(AGENPARL) – gio 19 gennaio 2023 Fauna selvatica, Diaco (M5s): “Interrogazione su abbattimenti cinghiali a Villa Pamphilj, fare luce”
“L’abbattimento di 11 cinghiali a Villa Pamphilj è stato un atto brutale e indegno di una società moderna. Le testimonianze delle associazioni animaliste spazzano via qualsiasi giustificazione sull’averli ‘addormentati’ per ‘svolgere delle analisi’, e denunciano invece un vero e proprio eccidio, con un cucciolo terrorizzato che è addirittura scappato nella vicina ambasciata russa.
Per far luce su queste scene disumane stiamo preparando un’interrogazione in Assemblea Capitolina, perché vogliamo capire che fine abbiano fatto davvero questi poveri animali. Come sempre, continuiamo a chiedere che vengano adottate misure etiche per il contenimento della fauna selvatica: l’auspicio è che altre voci della politica si uniscano alla nostra richiesta, come quella di Michela Brambilla, molto attiva durante l’amministrazione Raggi ma ora stranamente silenziosa”.
Così in una nota Daniele Diaco, consigliere capitolino M5s e vicepresidente della Commissione Ambiente.
Testo Allegato:
La Newsletter dellâAmbasciata di Palestina
Roma, Italia
No 216
19
gennaio 2023
â
C
on grande
preoc
cupazione
,
chiediamo alla comunità internazionale di
intervenire urgentemente
per
evitare
l’
esplosione della situazione
in Palestina e
porre termine al
le gravi minacce che
i
crimini
e
le
violazioni israeliane
rappresentano per la pac
e e la sicurezza internazionale
â
Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati della Palestina
Stato di Palestina
Ambasciata di Palestina
Roma
–
Italia
ÙÙد
ÙÙ
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1
21
6
Indice:
1)
Finalmente libero
2)
Provocazioni pericolose
3)
Amnesty International: Giù le mani dalla bandiera palestinese
4)
Furto aggravato
2
I
â
Finalmente libero
La mattina presto del 5 gennaio,
le autorità israeliane hanno rilasciato il
prigioniero
palestinese
Karim Younis, dopo aver
lo
t
enuto per
alle sbarre.
Younis,
che
ora
ha
66 anni,
è un
palestinese del 1948 residente nella città araba di Ara, nel nord di Israele. A
rrestato il 6 gennaio
del
1983 per la sua resiste
nza all’occupazione israeliana, è stato inizialmente
cond
annato
alla forca
, poi
all’ergastolo,
e infine
a
i
40 anni
.
In realtà, sia Karim che suo
cugino
Mahe
r Younis, anche lui
nelle carceri israeliane dal 1983,
dovevano
essere liberati nel
2014 in
seguito a un acco
rdo
sponsorizzato dall’allora
S
egretario di Stato americano
John Kerry
, per
cui Israele
avrebbe dovuto liberare tutti
i
prima della firma degli accordi
di Oslo del 1993
.
Tuttavia, dei
quattro gruppi di prigionieri per
cui era prevista la scarcerazione,
solo i primi tre poterono
goderne. Il quarto,
che
comprendeva
i cugini Younis
insieme ad altri
palestinesi
provenient
i da Israele e
da
Gerusalemme E
st occupata,
rimase vittima di un cambiamento dâidea da parte
della leadership
israeliana
, che rinnegò la
propria
,
contribuendo
così
al
fallimento di
qualsiasi negoziato
.
Perfino adesso, al
momento della liberazione, le forze israeliane hanno voluto rovinare la festa, o
meglio hanno cercato di impedirla del tutto, rilasciando Karim senza preavviso, la mattina allâalba,
e
in un luogo molto lontano da casa sua, dove
invece
la polizia israeliana aveva
fatto irruzione per
confiscare le bandiere palestinesi e avvertire che qualsiasi celebrazione sarebbe stata punita
severamente.
