
(AGENPARL) – gio 15 dicembre 2022 Popolazione residente
e dinamica demografica
Anno 2021
L’Istat diffonde oggi i principali risultati della terza edizione del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni, svolta nell’autunno 2021. Scopo del Censimento è il conteggio della popolazione italiana e delle sue caratteristiche socio-economiche e strutturali, che rappresenta la base informativa ufficiale pubblica e legale utilizzata nelle decisioni politiche e nei confronti internazionali.
Fino al 2011 il Censimento generale della popolazione era realizzato ogni dieci anni (salvo qualche interruzione) e aveva carattere universale, coinvolgeva cioè tutte le famiglie sul territorio nazionale. A partire dal 2018 questa modalità è stata sostituita dal Censimento permanente realizzato attraverso una rilevazione a cadenza annuale su un campione di famiglie. Questa novità, resa possibile grazie a innovative tecniche statistiche e organizzative, non sminuisce la qualità e la quantità dei dati raccolti.
In questa edizione sono rese disponibili per la prima volta anche informazioni su tre specifici segmenti di popolazione non coinvolti nelle indagini campionarie del Censimento permanente: persone che vivono in convivenze anagrafiche; quelle che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei; persone senza tetto e senza fissa dimora.
IL CENSIMENTO PERMAMENTE DELLA POPOLAZIONE 2021 IN PILLOLE
Il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l’Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), è più contenuto nell’Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno).
Ancora elevato è l’impatto del numero di morti da Covid-19 sulla dinamica demografica nel 2021: il totale dei decessi (701.346), sebbene in diminuzione rispetto all’anno precedente (quasi 39mila decessi in meno), rimane significativamente superiore alla media 2015-2019 (+8,6%).
Il decremento di popolazione è molto più limitato nei comuni della classe 5-20mila abitanti e in quella fino a 5mila abitanti (che insieme rappresentano il 70% dei comuni italiani). Nei 44 comuni con oltre 100mila abitanti solo 5 guadagnano popolazione, per i restanti 39 si registra un calo rispetto al Censimento 2020 di circa 115mila residenti.
Il nostro è un Paese sempre più vecchio. L’età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni). La Campania continua a essere la regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4, anni).
L’invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani contro meno di un anziano per ogni bambino del 1951 (3,8 nel 2011). L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato e continua a crescere, da 33,5% del 1951 a 187,6% del 2021 (148,7% nel 2001).
La più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenta il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia. L’età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Si sta riducendo però il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita (quota pari al 21,3% nel 2001).
Negli ultimi 10 anni diminuiscono sistematicamente gli analfabeti, le persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno concluso un corso regolare di studi e quelle con la licenza di scuola elementare e di scuola media.
La quota più significativa di popolazione, pari al 36,3%, è in possesso del diploma (oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2011). Tra il 2011 e il 2021 si dimezzano gli analfabeti (dall’1,1% allo 0,5%), diminuiscono le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e aumentano laureati (dall’11,2% al 15,0%) e dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).
A livello territoriale i laureati sono il 17,2% al Centro, il 15,3% al Nord-ovest, il 14,9% al Nord-est, il 13,8% nel Meridione e il 13% nelle Isole. Le quote più elevate di titoli di studio bassi si rilevano invece al Sud. Con il 19,1% il Lazio è la regione con l’incidenza più elevata di laureati e di dottori di ricerca (0,8%) a cui si contrappone la Puglia (12,9% e 0,3%), al pari di Valle D’Aosta/Vallée d’Aoste, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
I Grandi Comuni, con più di 250mila residenti, continuano a essere un polo di attrazione per i più istruiti: la quota di laureati registra un picco (29,1%) a Milano e Bologna, che dal 2011 guadagnano 6 punti percentuali. Più contenute, ma sempre sopra la media nazionale del 15%, le incidenze di laureati a Palermo, Napoli e Catania, che in dieci anni crescono tra i 2,5 e i 3,2 punti percentuali.
Ai dati censuari del 2021 si aggiungono le informazioni desunte dalla rilevazione ad hoc condotta presso le anagrafi comunali su tre specifici segmenti di popolazione (non coinvolti finora nelle indagini campionarie del Censimento permanente), ossia: a) le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche; b) quelle che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei; c) le persone senza tetto e senza fissa dimora.
L’insieme delle tre popolazioni rilevate al 31 dicembre 2021 ammonta a 463.294 unità, pari allo 0,8% della popolazione totale censita. Sono più di 351mila le persone che vivono stabilmente in convivenze anagrafiche (case di riposo, Residenze Sanitarie Assistenziali, strutture di accoglienza per immigrati, istituti religiosi, ecc.); di queste, quasi una su tre è iscritta in anagrafe presso una struttura per anziani.
Le persone senza tetto e senza fissa dimora ammontano a poco più di 96mila mentre la popolazione che formalmente risulta residente nei campi attrezzati o negli insediamenti tollerati e spontanei è pari a circa 16mila unità.
Più di un terzo della popolazione residente in convivenza è rappresentato da stranieri, concentrati prevalentemente nelle strutture di accoglienza per immigrati e nelle convivenze ecclesiastiche.
L’età media dei residenti in convivenza è 57 anni (quasi 72 anni per gli italiani) ma supera gli 82 anni tra gli italiani che vivono in ospizi, case di riposo, RSA, istituti di cura e convivenze ecclesiastiche. La popolazione più giovane risiede negli istituti per minori e nelle strutture di accoglienza per immigrati dove l’età media è inferiore a 28 anni.
Tra le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte nelle anagrafi comunali, quasi il 38% è di nazionalità straniera e la componente maschile è decisamente prevalente (212,4 uomini ogni 100 donne). L’età media totale è di 41,6 anni, per gli italiani si innalza a 45,5 anni mentre per gli stranieri si abbassa a 35,2 anni.
Le persone che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei sono per lo più giovani (l’età media è tra i 28 e i 29 anni sia per gli stranieri che per gli italiani). Il 35% è minorenne e soltanto il 13% ha un’età superiore ai 55 anni. La percentuale di minorenni stranieri sfiora il 40%. I cittadini italiani rappresentano invece circa l’80% della popolazione che vive nei campi/insediamenti. La componente straniera è rappresentata prevalentemente da cittadini europei, in particolare bosniaci, rumeni, serbi e croati.
Censimento 2021: sempre in flessione la popolazione
Il conteggio della popolazione abitualmente dimorante è stato effettuato sulla base dei “segnali di vita amministrativi”, con un consolidamento della metodologia adottata per il conteggio 2020, cioè integrando i segnali di vita contenuti in archivi amministrativi e registri statistici con i risultati delle rilevazioni sul campo, mediante l’uso di modelli statistici (per approfondimenti si rimanda alla nota metodologica).
L’effetto dell’aggiustamento statistico censuario non è uniforme sul territorio: il saldo è negativo nel Nord e al Centro e positivo nel Mezzogiorno; in particolare, nell’Italia Meridionale sono state conteggiate come abitualmente dimoranti 58mila unità in più rispetto alla popolazione calcolata, e quasi 40mila unità in più nelle Isole, mentre nel Centro-Nord quasi 42mila in meno.
