(AGENPARL) – mer 25 gennaio 2023 [Regione Emilia-Romagna]
Giunta Regionale – Agenzia di informazione e comunicazione
N. 59/2023
Data 25/01/2023
All’attenzione dei Capi redattori
Agricoltura. Grano duro di alta qualità dell’Emilia-Romagna, firmato oggi il rinnovo dell’accordo triennale tra Barilla e cerealicoltori. Impegno per oltre 360 mila tonnellate in tre anni, un quinto del totale acquistato in Italia dall’azienda. Mammi: “Un modello che valorizza produttori, reddito e sostenibilità, intesa fondamentale per migliorare la programmazione, supportare gli agricoltori e garantire la qualità”
Qualità, sostenibilità economica e ambientale gli obiettivi del contratto di filiera che vale un terzo della produzione regionale e coinvolge i produttori agricoli, l’industria sementiera e il gruppo di Parma
Bologna – Si rinnova l’accordo “Grano duro alta qualità”, una filiera tutta emiliano-romagnola per la pasta Barilla. Più qualità, attenzione all’ambiente e redditività per le imprese sono i punti chiave dell’accordo triennale di filiera per il grano duro tra il Gruppo Barilla e la Società produttori sementi e le principali organizzazioni di produttori cerealicoli della regione: Op Grandi colture italiane, Op Cereali, Consorzio agrario Terrepadane, Consorzi Agrari d’Italia e Consorzio agrario di Parma.
Firmato oggi a Bologna nella sede della Regione – presenti l’assessore regionale all’Agricoltura e Agroalimentare Alessio Mammi, Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla e i rappresentanti delle Organizzazioni dei produttori e Consorzi agrari regionali e dell’industria sementiera – il rinnovo dell’intesa vale apartire dalla campagna di produzione cerealicola 2023 e riguarda la fornitura di grano duro di alta qualità dell’Emilia-Romagna alla Barilla per oltre 120 mila tonnellate all’anno, che saranno prodotte in una superficie agricola di oltre 20 mila ettari, pari a circa un terzo della produzione regionale. Grazie agli investimenti sulle filiere come questo Barilla è oggi in grado di offrire in Italia una pasta prodotta con grano 100% italiano.
“Un accordo di estrema attualità– ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi oggi nel corso della presentazione alla stampa- in un momento caratterizzato da difficili congiunture: le tensioni sui mercati dei cereali aggravate dal conflitto russo-ucraino e gli aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche, oltre che dei fertilizzanti, che hanno fatto salire le quotazioni come non si vedeva dalla precedente crisi dei prezzi del 2007-2008”.
“In questi sedici anni- ha proseguito l’assessore- il progetto oltre a raggiungere gli obiettivi ha portato al miglioramento organizzativo e alla realizzazione di una filiera integrata che produce un grano di elevata qualità. L’intesa si è quindi rivelata strumento fondamentale per migliorare la programmazione, garantire stabilità al comparto e concorrere a salvaguardare la redditività degli agricoltori. Significativo anche il contributo di innovazione tecnica e di professionalità che caratterizzano oggi la filiera del grano duro”.
Perché l’intesa
Promossa dall’assessorato regionale all’Agricoltura, l’intesa è giunta al sedicesimo anno di applicazione e coinvolge, oltre al Gruppo Barilla, la Società Produttori Sementi, le Organizzazioni di produttori e diversi Consorzi agrari.
Molteplici i vantaggi per i soggetti coinvolti: Barilla potrà contare su una varietà di grano appositamente selezionata e su un bacino produttivo vicino agli stabilimenti emiliano-romagnoli.
Ai consumatori verrà garantito un prodotto finale di elevata qualità e coltivato con tecniche rispettose dell’ambiente.Gli agricoltori, infine, hanno la conferma di uno sbocco di mercato sicuro, con un prezzo di vendita concordato e premi per la qualità del prodotto fornito.
Il progetto, che ha fatto da apripista a livello nazionale, rappresenta un modello di organizzazione della filiera, dalla coltivazione alla trasformazione in pasta.
I vantaggi per gli agricoltori
La durata triennale dell’accordo consente inoltre agli agricoltori di accedere ai contributi previsti dal ministero dell’Agricoltura sul “Fondo grano duro”, istituito allo scopo di rafforzare la filiera grano-pasta nazionale. Le risorse a disposizione per il 2023 ammontano a 14 milioni di euro.
I prezzi individuati dall’intesa seguono due modalità: il prezzo garantito (prefissato) e il prezzo di mercato determinato per una quota dal listino della Borsa merci di Bologna, legate alla qualità raggiunta in termini di contenuto proteico del prodotto. Sono poi previste specifiche premialità basate su diversi fattori: l’adesione al disciplinare di produzione e le pratiche colturali sostenibili, le operazioni di pulizia, la durata e le modalità di stoccaggio, la programmazione delle consegne e l’utilizzo dell’applicativo (granoduro.net) per supportare i coltivatori nella scelta delle tecniche colturali più adatte e sostenibili in base al terreno e alla varietà coltivata, garantendone sostenibilità e tracciabilità.
La coltivazione
In Emilia-Romagna dal 2006, anno di inizio degli accordi, si sono quadruplicate la superficie e la produzione e si è creato un bacino produttivo di eccellenza, competitivo rispetto ai grani di alta qualità di importazione, in grado di offrire alle aziende agricole uno sbocco produttivo economicamente e tecnicamente valido.
