(AGENPARL) – mar 24 gennaio 2023 “Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari dove sta scontando una pena non ancora determinata in via definitiva, è in sciopero della fame da tre mesi. La sua protesta origina dalla decisione di sottoporlo, dall’aprile 2022, al regime del 41-bis, il cosiddetto carcere duro introdotto in Italia negli anni delle stragi di mafia del 1992. Nel 2013 Cospito viene condannato per aver ferito il dirigente dell’Ansaldo Adinolfi. Già in carcere, è accusato di aver posizionato, nel 2006, due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, senza causare né morti né feriti. Ovviamente è giusto che il detenuto sconti la pena per i reati commessi. Tuttavia la decisione del Ministero di Giustizia italiano sull’applicazione del 41 bis, avvenuta dopo 6 anni dall’ultima condanna, appare sbagliata e sproporzionata. Lo stato di salute del detenuto si è aggravato notevolmente dall’inizio dello sciopero della fame; ad oggi Cospito ha perso 40 kg e afferma di non volersi sottoporre ad alcun trattamento medico forzato. Sono molto preoccupato dalla sua situazione di salute, anche dopo aver letto sulla stampa alcune dichiarazioni del medico che lo ha in cura. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente su questa vicenda alla Commissione europea, mettendo in evidenza la situazione attuale del detenuto dal punto di vista del rispetto e della tutela dei diritti umani e della dignità della persona. Al Ministro Nordio chiedo di agire con urgenza e rimuovere immediatamente il regime di carcere duro a cui è costretto Cospito. Le sue condizioni fisiche sono già gravi. Lo Stato non può lasciare morire un uomo che si batte contro un regime carcerario ingiusto. Sono convinto che una presa di posizone chiara di Bruxelles possa favorire una soluzione positiva a questa situazione”.
Così in una nota l’eurodeputato S&D Massimiliano Smeriglio.
Testo Allegato:
Comunicato stampa / 24 gennaio 2023Giorno della Memoria, Unimc intitola un’aula a Edith Bruck Venerdì 27 gennaio la cerimonia con l’intervento in collegamento della poetessa, scrittrice e testimone della Shoah. In occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio l’Università di Macerata intitolerà un’aula della sede del Dipartimento di Studi Umanistici a Edith Bruck, poetessa, scrittrice e testimone della Shoah.Introdotto alle 11 dai saluti del rettore John McCourt e del direttore del Dipartimento Roberto Mancini, l’evento “Testimoni nel presente” offrirà anche l’occasione per approfondire la tragedia dell’Olocausto attraverso le parole, la figura e l’opera dell’artista sopravvissuta ad Auschwitz. Previsto un collegamento della stessa Edith Bruck da Roma. Interverranno, inoltre, Michela Meschini, professoressa di letterature comparate di UniMc, che ha curato la raccolta di poesie “Versi vissuti” (Eum, 2018) e ha prefatto il volume di versi “Tempi” (La nave di Teseo, 2021), e Adele Valeria Messina, docente di storia contemporanea all’Università di Palermo, i cui interessi di ricerca includono l’Olocausto, la sociologia e l’antisemitismo. Anche la web radio di Ateneo Rum, rum.unimc.it, dedicherà nel pomeriggio dalle 15 una trasmissione alla memoria della Shoah attraverso un dialogo tra studenti, i docenti Clara Ferranti e Luigi Lacchè e, per la casa editrice Eum, Agostino Regnicoli. Per informazioni: http://www.unimc.it.A Edith Bruck l’Università di Macerata aveva conferito la laurea honoris causa in Filologia Moderna nel 2019. Da allora la scrittrice ha sempre mantenuto stretti rapporti con l’Ateneo tramite Michela Meschini, incontrando tanti studenti e studentesse del territorio per portare avanti anche nelle Marche il suo impegno di testimone di una delle pagine più nere della Storia umana. “Nella scuola dovrebbero occuparsi molto di più del secolo scorso”, ha detto in una delle ultime occasioni, facendo eco alle recenti parole di Liliana Segre. “Ho paura – aggiunse – che rimarrà poco dopo di noi. Ma spero in quello che i ragazzi mi scrivono, mandano, disegnano. Giurano che ricorderanno al posto nostro, ci danno la speranza che non morirà tutto con noi. Da 62 anni porto avanti questo lavoro faticoso. Ho fatto quello che si può fare e ora tocca a voi”.