
(AGENPARL) – gio 05 gennaio 2023 Il Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest Valter Tamburini e il Segretario Generale Cristina Martelli sono lieti di invitare la stampa alla cerimonia di consegna del “Premio Innovazione” a due imprese pisane che si sono distinte in questo campo e del “Premio Fascetti e Bernardini” a 10 diplomati degli istituti tecnico-professionali e artistici che hanno riportato la votazione di 100/100 con lode nell’esame finale dell’anno scolastico 2021/2022.
L’evento si svolgerà presso la sede di Pisa della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, Piazza Vittorio Emanuele II, n.5, Auditorium Rino Ricci, primo piano, in data martedì 24 gennaio 2023 alle ore 10.
Si ringrazia per l’attenzione e si confida nella presenza.
cordiali saluti.
Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest
Testo Allegato:
Dicembre 2022PREZZI AL CONSUMODati provvisori Secondo le stime preliminari, nel mese di dicembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente).In media, nel 2022 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +8,1% (+1,9% nel 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 3,8% (+0,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021).Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, (che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6% di novembre a +64,7%), in particolare della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%) e ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva dall’accelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), di quelli dei Beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).Nel mese di dicembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%.I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%).L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati (+7,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch’essi a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli Altri beni (+0,6%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,9%) e degli Alimentari non lavorati (-0,6%).In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 12,3% su base annua (da +12,6% di novembre). La variazione media annua del 2022 è pari a +8,7% (+1,9% nel 2021). -242018316670059004208559398145651446500398145651446500 398145651446500403225651700500 Il commentoNel 2022 i prezzi al consumo registrano una crescita in media d’anno di +8,1%, segnando l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu pari a +9,2%), principalmente a causa dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici (+50,9% in media d’anno nel 2022, a fronte del +14,1% del 2021). Al netto di questi beni, nell’anno che si chiude, la crescita dei prezzi al consumo è pari a +4,1% (da +0,8% del 2021). In base alle stime preliminari l’inflazione acquisita, o trascinamento, per il 2023 (ossia la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino al prossimo dicembre) è pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu pari a +1,8%.PROSSIMADIFFUSIONE17 gennaio 2023Link utilihttp://dati.istat.it/http://www.istat.it/it/congiunturahttp://rivaluta.istat.it/Rivaluta/1457952215916L’approfondimentopagina 7FIGURA 1. INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO NICGennaio 2017 – dicembre 2022, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100) PROSPETTO 1. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC E IPCADicembre 2021 – dicembre 2022, indici e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)PERIODOIndice nazionale per l’intera collettività NICIndice armonizzato IPCAIndiciVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiIndiciVariazioni congiunturaliVariazioni tendenziali2021Base 2015=100Base 2015=100Dicembre106,6+0,4+3,9107,8+0,5+4,22022Base 2015=100Base 2015=100Gennaio108,3+1,6+4,8107,80,0+5,1Febbraio 109,3+0,9+5,7108,7+0,8+6,2Marzo 110,4+1,0+6,5111,3+2,4+6,8Aprile110,3-0,1+6,0111,7+0,4+6,3Maggio111,2+0,8+6,8112,7+0,9+7,3Giugno112,5+1,2+8,0114,1+1,2+8,5Luglio113,0+0,4+7,9112,8-1,1+8,4Agosto113,9+0,8+8,4113,8+0,9+9,1Settembre 114,2+0,3+8,9115,6+1,6+9,4Ottobre 118,1+3,4+11,8120,0+3,8+12,6Novembre118,7+0,5+11,8120,8+0,7+12,6Dicembre (provvisorio)119,0+0,3+11,6121,1+0,2+12,3Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC)LE DIVISIONI DI SPESAPROSPETTO 2. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER DIVISIONE DI SPESADicembre 2022, pesi e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)DIVISIONI DI SPESAPesiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiVariazioni mediedic-22nov-22dic-21nov-21dic-22dic-21nov-22nov-212022202120212020Prodotti alimentari e bevande analcoliche183.676+0,3+0,7+13,1+13,6+9,1+0,6Bevande alcoliche e tabacchi34.038-0,4-0,5+2,5+2,4+1,3+0,4Abbigliamento e calzature63.8550,00,0+3,1+3,1+1,9+0,5Abitazione, acqua, elettricità e combustibili109.684-1,0+0,3+54,5+56,6+35,0+7,0Mobili, articoli e servizi per la casa79.950+0,5+0,5+7,6+7,5+5,2+0,9Servizi sanitari e spese per la salute88.946+0,10,0+1,0+0,9+0,8+1,0Trasporti144.843+0,1+0,7+6,2+6,9+9,7+4,9Comunicazioni25.749+0,80,0-1,4-2,1-3,1-2,5Ricreazione, spettacoli e cultura70.540+2,7+1,8+3,2+2,3+1,4+0,4Istruzione10.8350,00,0+0,9+0,90,0-3,0Servizi ricettivi e di ristorazione93.754+0,4+0,3+8,1+7,9+6,3+1,8Altri beni e servizi94.130+0,4+0,2+3,5+3,3+2,0+1,0Indice generale1.000.000+0,3+0,4+11,6+11,8+8,1+1,9FIGURA 2. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER DIVISIONE DI SPESADicembre 2022, variazioni percentuali tendenziali (base 2015=100)Le tipologie di prodottoPROSPETTO 3. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER TIPOLOGIA DI PRODOTTODicembre 2022, pesi e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)TIPOLOGIE DI PRODOTTOPesiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiVariazioni mediedic-22nov-22dic-21nov-21dic-22dic-21nov-22nov-212022202120212020Beni alimentari, di cui:195.333+0,2+0,6+12,8+13,2+8,8+0,5Alimentari lavorati120.047+0,8+0,2+14,9+14,3+8,5+0,3Alimentari non lavorati75.286-0,6+1,1+9,5+11,4+9,1+0,7Beni energetici, di cui:92.494-1,80,0+64,7+67,6+50,9+14,1Energetici regolamentati17.411+7,9+0,1+70,3+57,9+65,6+22,1Energetici non regolamentati75.083-3,90,0+63,3+69,9+44,7+9,9Tabacchi22.3810,00,00,00,0+0,2+1,2Altri beni, di cui:270.978+0,6+0,4+5,1+5,0+3,0+0,5Beni durevoli105.690+1,0+0,6+6,2+5,9+3,3+0,9Beni non durevoli70.411+0,7+0,3+6,0+5,6+3,3+0,3Beni semidurevoli94.8770,0+0,2+3,1+3,3+2,1+0,3Beni581.186-0,1+0,4+17,0+17,5+11,9+2,5Servizi relativi all’abitazione76.8420,00,0+2,1+2,1+1,6+0,8Servizi relativi alle comunicazioni17.859+0,40,0+0,7+0,2+0,1+0,3Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona143.087+1,4+0,8+6,2+5,5+4,4+1,3Servizi relativi ai trasporti64.440+1,1+1,9+6,0+6,8+5,6+0,9Servizi vari116.586+0,2+0,1+2,2+2,1+1,5+1,2Servizi418.814+0,7+0,5+4,1+3,8+3,0+1,1Indice generale1.000.000+0,3+0,4+11,6+11,8+8,1+1,9Indice generale al netto degli energetici e alimentari freschi (Componente di fondo)832.220+0,7+0,5+5,8+5,6+3,8+0,8Indice generale al netto dell’energia, degli alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi689.792+0,6+0,5+4,4+4,2+3,0+0,8Indice generale al netto degli energetici907.506+0,5+0,5+6,2+6,1+4,1+0,8Indice dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona220.483+0,4+0,6+12,6+12,7+8,4+0,4FIGURA 3. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER TIPOLOGIA DI PRODOTTOGennaio 2017 – dicembre 2022, variazioni percentuali tendenziali (base 2015=100) I prodotti per frequenza di acquistoPROSPETTO 4. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO NIC PER PRODOTTI A DIVERSA FREQUENZA DI ACQUISTODicembre 2022, pesi e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)TIPOLOGIE DI PRODOTTOPesiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiVariazioni mediedic-22nov-22dic-21nov-21dic-22dic-21nov-22nov-212022202120212020Alta frequenza414.8900,0+0,3+8,5+8,8+7,3+1,9Media frequenza 387.426+0,3+0,7+18,4+18,8+11,8+2,4Bassa frequenza 197.684+0,6+0,4+4,6+4,4+3,0+0,8Indice generale1.000.000+0,3+0,4+11,6+11,8+8,1+1,9Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA)Le divisioni di spesaPROSPETTO 5. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO IPCA PER DIVISIONE DI SPESADicembre 2022, pesi e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)DIVISIONI DI SPESAPesiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiVariazioni mediedic-22nov-22dic-21nov-21dic-22dic-21nov-22nov-212022202120212020Prodotti alimentari e bevande analcoliche194.554+0,3+0,7+13,3+13,8+9,3+0,5Bevande alcoliche e tabacchi36.056-0,4-0,5+2,5+2,5+1,3+0,3Abbigliamento e calzature73.176+0,20,0+3,2+3,0+1,5+0,4Abitazione, acqua, elettricità e combustibili116.179-1,0+0,3+54,4+56,5+35,0+7,0Mobili, articoli e servizi per la casa84.989+0,6+0,5+7,6+7,4+5,1+0,9Servizi sanitari e spese per la salute46.145+0,10,0+1,4+1,3+0,9+0,2Trasporti153.242+0,1+0,7+6,2+6,9+9,7+4,9Comunicazioni27.265+0,90,0-1,4-2,3-3,1-2,6Ricreazione, spettacoli e cultura57.663+3,5+2,2+4,3+3,0+1,8+0,6Istruzione11.4740,0+0,1+0,7+0,9-0,1-2,9Servizi ricettivi e di ristorazione99.319+0,4+0,3+8,1+7,9+6,2+1,8Altri beni e servizi99.938+0,4+0,1+3,6+3,3+2,1+1,0Indice generale1.000.000+0,2+0,5+12,3+12,6+8,7+1,9Gli aggregati speciali PROSPETTO 6. INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO IPCA PER AGGREGATI SPECIALI (*)Dicembre 2022, pesi e variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)AGGREGATI SPECIALIPesiVariazioni congiunturaliVariazioni tendenzialiVariazioni mediedic-22nov-22dic-21nov-21dic-22dic-21nov-22nov-212022202120212020Beni alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi, di cui:230.610+0,2+0,5+11,6+11,9+8,0+0,5Alimentari lavorati (incluse bevande alcoliche) e tabacchi159.028+0,7+0,2+12,8+12,3+7,4+0,4Alimentari non lavorati71.582-0,7+1,3+9,1+11,4+9,6+0,7Energia97.164-1,80,0+65,1+68,1+51,1+14,3Beni industriali non energetici284.285+0,5+0,5+5,3+5,3+3,2+0,7Servizi387.941+0,8+0,6+4,5+4,3+3,4+0,9Indice generale1.000.000+0,2+0,5+12,3+12,6+8,7+1,9Indice generale al netto dell’energia e degli alimentari freschi (Componente di fondo)831.254+0,7+0,5+6,4+6,1+4,0+0,8Indice generale al netto dell’energia, degli alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi672.226+0,7+0,6+4,8+4,7+3,3+0,8Indice generale al netto dell’energia902.836+0,5+0,6+6,5+6,5+4,5+0,8L’INFLAZIONE a dicembre RallentaA dicembre, secondo le stime preliminari, il rallentamento su base tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC (da +11,8% di novembre a +11,6%) si deve ai prezzi dei beni (la cui crescita passa da +17,5% a +17,0%), mentre quelli dei servizi accelerano (da +3,8% a +4,1%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane quindi negativo (-12,9 punti percentuali), sebbene sia più contenuto rispetto a quello registrato a novembre (-13,7).Il rallentamento dei prezzi dei beni è imputabile, in primo luogo, ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +67,6% a +64,7%; -1,8% sul mese), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%; -3,9% rispetto a novembre); più in dettaglio, rallentano i prezzi dell’Energia elettrica mercato libero (da +239,0% a +219,3%; -2,8% il congiunturale), quelli del Gasolio per riscaldamento (da +32,0% a +24,2%; -7,1% da novembre), quelli del Gasolio per i mezzi di trasporto (da +13,4% a +9,5%; -4,5% rispetto al mese precedente), mentre accelerano i prezzi degli Altri combustibili solidi (da +28,8% a +31,1%; +2,1% il congiunturale), quelli degli Altri carburanti (da +5,2% a +6,1%; +1,9% sul mese) e quelli della Benzina registrano una flessione meno marcata (da -3,2% a -2,7%; -0,5% da novembre). Da segnalare il calo congiunturale (di -8,5%) dei prezzi del Gas di città e gas naturale mercato libero. In accelerazione, invece, i prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%; +7,9% il congiunturale) per effetto degli aumenti dei prezzi del Gas di città e gas naturale mercato tutelato (da +17,4% a +44,8%; +23,4% su base mensile).Un effetto di contenimento della dinamica dei prezzi dei Beni si deve, poi, all’indebolirsi delle spinte al rialzo nel settore dei Beni alimentari, i cui prezzi evidenziano una sensibile attenuazione del loro ritmo di crescita su base annua (da +13,2% a +12,8%; +0,2% da novembre). In particolare, la tendenza al rallentamento riguarda i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%; -0,6% sul mese), sia per quanto riguarda la Frutta fresca e refrigerata (da +6,9% a +4,2%; -3,1% il congiunturale), sia i Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +14,8% a +7,0%; -2,0% rispetto al mese precedente). Si accentua, invece, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%; +0,8% il congiunturale);Nel comparto dei servizi, il sostegno alla dinamica dei prezzi (che nel complesso sale a +4,1%, da +3,8%; +0,7% rispetto a novembre) si deve prevalentemente ai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%; +1,4% sul mese), che risentono dell’accelerazione che interessa i prezzi di Alberghi e motel (da +12,9% a +14,0% il dato tendenziale; +0,3% il congiunturale) e i prezzi dei Pacchetti vacanza (che invertono la tendenza da -4,3% a +12,5%; +34,2% da novembre). In moderata accelerazione anche i Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%; +0,4% la variazione congiunturale) per effetto dei Servizi di telefonia mobile (con un’inversione di tendenza da -0,2% a +0,5%; +0,7% sul mese). I prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, invece, rallentano (da +6,8% a +6,0%; +1,1% il congiunturale) a causa dei prezzi del Trasporto aereo passeggeri (da +95,0% a +68,9%; +12,8% su base mensile dovuto per lo più a fattori stagionali) e di quelli del Trasporto passeggeri su rotaia (che registrano una flessione più ampia da -5,6% a -6,3%; +0,4% rispetto a novembre), solo in parte compensata dall’accelerazione dei prezzi del Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (da +11,8% a +12,5%; +1,8% il congiunturale).L’impatto dell’evoluzione dei prezzi delle diverse tipologie di prodotto sul tasso di inflazione del mese di dicembre è misurato dai contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo, riportati nella figura 4.FIGURA 4. INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO NIC, CONTRIBUTI ALLA VARIAZIONE PERCENTUALE TENDENZIALE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO. Dicembre 2022, punti percentuali Altri beni: comprendono i beni di consumo ad esclusione dei beni alimentari, dei beni energetici e dei tabacchi.Altri beni regolamentati: comprendono l’acqua potabile e i medicinali.Beni alimentari: comprendono oltre ai generi alimentari (come, ad esempio, il pane, la carne, i formaggi), le bevande analcoliche e quelle alcoliche.Si definiscono lavorati i beni alimentari destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come, ad esempio, i succhi di frutta, gli insaccati, i prodotti surgelati). Si dicono non lavorati i beni alimentari non trasformati (come la carne fresca, il pesce fresco, la frutta e la verdura fresca).Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (cosiddetto “carrello della spesa”): includono, oltre ai beni alimentari, i beni per la pulizia e la manutenzione ordinaria della casa e i beni per l’igiene personale e prodotti di bellezza.Beni durevoli: includono le autovetture, gli articoli di arredamento, gli elettrodomestici.Beni non durevoli: comprendono i detergenti per la pulizia della casa, i prodotti per la cura della persona, i medicinali.Beni semidurevoli: comprendono i capi di abbigliamento, le calzature, i libri. Beni energetici regolamentati: includono le tariffe per l’energia elettrica mercato tutelato e il gas di rete per uso domestico.Beni energetici non regolamentati: comprendono i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero.Beni regolamentati: includono i beni energetici regolamentati e gli altri beni regolamentati.COICOP: classificazione dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale.Componente di fondo: viene calcolata escludendo i beni alimentari non lavorati e i beni energetici. Contributo alla variazione tendenziale dell’indice generale: permette di valutare l’incidenza delle variazioni di prezzo delle singole componenti sull’aumento o sulla diminuzione dell’indice aggregato. A tal fine, il tasso di variazione tendenziale dell’indice generale viene scomposto nella somma degli effetti attribuibili a ciascuna delle variazioni delle sue componenti. Poiché si tratta di un indice concatenato, il contributo della componente i-esima alla variazione dell’indice generale è funzione della dinamica di prezzo di tale componente e della modifica del suo peso relativo nei due anni a confronto. I contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale sono calcolati a partire dagli indici elementari di prezzo dei prodotti del paniere di riferimento. Per effetto degli arrotondamenti, la loro somma può differire dalla variazione dell’indice generale.ECOICOP: classificazione europea dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale, che prevede un livello di dettaglio (le sottoclassi) maggiore rispetto alla COICOP.FOI: indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.Inflazione: misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere) rappresentativo di tutti i beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie, acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie.Inflazione acquisita: rappresenta la variazione media dell’indice nell’anno indicato, che si avrebbe ipotizzando che l’indice stesso rimanga al medesimo livello dell’ultimo dato mensile disponibile nella restante parte dell’anno. Inflazione “ereditata” nell’anno t dall’anno t-1: variazione percentuale misurata tra il mese di dicembre dell’anno t-1 e la media dell’anno t-1. Inflazione “proprio” dell’anno t: variazione percentuale misurata tra la media dell’anno t e il dicembre dell’anno t-1. IPCA: indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione europea.IPCA-AS: indici armonizzati dei prezzi al consumo per aggregati speciali sono indicatori costruiti secondo uno schema classificatorio diverso dalla ECOICOP-IPCA e da quello utilizzato per gli indici NIC per tipologia di prodotto. La struttura di classificazione e le procedure di calcolo sono comuni a quelle utilizzate da Eurostat e ne condividono le innovazioni di carattere metodologico. In particolare, dalla diffusione degli indici definitivi di gennaio 2019 cambia il metodo di calcolo degli aggregati speciali dell’IPCA che sono ottenuti aggregando gli indici delle sottoclassi della ECOICOP (in precedenza, per il computo di questi indicatori erano utilizzati gli indici delle classi). Per una migliore fruibilità dei nuovi indicatori, le serie degli aggregati speciali, secondo il nuovo schema, sono state ricostruite per il periodo gennaio 2017 – dicembre 2018 e sostituiscono, per l’intervallo temporale in questione, quelle precedentemente diffuse, basate sulla vecchia metodologia di calcolo. IPCA-TC: indice armonizzato dei prezzi al consumo a tassazione costante per i Paesi dell’Unione europea.NIC: indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività.Prodotti ad alta frequenza di acquisto: includono, oltre ai generi alimentari, le bevande alcoliche e analcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i beni non durevoli per la casa, i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti, i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione, le spese di assistenza.Prodotti a media frequenza di acquisto: comprendono, tra gli altri, le spese di abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e lo smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri servizi di alloggio.Prodotti a bassa frequenza di acquisto: comprendono gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l’acquisto dei mezzi di trasporto, i servizi di trasloco, gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, gli articoli sportivi.Servizi regolamentati: tipologie di servizio i cui prezzi sono stabiliti da amministrazioni nazionali o locali e da servizi di pubblica utilità soggetti a regolamentazione da parte di specifiche Agenzie (Authority). Comprendono i certificati anagrafici, il passaporto, la tariffa per i rifiuti solidi, la tariffa per la raccolta di acque reflue, l’istruzione secondaria, le mense scolastiche, i trasporti urbani unimodali e multimodali (biglietti e abbonamenti), il trasporto extra-urbano su bus e quello extra-urbano multimodale, i taxi, i trasporti ferroviari regionali, i pedaggi autostradali, i concorsi pronostici, il canone tv, i servizi di telefonia fissa, la revisione auto, le tasse per il trasferimento della proprietà delle autovetture e dei motoveicoli e alcuni servizi postali.Servizi relativi all’abitazione: comprendono i servizi di riparazione, la pulizia e la manutenzione della casa, la tariffa per i rifiuti solidi, la tariffa per la raccolta acque reflue, il canone d’affitto, le spese condominiali.Servizi relativi alle comunicazioni: comprendono i servizi di telefonia e i servizi postali.Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: comprendono i pacchetti vacanza, i servizi di alloggio, i ristoranti, bar e simili, le mense, la riparazione di apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, i servizi per l’abbigliamento, i servizi per l’igiene personale, i servizi ricreativi e culturali vari, i concorsi e le lotterie.Servizi relativi ai trasporti: comprendono i trasporti aerei, marittimi, ferroviari, e stradali, i servizi di manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto, le assicurazioni sui mezzi di trasporto.Servizi vari: comprendono l’istruzione, i servizi medici, i servizi per l’assistenza, i servizi finanziari; professioni liberali; servizio funebre; assicurazioni sugli infortuni.Trascinamento all’anno t+1: variazione percentuale misurata tra il mese di dicembre dell’anno t e la media dell’anno t.Variazione congiunturale: variazione rispetto al periodo precedente.Variazione tendenziale: variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Introduzione e quadro normativoGli indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere) rappresentativo di tutti i beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie, acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie (sono escluse le transazioni a titolo gratuito, gli autoconsumi, i fitti figurativi, ecc.). Il sistema degli indici dei prezzi al consumo è articolato in tre diversi indicatori: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è utilizzato come misura dell’inflazione per l’intero sistema economico; l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente; l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea (IPCA) assicura una misura dell’inflazione comparabile tra i diversi paesi europei, attraverso l’adozione di un impianto concettuale, metodologico e tecnico condiviso. In ottemperanza alla normativa europea, e coerentemente agli standard previsti dai regolamenti, l’indice IPCA è elaborato anche nella versione “a tassazione costante (IPCA-TC)”.Le serie degli indici nazionali NIC e FOI hanno base di riferimento 2015=100. Anche l’indice IPCA è calcolato e diffuso con base di riferimento 2015=100, in linea con gli altri Paesi dell’Unione europea e in conformità al Regolamento (UE) n. 2016/792 del Parlamento e del Consiglio e con il Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2020/1148 della Commissione del 31 luglio 2020.La rilevazione dei prezzi al consumo è disciplinata anche da diverse leggi e regolamenti che definiscono i soggetti coinvolti (l’Istituto nazionale di statistica e i Comuni) e le relative funzioni:il Regio Decreto Legge n. 222/1927, che conferisce l’incarico all’Istituto centrale di statistica di promuovere la formazione di indici del costo della vita in tutti i comuni con più di 100.000 abitanti e in altri, preferibilmente scelti tra i capoluoghi di provincia o tra quelli con più di 50.000 abitanti che abbiano uffici di statistica idonei;la Legge n. 621/1975 modifica come di seguito il regio decreto relativamente ai comuni cui spetta l’obbligo di condurre l’indagine sui prezzi al consumo: “tra i comuni di cui all’art. 1 … devono intendersi compresi tutti i comuni capoluogo di provincia e quelli con oltre 30.000 abitanti che abbiano un ufficio di statistica idoneo”;il D.lgs n. 322/1989, che disciplina le attività di rilevazione, elaborazione, analisi e diffusione e archiviazione dei dati statistici svolte dagli enti e organismi pubblici di informazione statistica, al fine di realizzare l’unità di indirizzo, l’omogeneità organizzativa e la razionalizzazione dei flussi a livello centrale e locale.Copertura dell’indagine e organizzazione della rilevazione I dati che concorrono alla costruzione degli indici mensili dei prezzi al consumo sono raccolti attraverso l’utilizzo di una pluralità di fonti: la rilevazione territoriale, condotta dagli Uffici comunali di statistica (UCS); la rilevazione centralizzata, condotta dall’Istat direttamente o attraverso la collaborazione con grandi fornitori di dati; gli scanner data provenienti dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO); la fonte amministrativa. Nel 2022, i prodotti rilevati in modo esclusivo mediante la rilevazione territoriale ammontano, in termini di peso, a circa il 51,7% del paniere (dal 56,2% nel 2021), contro il 22,3% dei beni e servizi a rilevazione esclusivamente centralizzata (dal 22,8% nel 2021). Tramite l’acquisizione dei dati scanner dalla GDO vengono rilevati tutti i prodotti cosiddetti grocery (beni alimentari confezionati e beni per la cura della casa e della persona), che rappresentano il 12,9% in termini di peso. A queste tre modalità si aggiunge l’utilizzo delle fonti amministrative: la base dati MISE dei prezzi dei carburanti, che pesa per il 4,5% sul paniere, i dati forniti dall’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle entrate (il cui utilizzo è stato avviato quest’anno) per la rilevazione dei prezzi degli Affitti reali per abitazioni di privati che pesa per il 2,7% e l’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la rilevazione dei tabacchi che incide sul paniere per il 2,2%. Infine per alcuni prodotti, che incidono per il 3,7%, la rilevazione viene effettuata con modalità mista.Nel 2022 i comuni che concorrono al calcolo degli indici sono 80 per tutti gli aggregati di prodotto del paniere (di cui 19 capoluoghi di regione, 60 capoluoghi di provincia, 1 comune non capoluogo con più di 30.000 abitanti); sono invece 12 i comuni che partecipano al calcolo degli indici per un sottoinsieme di prodotti (tariffe locali quali fornitura acqua, raccolta rifiuti, raccolta acque reflue, gas di rete per uso domestico, trasporti urbani, taxi, mense scolastiche, nido d’infanzia comunale, e altri servizi come manifestazioni sportive, cinema, spettacoli teatrali, istruzione secondaria superiore, mense universitarie, ecc.).Nei 92 comuni (80 per il paniere completo e 12 per un sottoinsieme di prodotti) che partecipano nel 2022 alla rilevazione dei prezzi al consumo si contano 43mila unità di rilevazione (tra punti vendita, imprese e istituzioni) dove gli Uffici comunali di statistica monitorano il prezzo di almeno un prodotto; a queste si aggiungono quasi 2.200 le abitazioni per la rilevazione dei canoni di affitto di abitazioni di Enti pubblici. Nel complesso sono circa 392mila le quotazioni che contribuiscono al calcolo dell’inflazione, inviate mensilmente all’Istat dagli Uffici comunali di statistica (erano 390mila del 2021). A seguito dell’aggiornamento annuale dei piani di rilevazione comunali sono nuove il 4,9% delle attuali referenze di prodotto (6,7% nel 2021): di queste, il 2,2% sono referenze di prodotti nuovi mentre nel restante 2,7% si tratta di referenze di prodotti già presenti nel paniere dello scorso anno.Nel 2022, oltre 100mila quotazioni di prezzo vengono raccolte ogni mese centralmente dall’Istat. Di queste quasi 100mila sono acquisite tramite web, anche con l’utilizzo di procedure di raccolta automatica dei dati da web (tecniche di web scraping), circa 400 vengono rilevate mediante indagine diretta presso le imprese di assicurazione per la rilevazione dei prezzi dei servizi assicurativi sull’abitazione e oltre 700 sono rilevate da fonti interne.La rilevazione dei prezzi al consumo tramite scanner data interessa cinque tipologie distributive della Grande Distribuzione Organizzata: ipermercati, supermercati, discount, piccole superfici di vendita (note anche come “libero servizio”, punti vendita con superficie compresa tra i 100 e i 400 mq) e specialist drug (specialisti dei prodotti per la cura della casa e della persona). Nel complesso, la rilevazione dei prezzi tramite scanner data interessa 84 aggregati di prodotto, appartenenti a sei divisioni della ECOICOP (Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Ricreazione spettacoli e cultura, Altri beni e servizi).L’Istat acquisisce i dati settimanali di fatturato e quantità distinti per punto vendita e per GTIN (codice a barre), per singolo punto vendita di 21 grandi gruppi della GDO in Italia per tutte le 107 province del territorio nazionale. Il campione dei punti vendita è rappresentativo di tutto l’universo delle cinque tipologie distributive della GDO e comprende circa 4mila punti vendita distribuiti sull’intero territorio nazionale.L’individuazione delle referenze che entrano nel calcolo dell’indice avviene tramite i codici a barre (GTIN), che identificano univocamente i prodotti sull’intero territorio nazionale. Il valore unitario del prezzo per ciascun codice a barre è la media dei prezzi effettivamente pagati dai consumatori per quei prodotti. Per la selezione delle referenze, l’Istat utilizza un approccio di tipo dinamico che implica una selezione del campione di referenze in ciascun mese. L’approccio dinamico permette di utilizzare l’informazione proveniente dall’universo dei GTIN venduti in ciascun punto vendita e di seguire l’evoluzione dei prodotti che entrano ed escono dal mercato nei dodici mesi dell’anno.Nel complesso, per ciascuna settimana, si utilizzano per il calcolo degli indici oltre 19 milioni di referenze il cui prezzo settimanale viene calcolato sulla base dei dati di fatturato e quantità vendute in ciascun punto vendita e relative a circa 240 mila GTIN distinti. A seguito della selezione dinamica contribuiscono quindi mediamente ogni mese al calcolo degli indici oltre 11 milioni di referenze, per un totale di oltre 30 milioni di quotazioni di prezzo.Le rilevazioni di fonte amministrativa per il calcolo dei prezzi al consumo sono diverse. Tra queste rientrano quelle relative ai Tabacchi i cui dati sono forniti dall’Agenzia delle accise, dogane e monopoli (ADM). Gli indici calcolati sono relativi a tre aggregati di prodotto: Sigarette, Sigari e sigaretti e Altri tabacchi (trinciati per sigarette, tabacco da fiuto e da mastico, altri tabacchi da fumo, tabacchi da inalazione). Dal 2017 anche per i prezzi al consumo dei carburanti si utilizzano dati di fonte amministrativa, grazie a un accordo siglato con il Ministero dello Sviluppo economico (MISE) che, in ottemperanza alla normativa vigente, raccoglie i dati sui prezzi di questi prodotti. Nel 2022 l’indice è calcolato attraverso l’elaborazione di 68mila osservazioni di prezzo al mese, provenienti da oltre 12.800 impianti, pari al 66,8% di quelli attivi e presenti nella banca dati del MISE. La copertura dei distributori di carburanti per area territoriale comprende oltre 3.200 impianti nel Nord-Ovest, circa 2.800 nel Nord-Est, quasi 2.900 nel Centro, oltre 2.800 al Sud e quasi 1.200 nelle Isole. I dati del Ministero dello Sviluppo economico coprono i 4 aggregati di prodotto riferiti ai carburanti per autotrazione che compongono il paniere: Benzina, Gasolio per mezzi di trasporto, Gas GPL e Gas metano per autotrazione.Infine, a partire dal 2022 la rilevazione sui canoni di affitto per le abitazioni di proprietà privata viene effettuata dall’Istat utilizzando la base dati locazioni immobiliari dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate. L’indice viene elaborato mensilmente utilizzando circa un milione e mezzo di canoni di affitto.Metodologia di calcolo degli indici e delle variazioniStruttura di ponderazione Non tutti i beni e i servizi che entrano nel paniere hanno la stessa importanza nei consumi della popolazione. Di conseguenza, l’esigenza di misurare il livello dei prezzi e la loro dinamica temporale attraverso indicatori di sintesi richiede la definizione di un sistema di ponderazione che consenta di elaborare tali indicatori tenendo conto della diversa rilevanza che i singoli prodotti assumono sulla spesa complessiva per consumi delle famiglie.Ogni anno, i coefficienti di ponderazione degli indici sono aggiornati per tener conto dell’evoluzione dei consumi finali delle famiglie, come risulta dalle stime della Contabilità nazionale dell’Istat e dell’indagine sulle Spese delle famiglie, oltre che dai dati provenienti da altre fonti ausiliarie interne e esterne all’Istituto, tra le quali le basi dati di importanti società di analisi e ricerche di mercato, quali A.C. Nielsen e GfK Italia S.r.l..Tale operazione garantisce che il sistema dei pesi utilizzato per la stima dell’inflazione mantenga elevato nel tempo il suo grado di rappresentatività delle quote di spesa che i consumatori destinano all’acquisto dei beni e servizi finali. È da rilevare che lo scorso anno, in un quadro di relativa attenuazione dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, le spese delle famiglie sono state influenzate in misura minore rispetto al 2020 dagli effetti delle misure di contenimento della pandemia. Pertanto, analogamente a quanto fatto per il paniere 2021, al fine di salvaguardare la coerenza tra la struttura di ponderazione degli indici e quella dei bilanci delle famiglie, e nel rispetto delle linee guida Eurostat, anche nel 2022 per la revisione dei pesi sono stati utilizzati i dati delle principali fonti interne più recenti a disposizione: le stime della Contabilità nazionale e le informazioni della indagine sulle Spese del famiglie relative al 2021. Per ragioni di tempestività, il sistema dei pesi usato per la stima preliminare dell’inflazione di gennaio 2022 è stato calcolato sulla base dei dati della Contabilità nazionale disponibili a dicembre scorso, relativi ai primi tre trimestri dell’anno. L’ampliamento della base informativa, a copertura dell’intero anno solare, ha poi consentito un ulteriore raffinamento delle strutture di ponderazione in occasione del rilascio delle stime definitive. Tuttavia, al fine di misurare le quote di spesa con cui ciascun aggregato contribuisce alla stima dell’inflazione, con riferimento al valore del periodo base di calcolo degli indici (dicembre 2021), i dati sui consumi finali delle famiglie sono stati aggiornati utilizzando le variazioni di prezzo misurate tra la media dell’anno 2021 e dicembre 2021.Nel Prospetto 1 è quindi riportata la struttura dei pesi finali per divisione di spesa utilizzata per il calcolo dei tre indici dei prezzi al consumo (NIC, IPCA e FOI) per la stima preliminare dell’inflazione di gennaio 2022.PROSPETTO 1. PESI UTILIZZATI PER IL CALCOLO DEGLI INDICI NAZIONALI DEI PREZZI AL CONSUMO, PER DIVISIONI DI SPESA. Anno 2022, valori percentuali DIVISIONI DI SPESAPesiNICIPCAFOIProdotti alimentari e bevande analcoliche18,367619,455417,2515Bevande alcoliche e tabacchi3,40383,60563,6654Abbigliamento e calzature6,38557,31767,1436Abitazione, acqua, elettricità e combustibili10,968411,617911,0001Mobili, articoli e servizi per la casa7,99508,49896,9834Servizi sanitari e spese per la salute8,89464,61457,1232Trasporti14,484315,324215,9564Comunicazioni2,57492,72652,9772Ricreazione, spettacoli e cultura7,05405,76637,4398Istruzione1,08351,14741,2182Servizi ricettivi e di ristorazione9,37549,93199,9741Altri beni e servizi 9,41309,99389,2671Indice generale100,0000100,0000100,0000Indici nazionali e territoriali La metodologia di calcolo degli indici dei prezzi al consumo prevede quattro diversi processi di sintesi degli indici di ciascun aggregato di prodotto calcolati per ogni capoluogo di provincia. L’indice nazionale si ottiene nel modo seguente:si aggregano tra loro gli indici provinciali di aggregato di prodotto per costruire l’indice regionale di aggregato di prodotto. Per quanto riguarda i beni alimentari (esclusi i prodotti freschi) e per la cura della casa e della persona, gli indici regionali di aggregato di prodotto sono calcolati tenendo distinte le diverse tipologie distributive (ipermercati, supermercati, discount, libero servizio, specialist drug) per i quali si utilizzano le informazioni provenienti dai registratori elettronici di cassa (scanner data). Per un numero limitato di aggregati, l’indice viene calcolato integrando le informazioni provenienti dagli scanner data con quelle rilevate direttamente dagli Uffici Comunali di Statistica. I coefficienti di ponderazione adoperati per le sintesi degli indici provinciali si basano, in generale, sul peso di ciascun capoluogo di provincia in termini di popolazione residente;si aggregano tra loro gli indici regionali di aggregato di prodotto per costruire l’indice nazionale di aggregato di prodotto. I coefficienti di ponderazione utilizzati si basano sul peso di ciascuna regione in termini di consumi delle famiglie;l’indice generale nazionale dei prezzi al consumo si ottiene come media ponderata degli indici nazionali di aggregato di prodotto. I coefficienti di ponderazione utilizzati si basano sul peso di ciascun aggregato di prodotto in termini di consumi delle famiglie.Gli indici per capoluogo di provincia, regione e ripartizione geografica si ottengono come segue:l’indice generale per regione e per ripartizione geografica dei prezzi sono calcolati rispettivamente come media ponderata degli indici regionali e ripartizionali di aggregato di prodotto. I coefficienti di ponderazione utilizzati si basano sul peso di ciascun aggregato di prodotto in termini di consumi delle famiglie.l’indice generale provinciale si ottiene come media aritmetica ponderata degli aggregati di prodotto calcolati a livello di capoluogo di provincia. I coefficienti di ponderazione utilizzati si basano sul peso di ciascun aggregato di prodotto in termini di consumi delle famiglie. La struttura di ponderazione utilizzata è quella definita a livello regionale.Classificazione degli indici dei prezzi al consumoLa classificazione adottata per gli indici dei prezzi al consumo è la European Classification of Individual Consumption by Purpose (ECOICOP), allegata al nuovo Regolamento quadro europeo degli indici dei prezzi al consumo armonizzati e dell’indice dei prezzi delle abitazioni (Reg. n. 2016/792). La struttura gerarchica prevista secondo la classificazione