Per la verità , più che lâ
assenza d
i cori patriottici
proibiti avrebbe pesato, per Karim, lâassenza dei suoi
genitori, morti pri
ma di poterlo rivedere libero. Mentre il padre
è morto 24 anni dopo lâarresto del
figlio, l
a madre Sabiha ce lâaveva quasi fatta
a riabbracciarlo fuori dalla prigione
;
ma dopo unâattesa
lunga poco meno di 40 anni
,
lo scorso maggio si è dovuta arrendere
al
destino
che più temeva:
quello di
morire senza vedere Karim finalmente libero
.
Per questo,
appena uscito dal carcere
, Karim
è andato a visitare la tomba
dei suoi.
Dopodiché, lui che da anni rappresenta un simbolo della lotta per i diritti dei prigionieri e di tutto il
popolo palestinese; lui che in prigione ha scritto due libri intitolati
La realtà politica in Israele (1990)
e Conflitto ideologico e insediamento (19
93), ha voluto prendere di nuovo in mano la penna per
rivolgersi
alla sua mamma e al suo papà, al popolo e alla leadership palestinese,
al mondo intero
Í âA
tutti, io dico,
p
oiché la libertà è il più sacro degli obiettivi, la Palestina merita tutti i nostri
sacrifici.
Sì, miei cari, la Palestina merita
,
e voi
,
combattenti per la libertà, meritate
altrettanto
. Oggi non
3
posso che promettervi che
la mia
voce
invocherà
la vostra libertà,
diffondendo
il più possibile la
vostra voce tra il nostro popolo, tra i suoi leader e in tutto il mondo
â
.
Da parte sua, la leadership palestinese ha celebrato la liberazione di Karim Younis ricordando come
la questione dei prigionieri rappresenti una priorità assolut
a (secondo il Presidente Abu Mazen) e
presto (secondo il Primo Ministro
Mohammad Shtayyeh
).
Vedi:
https://english.almayadeen.net/news/politics/after
–
40
–
years
–
in
–
israeli
–
occupation
–
prisons
–
karim
–
younis
–
is
https://www.thenationalnews.com/mena/2023/01/05/israel
–
releases
–
palestinian
–
prisoner
–
karim
–
yo
unis
–
after
–
40
–
years
–
in
–
jail/
https://www.tellerreport.com/life/2023
–
01
–
05
–
he
–
spent
–
4
–
decades
–
in
–
the
–
prisons
–
of
–
the
–
occupation
—
and
–
his
–
father
–
died
–
on
–
the
–
anniversary
–
of
–
his
–
arrest
—
and
–
his
–
mother
—
months
–
before
–
his
–
liberation
—
ka
rim
–
younis
—
the
–
dean
–
of
–
the
–
palestinian
–
prisoners.Sy5kwCXcj.html
https://mobile.twitter.com/AlshababRadio/status/1609970300736921600
https://www.assopacepalestina.org/2023/01/05/questo
–
e
–
il
–
messaggio
–
di
–
karim
–
younis
–
dopo
–
40
–
anni
–
nelle
–
prigioni
–
israeliane
–
liberta
–
per
–
la
–
palestina
–
il
–
popolo
–
e
–
i
–
prigionieri
–
palestinesi/
II
â
Provocazioni pericolose
La leadership israeliana
aveva
ingannato i media locali e internazionali fa
cendo trapelare ad arte che
Itamar
Ben
–
Gvir, leader del partito di estrema destra religiosa Otzma Yehudit
e
nuovo Ministro della
Sicurezza Nazionale
, avrebbe rinviato sine die per ragioni d
i opportunità politica la sua visita alla
Spianata delle M
oschee
.
Questa mossa ha evitato
che migliaia di palestinesi
fossero sul posto
quando
poi, il 3 gennaio, la visita
câè
stata
; ma non ha
impedito che nei confronti
di questa incursione illecita
si levassero critiche da
tutto il mondo.
