
premesse del documento delle opposizioni non tengono conto delle difficoltà
che tutte le Regioni stanno vivendo. Non abbiamo mai utilizzato Sanitopoli
per fini politici. La rete ospedaliera doveva essere razionalizzata e
ristrutturata. I ritardi sul Piano sanitario non tengono conto dei due anni
di pandemia. La gravità della spesa farmaceutica era già stata segnalata
nel 2018, quando erano chiari anche i problemi connessi alla crescita della
mobilità passiva. Questa mozione è piena di dimenticanze, è fine a sé
stessa, non contiene alcun contributo positivo. Mentre si torna a citare il
rimpasto di Giunta, che non rappresenta di certo una priorità per i
cittadini”.
Donatella Tesei (presidente della Giunta): “Abbiamo dedicato a questo tema,
in Terza Commissione, tutto il tempo necessario, esponendo numeri e
situazioni. Ma forse non era sufficiente, tanto che il consigliere Bettarelli
ha ritenuto di trasformare una sua interrogazione in una mozione (senza
averne le condizioni tecniche e giuridiche). La sanità che abbiamo ereditato
è quella che ho già descritto. Quella su cui ci sono indagini in corso.
Quella da cui i professionisti fuggivano e con liste di attesa abnormi, anche
senza covid. A Terni avevamo e abbiamo l’ospedale più vecchio della
regione. Solo i due ospedali di Perugia e Terni potevano essere usati per
affrontare il covid. Gli altri non erano utilizzati e mancavano le terapie
intensive. Il consigliere Paparelli ci propone di chiudere gli ospedali più
piccoli e critica il tentativo di dare dignità alle aree disagiate (come
Città della Pieve e Norcia). Il disequilibrio dei conti della Sanità è
stato illustrato in Commissione: dal 2015 al 2019 il fondo sanitario
nazionale destinato all’Umbria ha ricevuto 43 milioni in più ma la spesa
è cresciuta di 167 milioni. Una spesa fuori controllo che cresce 2 punti in
più della media nazionale. La spesa farmaceutica è aumentata di 50 milioni
di euro prima del nostro arrivo. Non bisogna confondere la parifica con
questi concetti. C’era un disequilibrio strutturale, che ha indebolito i
conti della sanità, che è stato aggravato dal covid. È molto grave fare
speculazioni su questi argomenti. Nonostante le condizioni della sanità
regionale, abbiamo affrontato il covid. Dal 2015 al 2019 la mobilità passiva
ha tolto 35 milioni al bilancio regionale. L’Umbria è stata davvero
Regione benchmark solo fino al 2014. Sul personale, Agenas ci dice che
abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille
abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi,
si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze.
Il costo degli amministrativi e dei tecnici è del 20% della spesa totale: si
tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale.
Peraltro il 2022 non è ancora chiuso e il tavolo al Mef slitterà a giugno
proprio per i problemi di tutte le Regioni italiane. Sono momenti
particolari, le richieste dei cittadini devono trovare risposta. Ci vuole
senso di responsabilità, per costruire seppure con visioni differenti”.
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74513
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO