
(AGENPARL) – gio 12 gennaio 2023 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Tutela di proprietari e locatari, grandi carnivori – con VIDEO](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt672576)
Consiglio -Mozioni di Team K, Enzian/Die Freiheitlichen/SVP.
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Questa mattina il consigliere Franz Ploner (Team K) ha presentato la [mozione n. 652/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=675727&blank=Y) Mercato degli affitti: protocollo d’intesa Istituzione del fondo a tutela di proprietari e locatari, con la quale, evidenziando che con la recente legge sull’edilizia abitativa pubblica era stato istituito un fondo di garanzia a tutela dei locatori, e che tale misura non era stata apprezzata dal Centrocasa e nemmeno dai piccoli proprietari dell’Associazione proprietá edilizia, che alcuni anni fa avevano presentato un protocollo d’intesa a sostegno della casa in affitto con la costituzione di un fondo di garanzia a tutela della morositá incolpevole, il cui obiettivo era intervenire prima che il problema diventasse troppo grosso, sostenendo con solidarietá collettiva l’inquilino incolpevole, evidenziava che il libero gioco dei diversi interessi dovrebbe trovare una convincente sintesi partendo dal citato protocollo, di cui i diversi attori sarebbero andati a negoziare i contenuti, che la Giunta avrebbe dovuto fissare in regolamenti attuativi. Egli proponeva quindi di impegnare la Giunta (1) a istituire entro un mese un gruppo di lavoro che coinvolgesse i competenti uffici della provincia elke organizzazioni di rappresentanza di inquilini e proprietá edilizia più rappresentative per valutare, di concerto con l’Avvocatura provinciale, ed eventualmente implementare in un regolamento attuativo la proposta di varare tale Protocollo, con modalitá di intervento e partecipazione alla dotazione finanziaria da concordare ins eno al gruppo di lavoro stesso, (2) a prevedere qualora si giungesse al regolamento attuativo citato, un passaggio del testo nella 4a commissione legislativa dle Consiglio.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha ricordato che la mozione era un ordine del giorno al disegno di legge di deeg sulla riforma dell’edilizia abitativa agevolata,m e che in quell’occasione era stato chiesto appunto di presentarlo in forma di mozione. Il protocollo risaliva al settembre 2015, e prevedeva un istituto molto diverso da quello previsto dalla legge, che era un fondo di assicurazione per i proprietari in attesa dello sfatto. il protocollo invece prevedeva un fondo epr evitare lo sfratto, tramite la copertura finanziaria di una parte dell’affitto che le famiglie non riuscivano a pagare. La misura era urgente, in quanto prossimamente si prevedevano diverse situazioni di morositá incolpevole, per via dell’andamento economico attuale.
Maria Elisabeth Rieder (Team K), cofirmataria, evidenziando che attualmente l’abitare è diventato una sorta di bene di lusso, che i giovani che non hanno L’aiuto di una famiglia non solo non possono comprare, ma nemmeno locare un’abitazione, ha chiarito che ogni piccolo tassello può contribuire a far tornare le abitazioni sul mercato della locazione. È importante dare un sostegno alle persone incolpevolmente morose. Proprio ieri aveva incontrato una giovane famiglia in cerca di un appartamento a Falzes, che le aveva riferito di proposte di affitto di 1.050 €/mese, più spese condominiali e di riscaldamento: situazioni preoccupanti per cui si fa ancora troppo poco. I fondi di garanzia rappresentano un piccolo passo, ce ne vorranno tanti altri, più grandi.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha fatto riferimento all’abitare sostenibile, ricordando il piccolo passo in questa direzione fatto con l’IMI e la necessità di tanti altri passi, come questa mozione. Il püroblem la riguarda molto anche i giovani, che non riescono a lasciare la casa dei genitori. L’urbanistica è il primo settore chiamato in causa in quest’ambito, perché è qui che viene definito l’uso dei terreni; ci sono alloggi sfitti o non messi a disposizione della popolazione locale – Air B&B parla di 4-5.000 alloggi – anche questo va considerato, come altri piccoli passi.