Un video pubblicato sui
social media mostra
il neo
–
Ministro
che gira per i
cortili
delle Moschee
con
u
na massiccia scorta di
polizia
e dichiara:
â
I
l Monte del Tempio è il luogo più i
mpo
rtante per il popolo di Israele
â
.
Non er
a
4
la prima volta che
lo faceva
. Nel maggio dello scorso anno, accompagnato dalla
moglie e dal figlio,
Ben
–
Gvir aveva
pubblicato una foto in cui chiedeva la distruzione
del Complesso delle M
oschee
â
che
ospita sia la Cupola della Roccia che la Moschea di Al
–
Aqsa ed è considerato il terzo
luogo più
sacro all’Islam
–
per
sostituirlo
con
â
una sinagoga
in cima alla
montagna”.
Da quando Israele ha occupato
Gerusalemme Est
nel 1967, le preghiere
ebr
aiche
in questo
sito
sono
, anche se i coloni
di estr
ema destra come Ben
–
Gvir
hanno spesso
fatto irruzione con
lâaiuto delle forze di sicurezza israelianeÍ Talvolta queste prepotenze hanno avuto conseguenze
molto gravi
, come q
uando
a capeggiare la spedizione fu
l
â
allora Segretario del L
ikud
e
futuro
Primo
M
i
nistro israeliano Ariel Sharo
n
che
,
così facendo,
scatenò
nel 2000
la rivolta palestinese della
Seconda Intifada.
Di qui le reazioni alla provocazione di
Ben
–
Gvir. Subito, l’Unione E
uropea ha ricordato l’importanza
di preservare lo status quo dei luoghi santi nella
città occupata di Gerusalemme E
st.
“Ricordiamo
l’importanza di preservare lo status quo dei Luoghi Santi e siamo preoccupati per le azioni che vanno
salemme in un
comunicato
stampaÍ âEsse r
ischiano di aumentare l
e tensioni a Gerusalemme e nei
T
erritori
P
alestinesi
O
ccupati
â, ha
poi aggiunto.
âLe ultime settimane hanno visto un pericoloso aumento di
tensioni e vittime. È im
portante ridurre l’escalation e
evitare qualsiasi azi
one o
provocazion
e che
alimenti q
ueste tensioni”, ha contin
uato
la UE, invitando
“tutti gli attori sul campo e nella regione a
mostrare calma e moderazione per evitare qualsiasi escalation”,
e
sottolineando
al
contempo che
la
posizione dellâUnione Europea
su Gerusalemme
rimane invariata:
â
L
e aspirazioni di entrambe le
parti devono essere soddisfatte e lo status di Gerusalemme come f
utura capitale di entrambi gli
S
tati deve essere risoltaâÍ
Il
5 gennaio
,
i
l Consiglio di S
icurezza delle Nazioni Unite si è riunito
d
â
urgenza per discutere
l
â
accaduto
.
P
rendendo la parola,
Khaled Khiari, A
ssis
tente del S
egretario G
enerale
dell
â
ONU
per gli
A
ffari P
olitic
i e di Peacebuilding
, ha affermato che “sebbene la visita non sia stata accompagnata o
seguita da violenze, è
da
considerat
a
come
pa
rticolarmente provocatoria, dati
i
tentativi
intrapresi
da
Ben
–
Gvir
già in passato
,
di modificare
lo status quo
(della Spianata delle Moschee)
âÍ
L’A
mbasciatore palestinese presso le Nazioni Unite
,
Riyad Mansour, ha dichiarato: “Al
–
Haram Al
–
Sharif
(la Spianata)
non cadrà. Resisterà per le generaz
ioni a venire. È sopravvissuta
a Begin, Shamir
e Sharon
Í
sopravviverà
anche
a Netanyahu, Ben
–
Gvir e
Erdan
(l
â
Ambasciatore israeliano presso
l
â
ONU)
“.
