
[lid] – “Altro che clima natalizio nelle carceri. La rivolta nel penitenziario di
Benevento smentisce ogni richiamo al buonismo per le festività ed è,
purtroppo, solo l’ultima di un anno terribile per numero di rivolte ed
aggressioni agli agenti oltre che di suicidi (81 detenuti e 5 personale
penitenziario)”. Così il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia
Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge “il nuovo capo del DAP Giovanni
Russo, a cui rinnoviamo gli auguri di buon lavoro, è atteso subito alla
prima prova per dare un segnale forte ai rivoltosi. La rivolta a Benevento
avviene in contemporanea con le conclusioni rese note in questi giorni cui
perviene la Commissione parlamentare antimafia sulle rivolte nei
penitenziari del marzo 2020 per i primi provvedimenti anti-Covid
avvalorando la tesi di numerosi magistrati antimafia sulla “regia” ad opera
della grande criminalità organizzata. Un risultato diverso da quello a cui
è giunta la commissione ispettiva voluta dall’allora direttore del
Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Dino Petralia, e
guidata da Sergio Lari, magistrato antimafia in pensione, secondo cui
invece questa ipotesi è “*stata avanzata da alcuni organi di stampa ma
anche da qualche sindacato di polizia penitenziaria nei primi giorni
successivi alle rivolte”*, ma viene smentita dalla ricostruzione dei fatti.
Almeno noi – dice Di Giacomo – non abbiamo mai avuto dubbi: nella stagione
delle grandi rivolte della primavera del 2020 esisteva un disegno preciso
che puntava sull’amnistia e indulto sfruttando l’emergenza pandemica. Anche
adesso le motivazioni delle cosiddette mini-rivolte registrate in questo
anno sono riconducibili ad aspettative dei detenuti per il nuovo Governo e
il nuovo Ministro di Grazia e Giustizia motivazioni che si mettono insieme
alle gravi emergenze come quella della presenza, a Benevento, di numerosi
detenuti tossicodipendenti che richiedono cure ed assistenza specifiche.
Dunque per il nuovo capo DAP come per il Ministro Nordio, il Governo e il
Parlamento ci sarà molto da lavorare nel nuovo anno in una corsa a
recuperare il tempo perduto. Per chi come sindacato da sempre ha il compito
di tutela delle condizioni di lavoro dei servitori dello Stato e
dell’affermazione della legalità, la prima aspettativa è di un confronto
leale e costruttivo superando la fase di quasi incomunicabilità che si è
verificata in precedenza. Da parte nostra – conclude Di Giacomo –
confermiamo la piena disponibilità di collaborazione per affrontare, sia
pure con gradualità, le emergenze delle carceri italiane, a cominciare da
quelle che riguardano il personale”.