
(AGENPARL) – mer 14 dicembre 2022 0014 dicembre 2022
III trimestre 2022
00una lettura integrata
IL MERCATO DEL LAVORO
Nel terzo trimestre 2022, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente ed è aumentato del 2,7% rispetto al terzo trimestre 2021; nello stesso periodo il Pil è cresciuto dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,6% in termini tendenziali.
Gli occupati, nel terzo trimestre 2022, sono 12 mila in meno rispetto al secondo (-0,1%), a seguito della diminuzione dei dipendenti a termine (-59 mila, -1,9% in tre mesi) non compensata dall’aumento di quelli a tempo indeterminato (+34 mila, +0,2%) e degli indipendenti (+12 mila, +0,2%); diminuisce anche il numero di disoccupati (-52 mila, -2,6% in tre mesi) mentre quello degli inattivi di 15-64 anni è in leggera crescita (+30 mila, +0,2%). I tassi presentano una dinamica simile: il tasso di occupazione è stabile al 60,2%, quello di disoccupazione è in calo (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni aumenta lievemente (0,1 punti). I dati provvisori del mese di ottobre 2022 segnalano, rispetto al mese precedente, un aumento del numero di occupati (+82 mila, +0,4%) e del tasso di occupazione (+0,2 punti), un ulteriore calo dei disoccupati (-8 mila, -0,4%), degli inattivi (-62 mila, -0,5%), e dei relativi tassi (-0,1 e -0,2 punti, rispettivamente).
In termini tendenziali, l’aumento dell’occupazione (+247 mila unità, +1,1% in un anno) coinvolge sia i dipendenti – a tempo indeterminato (+158 mila, +1,1%) e a termine (+23 mila, +0,7%) – sia gli indipendenti (+66 mila, +1,4%); prosegue il calo del numero di disoccupati (-284 mila in un anno, -12,9%) e di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-254 mila, -1,9% in un anno). La dinamica dei livelli si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,1 punti rispetto al terzo trimestre 2021) associata alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-1,1 e -0,4 punti, rispettivamente).
Le posizioni lavorative dipendenti nel terzo trimestre 2022 aumentano dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, con una crescita lievemente superiore per la componente a tempo pieno (+0,6%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,3%). In termini tendenziali prosegue la crescita delle posizioni dipendenti, che si attesta al 3,8%, seppure con una dinamica rallentata rispetto al trimestre precedente; anche in questo caso la crescita della componente full time (+4,5%) è più marcata di quella part time (+2,1%). Le ore lavorate per dipendente diminuiscono in termini congiunturali (-0,4%) e rallentano la crescita in termini tendenziali (+1,9%); contestualmente prosegue la riduzione del ricorso alla cassa integrazione (6,7 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti, stabile rispetto al trimestre precedente, aumenta di 0,1 punti rispetto al terzo trimestre 2021. Anche il costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) rimane invariato rispetto al trimestre precedente, per effetto di una lieve crescita delle retribuzioni (+0,1%) e di una diminuzione, di pari intensità, degli oneri sociali (-0,1%); su base annua il costo del lavoro cresce dello 0,2%, grazie all’aumento della componente retributiva (+0,3%) più forte della riduzione degli oneri sociali (-0,2%).
00PROSSIMA DIFFUSIONE: 15 marzo 2023
Dati destagionalizzati Dati grezzi
Variazioni tendenziali
(III 2022/ III 2021)
Valori Variazioni congiunturali
Agricoltura 578.63 -2,7 -2,2
Costruzioni 808.104 -1,6 5,2
OFFERTA DI LAVORO Rilevazione campionaria sulle Forze di lavoro Occupati (valori assoluti in migliaia) 23.126 -0,1 1,1
Occupati dipendenti 18.123 -0,1 1,0
a tempo indeterminato 15.100 0,2 1,1
a termine 3.023 -1,9 0,7
Occupati indipendenti 5.002 0,2 1,4
Tasso di occupazione 15-64 anni
(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 60,2 0,0 1,1
15-34 anni 43,8 -0,2 1,6
35-49 anni 75,1 0,0 0,8
50-64 anni 61,8 0,3 1,3
Disoccupati (valori assoluti in migliaia) 1.981 -2,6 -12,9
Tasso di disoccupazione 15-74 anni
(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 7,9 -0,2 -1,1
Inattivi 15-64 anni (valori assoluti in migliaia) 12.850 0,2 -1,9
Tasso di inattività 15-64 anni (valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 34,5 0,1 -0,4
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE (a) (c)
Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela Posizioni lavorative dipendenti totali (g) (indice base 2015=100) 118,9 0,5 3,8
a tempo pieno 116,6 0,6 4,5
a tempo parziale 125,0 0,3 2,1
Posizioni lavorative in somministrazione (d) (g) (indice base 2015=100) 188,2 -0,7 5,0
Monte ore lavorate (e) (h) (indice base 2015=100) 116,2
Ore lavorate per posizione dipendente (e) (h) (indice base 2015=100) 97,5
-0,4
Ore di Cig per mille ore lavorate (h)
(incidenza ogni mille ore lavorate; variazione assoluta fra incidenze) nd nd -35,0
Tasso di posti vacanti (h)(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 2,2 0,0 0,1
COSTO DEL LAVORO DIPENDENTERilevazioni Grandi Imprese, Oros e Indagine retribuzioni contrattuali Retribuzioni lorde di fatto (a) (c) (indice base 2015=100) 105,1 0,1 0,3
Oneri sociali (a) (c) (indice base 2015=100) 104,4 -0,1 -0,2
Costo del lavoro (a) (c) (indice base 2015=100) 104,9 0,0 0,2
Retribuzioni lorde contrattuali di cassa per il totale economia (valori assoluti in euro media mensile) (f) 2.031 – 0,9
(a) Dati provvisori.