Se dunque l’ammontare di popolazione al 31 dicembre 2021 è inferiore a quello del 2020 in tutte le ripartizioni, il calo di popolazione interessa in particolare il Centro (-0,5%) e il Nord (-0,4% in entrambe le ripartizioni) mentre è più contenuto nell’Italia Meridionale (-0,2%) e minimo nelle Isole (dove la diminuzione della popolazione residente è di appena 3mila unità).
In calo la percentuale di comuni che perdono popolazione, ‘tengono’ i piccoli comuni
Su 7.904 comuni, solo 2.850 hanno registrato un incremento di popolazione sull’anno precedente, dove risiedono circa 17 milioni 600mila persone, il 29,9% della popolazione nel 2021. Rispetto al 2020 diminuisce la percentuale di comuni che perdono popolazione (il 61,8% del totale contro il 73,6% del 2020) (Prospetto 2).
La struttura della popolazione per genere ed età
Confermata la prevalenza femminile nella popolazione residente
Se in generale il rapporto di mascolinità è inferiore a 100, risulta invece sbilanciato a favore degli uomini in circa un terzo dei comuni (contro il 23,5% del 2011).
Si accentua l’invecchiamento della popolazione
La struttura per età si conferma anche nel 2021 fortemente squilibrata a favore della componente anziana della popolazione (Figura 1). Rispetto all’anno precedente, per entrambi i generi diminuisce leggermente il peso percentuale delle classi più giovani, in particolare 0-4 e 5-9 anni, ma anche di quelle 40-44 e 45-49 anni. Sempre di poco aumenta invece l’incidenza delle classi di età 50-54, 55-59, 60-64, 65-69 e 75-79 anni. Di conseguenza anche l’età media si innalza lievemente, passando da 45,9 a 46,2 anni, pur con una certa variabilità nella geografia dell’invecchiamento. La Campania, con un’età media di 43,6 anni, continua a essere la regione più giovane e la Liguria, con un’età media di 49,4, anni, si conferma quella più anziana.
Il comune più giovane è, come nel 2020, Orta di Atella, in provincia di Caserta (età media 36,6 anni da 35,7 nel 2020), mentre il più vecchio è San Giovanni Lipioni, in provincia di Chieti (età media 66,1 anni).
FIGURA 1. PIRAMIDE DELLE ETÀ E GENERE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NEGLI ANNI 2021 E 2020
Lo squilibrio della piramide delle età e il progressivo invecchiamento della popolazione sono ben evidenziati anche dal confronto tra la numerosità degli anziani (65 anni e più) e quella dei bambini sotto i 6 anni di età. Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani a livello nazionale (5,1 nel 2020 e appena 3,8 nel 2011). La variabilità territoriale è elevata, si passa infatti dai 4 anziani per bambino del Trentino-Alto Adige e della Campania ai 7,8 della Liguria (Figure 2 e 3).
FIGURA 2. INDICI DELLA STRUTTURA PER ETÀ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE. Anni 1971-2021
Allo stesso modo continua a crescere l’indice di vecchiaia (rapporto tra la percentuale di popolazione di 65 anni e più e quella di 0-14 anni) che si attesta a 187,6 da 182,6 del 2020 (179,3 nel 2011). Anche in questo caso i valori più bassi si registrano in Campania (143,6) e Trentino-Alto Adige (147) mentre il valore più alto è quello della Liguria (267,2).
FIGURA 3. INDICI DI STRUTTURA PER ETA’ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NEL 2021 PER REGIONE
Prosegue l’impatto della pandemia sulla dinamica demografica
Alle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid-19 sulla dinamica demografica osservate nel 2020 (drammatico eccesso di mortalità, forte contrazione dei movimenti migratori), nel corso del 2021 si aggiungono gli effetti recessivi dovuti al calo delle nascite che raggiungono un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia.
Il decremento di popolazione tra l’inizio e la fine dell’anno 2021 interessa in modo generalizzato tutte le ripartizioni, solo parzialmente mitigato nei suoi effetti dai recuperi statistici di popolazione operati dal censimento. Il Nord-ovest è ancora in perdita (-0,4%), sebbene di entità inferiore rispetto a quella dell’anno precedente (-0,6% nel 2020), mentre nel Nord-est il deficit di popolazione si aggrava (-0,4% rispetto a -0,3% del 2020); lo stesso si verifica al Centro (da -0,4% del 2020 a -0,5% del 2021). In controtendenza è il recupero al Sud e nelle Isole (di un punto percentuale sul 2020), anche per effetto della correzione censuaria.
Il nuovo record minimo delle nascite (400mila) e l’elevato numero di decessi (701mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese nell’ultimo decennio. Il saldo naturale, pari a -301mila unità nel 2021; sommato alle -335mila già rilevate nel 2020 determina in due anni di pandemia un deficit di “sostituzione naturale” di 637mila persone.
Il saldo naturale è negativo in tutte le regioni, con l’eccezione della Provincia autonoma di Bolzano (+193 unità) che si caratterizza per una natalità più alta della media. Il tasso di crescita naturale, pari a -5,1 per mille a livello nazionale, varia dal +0,4 per mille di Bolzano al -9,3 per mille della Liguria. Le regioni che più delle altre vedono peggiorare il tasso naturale sono il Molise (da -7,9 per mille a-9,0) e la Calabria (da -3,8 per mille a -5,1). La Lombardia (da -6,6 per mille a -3,9) e la Provincia autonoma di Trento (da -4,6 per mille a-2,2) registrano invece i recuperi più elevati rispetto al 2020.
I nati sono stati appena 400.249 nel 2021, in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2020 e quasi del 31% nel confronto con il 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite. La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in quasi tutte le ripartizioni, con i valori più alti al Sud (-2,7%) e un’unica eccezione nel Nord-est dove si registra un lieve incremento (+0,1% sul 2020).
L’andamento delle nascite nel corso del 2021 consente di avere un quadro più dettagliato delle conseguenze dell’epidemia dal punto di vista demografico, visto che il calo osservato nel 2020 (-3,6% rispetto al 2019) è stato solo in parte dovuto a tali effetti.
I primi effetti sulle nascite riferibili ai concepimenti di marzo e aprile 2020 (primo lockdown), osservabili a partire dagli ultimi due mesi dell’anno, soprattutto a dicembre 2020 (-10,7%), si sono riscontrati anche nei primi due mesi del 2021 (Figura 4). Il deficit di nati a gennaio 2021 (-13,2%), tra i più ampi mai registrati, lascia pochi dubbi sul ruolo svolto dall’epidemia. Il crollo delle nascite tra dicembre 2020 e febbraio 2021, da riferirsi ai mancati concepimenti durante la prima ondata pandemica, è sintomo della posticipazione dei piani di genitorialità che si è protratta in modo più marcato nei primi sette mesi, per poi rallentare verso la fine dell’anno.
FIGURA 4. NATI PER MESE DI NASCITA. Variazioni percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno preceDEnte E ALLA MEDIA 2015-2019. Anni 2020 e 2021(a)
Per esigenze di comparabilità, non sono state considerate le nascite avvenute il 29 febbraio 2016 e 2020. Fonte: Istat. Bilancio demografico
L’illusoria impressione di superamento dell’emergenza percepita a maggio 2020 può aver determinato l’aumento dei nati a marzo 2021, mese in cui si osserva una lieve inversione di tendenza (+4,9%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; si tratta dei nati concepiti durante l’inizio della fase di transizione tra le due ondate epidemiche del 2020.
Il trend rimane ancora debolmente positivo ad aprile del 2021 (+1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), per poi tornare negativo soprattutto nei mesi di giugno (-5,6%) e luglio (-5,3%), in corrispondenza del calo dei concepimenti durante la seconda ondata epidemica. Questa tendenza negativa rallenta a partire da agosto 2021. L’aumento successivo registrato negli ultimi due mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2020 (+7,0% a novembre e +14,3% a dicembre) resta però ancora ben sotto la media di periodo pre-pandemia 2015-2019 (rispettivamente -11,7% e -5,1%).
L’impatto del Covid-19 sulla dinamica demografica resta elevato nel 2021: il totale dei decessi (701.346), sebbene in diminuzione rispetto all’anno precedente (quasi 39mila in meno), è ancora dell’8,6% superiore alla media 2015-2019.
A differenza di quanto accaduto nel 2020, nel 2021 l’eccesso di mortalità rispetto alla media 2015-2019 non è concentrato al Nord ma si manifesta su tutto il territorio, soprattutto nel Mezzogiorno (+11,0% di decessi), con regioni come Puglia (+16,2%) e Molise (+10,8%) ben sopra la media nazionale (+8,6%). Al Nord solo la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia presentano un eccesso superiore al 12%.
Il tasso di mortalità, pari a 11,9 per mille abitanti a livello nazionale nel 2021, vede al primo posto la Liguria (14,9 per mille) e all’ultimo la Provincia autonoma di Bolzano con solo il 9,3 per mille.
Segnali positivi si registrano per i movimenti migratori, in aumento rispetto al 2020. Al netto degli aggiustamenti anagrafici (iscrizioni e cancellazioni per altri motivi), la dinamica migratoria complessiva (movimenti interni e con l’estero) nel 2021 sembra tornare lentamente ai livelli pre-Covid. Nel complesso, l’ammontare dei trasferimenti interni e con l’estero risulta in aumento rispetto sia all’anno precedente (+9,1%) sia alla media del quinquennio 2015-2019 (+3,5%).
I movimenti tra comuni, che avvengono prevalentemente dalle regioni del Mezzogiorno verso quelle del Nord e del Centro, hanno coinvolto 1 milione e 423mila persone (+6,7% rispetto al 2020). Se si considera la media del periodo 2015-2019 l’aumento dei trasferimenti interni dell’anno 2021 è del 4,7%. Il tasso migratorio interno oscilla tra il -4,7 per mille della Basilicata e il 2,9 per mille dell’Emilia-Romagna. Tutte le regioni del Mezzogiorno presentano valori negativi.
Nonostante il saldo migratorio con l’estero mostri segnali di ripresa (+160mila), i movimenti migratori internazionali restano pressoché stabili rispetto alla media 2015-2019. Le iscrizioni dall’estero, 318.366 in tutto, aumentano del 28,6% rispetto al 2020, recuperando sostanzialmente i livelli del quinquennio pre-Covid (+0,2% sul 2015-2019). Le cancellazioni verso l’estero (158.312 in totale) risultano invece in calo sia rispetto all’anno della pandemia (-1,0% sul 2020) che al periodo pre-Covid (-0,5% sul 2015-2019).
La popolazione straniera abitualmente dimorante
Parità numerica tra uomo e donna
La popolazione straniera è stata definita sulla base della combinazione tra la dinamica demografica di fonte anagrafica (saldo naturale e saldo migratorio) riferita al 2021 e le risultanze dei ‘segnali di vita amministrativi’ (saldo tra sovra e sotto copertura anagrafica dei cittadini stranieri, cfr. la Nota metodologica).
L’età media degli stranieri, pari a 35,7 anni nel 2021 (37,4 anni per le donne e 33,8 per gli uomini), è cresciuta di quasi un anno rispetto al 2020 e di quasi 4,8 anni nell’arco di un ventennio, a fronte di +5,6 anni per gli italiani (Prospetto 5). Si è invece affievolito il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita dal 21,3% del 2001, contro il 15,1% di minori italiani (17,2% nel 2001).
Il fenomeno dell’invecchiamento sembra dunque mostrare alcuni primi segnali anche tra la popolazione non italiana, che resta però molto più giovane di quella nazionale. La differenza emerge netta confrontando le piramidi delle età di stranieri e italiani: quella degli stranieri ha una base ampia (dove è situata la popolazione con meno di 10 anni), un corpo centrale esteso (30-49 anni) e un vertice molto stretto (+60 anni) (Figura 5).
FIGURA 5. PIRAMIDI DELLE ETA’ E GENERE DELLA POPOLAZIONE STRANIERA E ITALIANA. Anno 2021
Dall’Europa quasi la metà degli stranieri censiti
Quasi la metà degli stranieri censiti nel 2021 proviene dall’Europa (47,7%), il 22,6% dall’Africa, una percentuale di poco inferiore dall’Asia e il 7,3% dall’America (Figura 6). L’Unione europea è l’area maggiormente rappresentata (27,6%), seguono l’Europa centro orientale (19,3%), l’Africa del nord (13,6%) e l’Asia centro meridionale (11,6%).
FIGURA 6. POPOLAZIONE STRANIERA PER CONTINENTE. Anno 2021, valori percentuali
Sono 195 i paesi rappresentati dal contingente straniero censito e i primi dieci totalizzano il 63,7% della presenza straniera in Italia. Nella graduatoria del 2021, rispetto all’anno precedente, il Marocco sale al secondo posto a svantaggio dell’Albania mentre il Bangladesh scambia la propria posizione con quella delle Filippine. La Romania guadagna peso relativo a sfavore di Cina e Ucraina (Prospetto 6).
Nel suo complesso la popolazione straniera censita diminuisce del 2,7% rispetto all’anno precedente. Il calo interessa tutte le collettività ma è più accentuato per quella cinese che perde il 9,2% del suo contingente (-30mila unità circa che vanno a controbilanciare le 41mila unità cinesi in sotto copertura nel 2020). Le uniche eccezioni sono quelle di Romania, Egitto e Bangladesh che invece guadagnano unità.
A fronte di un rapporto di mascolinità sostanzialmente equilibrato, si conferma una presenza femminile preponderante per l’Ucraina (77,8% di donne) e in misura minore per le collettività rumena e filippina (60% di donne). Fortemente maschili sono le comunità di Pakistan (72% di uomini), Bangladesh (71,3% di uomini), Egitto (66%) e India (quasi il 60%).
Il Nord è l’area più attrattiva per gli stranieri
Nel Nord Italia si concentra il 59% della popolazione straniera censita (2 milioni 973mila); in particolare è il Nord ovest, con oltre un terzo dei cittadini non italiani rilevati, l’area più attrattiva. Il Centro Italia accoglie il 25% di stranieri rilevati (1 milione 241mila) e il Sud e le Isole, rispettivamente, l’11,6% e il 4,6% (Prospetto 7).
Nel confronto con il 2020, le regioni che hanno registrato il calo maggiore sono Lombardia (-35mila), Toscana (-19mila circa), Lazio (-17mila) e Veneto (-16mila). Al contrario, Calabria, Puglia e Basilicata, sebbene in misura molto ridotta, sono le uniche a registrare un incremento di stranieri.
Relativamente alla composizione per genere, nelle ripartizioni settentrionali e centrale vi è una prevalenza di donne mentre il Meridione è a maggioranza maschile (Prospetto 8).
L’età media e l’indice di vecchiaia più elevati si osservano nel Centro e nel Sud Italia e nei comuni fino a 5mila abitanti e oltre i 100mila, con valori sopra la media nazionale. Le quote più significative di popolazione straniera di 0-4 anni si rilevano nel Nord e nei comuni tra 5mila e 50mila abitanti, lo stesso vale per l’indice di dipendenza. Le regioni con gli stranieri ‘più anziani’ sono Sardegna, Lazio e Umbria, quelle con i più giovani sono Basilicata, Sicilia, Lombardia e Veneto (Prospetto 9).
Le quote più rilevanti di stranieri sotto-coperti si rilevano in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto mentre quelle di sovra-coperti stranieri sono nel Lazio, in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.
Il grado di istruzione della popolazione residente
In dieci anni dimezzati gli analfabeti
Nel periodo 2018-2021, che coincide con le prime quattro edizioni del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, in Italia diminuiscono sistematicamente gli analfabeti, le persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno concluso un corso regolare di studi e quelle con la licenza di scuola elementare e di scuola media.
Al contrario, il livello di istruzione della popolazione di 9 anni e più presenta un andamento sempre crescente in corrispondenza dei titoli di studio più elevati, ossia diplomi di scuola secondaria superiore o di qualifica professionale e titoli terziari di primo e secondo livello. Aumentano anche i dottori di ricerca che, in quattro anni, passano da 231mila a quasi 260mila mentre gli analfabeti, che nel 2018 superavano le 346mila unità, si collocano sotto la soglia dei 300mila nel 2021 (Prospetto 10).
La quota più significativa di popolazione, pari al 36,3%, è in possesso del diploma nel 2021 (oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2011). In dieci anni si dimezzano gli analfabeti (dall’1,1% allo 0,5%), diminuiscono le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e aumentano laureati (dall’11,2% al 15,0%) e dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).
A livello territoriale, i laureati sono il 17,2% al Centro (incluse le persone in possesso di un diploma di Alta Formazione Artistica Musicale o coreutica), il 15,3% al Nord-ovest, il 14,9% al Nord-est, il 13,8% nel Meridione e il 13% nelle Isole. Le quote più elevate di titoli di studio bassi si rilevano invece al Sud (Figura 7).
FIGURA 7. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E RIPARTIZIONE. Anno 2021, valori percentuali
Con il 19,1% il Lazio è la regione con l’incidenza più elevata di laureati e di dottori di ricerca (0,8%) a cui si contrappone la Puglia (12,9% e 0,3%), al pari di Valle D’Aosta/Vallée d’Aoste, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Il peso relativo di diplomi di scuola secondaria superiore e qualifiche professionali varia tra il 31% della Sardegna e il 46% della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (Figura 8); questi due territori si posizionano agli estremi anche per le licenze di scuola media (24,5% nel capoluogo altoatesino, 35,5% nell’isola dei nuraghi). La quota maggiore di persone che non hanno conseguito alcun titolo di studio (Figura 9) si registra invece in Calabria (6,4%), quella minima in Friuli-Venezia Giulia (2,8%).
FIGURA 8. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ CON UN TITOLO DI STUDIO MEDIO ALTO. Anni 2011 e 2021, valori percentuali
FIGURA 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ CON UN TITOLO DI STUDIO MEDIO BASSO. Anni 2011 e 2021, valori percentuali
I Grandi Comuni, con più di 250mila residenti, continuano a essere un polo di attrazione per i più istruiti: la quota di laureati registra un picco (29,1%) a Milano e Bologna che, dal 2011, guadagnano 6 punti percentuali. Minori, ma sempre sopra la media nazionale del 15%, le incidenze di laureati a Palermo, Napoli e Catania che in dieci anni crescono tra i 2,5 e i 3,2 punti percentuali (Figura 10).
FIGURA 10. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ CON TITOLI TERZIARI DI I O II LIVELLO. GRANDI COMUNI. Anni 2011 e 2021, valori percentuali
In linea con i laureati, nelle città più grandi anche i dottori di ricerca si collocano sopra la media nazionale dello 0,5%, ad eccezione di Catania che si attesta sullo stesso livello. Con l’1,7% Bologna si aggiudica il primo posto della classifica mentre a Milano, in dieci anni, l’incidenza di questo titolo di studio è più che raddoppiata, passando dallo 0,6% del 2011 all’1,3% del 2021.
Al 31 dicembre 2021, su 100 titoli accademici 56 sono stati conseguiti da donne. Il vantaggio femminile è particolarmente evidente In Sardegna, dove tra i laureati solo 41 sono uomini (Figura 11). I diplomi di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale si distribuiscono approssimativamente nella stessa misura tra donne (49,4%) e uomini (50,6%) mentre per la licenza media il sesso maschie prevale in tutte le regioni italiane.
FIGURA 11. LAUREATI PER REGIONE E GENERE. Anno 2021, valori percentuali per 100 laureati
Le donne sono maggiormente rappresentate tra chi ha al massimo la licenza elementare (59 contro 41) e tra gli analfabeti e gli alfabeti senza titolo (57 contro 43).
Tra gli stranieri abitualmente dimoranti nel nostro Paese, il 34,8% ha un diploma di scuola secondaria superiore o di qualifica professionale, il 33,2% la licenza media, il 12,1% una laurea o un dottorato di ricerca, il 10,6% si è fermato alla scuola elementare (Figura 12). Gli stranieri senza titolo di studio sono poco meno del 10%, con punte del 18,2% in Calabria e del 17,1% in Campania.
FIGURA 12. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E CITTADINANZA. Anno 2021, valori percentuali
Nei Grandi Comuni gli stranieri laureati, così come gli italiani, si attestano sempre su livelli superiori al valore regionale, probabilmente anche in relazione alle maggiori opportunità di occupazioni qualificate che offrono le città rispetto ai piccoli centri (Figura 13).
FIGURA 13. LAUREATI STRANIERI PER REGIONE E GRANDE COMUNE. Anno 2021, valori percentuali per 100 laureati
Il Censimento delle popolazioni particolari o difficili da raggiungere
L’obiettivo primario del Censimento della popolazione, come noto, è il conteggio delle persone che dimorano abitualmente nel Paese. Tuttavia, alcuni target demografici, per precarietà abitativa o per particolari condizioni di vita, sono di difficile intercettazione sul territorio, quindi esposti a un elevato rischio di sotto copertura censuaria. Essi richiedono modalità di rilevazione specifiche, diverse da quelle generalmente adottate per il resto della popolazione.
Alla luce di queste criticità, per la rivelazione di queste popolazioni “difficili da raggiungere” il Censimento permanente si è avvalso dei registri anagrafici comunali. Nel 2022 è stata condotta la seconda rilevazione ad hoc presso i Comuni (la terza si svolgerà nel 2023) su tre specifici segmenti di popolazione: le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche, quelle che dimorano in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei e le persone senza tetto e senza fissa dimora (di seguito, SFD).