Mansour ha
anche ricordato
che Israele non
può accampare
alcun
diritto
sui Territori Palestinesi Occupati,
ivi compresa
Gerusalemme
Est e
ivi compresa,
dunque,
la Spianata
delle Moschee
.
â
È responsabilità di questo Consiglio e di tutti gli Stat
i sostenere il diritto
internazionale e lo status quo storico
â
, ha aggiunto
.
Per questo, il Consiglio di Sicurezza
dovrebbe
fe
rmare Israele
,
perché
â
se non lo farà
,
lo farà la nostra gente”.
Infine, ha conc
lu
so il diplomatico
palestinese:
“Non c’è pace senza Gerusalemme. Il futuro del conflitto e della pace nella nostra
regione sarà determinato a Gerusalemme,
in nessun
â
altra
capitale del mond
o. Chiunque dica il
contrario
sta delirando
o mente”
.
Vedi:
https://ilmanifesto.it/la
–
mano
–
di
–
–
–
il
–
blitz
–
di
–
ben
–
gvir
5
https://lavocedinewyork.com/onu
/2023/01/18/nel
–
duello
–
israelo
–
palestinese
–
allonu
–
gli
–
usa
–
col
–
solito
–
colpo
–
al
–
cerchio/
ht
tps://www.open.online/2023/01/03/israele
–
gerusalemme
–
itamar
–
ben
–
gvir
–
spianata
–
moschee
–
video/
III
â
Amnesty International: Giù le mani dalla bandiera palestinese
a emessa lâÙ gennaio dal nuovo M
inist
ro israeliano
per la Sicurezza N
azionale, Itama
r Ben
–
Gvir, che definisce la bandiera palestinese
come
un
s
imbolo
del âterrorismoâ e istruisce la
polizia a rimuoverla dai luoghi
pubblici.
lâobiettivo di impedire
âlâincitamentoâ contro
Israele
,
mentre secondo
Amnesty International
rappresenta un grave atta
cco
al diritto alla nazionalità, al
diritto
alla libertà
dâespressione e
al diritto di
riunione pacifica.
Inoltre, si
tratta dellâennesimo
provvedimento adottato negli
ultimi tempi dalle autorità
israeliane per ridurre al silenzio il dissenso e limitare le proteste, comprese quelle in favor
e dei diritti
della popolazione palestinese. Tra questi provvedimenti, ricordiamo
la crescente repressione
della
le palestinese e lâaumento di arresti e
detenzioni amministrative contro gli attivisti
palestinesi.
âSiamo di fronte a un assai pre
occupante tentativo di cancellare lâidentità della popolazione
palestinese. I pretesti ridicoli usati per giustificare questa direttiva non possono nascondere il fatto
che le autorità israeliane stanno agendo in modo sempre più brutale
,
con il
proposito di
stroncare
ogni opposizione al sistema di A
partheid
â, ha dichiarato Heba Morayef, D
irettrice di Amnesty
International per il Med
io Oriente e lâAfrica del NordÍ
âDa decenni la bandiera palestinese è simbolo
di unità e resistenza contro lâoccupazione illegal
e israeliana ed è usata nel mondo in segno di
solidarietà verso la popolazione palestinese. È
assurdo
che le autorità israeliane, per giustificare la
propria
direttiva, facciano riferimento allâincitamento, quando è proprio quel provvedimento ad
alimentare lâ
odio razziale e ad acuire le divisioni. Si tratta di una delle tante misure, assunte
nellâam
bito del sistema israeliano di A
partheid, che hanno lâobiettivo di minimizzare la presenza e
la visibilità dei palestinesi
,
e
di
ridurre al silenzio le loro vociâ, ha concluso MorayefÍ
Da tempo le autorità israeliane tentano di limitare lâesposizione della bandiera palestineseÍ Sebbene
la legi
del tutto
in Israele, la polizia e le forze di sicurezza
avevano
già
la possibilità
di rimuoverla
,
se riteneva
no
che
costituisse
una
minaccia per lâordine pubblicoÍ
Due mesi dopo l
âoccupazione
dei Territori P
alestinesi
n
el
giugno del
1967
,
le autorità israeliane
emisero unâordinanza militare ch
e puniva e criminalizzava i pale
st
inesi che organizzavano o
6
prendevano parte a cortei, raduni o veglie di oltre Ù0 persone per obiettivi âpoliticiâ, a meno che
non avessero un permesso
speciale
. Non è mai stato s
piegato il significato dell
â
aggettivo
politico
.