Il problema non si risolve costruendo sempre di più, ha detto Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), sottolineando i canoni eccessivi richiesti per gli alloggi, problema mai risolto dalla corsa a nuove costruzioni Ci sono inoltre persone che non possono più pagare le spese condominiali, per alcuni passati da 180 a 480 €. Se i prezzi di locazione non possono essere regolamentati per legge, bisogna intervenire a livello comunale, disciplinando i prezzi delle abitazioni sul relativo territorio. Il fondo di garanzia potrebbe indurer i proprietari ad aumentare i prezzi di,ocazione o farsi agare in nero. Il problema del prezzo delle abitazioni è legato anche a quello dle mancato rientro in provincia dei giovani che studiano fuori.
L’ass. Waltraud Deeg ha ammesso che l’abitare è un tema centrale in provincia, ma non solo qui, anche in altre località in Italia ed Europa: a Monaco un metro quadro di locazione costa 20 €, a Innsbruck 20 mq vengono affittati a 500 €. I prezzi nascono da domanda e offerta, se la domanda è superiore questo fa aumentare i prezzi, a prescindere dai contributi. All’ampliamento dell’offerta segue poi l’aumento della domanda. A novembre c’era stato un convegno online con esperti dell’abitare anche dalla Germania, che avevano suggerito di procedere in modo più mirato e controllare meglio la destinazione dei vari strumenti e l’effettivo utilizzo dei meccanismi che frenano l’aumento. Il canone provinciale era di 7,35€/mq, a livello nazionale era di 8 € e non esisteva un contributo per la locazione. In Giunta si valutavano costantemente le possibilità di eventuali correttivi. Co il fondo proposto non si risolveva il problema, di cui lei si preoccupava nell’ambito IPES già ai tempi di tommasini; la legge sull’edilizia abitativa introduceva un fondo di garanzia al fine di creare un incentivo agli affitti. Come contributo di locazione erano messi a disposizione 39 milioni, c’erano anche gli alloggi IPES. un sistema migliore rispetto allo Stato, che funzionava. Durante la pandemia, preoccupata per l’impossibilità di alcuni di pagare, aveva temuto un’ondata di sfratti, ma essi erano stati, a fronte dei 181 nel 2017, 160 nel 2018, 34 nel 2020. 60 nel 2021 e 163 nel 2022: questo dimostrava che gli aiuti avevano funzionato. Deeg ha infine proposto di riformulare il dispositivo al fine di incontrarsi con le citate associazioni, riunendosi intorno a un tavolo con esse per la definizione dell’attuazione della legge, cancellando la problematica scadenza di un mese. Franz Ploner ha accolto la proposta, evidenziando però che senza una data di scadenza spesso le cose non vengono fatte, e che il protocollo d’intesa già esistente avrebbe potuto essere usato come base per il regolamento. La mozione è stata sospesa.
È stato quindi discusso il [voto n. 52/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=669677&blank=Y) Grandi carnivori: sì all’abbattimento in tempi rapidi, con buonsenso e senza ostacoli burocratici, nella versione emendata presentata da Josef Unterholzner (Enzian) e cofirmata da Andreas Leiter Reber, Ulli Mair (F), Franz Locher, Manfred Vallazza e Paula Bacher (SVP) – nuovo titolo Grandi carnivori: sì all’abbattimento, laddove necessario, in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici, con la quale, evidenziando che In molte zone della provincia si registrano sempre più casi di animali sbranati dai lupi, e che questo non solo minaccia la sussistenza dei contadini, preoccupati per il loro bestiame, ma alimenta la preoccupazione tra la popolazione, dato che da qualche tempo il lupo si avvicina sempre di più ai centri abitati. Dalle previsioni degli uffici competenti emergeva che, se si mantiene l’attuale grado di protezione, in Alto Adige la popolazione dei lupi è destinata ad aumentare in modo esponenziale. Si può quindi parlare di un fenomeno preoccupante. Le misure di prevenzione e gli interventi strutturali di protezione delle greggi, messi in atto nel tentativo di allontanare il lupo, purtroppo si erano rivelati poco efficaci: si