L’indagine, estesa a tutti i comuni italiani, è stata condotta sugli indirizzi, siano essi reali o fittizi, presso i quali le persone appartenenti a questi sottogruppi risultano iscritte in anagrafe al 31/12/2021. Dal Registro Base degli Individui, distintamente per ciascun target, sono stati estratti gli indirizzi per essere sottoposti a verifica e aggiornamento da parte degli operatori delle anagrafi comunali. Contestualmente è stato acquisito anche l’ammontare delle unità iscritte in anagrafe (totale, italiani e stranieri/apolidi, distinti per sesso) presso gli indirizzi confermati.
L’aggancio per indirizzo o per sezione di censimento (geocodifica) degli individui residenti nel Registro Base degli Individui (RBI) con gli indirizzi verificati dalle anagrafi comunali consente, annualmente, il conteggio di queste componenti della popolazione direttamente dal RBI, assicurando in tal modo la loro ‘inclusione statistica’ nella definizione della popolazione censuaria totale. Tuttavia, il campo di osservazione di questa rilevazione è limitato alla sola componente iscritta in anagrafe: ai fini del conteggio e della definizione della popolazione censuaria totale, essa non garantisce un’enumerazione esaustiva dei sottogruppi in oggetto.
L’insieme delle tre popolazioni rilevate al 2021 ammonta a 463.294 unità, pari allo 0,8% della popolazione totale censita (Prospetto 14). Quasi il 76% è rappresentato dalle persone che vivono in convivenza, circa un quinto dalle persone senza fissa dimora/senza tetto mentre la quota residuale è costituita dalla popolazione che dimora nei campi attrezzati o negli insediamenti tollerati e spontanei. Considerando i tre aggregati secondo la cittadinanza, emergono profili demografici piuttosto dissimili tra loro, con rapporti di mascolinità ed età medie differenti.
Straniera più di un terzo della popolazione che vive in convivenze anagrafiche
Tra la popolazione censita come residente in convivenza si contano 351.338 persone che vivono stabilmente in tre tipi di convivenza: circa il 32% nelle case di riposo e RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), più del 20% nelle convivenze ecclesiastiche e quasi il 21% nelle strutture di accoglienza per immigrati (Prospetto 15).
Più di un terzo della popolazione residente in convivenza è rappresentato da stranieri, concentrati nelle strutture di accoglienza per immigrati e nelle convivenze ecclesiastiche. Il rapporto di mascolinità della popolazione residente in convivenza è superiore per gli stranieri e negli istituti penitenziari mentre la componente femminile, che complessivamente incide per il 48,3%, è maggiore negli istituti di cura, negli ospizi, nelle case di riposo, nelle RSA e nelle convivenze ecclesiastiche.
L’età media dei residenti in convivenza è 57 anni, più elevata per gli italiani e ovviamente in ospizi, case di riposo, RSA, negli istituti di cura e nelle convivenze ecclesiastiche. La popolazione più giovane risiede negli istituti per minori e nelle strutture di accoglienza per immigrati.
La popolazione in convivenza è distribuita per il 57,6% nei comuni del Nord (31,9% nel Nord-ovest e 25,7% nel Nord-est), per il 21,7% nel Centro e per circa il 20% nel Mezzogiorno. Le regioni con il maggior numero di residenti in convivenza sono la Lombardia e il Lazio. Gli stranieri che vivono in convivenza si distribuiscono sul territorio più “a macchia di leopardo” con una maggior concentrazione, rispetto al totale della popolazione in convivenza, nei comuni dell’Italia centrale e, per quanto riguarda il Mezzogiorno, in misura più marcata, in Sicilia e Puglia (Figura 14).
FIGURA 14. DISTRIBUZIONE COMUNALE DEL TOTALE DEI RESIDENTI IN CONVIVENZA SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE COMUNALE. Anno 2021, valori per mille abitanti.
La componente maschile prevale nelle strutture per immigrati (Prospetto 16), quella femminile in ospizi, case di riposo e RSA (Prospetto 17) mentre per le convivenze ecclesiastiche si osserva uno sbilanciamento a favore della componente femminile e un’età più elevata degli italiani rispetto agli stranieri (Prospetto 18). Quanto alla distribuzione territoriale dei diversi tipi di strutture, quelle per immigrati sono concentrate nell’Italia centro-meridionale, gli ospizi, le case di riposo e le RSA sono relativamente più presenti al Nord e le convivenze ecclesiastiche sono diffuse sull’intero territorio.
Infine, le prime dieci collettività di stranieri residenti ospiti in convivenze ecclesiastiche e in strutture di accoglienza per immigrati rappresentano rispettivamente Il 54,8% e l’81% della presenza straniera in queste tipologie di convivenza (Prospetto 19).
Nelle convivenze ecclesiastiche la prima collettività è l’India e si distingue, con Filippine e Indonesia, per una forte presenza femminile. Nelle strutture di accoglienza per immigrati la comunità più rappresentata è la Nigeria, il paese da cui proviene la maggior parte dei migranti.
Minorenne più di un terzo di chi vive in campi autorizzati o insediamenti tollerati
A fine 2021 in Italia si contano 15.759 persone iscritte in anagrafe che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti tollerati e spontanei. La composizione per genere, con un rapporto di mascolinità di 106,8 uomini ogni 100 donne, mostra un tendenziale bilanciamento, anche per la componente straniera (Prospetto 20).
È una popolazione giovane, con un’età media di 29,6 anni (29,9 gli italiani e 28,1 anni per gli stranieri). Il 35% è minorenne e soltanto il 13% ha un’età superiore ai 55 anni. La distribuzione per classi di età e cittadinanza conferma una popolazione straniera più giovane rispetto a quella italiana, con una percentuale di minorenni stranieri che sfiora il 40%. I cittadini italiani rappresentano circa l’80% della popolazione che vive nei campi/insediamenti. La componente straniera, un quinto del totale, è rappresentata prevalentemente da cittadini europei, in particolare bosniaci, rumeni, serbi e croati (Figura 15).
I campi e gli insediamenti rilevati presso le anagrafi comunali sono distribuiti in 202 comuni. Circa un quarto delle persone conteggiate vive nei comuni di Roma (il 16,4%), Milano (quasi il 5%) e di Reggio nell’Emilia (il 4,5%).
FIGURA 15. POPOLAZIONE STRANIERA CHE VIVE NEI CAMPI ATTREZZATI O INSEDIAMENTI TOLLERATI E SPONTANEI PER CONTINENTE. Anno 2021
Di nazionalità straniera circa 4 persone senza fissa dimora/senza tetto su 10
Le persone senza fissa dimora e senza tetto (SFD) iscritte nelle anagrafi comunali a fine 2021 ammontano a 96.197 unità e quasi il 38% di esse è di nazionalità straniera (Prospetto 21). La condizione di precarietà abitativa che caratterizza questa popolazione è più diffusa nella componente maschile, in particolare in quella straniera. Il rapporto di mascolinità totale è di 212,4 uomini ogni 100 donne (188,7 per gli italiani e 261,5 per gli stranieri). L’età media totale è di 41,6 anni, per gli italiani si innalza a 45,5 anni mentre per gli stranieri, che rappresentano oltre il 50% dei senza fissa dimora sotto i 34 anni, si abbassa a 35,2 anni.
