
(AGENPARL) – mer 25 gennaio 2023 LA CALABRIA CHE NON CI STA E VUOLE RISCATTARSI
UN’ACADEMY DELLA BELLEZZA PER AIUTARE LA MEGLIO GIOVENTÙ
L’idea è di un parrucchiere di Crotone che chiama a raccolta il mondo della scuola e le istituzioni locali. Basta con cliché ormai abusati, facciamo sistema per dare un futuro migliore a noi stessi e alle nuove generazioni
Antonio Leuzzi è un uomo di mezz’età che, nel cuore di Crotone, è titolare di un salone da parrucchiere dove, da 25 anni e oltre, cura l’acconciatura dei propri clienti. Il suo sogno però è quello di andare oltre, di dare una mano, con l’esperienza accumulata in tanti anni di duro lavoro, alla sua terra, di guardare al futuro, soprattutto dei giovani, con fiducia. Un sogno che coltiva insieme a quella che, per lui, è ormai una famiglia: “Ho sei dipendenti -racconta Leuzzi. Sono quasi tutte donne -Giusy, Roberta, Rosa, Luciana, Teresa- con Braima ultimo arrivato ma già nel nostro cuore. Lavorano con me da sempre. Siamo ormai amici. Più che amici. Ci sorreggiamo nei momenti di difficoltà e gioiamo quando c’è un motivo per farlo”.
Una famiglia, appunto. Che però vuole crescere. Perché il sogno di Leuzzi è quello di creare lavoro, di dare ai giovani di questa Regione un’opportunità che spesso non hanno: “Voglio che una parte dei locali -spiega Leuzzi- diventi una sorta di Academy della bellezza, dove poter insegnare il mestiere alle nuove generazioni. É il mio sogno da sempre, essere utile per il prossimo e, in particolare, per i ragazzi di una terra, la mia, dove il tasso di disoccupazione giovanile supera abbondantemente il 50%. Il progetto è in cantiere e lancio qui un appello alle istituzioni locali e al mondo della scuola, quella in particolare degli istituti tecnici, per fare insieme sistema. Non è una questione solo economica, ma oserei dire culturale. Vorrei che questa esperienza facesse da apripista, garantisse un cambio di paradigma generale”.
Piega, colore e schiaritura. La formazione a moduli pensata da Leuzzi raccoglierebbe ogni fase di un mestiere, quello di parrucchiere, che ha ampi spazi occupazionali: “Sono sicuro che il placement del mio corso -afferma Leuzzi- possa aggirarsi attorno al 90%. Penso insomma che saper fare bene le acconciature significhi trovare lavoro sotto varie forme. Da dipendente o da imprenditore. Anche perché, a dispetto della vulgata generale, noi sappiamo lavorare a opera d’arte. La mia più grande soddisfazione arriva quando delle persone che sono nate qui ma che vivono ora in altre regioni italiane, decidono di tornare a Crotone per farsi i capelli. Sa perché? Perché non abbiamo nulla da invidiare ai grandi saloni del Nord”.
Un aspetto non secondario, visto che, dopo il lungo periodo della pandemia, il cuoio capelluto ha accusato il colpo: “Molte persone -dice Leuzzi- lamentano capigliature decisamente più rade. Lo stress e la preoccupazione per quello che abbiamo dovuto subire hanno determinato insomma perdite cospicue. Esistono trattamenti che possono, in maniera naturale, ovviare al problema. Che tuttavia preoccupa e non poco. Dico sempre che il parrucchiere, soprattutto quello delle donne, deve essere anche uno psicologo. Una persona cioè capace di ascoltare. Un approccio questo che vale sempre, per qualsiasi prestazione venga richiesta. Anche per quella che, a giusta ragione, viene definita la nuova tendenza. La tendenza che caratterizzerà il 2023”.
Calabria, Italia. Da qui, parte dunque la moda che sarà presto in per chi ama essere sempre al passo con i tempi: “L’anno appena entrato -conclude Leuzzi- sarà l’anno dove a dominare saranno le schiariture. Si tratta di una decolorazione, generalmente fatta sulla lunghezza,checrea volumeetridimensionalità (equindi utile soprattutto sui capelli sottili). Perfetta per chi adora il chiaro, ma faticaadire addio al suo brunetteenon vuole abbandonarlo per un biondo permanente. Metodologia e qualità dei prodotti fanno il resto. Ma vorrei che il 2023 sia soprattutto l’anno del riscatto, l’anno in cui porre le basi per un futuro migliore. La mia terra ne ha diritto, i nostri ragazzi ne hanno diritto. Le nuove generazioni possano insomma riprendere a sognare”.