ECOICOP presenta quattro livelli di disaggregazione: Divisioni di spesa, Gruppi di prodotto, Classi di prodotto e Sottoclassi di prodotto (in luogo dei primi tre livelli della classificazione COICOP vigente fino a dicembre 2015).Ai fini del calcolo degli indici dei prezzi al consumo, le Sottoclassi di prodotto sono ulteriormente disaggregate in Segmenti di consumo.In base alla struttura di classificazione degli indici e al dettaglio territoriale, gli indici NIC sono pubblicati fino al livello dei segmenti di consumo se riferiti all’intero territorio nazionale, fino a quello dei gruppi di prodotto se riferiti a ripartizione, regione e provincia. Gli indici FOI sono diffusi a livello nazionale e provinciale fino alle divisioni di spesa. In aggiunta, sia con riferimento all’indice NIC sia all’IPCA, vengono calcolati indici dei prezzi basati su schemi classificatori alternativi alla classificazione ECOICOP, rispettivamente gli indici per tipologia di prodotto e quelli degli aggregati speciali (IPCA-AS). In particolare, gli IPCA-AS sono elaborati adottando lo stesso metodo di calcolo utilizzato da Eurostat (diverso da quello adottato per le tipologie di prodotto del NIC), al fine di permettere la piena comparabilità tra gli indici italiani e quelli elaborati da Eurostat per l’Ue, la zona euro e gli altri Paesi europei. Gli IPCA-AS a partire dai dati definitivi di gennaio 2019 sono calcolati aggregando gli indici delle sottoclassi della ECOICOP (in precedenza, per il computo di questi indicatori erano utilizzati gli indici delle classi). Per una migliore fruibilità dei nuovi indicatori, le serie degli aggregati speciali, secondo il nuovo schema, sono state ricostruite per il periodo gennaio 2017 – dicembre 2018.Rilevazione e calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionaliDai dati di gennaio 2011 viene adottata la metodologia di rilevazione e calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionali, conforme alle norme previste prima dal Regolamento (CE) n. 330/2009 del 22 aprile 2009 e poi dal Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2020/1148 della Commissione del 31 luglio 2020 (che ha abrogato il Regolamento 330/2009), per i prodotti stagionali appartenenti ai gruppi e classi di prodotto Frutta, Vegetali, Abbigliamento e Calzature. La metodologia è adottata per i tre indici NIC, FOI e IPCA.Secondo il citato Regolamento si definisce prodotto stagionale un singolo prodotto acquistabile o acquistato in quantità significative solo durante una parte dell’anno secondo uno schema ricorrente. Il Regolamento stabilisce, inoltre, che, in un dato mese, i prodotti stagionali siano considerati “in stagione” o “fuori stagione”. Sulla base di tale norma, ogni anno, l’Istat provvede alla definizione del calendario mensile valido per tutto l’anno, che stabilisce in un dato mese quando ogni specifico prodotto, appartenente alle suddette categorie o ai suddetti gruppi, deve essere considerato “in stagione” oppure “fuori stagione”. L’adozione di un calendario della stagionalità comporta che la rilevazione territoriale dei prezzi al consumo sia effettuata solo nei mesi in cui il prodotto in questione è definito “in stagione”, mentre i prezzi dei prodotti “fuori stagione” sono stimati sulla base di una metodologia coerente con le indicazioni contenute nel Regolamento europeo.Stima delle osservazioni mancanti negli indici dei prezzi al consumoLe procedure di imputazione delle osservazioni mancanti adottate dall’Istat per la stima dell’inflazione sono coerenti con l’impianto metodologico indicato da Eurostat e condiviso con gli Stati membri dell’Unione europea. Questo impianto, che riguarda tutti e tre gli indici (NIC, FOI e IPCA), si basa su tre principi: 1.stabilità dei pesi degli aggregati di prodotto che compongono il paniere,2.calcolo degli indici per tutti gli aggregati di prodotto e i diversi livelli di disaggregazione previsti dalla ECOICOP,3.minimizzazione del numero di prezzi imputati.Le regole di imputazione si applicano sia ai casi in cui non è possibile rilevare il prezzo di un prodotto, sia ai casi nei quali l’assenza del prezzo deriva dalla sua indisponibilità nel mercato, e comportano l’applicazione di procedure di ricostruzione del prezzo mancante della referenza, basate prevalentemente sulla variazione del prezzo rispetto al mese precedente. L’individuazione della variazione congiunturale più idonea per la procedura di imputazione non è univocamente determinata, ma dipende da diversi fattori (tra i quali la quota di mancate rilevazioni per prodotto, la sua posizione nella struttura gerarchica, il suo grado di volatilità mensile e il carattere stagionale della dinamica dei prezzi). Le regole di imputazione delle mancate rilevazioni dei prezzi applicate ai prodotti delle diverse categorie merceologiche, sono di seguito elencate:Per i prodotti grocery rilevati tramite scanner data, nell’ambito dell’approccio dinamico utilizzato per il calcolo degli indici e in accordo con le linee guida dell’Eurostat, i prezzi delle referenze (GTIN) temporaneamente assenti (per cause stagionali o accidentali) vengono imputati per un massimo di 14 mesi consecutivi.In particolare, qualora i prezzi mensili di alcune referenze di un determinato aggregato di prodotto risultino mancanti (come nel caso di assenza di vendite di un prodotto), essi vengono imputati per variazione, utilizzando il tasso di crescita su base mensile delle altre referenze, tenendo conto delle regole di aggregazione, per step successivi, adottate per la sintesi degli indici. Più in dettaglio, i prezzi mancanti vengono imputati all’interno di ciascun punto vendita stimando l’evoluzione dei prezzi dei GTIN effettivamente venduti nel mercato ECR cui il GTIN mancante appartiene. Per i GTIN che non trovano donatori all’interno del mercato ECR si considera lo strato cui appartiene il punto vendita e i prezzi mancanti vengono stimati seguendo l’evoluzione dei prezzi dello stesso mercato nello strato. Qualora non esistano donatori la procedura di stima sale di livello (provincia/aggregato di prodotto) fino ad imputare tutti i prezzi delle referenze mancanti. La metodologia implementata garantisce che la variazione degli aggregati di prodotto tenga conto delle sole informazioni effettivamente disponibili (l’imputazione è neutrale rispetto all’aggregazione).Le stesse regole di imputazione valgono nel caso in cui l’indisponibilità delle informazioni è dovuta alla chiusura del punto vendita. In tal caso vengono imputati i prezzi di tutte le corrispondenti referenze.Nel settore dell’abbigliamento e calzature e per i prodotti alimentari freschi, quali frutta e vegetali freschi, per i quali è prevista la rilevazione bimensile, nel caso in cui non siano disponibili i prezzi per entrambe le date di rilevazione, le mancate risposte sono imputate per variazione dei prezzi delle referenze che sono state rilevate per lo stesso prodotto nel capoluogo di provincia, oppure nella regione o a livello nazionale, applicando le consuete procedure per la stima dei prezzi dei prodotti stagionali.Per la stima dei prezzi dei prodotti alimentari freschi (per i quali è prevista la rilevazione mensile), dei prodotti ittici freschi (per i quali è prevista la rilevazione bimensile, nel caso in cui non siano disponibili i prezzi per entrambe le date di rilevazione), dei farmaci SOP, OTC e degli altri prodotti medicali rilevati mensilmente dagli UCS, le mancate risposte sono imputate per variazione dei prezzi delle referenze rilevate per lo stesso prodotto nel capoluogo di provincia, oppure nella regione o a livello nazionale.Per i prodotti (definiti in base alla categoria) che compongono l’aggregato camera d’albergo, a partire da gennaio 2022, le mancate risposte imputate utilizzando la variazione congiunturale dei prezzi degli alberghi rilevati nella provincia per la stessa categoria di alberghi, oppure nello stesso aggregato o, se il numero di osservazioni disponibili nel mese di riferimento non lo consente, la variazione congiunturale osservata nella provincia nello stesso mese dell’anno precedente, al fine di preservare la dinamica stagionale dell’aggregato.Per i prezzi dei prodotti di arredamento e dei prodotti per la casa si applica il metodo del carry forward (ripetizione del prezzo del mese precedente), data la limitata variabilità temporale dei prezzi di questa categoria di prodotti.Analogamente il metodo del carry forward viene adottato per i prezzi dei servizi di ristorazione e dei servizi culturali e di intrattenimento.Per i prodotti rilevati centralmente dall’Istat ogni quotazione mancante viene stimata utilizzando la variazione congiunturale degli indici che appartengono allo stesso strato; qualora i prezzi di uno strato risultino completamente assenti, la procedura di stima è basata sulla variazione degli indici di strato superiori.Per i prodotti indisponibili alla fruizione da parte delle famiglie (come accaduto nei periodi di lockdown durante la pandemia causata dal Covid-19) e che presentano un chiaro profilo stagionale, viene utilizzata la variazione dell’indice generale calcolata al netto di questi stessi prodotti.Gli indici ai diversi livelli di aggregazione qualora abbiano una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso) sono segnalate, sulla base delle indicazioni di Eurostat, mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato) sia nelle tabelle del Comunicato stampa, sia su I.Stat e nelle altre pubblicazioni. Per quanto riguarda gli indici diffusi su Rivaluta, in occasione del rilascio dei dati definitivi, quelli che presentano una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso) non sono resi disponibili.Stima preliminare degli indici dei prezzi al consumo IPCA: accuratezza e metodologia di calcoloLa diffusione degli indici dei prezzi al consumo avviene in due successivi istanti temporali secondo una diversa modalità di rilascio dei dati: prima come stima provvisoria, poi come stima definitiva. La diffusione della stima provvisoria degli indici IPCA (e degli indici NIC) avviene alla fine del mese di riferimento nel rispetto del calendario Eurostat di diffusione della stima anticipata dell’inflazione nell’area euro. Il rilascio dei dati definitivi avviene intorno alla metà del mese successivo a quello di riferimento. La finalità della diffusione dei dati provvisori, sia dell’indice IPCA sia dall’indice NIC, è quella di fornire informazioni più tempestive sull’andamento dei prezzi al consumo, stimando nel modo più accurato possibile il dato definitivo dell’inflazione rilasciato circa due settimane dopo. In questo contesto, l’analisi delle revisioni delle stime provvisorie dei tassi tendenziali rappresenta un importante strumento per valutare il corretto bilanciamento tra le due dimensioni della qualità dei dati, tempestività e accuratezza.In linea con la politica di diffusione di Eurostat, che pubblica mensilmente una nota sull’accuratezza della stima anticipata dell’inflazione per l’area euro, questa sezione è dedicata all’analisi dell’accuratezza e alla metodologia utilizzata per il calcolo della stima preliminare dell’indice IPCA.Accuratezza delle stime preliminariNel Prospetto 2 sono confrontati i tassi di variazione tendenziale definitivi e provvisori dell’indice generale IPCA e dei principali aggregati speciali per gli ultimi tredici mesi. In questo arco temporale, la differenza maggiore tra la stima definitiva e quella provvisoria del tasso tendenziale dell’indice generale è stata pari a -0,3 punti percentuali, osservata ad aprile 2022. Con riferimento ai principali aggregati speciali, le differenze maggiori tra la stima definitiva e quella provvisoria in termini di tassi tendenziali hanno interessato l’aggregato degli Alimentari lavorati (-0,4 punti percentuali ad aprile 2022), quindi quello dei Beni alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (-0,3 ad aprile 2022), quello dell’Energia -2,0 a marzo 2022, -2,8 ad aprile 2022 e -2,2 di ottobre) e quello dei Beni industriali non energetici (-0,8 a gennaio 2022 e +0,3 ad agosto 2022).La più elevata frequenza delle revisioni è osservata negli aggregati dei Beni alimentari lavorati (10 mesi sui 13 in esame, imputabile in larga parte all’utilizzo, per la stima preliminare, degli scanner data, riferiti ai prezzi dei prodotti grocery provenienti dalla GDO, di una/due settimane rispetto alle tre incluse nell’indice definitivo), di Energia (8 mesi su 13) e dei Beni industriali non energetici (6 mesi su 13, da ascrivere principalmente alla dinamica dei saldi dell’Abbigliamento e calzature e alla disponibilità per la stima preliminare, con riferimento ad alcune categorie di Beni durevoli, dei dati riferiti a una/due settimane rispetto alle tre incluse nell’indice definitivo); l’incompletezza delle informazioni utilizzate per il calcolo ha un impatto maggiore sulle stime provvisorie di questi aggregati speciali che, di conseguenza, risultano essere meno accurate.PROSPETTO 2. STIME PRELIMINARI E DEFINITIVE DEGLI INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO IPCA E DEI PRINCIPALI AGGREGATI SPECIALI. Novembre 2021 – novembre 2022, valori percentuali tendenziali (base 2015=100)Aggregati speciali nov-21dic-21gen-22feb-22mar-22apr-22 mag-22giu-22lug-22ago-22set-22ott-22nov-22Beni alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi, di cui:P1,42,53,44,35,15,86,58,08,89,310,411,912,0D1,22,53,24,25,05,56,47,98,89,210,211,811,9 Alimentari lavoratiP1,41,72,12,83,44,65,77,08,18,910,011,312,4D1,21,71,92,73,44,25,66,98,18,89,811,312,3 Alimentari non lavoratiP1,43,96,17,78,88,78,610,310,110,111,413,111,3D1,44,06,17,88,88,78,610,310,110,111,413,111,4EnergiaP31,229,639,046,453,542,842,649,143,345,445,073,967,8D31,229,639,146,551,540,042,949,143,445,445,071,768,1Beni industriali non energeticiP0,81,11,11,31,82,12,63,02,53,84,44,85,3D0,61,10,31,41,82,12,62,92,54,14,44,95,3ServiziP1,71,81,92,01,92,33,33,74,04,04,44,24,3D1,71,82,01,92,02,43,33,74,04,04,44,34,3Indice generaleP4,04,25,36,27,06,67,38,58,49,09,512,812,5D3,94,25,16,26,86,37,38,58,49,19,412,612,6Indice generale al netto dell’energia e degli alimentari freschi (Componente di fondo)P1,41,51,81,92,12,73,44,14,34,85,45,76,2D1,31,51,51,92,12,63,44,04,34,95,35,76,1Indice generale al netto di energia, alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchiP1,41,51,61,71,82,22,93,43,43,94,44,54,7D1,31,51,31,71,82,23,03,43,44,14,44,64,7Indice generale esclusi energeticiP1,41,82,02,32,73,13,94,64,85,25,96,46,5D1,31,81,72,32,73,13,94,64,75,45,86,46,5La revisione media assoluta (RMA) fornisce una misura dell’ampiezza delle revisioni effettuate nell’arco di un determinato periodo. Nello specifico, la RMA è calcolata come media aritmetica semplice delle differenze, considerate in valore assoluto, tra le variazioni tendenziali delle stime provvisorie e quelle delle stime definitive, con riferimento agli ultimi tredici mesi. Nella Figura 1 sono riportati i valori della RMA per l’indice generale e i principali aggregati speciali IPCA nel periodo novembre 2021 – novembre 2022. Le RMA più ampie nell’arco di tempo considerato hanno riguardato i tassi di variazione tendenziale dei prezzi dell’Energia (0,608 punti percentuali), degli Alimentari lavorati (0,115 punti percentuali), e quindi dei Beni alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (0,123 punti percentuali), e dei Beni industriali non energetici (0,123 punti percentuali).Per ulteriori informazioni relative alle revisioni degli indicatori