Oltre la metà degli stranieri senza fissa dimora proviene dal continente africano, il 22% è di cittadinanza europea mentre il 17% è di origine asiatica. Soltanto il 4,5% proviene dal Nuovo Mondo (Figura 16). La composizione per genere riflette quella degli stranieri censiti in Italia: africani e asiatici sono sovra rappresentati dalla componente maschile, con un’età media tra i 34,2 e i 34,8 anni; quelli europei e americani sono a prevalenza femminile con un’età media attorno ai 36 anni. I senza fissa dimora africani di sesso maschile da soli costituiscono il 45% del totale dei senza fissa dimora stranieri e il 17,3% di questa comunità in totale.
FIGURA 16. POPOLAZIONE STRANIERA SENZA FISSA DIMORA E SENZA TETTO PER SESSO E CONTINENTE Anno 2021, valori percentuali
I senza fissa dimora stranieri provengono da 139 paesi. La graduatoria per paese di cittadinanza vede in testa la Romania, con il 10,3% del totale e un rapporto di mascolinità bilanciato. L’Africa è il continente più rappresentato con 11 paesi tra i primi 20. Marocco, Nigeria, Mali e Somalia figurano nelle prime cinque posizioni che, insieme, costituiscono il 27% del totale. Per questi paesi la percentuale di donne è molto bassa, a parte la Nigeria e l’Eritrea che registrano valori leggermente più elevati ma comunque minoritari. Di particolare rilievo la presenza nelle prime venti posizioni di cittadini stranieri provenienti da paesi in guerra o politicamente ed economicamente instabili come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iraq.
Le persone senza fissa dimora sono iscritte nelle anagrafi di 2.198 comuni ma concentrate per il 50% in 6 comuni. In particolare, il 23,1% è iscritto nel comune di Roma (oltre 22mila), quasi il 9% a Milano, circa il 7% a Napoli, il 4,6% nel comune di Torino, il 3% in quello di Genova e il 3,7% a Foggia, unico ‘non grande comune’ tra i primi sei della graduatoria, con una quota di stranieri piuttosto elevata (67,5%).
Nei comuni di Roma, Milano e Firenze la componente straniera sfiora il 60% mentre è molto più bassa a Napoli (8,6%). Nel grande comune partenopeo si contano inoltre circa 3mila donne senza fissa dimora iscritte in anagrafe (il 10% delle donne senza fissa dimora censite) e quasi altrettanti uomini (2.941), un’evidenza non riscontrabile negli altri grandi comuni.
La presenza di senza fissa dimora stranieri è massiccia in Calabria, in particolare nei comuni di Crotone e di Cosenza, ma soprattutto nel comune di San Ferdinando dove queste persone, per lo più di origine straniera, rappresentano circa il 10% della popolazione totale censita nel comune stesso (Figura 17). Una presenza significativa si rileva anche nei comuni di Trieste, Reggio nell’Emilia, Bologna, Alessandria, Como, Savona, Venezia e Brescia, oltre che a Marsala, Catania, Sassari e Cagliari.
FIGURA 17. SENZA FISSA DIMORA PER COMUNE (valori assoluti) E INCIDENZA DEI SENZA FISSA DIMORA STRANIERI SUL TOTALE DEI SENZA FISSA DIMORA (valori percentuali)
PROSPETTI
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 124.089 123.384 -24 123.360 -729
Bolzano/Bozen 534.912 535.647 -3.031 532.616 -2.296
Trento 542.166 542.458 -1.500 540.958 -1.208
Umbria 865.452 859.288 -476 858.812 -6.640
Molise 294.294 290.960 1.190 292.150 -2.144
Basilicata 545.130 540.072 1.096 541.168 -3.962
* saldo totale (ST) della dinamica demografica (Saldo naturale + Saldo migratorio) del Bilancio demografico 2021
PROSPETTO 2. COMUNI CON INCREMENTO E DECREMENTO DI POPOLAZIONE NEL 2021 RISPETTO AL 2020 PER CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEL COMUNE. Valori assoluti e valori percentuali
CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEL COMUNE (AL 2021) Comuni con incremento di popolazione Popolazione residente (saldo positivo) (a) Comuni con decremento di popolazione Popolazione residente (saldo negativo) (a) Comuni in totale (b) Popolazione residente (saldo complessivo) (a)
Valori assoluti
Fino a 5.000 abitanti 2.062 30.156 3.471 -66.224 5.533 -36.068
50.001 – 100.000 27 7.583 69 -33.402 96 -25.819
oltre i 100.000 5 2.671 39 -115.813 44 -113.142
Totale 3.017 106.653 4.887 -312.733 7.904 -206.080
Valori percentuali
Fino a 5.000 abitanti 37,3 0,8 62,7 -1,1 70 -0,4
5.001 – 20.000 42,7 0,7 57,3 -0,6 23,5 -0,1
20.001 – 50.000 34,6 0,4 65,4 -0,5 4,7 -0,2
50.001 – 100.000 28,1 0,4 71,9 -0,7 1,2 -0,4
oltre i 100.000 11,4 0,3 88,6 -0,9 0,6 -0,8
Totale 38,2 0,6 61,8 -0,7 100 -0,3
La variazione percentuale dei saldi positivi e negativi è calcolata sulla popolazione di inizio periodo (2020)
Il valore percentuale è calcolato sul totale dei comuni.
PROSPETTO 3. COMUNI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE NEL 2021
CARATTERISTICA DEL COMUNE Denominazione del comune (Prov) Valori CARATTERISTICA DEL COMUNE Denominazione del comune (Prov) Valori
Il comune più piccolo (residenti) Morterone (LC) 31 Il comune più vecchio (età media) San Giovanni Lipioni (CH) 66,1
Il comune con il rapporto di mascolinità più alto Briga Alta (CN) 233,3 Il comune con il rapporto di mascolinità più basso Montebello sul Sangro (CH) 60,9
Il comune che ha avuto il maggior incremento di popolazione rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) Bajardo (IM) 15,9 Il comune che ha avuto il maggior decremento di popolazione rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) (c) Soglio (AT) -14,0
Il comune che ha avuto il maggior incremento di residenti italiani rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) Rocca Susella (PV) 10,2 Il comune che ha avuto il maggior decremento di residenti italiani rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) Rocca de’ Giorgi (PV)
Soglio (AT) -14,0
Il comune che ha avuto il maggior incremento di residenti stranieri rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) (a) Petina (SA) 277,8 Il comune che ha avuto il maggior decremento di residenti stranieri rispetto al 2020 (valore per 100 abitanti) (a) Lodè (NU) -90,1
(a) Per determinare il comune con il maggior incremento o decremento di popolazione straniera è stato considerato l’insieme dei comuni con almeno 10 stranieri residenti al 31 dicembre 2021.
b) Età media con riferimento al 31 dicembre 2021 espressa in anni e decimi di anno. Si precisa che, fino al Censimento 2020, l’età media veniva calcolata come media ponderata con l’ammontare della popolazione per ciascuna età in anni compiuti. Eventuali differenze che si dovessero riscontrare sullo stesso indicatore relativo ai dati dei censimenti precedenti sono da imputare alla diversa modalità di calcolo.
