
(AGENPARL) – mer 18 gennaio 2023 Un’imbarcazione che trasportava rifugiati Rohingya attraverso il Mare delle Andamane rimane ancorata al largo dopo lo sbarco su una spiaggia di Aceh, in Indonesia, l’8 gennaio 2023. © UNHCR/Kenzie Eagan
18 gennaio 2023
UNHCR chiede una risposta regionale più ampia per fronteggiare l’aumento delle traversate mortali via mare nel sudest asiatico
L’UNHCR avverte che, in assenza di una più ampia risposta a livello regionale volta a fronteggiare questi pericolosi attraversamenti via mare, il numero dei morti è destinato ad aumentare, sotto lo sguardo dei Paesi costieri.
L’UNHCR ha registrato un allarmante aumento del numero di vittime. Nel 2022, almeno 348 persone hanno perso la vita o sono risultate disperse in mare, rendendo quello scorso, uno degli anni con il più elevato numero di vittime dal 2014.
Nel 2022, le circa 3.040 persone che hanno intrapreso traversate via mare sono approdate principalmente in Myanmar, Malesia, Indonesia e Bangladesh. Di queste, quasi il 45 per cento era costituito da donne e bambini.
Negli ultimi due mesi del 2022, quattro imbarcazioni con a bordo oltre 450 rifugiati rohingya sono arrivate ad Aceh, in Indonesia. Un’ imbarcazione con oltre 100 rifugiati rohingya è giunta in Sri Lanka. Si teme che a inizio dicembre, sia affondata un’altra imbarcazione con circa 180 persone a bordo. Numerose imbarcazioni salpate a dicembre si trovavano ancora in mare alla fine dell’anno.
Gli appelli rivolti dall’UNHCR alle autorità marittime della regione per soccorrere e sbarcare le persone in pericolo sono stati ignorati, lasciando numerose imbarcazioni alla deriva, per settimane.
La maggior parte delle imbarcazioni è partita dal Myanmar e dal Bangladesh, un dato, questo, che evidenzia la crescente disperazione dei rifugiati rohingya presenti nei due Paesi. Le persone arrivate raccontano di aver intrapreso questi viaggi pericolosi, nella speranza di trovare protezione, sicurezza, mezzi di sostentamento e ricongiungersi con i propri familiari. Ci sono tra loro, vittime di tratta, minori separati o non accompagnati, e persone sopravvissute a violenza di genere.
È necessario che le responsabilità, in ambito umanitario, siano distribuite più equamente tra i Paesi della regione, per assicurare che la risposta in termini di protezione sia più strutturata, equa e sostenibile.
La regione e la comunità internazionale devono sostenere gli sforzi per risolvere alla radice le cause delle migrazioni forzate in Myanmar. I rifugiati continueranno a intraprendere questi viaggi pericolosi in cerca di sicurezza, fino a che non si troverà una soluzione.
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