La coltivazione viene realizzata secondo il decalogo di sostenibilità e lo specifico disciplinare tecnico di Barilla, in accordo con le linee guida sulla produzione integrata regionale, nel pieno rispetto delle esigenze legate alle produzioni di alta qualità e di carattere agroambientale.
“Attraverso i contratti di coltivazione triennali continuiamo a supportare la produzione di grano duro italiano di qualità, remunerando adeguatamente gli agricoltori che potranno anche pianificare al meglio lo sviluppo di mezzi e di risorse- afferma Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla-. Allo stesso tempo stiamo riscontrando una riduzione dell’impatto ambientale grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile. Confermiamo inoltre il nostro interesse nel promuovere l’uso di tecnologie informatiche ad oggi disponibili per le coltivazioni e investendo nella ricerca di nuove varietà, in collaborazione con PSB, partner sementiero della filiera del grano duro”.
Olga Cavina
In allegato
– la firma dell’accordo
– l’accordo Grano duro 2023-25 e la produzione in Emilia-Romagna
Tutti i comunicati sono online su https://notizie.regione.emilia-romagna.it
Testo Allegato:
ALLEGATO L’Accordo grano duro alta qualità 2023-2025A partire dalle semine dell’autunno del 2006 si è avviato il progetto che aveva come obiettivo quello di ricreare in Emilia-Romagna un bacino produttivo di eccellenza nella produzione di grano duro di alta qualità, attraverso l’organizzazione di una filiera integrata tra agricoltura e industria, con il supporto delle Istituzioni.Il contratto di filiera triennale è una sorta di “accordo ombrello” che fissa gli impegni generali a cui saranno poi collegati i singoli contratti firmati tra il Gruppo Barilla e ogni organizzazione di produttori o consorzio agrario. A loro volta questi ultimi stipuleranno con i propri soci agricoltori i contratti di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.La Società Produttori Sementi (ditta sementiera) che all’inizio del progetto forniva le sementi in maniera esclusiva negli ultimi anni ha mantenuto la fornitura solo per alcune varietà specifiche con particolari caratteristiche qualitative. È la selezionatrice delle principali varietà di grano identificate dal disciplinare e sviluppate con un’attività di ricerca e sperimentazione, in parte sostenuta anche dalla Regione.Le novità introdotte riguardano per i produttori agricoli all’interno della modalità prezzo garantito un aggiustamento verso l’alto del prezzo concordato (prezzo fisso) e la possibilità, se la struttura di stoccaggio lo prevede, di scegliere altre nuove modalità di determinazione del prezzo (Cap & Floor e Prezzo di mercato Euronext basato sulla formula di prezzo del future), per le strutture di stoccaggio sono state riconosciute maggiorazioni per le attività di gestione e stoccaggio del prodotto.Oltre alla certezza di un’adeguata remunerazione lungo la filiera, l’accordo garantisce anche un contributo di innovazione tecnica e organizzativa nelle produzioni. È così aumentato il grado di professionalità e di organizzazione della filiera che hanno permesso di creare in regione l’attuale bacino produttivo. Parallelamente si è avviata anche una attività di ricerca, sperimentazione e divulgazione, condivisa da tutta la filiera.Negli anni è stato introdotto il sistema informatico granoduro.net, che supporta i tecnici agricoli nelle scelte per ottenere un prodotto di alta qualità, in linea con le indicazioni del disciplinare di coltivazione e le regole a tutela del sistema agricolo. Le tecniche utilizzate garantiscono ai consumatori un prodotto non solo rispettoso delle norme di legge in ambito agricolo, ma che per alcuni aspetti – come i residui di fitofarmaci e la sostenibilità ambientale – si spinge a superare la normativa di riferimento individuando valori più cautelativi in termini di salvaguardia dell’ambiente e tutela della salute del consumatore.Il grano duro in Emilia-RomagnaL’Italia è il principale produttore mondiale di grano duro, insieme al Canada. A fronte di un consumo nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate da parte dell’industria molitoria, la produzione media italiana di grano duro si aggira sui 4 milioni di tonnellate all’anno. L’Emilia-Romagna è tra le regioni dove la coltura è più diffusa: nell’annata 2021-2022 gli ettari coltivati sono stati 84 mila, dato che ci pone al quinto posto dopo Puglia, Sicilia, Basilicata e Marche. La superficie è complessivamente aumentata del 23% rispetto all’annata precedente.Per quanto riguarda i volumi di produzione, l’Emilia-Romagna sale al terzo posto dopo Puglia e Sicilia, con circa 460 mila tonnellate di grano duro prodotto nel 2022. Nel 2022 l’andamento climatico, con fenomeni estremi di siccità, ha penalizzato la quantità delle produzioni e quindi le rese, con un calo circa del 25% rispetto all’annata precedente.I prezzi hanno risentito degli effetti speculativi dovuti al conflitto russo-ucraino e agli aumenti generalizzati delle materie prime. In dettaglio, le quotazioni del grano duro hanno visto raggiungere nel 2022 valori di oltre 500 euro a tonnellata, assestandosi ad oggi sui 460 euro a tonnellata.