F
atto sta che q
uellâordinanza resta in
vigore nella Cisgiordania, così come
resta in vigore
quella che
vieta lâesposizione di bandiere o emblemi
,
o la pubb
licazione di materiali che abbiano un
âsignificato
politicoâ, senza il permesso di un comandante militare israelianoÍ
Nel maggio
del
2022
,
le for
ze israeliane hanno rimosso con violenza le bandiere palestinesi che
accompagnavano, a Gerusalemme Est, la cerimonia
funebre della giornalista Shiree
n Abu Akleh,
uccisa dalle
stesse
forze
israeliane.
Il 1° giugno dello stesso anno
,
è stato approvato in pri
ma lettura
un testo di legge che vieta lâesposizione della bandiera palestinese sugli edifici d
i istituzioni
finanziate dallo S
tato allâinterno di IsraeleÍ
Adesso,
Itamar Ben
–
Gvir
non vuole
â
che i trasgressori sventolino bandiere terroristiche, incitino
,
e
incoraggino il terrorismoâÍ
Peccato che la bandiera palestinese non sia affatto un simbolo
terroristico, bensì istituzionale.
Se non fosse in male fede, si direbbe che
il Ministro
non sappia di
cosa parla.
Vedi:
https://www.amnesty.it/limitazioni
–
israeliane
–
alla
–
bandiera
–
palestinese
–
ennesimo
–
attacco
–
ai
–
diritti
–
umani/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/01/09
/israele
–
il
–
ministro
–
ben
–
gvir
–
provoca
–
di
–
nuovo
–
i
–
palestinesi
–
ho
–
dato
–
ordine
–
di
–
rimuovere
–
le
–
loro
–
bandiere
–
sono
–
simbolo
–
del
–
terrorismo/6929816/
IV
â
Furto aggravato
La recente decisione del Ministro delle F
inanze israeliano, Bezalel Smotrich,
di sequestrar
e 139
milioni di s
hekel
(pari a circa 37 milioni
e mezzo
euro)
dalle entrate fiscali palestinesi costituisce
l’ultimo episodio
di
anni di rapina i
sraeliana d
e
i fondi palestinesi. Né sembra che questo
furto sarà
l’ultimo,
alla luce del silenzio della comunità internazionale sui provvedimenti presi
sin qui
dai
successivi governi israeliani
compreso lâattuale,
definito il
più estremista della storia del Paese
occupante.
Il primo episodio di
queste
â
deduzioni
â
si
verificò
po
co dopo la
costituzione
dell’Autorità
Nazionale
Palestinese (ANP
) nel
1994
,
con una decisione
unilaterale
da parte di
Israele,
senza revisione o
approvazione dell’A
N
P.
Contrariamente agli
accordi firmati, il
governo israeliano
attinse infatti
spudoratament
e
dai
fondi
palestinesi
destinati alle
loro
servizi
fondamentali
come
lâ
elettricità,
la
sanità,
lâ
acqua e
i
servizi igienici.
7
accumulate f
ino
a raggiungere miliardi di euro
, per un totale di oltre 10
miliardi di
euro
in 10 anni
,
tra il 2011 e il 2021.
Solo nel 2022, le detrazioni unilaterali israeliane dalle entrate palestinesi
riservate ai servizi ammontavano a 1,6 miliardi di shekel (pari a pi
ù di 430 milioni di euro).