(b) Le variazioni tendenziali delle ore lavorate di Contabilità Nazionale sono calcolate sulla serie destagionalizzata e non grezza.
(c) Sezioni da B a S (escluso O) della classificazione Ateco 2007 delle attività economiche.
(d) Posizioni lavorative dipendenti relative a lavoratori assunti mediante agenzie di somministrazione.
(e) La variazione tendenziale è calcolata sui dati corretti per gli effetti di calendario.
(f) Dati non destagionalizzati calcolati con la struttura occupazionale a base fissa riferita a dicembre 2015.
(g) Fonte OROS.
(h) Fonte VELA-GI.
Nel terzo trimestre 2022, l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) rimane stabile rispetto al trimestre precedente; continua la crescita tendenziale (+2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2021), seppur a ritmo meno sostenuto rispetto alla dinamica degli ultimi cinque trimestri.
Il numero di occupati, stimati dalla Rilevazione sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, scende lievemente e si attesta a 23 milioni 126 mila (-12 mila, -0,1% rispetto al secondo trimestre 2022); la diminuzione dei dipendenti a termine (-59 mila, -1,9% in tre mesi) non è stata compensata dall’aumento di quelli a tempo indeterminato (+34 mila, +0,2%) e degli indipendenti (+12 mila, +0,2%). Il tasso di occupazione rimane invariato al 60,2% ed è stabile per entrambe le componenti di genere, per il Nord e i 35-49enni; è invece in aumento nel Centro (+0,4 punti) e tra i 50-64enni (+0,3 punti), a fronte del calo nel Mezzogiorno (-0,3 punti) e tra i giovani di 15-34 anni (-0,2 punti). Il tasso di disoccupazione scende al 7,9% (-0,2 punti in tre mesi) mentre quello di inattività è in leggera crescita portandosi al 34,5% (+0,1 punti).
Nelle imprese dell’industria e dei servizi, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sia attesta allo 0,5% e aumenta sia la componente full time (+0,6%) sia quella part time (+0,3%). Prosegue la crescita su base annua, ma con una lieve decelerazione rispetto alla tendenza rilevata negli ultimi otto trimestri: le posizioni lavorative dipendenti aumentano del 3,8%, con una crescita più intensa della componente a tempo pieno rispetto a quella a tempo parziale (rispettivamente +4,5% e +2,1%).
Il monte ore lavorate aumenta sia su base congiunturale (+0,6%) sia su base annua (+5,9%), mentre le ore lavorate per dipendente mostrano una lieve diminuzione su base congiunturale (-0,4%), a fronte di una crescita su base annua (+1,9%). Rispetto al terzo trimestre 2021, le ore di cassa integrazione (Cig) diminuiscono di 35,0 ore ogni mille ore lavorate.
In termini congiunturali le posizioni in somministrazione registrano un nuovo rallentamento (-0,7%), dopo il calo significativo rilevato nel trimestre precedente; su base annua continuano invece a registrare una sostenuta crescita, pari al 5%, pur segnalando una marcata decelerazione rispetto alla dinamica rilevata nei sei trimestri precedenti.
L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) rimane stabile in termini congiunturali, quale effetto di una lieve crescita delle retribuzioni (+0,1%) e di un calo degli oneri sociali (-0,1%). Su base annua, il costo del lavoro aumenta dello 0,2%, risultato di una crescita delle retribuzioni (+0,3%) e di una riduzione degli oneri sociali (-0,2%).
Il tasso di posti vacanti, pari al 2,2%, resta invariato rispetto al trimestre precedente e, in termini tendenziali, mostra un aumento pari a 0,1 punti percentuali.