(c) Il comune con il maggior decremento totale di popolazione rispetto al 2020 è Trapani, per effetto della costituzione del comune di Misiliscemi mediante scorporo di territorio dal comune di Trapani. Per questo motivo si è scelto di considerare Soglio (AT) come il comune con il maggior decremento di popolazione.
P20 P20+ST(*) AG P20+ST*+AG Piemonte 417.279 414.981 -3.886 411.095 -6.184
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 8.395 8.111 -21 8.090 -305
Liguria 149.862 148.020 -2.555 145.465 -4.397
Trentino-Alto Adige/Südtirol 105.759 104.021 -6.631 97.390 -8.369
Bolzano/Bozen 56.494 56.333 -4.740 51.593 -4.901
Trento 49.265 47.688 -1.891 45.797 -3.468
Veneto 509.420 506.843 -13.724 493.119 -16.301
Friuli-Venezia Giulia 114.863 116.526 -3.375 113.151 -1.712
Emilia-Romagna 562.257 559.999 -10.179 549.820 -12.437
Toscana 425.931 423.142 -16.634 406.508 -19.423
Umbria 92.537 90.706 -1043 89.663 -2.874
Marche 130.462 129.044 -2.224 126.820 -3.642
Lazio 635.569 624.312 -6.170 618.142 -17.427
Abruzzo 82.568 81.321 -333 80.988 -1.580
Campania 249.548 245.612 -5.622 239.990 -9.558
Puglia 134.440 137.459 -2.286 135.173 733
Basilicata 22.011 22.382 -198 22.184 173
Calabria 92.996 91.887 1.370 93.257 261
Sicilia 186.195 182.837 1.768 184.605 -1.590
Sardegna 49.322 48.456 -56 48.400 -922
Italia Meridionale 593.154 589.898 -6.843 583.055 -10.099
Italia insulare 235.517 231.293 1.712 233.005 -2.512
* saldo totale (ST) della dinamica demografica (Saldo naturale + Saldo migratorio) del Bilancio demografico 2021
PROSPETTO 5. INDICATORI DELLA POPOLAZIONE STRANIERA E ITALIANA PER GENERE ED ETA’. Anni 2001, 2011, 2019, 2020 e 2021 valori percentuali
Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani
Rapporto di mascolinità 98 93,7 87,6 94,1 93,2 95,1 95,4 95 96,3 95,3
% Popolazione 0-4 anni 8,0 4,5 8,4 4,3 6,3 3,6 6,2 3,5 6,0 3,4
% Popolazione < 18 anni 21,3 17,2 16,4 23,4 20,3 15,4 20,3 15,4 20,8 15,1
Età media 30,9 41,7 31,1 44,2 34,7 46,2 34,8 47,0 35,7 47,2
Indice di dipendenza 28,3 49,6 29,1 55,6 29,1 59,9 28,9 60,7 29,8 60,6
Indice di ricambio 36,8 118,7 35,5 137,9 89,4 139,5 92,8 138,1 93,2 145,5
Indice di vecchiaia 18,8 134,9 11,6 163,6 27,6 199,1 27,7 203,5 28,2 209,4
PROSPETTO 6. GRADUATORIA DELLE PRIME 10 COLLETTIVITÀ PER GENERE. Anni 2020 e 2021, valori assoluti e valori percentuali
PAESI DI CITTADINANZA 2020 PAESI DI CITTADINANZA 2021
Maschi Femmine Totale Per 100 stranieri Maschi Femmine Totale Per 100 stranieri
Albania 221.970 211.201 433.171 8,4 Marocco 228.481 191.691 420.172 8,4
Marocco 230.765 198.182 428.947 8,3 Albania 215.580 204.407 419.987 8,3
Cina 166.574 163.921 330.495 6,4 Cina 152.332 147.884 300.216 6,0
Ucraina 52.900 183.053 235.953 4,6 Ucraina 50.032 175.275 225.307 4,5
India 97.276 68.236 165.512 3,2 India 94.736 67.756 162.492 3,2
Filippine 71.495 93.948 165.443 3,2 Bangladesh 113.368 45.635 159.003 3,2
Bangladesh 113.458 44.562 158.020 3,1 Filippine 68.771 90.226 158.997 3,2
Egitto 92.880 46.689 139.569 2,7 Egitto 92.658 47.664 140.322 2,8
Pakistan 96.565 38.955 135.520 2,6 Pakistan 96.571 37.611 134.182 2,7
PROSPETTO 7. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEI COMUNI. Censimenti 2020 e 2021, valori assoluti e percentuali
Valori assoluti Per 100 stranieri Per 100 censiti in totale Valori assoluti Per 100 stranieri Per 100 censiti in totale
Italia Meridionale 593.154 11,5 4,4 583.055 11,6 4,3
Italia Insulare 235.517 4,6 3,7 233.005 4,6 3,6
Fino a 5.000 abitanti 627.199 12,1 6,4 619.795 12,3 6,3
20.001 – 50.000 891.467 17,2 8 880.329 17,5 7,8
50.001 – 100.000 559.423 10,8 8,5 540.955 10,8 8,3
PROSPETTO 8. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER GENERE, RIPARTIZIONE E CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEI COMUNI. Censimenti 2020 e 2021, valori assoluti e valori percentuali
valori assoluti Rapporto mascolinità (%) valori assoluti Rapporto mascolinità (%)
Italia Nord-Occidentale 866.030 900.395 96,2 846.288 873.755 96,9
Italia Nord-Orientale 625.857 666.442 93,9 607.233 646.247 94,0
Italia Centrale 614.566 669.933 91,7 600.767 640.366 93,8
Italia Meridionale 296.688 296.466 100,1 293.103 289.952 101,1
Italia Insulare 121.503 114.014 106,6 120.811 112.194 107,7
Fino a 5.000 abitanti 301.752 325.447 92,7 297.882 321.913 92,5
20.001 – 50.000 435.931 455.536 95,7 431.689 448.640 96,2
50.001 – 100.000 277.362 282.061 98,3 270.174 270.781 99,8
oltre i 100.000 822.504 868.826 94,7 790.118 813.967 97,1
PROSPETTO 9. ALCUNI INDICATORI DELLA STUTTURA PER ETA’ DELLA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E CLASSE DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEI COMUNI. Censimenti 2020 e 2021, valori percentuali ed età media in anni.