trattava di interventi molto costosi e impegnativi, che però non davano risultati soddisfacenti; ciò aveva conseguenze a lungo termine per un’agricoltura come quella altoatesina, basata su piccole aziende: un cambiamento duraturo delle consuetudini e delle aree di pascolo rappresenta uno scenario realistico; gli sforzi per preservare la pastorizia in generale e in particolare antiche razze come la “pecora dagli occhiali” della val di Funes, nonché la possibilità per gli agricoltori di montagna di esercitare un’attività secondaria, erano fortemente limitati o forse addirittura vanificati. Inoltre, nascevano difficoltà anche in ambito turistico. Il consigliere ha chiesto quindi che il Consiglio sollecitasse Governo e Parlamento 1. a creare le basi per consentire, laddove necessario, l’abbattimento in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici dei grandi carnivori problematici, 2. ad adottare una strategia omogenea per la regolamentazione dei grandi carnivori in tutto l’arco alpino;3. a utilizzare tutte le possibili deroghe consentite dalla legislazione europea, al fine di adeguare il prelievo regolamentato di esemplari della specie selvatica “canis lupus”, soprattutto nelle aree montane, alle regole di quei Paesi membri dove già oggi sono in vigore delle deroghe al divieto generalizzato di abbattimento dei lupi;4. a elaborare in sede legislativa una disciplina univoca, direttamente applicabile a tutela dei cittadini e delle cittadine in caso di attacchi da parte di animali selvatici la cui pericolosità è dimostrata. In Isvezia, ha segnalato Unterholzner, possono essere prelevati 75 lupi l’anno, in Estonia oltre 100, e anche questi Paesi dono della UE; quale animalista, Unterholzner ha detto di essere in pena sia pei oil lupo che per le greggi: è importante trovare una soluzione.
Il tema, ha detto il co-firmatario Franz Locher, era molto emozionale e molto sentito dai contadini, che con entusiasmo gestivano i masi di montagna e amavano gli animali. Egli ha ringraziato Unterholzner per avere dato la disponibilitá a modificare il testo della mozione. Modificare la situazione sarebbe stato difficile, anche a fronte della Convenzione di Ginevra, ma molti stati avevano introdotto delle deroghe, e la posizione dle min. lollobrigida faceva presumere che il Governo italiano fosse disponibile in questo senso.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha segnalato che la paura era stata alimentata anche mediaticamente, e che non si era fatto ricorso al parere della scienza, segnalando ció che succedeva laddove la presenza del lupo si era consolidata negli anni arrivando fino ai giorni nostri. Chi dichiarava che il lupo doveva essere cacciato dall’Alto Adige faceva populismo, perché non era possibile imporre al lupo dei confini. La situazione causava forti emozioni, ma era opportuno affidarsi a un approccio scientifico. Il problema c’era, e la politica non aveva agito come avrebbe dovuto, ma un abbattimento senza ostacoli burocratici era improponibile. Egli ha quindi chiesto votazione separata, condividendo l’idea di una strategia omogenea in tutto l’arco alpino. I grandi carnivori erano stati introdotti anche per richiamo turistico, al fine di garantire la biodiversità.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che non avrebbe condiviso “le lodi a un governo facsista solo perché un singolo Ministero si era espresso contro i lupi, in quanto il lupo romano rappresenta una minaccia per il Sudtirolo”; ha quindi invitato a distinguere tra lupo e ibridi, e aggiunto che “prelievo” non sempre significa “abbattimento”. I lupi non sono un problema nell’Europa dell’Est, dove ci sono grandi superfici; il problema non è il lupo singolo, ma i branchi incontrollati, e c’è bisogno di misure coordinate nell#area alpin, anche per la sicurezza della popolazione. Bisogna discuterne in maniera oggettiva, considerando anche i prelievi con eventuali sterilizzazioni. C’è bisogno di un’iniziativa europea per identificare aree dove portare i lupi senza che possano causare problemi.
Maria Elisabeth Rieder (Team K), riferendo di venire da una famiglia di agricoltori di montagna e quindi di comprendere la preoccupazione degli agricoltori, ha segnalato che la versione emendata del voto e cofirmata da più consiglieri non aveva nulla a che fare con quella originaria, ed era populista. Dire che le persone venivano attaccate dai lupi era eccessivo e istigava, e questo era avvenuto per un’intera settimana: si cavalcava il tema a fini elettorali. Era stato detto ai contadini cos’era un voto e quali erano le sue effettive conseguenze?
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha sostenuto che il voto non proponeva nulla di nuovo, ma il problema è che affrontava la questione a ritroso: sarebbe stato più produttivo aiutare i contadini ad accogliere le offerte di tutela proposte dall’assessorato Schuler, di cui pochi approfittavano; pochi erano i colloqui di consulenza; invece, ci si confrontava sull’ultima misura da adottare, e non sulla formazione dei contadini e sull’utilizzo delle misure di tutela; l’eventuale prelievo doveva essere considerato solo alla fine. Parlare di “tempi rapidi” era improponibile, perché la procedura richiedeva un certo iter: bisognava agire con oggettivitá e dati scientifici alla mano.
Sandro Repetto (Partito democratico – Liste civiche) ha ricordato che la nozione iniziale aveva un ben definito carattere politico. Essa ipotizzava che la politica non si fosse mai occupata dle problema, cosa che non era. Nella parte dispositiva mancava l’impegno a rendere attuabile la legge provinciale sui grandi predatori; mancava anche l’impegno a prevenire il dissesto idrogeologico, settore in cui i contadini svolgevano un ruolo fondamentale. Un monitoraggio continuo di lupo e orso avrebbe contribuito ad evitare tale dissesto. Dalla procedura che ha portato al documento e dalle firme di chi lo sosteneva, ha detto Repetto, emergeva che si trattava di un attacco diretto all’assessore competente: la discussione andava al di là del problema del lupo.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha ringraziato Unterholzner per la proposta, aggiungendo che il governo meloni aveva attenzione al tema, avendo ingiá introdotto con la legge di bilancio un principio normativo in base al quale Regioni e Province autonome potevano provvedere al controllo di specie di fauna selvatica; con essa era stata inoltre aperta la caccia in città. al fine di intervenire quando la fauna selvatica diventava pericolosa. alla Provincia spettava solo decidere come attuare la norma con regolamento.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha ringraziato Repetto per la chiarezza della sua dichiarazione, e sostenuto che unterholzner grazie all’aiuto di locher si era tirato dietro tuta la SVP. era stata eliminata solo la questione della legittima difesa, ma il resto era rimasto uguale, se non che era stato eliminato il riferimento al “buon senso”. Come detto da Staffler, c’era stata una specie di sciopero delle misure di difesa delle greggi, promosse anche da Regolamento europeo: la Provincia aveva provveduto a ölivello normativo. Non si trattava quindi di lupo o orso, ma delle prossime elezioni. Il documento non avrebbe avuto un effetto pratico, sarebbe servito solo ai fini elettorali.
L’ass. Arnold Schuler ha chiarito che lo status di tutela era stato introdotto quando il lupo era a rischio di estinzione: ora la situazione era cambiata radicalmente, e con l’aumento dei lupi erano aumentati i casi di conflitto, soprattutto in alto Adige dove c#era molto bestiame nelle malghe. Ci voleva un approccio di buon senso alla questione, con singoli prelievi abbinati al controllo della popolazione, ma i singoli prelievi non sarebbero bastati per ridurre i casi di coliutto: servivano anche apposite strategie per i pascoli. In altri Stati europei ci sono possibilitá di intervenire, ma non sono ancora state sfruttate; l’Italia discutere dal 2003 di un Piano per i lupi; nel frattempo, anche la posizione delle altre Regioni è cambiata, sono solo poche quelle che escludono posisbilitá di prelievo. essa è prevista nell’ultima bozza del Piano di gestione, e la Provincia ha presentato emendamenti per garantirne l’attuabilitá. Discutendo con il ministro Cingolani nella commissione agricola era stato ribadito più volte che le leggi provinciali in merito avrebbero potuto fungere da progetto pilota. La Corte costituzionale aveva evidenziato che la direttiva europea non parlava solo di grandi predatori ma anche di flora e fauna in generale, dando così ragione alla Provincia relativa all’equilibrio tra le specie. In quanto ai possibili casi di attacco all’uomo, la disciplina prevede giá che in tali casi si possa intervenire in caso di contatto con animali con comportamenti aggressivi, non basta un solo avvicinamento alla zona residenziale. In quanto agli ibridi, non è chiaro a partire da quando si possa parlare di questa tipologia invece che di lupo; una volta sola era stato possibile catturare un lupo, cosa molto difficile. NOn era vero che la politica non facesse nulla: c’erano stati numerosi incontri a livello statale e con altre Regioni, la valutazione di una commissione svizzera, diversi incentivi e un corso di formazione promossi nel 2008, “ma forse la proposta, secondo quanto suggerito da Repetto, è di tutelare non il lupo ma l’assessore”. Josef Unterholzner (Enzian)ha respinto le accuse di proposte populiste, ricordando che dal 2018 lavorava in modo oggettivo per gli elettori, e chiesto di votare i punti separati. L’assesore aveva detto che era stato fatto tanto, ma il problema non era stato risolto, e l’indicazione di galateo era opportuna: ora c’erano gli strumenti per procedere, l’assessore e la Giunta dovevano muoversi. Nicolini aveva parlato di “problema emozionale”: difficile che non fosse cosí quando ci si trovava venti animali sbranati davanti a casa: si trattava di quasi 300 animali l’anno.Il consigliere ha quando ringraziato i colleghi cofirmatari, e detto a Schuler che si era richiamato al “buon senso” che esso nel suo testo originario era citato: “L’avete tolto voi”. La mozione, messa in votazione nominalmente e per parti separate, è stata accolta: le premesse con 23 sì e 5 no, il punto (1) con 23 sì e 5 no, il punto (2) con 27 sí, il punto (3) con 22 sì, 5 no e 1 astensione, il (4) con 27 sì e 1 astensione.
È stato quindi presentato un emendamento alla [mozione n. 652/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=675727&blank=Y) Mercato degli affitti: protocollo d’intesa Istituzione del fondo a tutela di proprietari e locatari precedentemente presentata da Franz Ploner (Team K), che lo ha illustrato: con la nuova parte dispositiva, si chiedeva di impegnare la Giunta a istituire un gruppo di lavoro che coinvolga i competenti uffici della Provincia autonoma di Bolzano e le organizzazioni di rappresentanza degli inquilini e della proprietà edilizia più rappresentative in Alto Adige, per implementare e valutare – di concerto con l’avvocatura provinciale – la proposta di norma di attuazione ai sensi dell’art. 4 della l.p. 116 dell’anno 2022 per il sostegno della casa in affitto con la costituzione di un “fondo a garanzia di proprietari e proprietarie. L’emendamento era firmato da Franz Ploner, Maria Elisabeth Rieder, Paul Köllensperger, Alex Ploner (Team K) e Magdalena Amhof (SVP).
Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche) si è rammaricato che fossero state tolte le tempistiche, auspicando che l’impegno non restasse lettera morta. Secondo Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde), si trattava di un passo avanti ma di una cosa comunque diversa da quanto richiesto dalle associazioni: quello che si voleva era un fondo a garanzia degli inquilini, qui si parlava di proprietari.
Franz Ploner (Team K),ha chiarito che questo era stato chiesto intensamente in 4a commissione legislativa, ma le cose erano andate diversamente; bisognava rispettare la legge esistente.
Nella legge 116/22 erano previsti i casi in cui il regolamento d’attuazione andava discusso in commissione legislativa, ha chiarito l’ass. Waltraud Deeg, aggiungendo che i risultati del gruppo di lavoro sarebbero stati presentati; si trattava di un passo avanti, e le persone coinvolte erano chiamate a lavorare in modo produttivo.
Messa in votazione, la mozione 652/22 emendata è stata approvata con 33 sì (unanimità).
(continua)
(Autore: MC)
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