congiunturali, consultare la sezione dedicata.FIGURA 1. REVISIONE MEDIA ASSOLUTA DELLE STIME PRELIMINARI DEI TASSI TENDENZIALI DEGLI INDICI IPCANovembre 2021 – novembre 2022, punti percentualiL’emergenza sanitaria Covid-19 e la compilazione degli indici dei prezzi al consumoL’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 e le misure varate dal governo per fronteggiare i rischi di ulteriore espansione del contagio hanno determinato, soprattutto nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, numerose criticità per il processo di produzione degli indici dei prezzi al consumo e in particolare per la fase di raccolta diretta dei dati. Tra la fine di maggio e il mese di giugno la progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria e la riapertura graduale di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo hanno limitato le criticità dei mesi precedenti, a partire da una netta diminuzione del numero di mancate rilevazioni che aveva raggiunto il picco nel mese di aprile 2020. Con il DPCM del 3 novembre 2020 sono state reintrodotte limitazioni, differenziate a livello regionale che hanno riproposto, almeno in parte, le criticità del periodo marzo-maggio. Queste limitazioni sono state poi rafforzate (e uniformate su scala nazionale a partire dal 24 dicembre) con il Decreto Legge 18 dicembre 2020 n. 172. In tutti questi mesi di emergenza sanitaria, l’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati necessari per il calcolo dell’inflazione, ha consentito di ridurre gli effetti negativi di queste criticità e in particolare del più elevato numero di mancate rilevazioni che ha colpito i mesi di marzo aprile e maggio e in misura più contenuta i mesi da giugno a dicembre.I problemi più rilevanti hanno riguardato l’attività di raccolta dati in carico agli Uffici Comunali di Statistica, che ha potuto svolgersi in modo difficoltoso; in particolare nei mesi in cui è stata sospesa o limitata la rilevazione presso i punti vendita fisici, le attività degli Uffici Comunali di Statistica sono state svolte utilizzando, laddove possibile, anche il canale telefonico e Internet per la raccolta dei dati presso le unità di rilevazione previste dal piano di campionamento locale. Per quanto riguarda le altre fonti dell’indagine, ossia la rilevazione centralizzata, gli scanner data e i grandi fornitori di dati e i dati di fonte amministrativa, non si sono registrati problemi nella disponibilità delle informazioni necessarie per le elaborazioni degli indici dei prezzi al consumo.Questo quadro va integrato, con particolare riferimento alla seconda parte del mese di marzo e ai mesi di aprile e maggio 2020 e ai mesi da novembre 2020 fino ai primi del 2021 (in particolare per le regioni che si sono trovate in fascia rossa e per il territorio nazionale nel suo complesso nell’ultima parte del mese di dicembre 2020), con i problemi derivanti dall’introduzione di misure restrittive riguardanti lo svolgimento di diverse attività commerciali, che hanno comportato forti limitazioni alla possibilità da parte dei consumatori di acquistare beni e fruire di determinate categorie di servizi (in primo luogo trasporti, servizi ricreativi, servizi di alloggio) e che hanno richiesto e richiedono interventi specifici nella fase di elaborazione dei corrispondenti indici di prezzo.In tutti i mesi trascorsi a partire da marzo 2020, per la stima dell’inflazione si è fatto ricorso all’imputazione delle mancate rilevazioni, coerentemente con l’impianto metodologico indicato da Eurostat e condiviso con gli Stati membri (per un ulteriore dettaglio si può consultare il precedente paragrafo Stime delle osservazioni mancanti negli indici dei prezzi al consumo).A partire dal D.L 52 del 22 aprile 2021 (c.d. Decreto riaperture) sono state via via eliminate gran parte delle restrizioni introdotte dal governo nei mesi precedenti, permettendo la progressiva riapertura di quasi tutte le attività economiche e la possibilità di riprendere una mobilità sul territorio non dettata da motivazioni di stretta necessità, pur rimanendo limitazioni dovute al rispetto del distanziamento sociale, anch’esse in larga parte venute per lo più a cadere. Anche in questo mese tutte le attività commerciali hanno operato ed è quindi stato possibile, per tutti i prodotti del paniere, utilizzare i prezzi rilevati, inclusi quelli rilevati in anticipo per tutti i prodotti per i quali è prevista questa metodologia di rilevazione. La diffusione: tempestività e banche datiLa diffusione degli indici dei prezzi al consumo da parte dell’Istat avviene in due momenti temporali successivi secondo una diversa modalità di rilascio dei dati: stima provvisoria e stima definitiva.La diffusione della stima provvisoria degli indici NIC (generale, per divisione di spesa, per tipologia di prodotto e per frequenza d’acquisto) e dell’indice IPCA (generale, per divisione di spesa e per aggregati speciali) avviene alla fine del mese di riferimento, mentre la diffusione dei dati definitivi dei tre indici NIC, IPCA e FOI avviene non oltre la metà del mese successivo a quello di riferimento. I tempi di pubblicazione sono stabiliti da un calendario https://www.istat.it/it/informazioni-e-servizi/per-i-giornalisti/appuntamenti/calendario-diffusioni-ed-eventi concordato con Eurostat, nel mese di dicembre di ogni anno, per l’anno successivo e secondo gli standard di diffusione (SDDS – Special Data Dissemination Standard) definiti dal Fondo Monetario Internazionale.Con la pubblicazione dei dati di gennaio 2019, la diffusione diretta degli indici comunali dei prezzi al consumo è effettuata dai comuni autorizzati in concomitanza con l’uscita degli indici definitivi da parte dell’Istat. Gli indici, sia per la stima preliminare sia per quella definitiva, sono diffusi attraverso il comunicato stampa “Prezzi al consumo” disponibile sul sito web dell’Istituto all’indirizzo https://www.istat.it/it/archivio/prezzi+al+consumo.Le serie degli indici aggiornate sono pubblicate, in concomitanza con la diffusione del comunicato stampa, sul data warehouse I.Stat (http://dati.istat.it) all’interno del tema Prezzi – Prezzi al consumo. Unitamente agli indici mensili sono diffuse le variazioni percentuali congiunturali e tendenziali, gli indici medi annui, le variazioni medie annue e i pesi calcolati annualmente. Gli indici ai diversi livelli di aggregazione e per i diversi livelli territoriali di riferimento che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso) sono individuabili con il flag “i” (dato imputato).Informazioni sugli indici dei prezzi al consumo sono disponibili sulla banca dati Congiuntura.Stat, che raccoglie e sistematizza le statistiche congiunturali prodotte dall’Istat e si propone quale strumento di approfondimento per policy maker, operatori sociali, studiosi e cittadini.Informazioni sulle serie storiche di tutti e tre gli indici, a partire dal 1861 e fino al 2015, sono disponibili sul sito dell’Istat all’indirizzo http://seriestoriche.istat.it/.Dati riepilogativi e approfondimenti sui prezzi al consumo e sul paniere dei beni e servizi sono, inoltre, contenuti in alcuni prodotti editoriali diffusi dall’Istat a cadenza annuale, quali l’Annuario statistico, il Rapporto annuale e la pubblicazione Noi Italia.In adempimento al Regolamento europeo n. 792/2016, i dati dell’indagine sui prezzi al consumo sono trasmessi due volte al mese ad Eurostat. I principali indicatori, archiviati nel database di Eurostat, sono consultabili all’indirizzo http://ec.europa.eu/eurostat/data/database (Tema “Economy and finance”, argomento “Prices”).Per chiarimenti tecnici e metodologici Rosabel Riccitel. +39 06 4673 2659rosabel.ricci@istat.itAlessandro Brunettitel. +39 06 4673 2545alessandro.brunetti@istat.it