Valori percentuali Età media Valori percentuali Età media
Popolazione 0-4 anni Indice di dipendenza Indice di vecchiaia Popolazione 0-4 anni Indice di dipendenza Indice di vecchiaia Italia 6,2 28,9 27,7 34,8 5,8 29,8 28,2 35,7
Italia Nord-Occidentale 6,7 31,3 24,1 34,0 6,3 31,8 24,1 34,8
Italia Nord-Orientale 6,6 30,3 27,1 34,5 6,3 31,4 27,7 35,3
Italia Centrale 5,4 27,3 34,6 36,2 5 28,3 35,6 37,1
Italia Meridionale 5,5 24,3 27,8 35,2 5,2 25,4 28,4 36
Italia Insulare 5,7 25,2 26,5 34,7 5,5 26,3 27,7 35,5
Fino a 5.000 abitanti 6,1 29,9 34,3 35,5 5,7 30,4 35,4 36,3
5.001 – 20.000 6,7 31,1 25,3 34,2 6,4 31,6 25,7 35
20.001 – 50.000 6,6 29,8 24,7 34,3 6,2 30,4 24,8 35,1
50.001 – 100.000 6,1 27,9 26,3 34,5 5,7 28,8 26,5 35,3
oltre i 100.000 5,6 26,8 29,8 35,5 5,2 28,1 30,6 36,4
PROSPETTO 10. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE. Anni 2011, 2018 – 2021, valori assoluti e percentuali
ANNO Analfabeti Alfabeti privi di titolo di studio Licenza di scuola elementare Licenza di scuola media Diploma di istruzione secondaria di II grado o di qualifica professionale Titolo di studio terziario di primo e secondo livello Dottorato di ricerca / diploma accademico di formazione alla ricerca Totale
0,5 3,7 14,9 29,1 36,3 15,0 0,5 100,0
0,6 3,8 15,4 29,3 36,0 14,5 0,4 100,0
0,6 4,0 16,0 29,5 35,6 13,9 0,4 100,0
0,6 4,1 16,6 29,5 35,1 13,7 0,4 100,0
1,1 4,9 20,7 30,7 31,1 11,2 0,3 100,0
TIPO DI POPOLAZIONE Totale Italiani Stranieri
Totale Rapp. masc. Età media Totale Rapp. masc. Età media Totale Rapp. masc. Età media Incidenza sul totale
Persone in convivenza 351.338 106,8 57,0 216.841 60,9 71,6 134.497 283,1 33,1 38,3
Senza tetto/Senza Fissa Dimora 96.197 212,4 41,6 59.873 188,7 45,4 36.324 261,5 35,2 37,8
Persone nei Campi/Insediamenti 15.759 106,8 29,5 12.588 106,7 29,9 3.171 106,8 28,0 20,1
PROSPETTO 15. COMPONENTI RESIDENTI, RAPPORTO DI MASCOLINITÀ E ETÀ MEDIA PER TIPOLOGIA DI CONVIVENZA E CITTADINANZA. Anno 2021, valori assoluti e percentuali.
TIPOLOGIA
DI CONVIVENZA Totale Italiani Stranieri
Componenti residenti Rapporto di
mascolinità Età media Componenti residenti Rapporto di mascolinità Età media Componenti residenti Rapporto di mascolinità Età media %
Istituti di istruzione 3.574 53,5 59,0 2.251 41,2 71,9 1.323 80,0 37,0 37,0
Istituti assistenziali 213.408 111,2 58,0 126.635 44,9 78,0 86.773 535,0 28,6 40,7
di cui istituti per minori 5.806 176,6 25,1 2.450 88,3 30,52 3.356 320,6 21,2 57,8
di cui ospizi, case di riposo, RSA 111.965 37,3 81,2 108.059 36,4 82,5 3.906 66,6 44,1 3,5
di cui istituti
di cui altri istituti assistenziali 11.147 243,6 38,0 4.398 188,4 49,8 6.749 292,6 30,3 60,5
di cui privati 2.750 53,5 72,9 2.557 53,4 75,0 193 55,6 44,9 7,0
Istituti penitenziari 11.831 1.760,2 47,2 9.574 1.890,4 51,2 2.257 1.356,1 41,3 19,1
Convivenze ecclesiastiche 75.241 45,5 63,8 47.497 34,4 73,0 27.744 69,5 47,0 36,9
Altre convivenze 42.053 272,6 39,9 26.715 260,9 46,0 15.338 294,9 29,4 36,5
Totale 351.338 106,8 56,9 216.841 60,9 71,6 134.497 283,1 33,1 38,3
PROSPETTO 16. COMPONENTI RESIDENTI IN STRUTTURE PER IMMIGRATI PER ETÀ, SESSO E CITTADINANZA. Anno 2021, valori assoluti.
CLASSI
DI ETÀ Italiani Stranieri
Maschi Femmine Maschi Femmine
di cui minorenni 74 79 3.205 2.348
Età media 44,1 37,1 28,4 24,0
PROSPETTO 17. COMPONENTI RESIDENTI IN OSPIZI CASE DI RIPOSO, RSA PER ETÀ, SESSO E CITTADINANZA. Anno 2021, valori assoluti.
CLASSI
DI ETÀ Italiani Stranieri
Maschi Femmine Maschi Femmine
Totale 28.830 79.229 1.561 2.345
Età media 75,8 85,0 37,3 48,6
PROSPETTO 18. COMPONENTI RESIDENTI IN CONVIVENZE ECCLESIASTICHE PER ETÀ, SESSO E CITTADINANZA. Anno 2021, valori assoluti.
CLASSI
DI ETÀ Italiani Stranieri
Maschi Femmine Maschi Femmine
Da 35 a 44 958 1.148 3.359 4.382
Da 45 a 54 1.761 2.752 2.783 4.060
Da 55 a 64 1.932 3.203 1.523 2.581
Totale 12.145 35.352 11.373 16.371
Età media 67,1 75,8 46,2 49,8
PROSPETTO 19. GRADUATORIA DELLE PRIME 10 COLLETTIVITÀ DELLA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE IN CONVIVENZE ECCLESIASTICHE E STRUTTURE PER IMMIGRATI. Anno 2021, valori assoluti e valori percentuali.
PAESI DI CITTADINANZA Convivenze ecclesiastiche PAESI DI CITTADINANZA Strutture per immigrati
Maschi Femmine Totale Per 100 stranieri Maschi Femmine Totale Per 100 stranieri
India 1.334 2.888 4.222 15,2 Nigeria 11.826 4.391 16.217 22,6
Filippine 290 1.482 1.772 6,4 Bangladesh 6.826 25 6.851 9,5
Indonesia 123 1.054 1.177 4,2 Mali 4.382 37 4.419 6,1
Totale primi 10 paesi 5.306 9.903 15.209 54,8 Totale primi 10 paesi 52.554 5.683 58.237 81,0
Totale altri paesi 6.067 6.468 12.535 45,2 Totale altri paesi 10.891 2.757 13.648 19,0
Totale 11.373 16.371 27.744 100,0 Totale 63.445 8.440 71.885 100,0
PROSPETTO 20. PERSONE CHE VIVONO NEI CAMPI/INSEDIAMENTI PER SESSO, CITTADINANZA E CLASSE DI ETA’ CENSITE AL 31/12/2021. Valori assoluti
CLASSI DI ETA’ Italiani Stranieri Totale
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Totale 6.499 6.089 12.588 1.638 1.533 3.171 8.137 7.622 15.759
PROSPETTO 21. PERSONE SENZA FISSA DIMORA/SENZA TETTO PER SESSO, CITTADINANZA E CLASSE DI ETA’ CENSITE AL 31/12/2021. Valori assoluti
CLASSI DI ETA’ Italiani Stranieri Totale
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Minore di 18 anni 3.826 3.668 7.494 2.410 2.251 4.661 6.236 5.919 12.155
18-34 5.179 4.195 9.374 10.403 2.587 12.990 15.582 6.782 22.364
35-54 13.308 6.112 19.420 10.618 3.497 14.115 23.926 9.609 33.535
55 e più 16.818 6.767 23.585 2.845 1.713 4.558 19.663 8.480 28.143
Totale 39.131 20.742 59.873 26.276 10.048 36.324 65.407 30.790 96.197