A partire dal
2019
,
si
aggiunse
furono
sottratti
circa 50 milioni
di shekel al mese
(
13 milioni e mezzo di euro)
, equivalenti a ciò che secondo Isra
ele
l’Autorità
Palestinese
devolveva
alle famiglie dei pa
lestinesi uccisi, imprigionati o feriti.
S
econdo il Primo
M
inistro
palestinese
Mohammad Shtayyeh, le somme totali detratte e accumulate sotto questa
voce dall’inizio
di quellâanno
fino alla fine del 2022
raggiunsero
circa d
ue miliardi di shekel (
più di
54
0
milioni
di euro).
Fino ad ora, Israele
ha trattenuto
tutti
questi importi in un sotto
–
conto presso il Ministero
delle
Finanze e non li ha utilizzati
;
ma
in
v
irtù
della decisione di Smotrich,
lâequivalente di
circa 37 milioni
e mezzo sarà immediatamente t
rasferito
come risarcimento alle famiglie
delle forze
di sicurezza
isr
a
e
liane
cadute durante le
operazioni
contro i palestinesi
.
I
l governo dellâ
occupazione
afferma che
tale importo equivalga
NP in favore de
lle famiglie d
e
i ma
rtiri,
dei
feriti
e
dei
prigionieri
palestinesi
durante l’anno 2022.
Ma il furto israeliano non si limita a saccheggiare queste due âvociâ (quella relativa ai fondi per i
servizi e quella corrispondente
,
secondo Israele
,
agli aiuti per le famiglie palestines
i),
poiché
include
altresì
una commissione del
3%
sui
tributi
mensili
riscossi
da Israele per conto dellâAutoritÃ
Palestinese. Un importo
che nei prim
i anni di costituzione dellâAutorità Palestinese
rappresentava
unâ
entità
modesta,
ma che adesso supera
i 350 milioni di shekel (
quasi 95 milioni di euro
) all’anno,
copre
ndo
e supera
ndo
il valore totale degli stipendi di tutti i dipendenti del Ministero delle Finanze
israeliano,
quando
il numero di dipendenti che lavorano per riscuotere
le tasse palestinesi
non
supera i quattro dipendenti,
e
in un momento in cui il governo palestinese è costretto a tagliare gli
stipendi dei
propri
, che
v
anno avanti dal
novembre
del
2021
.
A
questo saccheggio
spudorato vanno poi ag
giunte le sempre più dispendiose tasse imposte
da
Israele
per il passaggio del
ponte
di
Allenby/King Hussein/Karama
tra Cisgiordania e Giordania
, che
secondo il governo palestinese ha
nno già
s
uperato il miliardo di shekel (
oltre 273 milioni di euro
).
Alla
luce di questi dati, il
governo
palestinese afferma che
,
ponendo fine al
continuo e costante
saccheggio israeliano di fondi palestinesi
si
aiuterebbe
la Palestina
a risparmiare circa
737
milioni di
euro
all’anno,
sufficienti
per colmare l’incessante deficit
di bilancio
,
fare a meno degli aiuti esteri
per il bilancio
,
e
indirizzare
il bilancio verso
o e miglioramento dell’economia
.
Purtroppo, la continuazione del saccheggio
al ritmo
incessante degli ultimi quattro anni
volontà i
sraeliana di spingere l’Autorità Palestinese verso il collasso.
Il Primo Ministro
palestinese
ha
sottolineato che le ultime
misure
stabilite da Israele,
prendendo di
mira l’intero
progetto nazionale palestinese
in v
iolazione degli accordi firmati, rappresentano
una
nuova guer
ra contro il popolo palestinese. Per questo, il Ministro ha invitato i P
aesi A
rabi ad attuare
le decisioni dei vertici arab
i relative all’attivazione di una
rete di sicurezza finanziaria
,
e la co
munità
internazionale a fare pressione sul governo di occupazione per fermare la
rapina
e restituire i fondi
palestinesi accumulati
e
in
giustamente trattenuti
.
Vedi: