
(AGENPARL) – mar 20 dicembre 2022 Ucraina: Fubini “Qualcosa di nuovo c’è. Comunque finisca Mosca ha perso la guerra”
“La guerra in Ucraina è congelata nella nostra percezione ma i governi hanno capito che qualcosa di nuovo c’è. Gli Usa non percepiscono più Mosca come una minaccia per la stabilità mondiale e hanno spostato il focus sulla competizione tecnologica con la Cina”. Federico Fubini, scrittore, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, prima inviato di economia ed esteri con un decennio trascorso a Bruxelles, analizza su Beemagazine, giornale on-line del gruppo The Skill (beemagazine.it), le prospettive del conflitto nel 2023: “Non c’è lo spazio politico per un trattato di cessione territoriale, lo stallo può spingere a un cessate il fuoco ma servirà una forza di interposizione. Putin è molto indebolito, ma al momento non vedo le condizioni per la sua fine, è un falsopiano più che un precipizio. La guerra è congelata nel nostro racconto e nella nostra percezione ma non sul terreno anche se si è capito che qualcosa di nuovo c’è”. Cosa è cambiato? “Per gli Usa sono la Russia non è più una minaccia per l’ordine mondiale, Washington ha spostato l’attenzione su altri dossier: il Pacifico e la competizione soprattutto tecnologica con la Cina. C’è stato un evento geopolitico di grande rilevanza e non è accaduto né in Russia né in Ucraina bensì negli Usa. Con il varo a ottobre della norma all’interno di un pacchetto – la Foreign Direct Product Rule – che nell’ambito del divieto di esportare asset strategici a Paesi ostili estende e inasprisce alla Cina il bando per i semiconduttori. È un cambio di scenario nuovo e importante, che avrà conseguenze in Europa”.