
[lid] – Migliaia di oppositori del presidente socialista Luiz Inácio Lula da Silva hanno fatto irruzione domenica nei suoi uffici e nella sede del Congresso e del Tribunale Supremo Federale (STF) del Brasile, demolendo le facciate di due dei tre edifici e causando danni “irreparabili” a manufatti inestimabili nelle camere.
La rivolta a Brasilia è avvenuta mentre lo stesso Lula si trovava nello stato di San Paolo a valutare i danni delle recenti alluvioni. Lula, in una dichiarazione pubblica a seguito dell’azione della polizia per sottomettere i manifestanti, ha annunciato un “intervento federale” ufficiale a Brasilia – consolidando i poteri di pubblica sicurezza di diverse agenzie nelle mani di un funzionario di alto livello scelto con cura – e ha accusato la polizia di agire in “malafede” non riuscendo a impedire ai manifestanti di prendere d’assalto gli edifici.
L’incidente è una conseguenza di mesi di proteste seguite alle elezioni presidenziali di ottobre che hanno visto Lula sconfiggere di misura l’allora presidente in carica Jair Bolsonaro in due tornate elettorali. La maggior parte dei manifestanti sostiene Bolsonaro ma, più in generale, si oppone alla vittoria di Lula come illegittima per diversi motivi, comprese le sue molteplici condanne con l’accusa di atti di corruzione verificatisi durante i suoi primi due mandati da presidente. Un audit del ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2022, che ha visto candidati solo Bolsonaro e Lula, da parte delle forze armate brasiliane ha concluso che non si può garantire l’assenza di frodi o irregolarità.
L’inaugurazione di Lula il 1° gennaio è avvenuta senza gravi incidenti e Lula ha usato i suoi poteri per iniziare immediatamente a disfare le politiche di Bolsonaro, in particolare limitando drasticamente l’accesso dei civili alle armi da fuoco. Il mese scorso, la scelta di Lula per il ministro della giustizia, Flavio Dino, ha definito i gruppi di protesta anti-Lula ” incubatori di terrorismo “.
Molti dei manifestanti che domenica si sono riuniti a Brasilia fanno parte di un movimento che chiede che i militari della nazione estromettano Lula. Insistono sul fatto che la loro richiesta non è un colpo di stato, ma un “intervento militare” che, dicono, la costituzione brasiliana prevede in caso di elezioni illegittime.
Alcuni manifestanti hanno condiviso video sui social media durante l’evento di domenica esortando i militari a “salvarci dal comunismo”.
Lula posta un tweet «Con i Presidenti dei Poteri della Repubblica al Palazzo Planalto, Rosa Weber, Presidente della STF, Vital do Rêgo, Presidente ad interim del Senato, e Arthur Lira, Presidente della Camera dei Deputati. Fermo nella difesa della democrazia».