In questo trimestre “Il punto su”, a pagina 17, dal titolo “La distanza del Mezzogiorno dal resto del Paese” approfondisce le dinamiche di breve e più lungo periodo del tasso di occupazione nel Sud e nelle Isole rispetto al Centro-Nord.
Nella Nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza delle stime campionarie dei principali indicatori non destagionalizzati sull’offerta di lavoro e di alcuni indicatori sulla domanda di lavoro.
FIGURA 1. ORE LAVORATE NEL TOTALE ECONOMIA
I trim. 2017– III trim. 2022, dati destagionalizzati, variazioni tendenziali
Figura 2. Occupati (scala sinistra) e tasso di disoccupazione (scala destra) I trim. 2017– III trim. 2022, dati destagionalizzati, valori assoluti in migliaia di unità e valori percentuali
Figura 3. OCCUPATI DIPENDENTI E iNDIPENDENTI I trim. 2017 – III trim. 2022, dati destagionalizzati, valori (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra)
FIGURA 4. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI I trim 2017 – III trim 2022, indici destagionalizzati (base 2015=100)
FIGURA 5. ORE LAVORATE PER DIPENDENTE (scala sinistra) E INCIDENZA DELLA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI (scala destra) NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S) I trim. 2017 – III trim. 2022, indici destagionalizzati (base 2015=100) e incidenza per 1.000 ore lavorate
FIGURA 6. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI IN SOMMINISTRAZIONE (scala sinistra) E TASSO DI POSTI VACANTI (scala destra) NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S) I trim. 2017 – III trim. 2022, indici (base 2015=100) e valori percentuali destagionalizzati
Occupati, disoccupati, inattivi: l’andamento su base annua
(dati non destagionalizzati)
Nel terzo trimestre 2022, sebbene a ritmi più che dimezzati rispetto al trimestre precedente, prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+247 mila, +1,1% in un anno); il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni raggiunge il 60,3% (+1,1 punti – Prospetto 2).
L’aumento dell’occupazione coinvolge sia i dipendenti – a tempo indeterminato (+158 mila, +1,1%) e a termine (+23 mila, +0,7%) – sia gli indipendenti (+66 mila, +1,4 – Prospetto 3); in crescita soltanto gli occupati a tempo pieno (+1,4%) a fronte del lieve calo del tempo parziale (-0,2%).
PROSPETTO 2. TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA, CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIO. III trimestre 2022
CARATTERISTICHE Tasso di occupazione (%) Variazioni in punti percentuali su III trim. 2021
Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine
Totale 60,3 69,7 50,9 1,1 1,2 1,0
RIPARTIZIONE Nord 68,2 75,7 60,7 0,9 1,2 0,6
Centro 65,1 72,4 57,9 2,0 1,6 2,4
Mezzogiorno 46,7 60,1 33,6 0,6 0,9 0,4
CLASSE DI ETÀ 15-34 anni 44,0 50,5 37,2 1,6 1,3 1,8
15-24 anni 20,6 24,7 16,3 1,8 1,6 2,1
25-34 anni 66,0 75,1 56,5 1,7 1,4 1,9
35-49 anni 75,2 86,5 63,9 0,8 1,1 0,5
50-64 anni 61,7 72,7 51,3 1,3 1,6 1,0
CITTADINANZA Italiana 60,2 69,1 51,2 1,1 1,3 1,0
Straniera 61,0 75,1 48,1 1,0 0,9 0,9
TITOLO DI STUDIO Licenza media 45,9 58,5 31,6 1,2 1,4 1,0
Diploma 65,2 75,2 55,1 0,5 0,5 0,5
Laurea 78,5 83,8 74,7 0,6 1,3 0,1
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
Ancora in calo il numero delle persone in cerca di occupazione, la cui stima scende a 1 milione 927 mila unità (-284 mila in un anno, -12,9%); diminuiscono sia i disoccupati con precedenti esperienze di lavoro sia chi è in cerca di prima occupazione. Il calo più marcato per i disoccupati di lunga durata (-16,3% rispetto a -7,5% di coloro che sono in cerca di lavoro da meno un anno) porta la quota di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi al 56,1% dei disoccupati (-2,3 punti), per un totale di 1 milione 81 mila persone.
Il tasso di disoccupazione scende al 7,7% (-1,1 punti in un anno) e diminuisce soprattutto tra i giovani e per i residenti nel Mezzogiorno (Prospetto 4).
Nonostante nella ricerca di lavoro continui a prevalere l’uso del canale informale – rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (75,0%, +1,2 punti) – risulta in maggiore aumento l’utilizzo di azioni di ricerca più formali, come l’aver sostenuto un colloquio o aver partecipato a una selezione di lavoro (25,5%, +5,5 punti), l’essersi rivolti al Centro pubblico per l’impiego (21,5%, +4,8 punti) e/o a una agenzia privata di intermediazione/somministrazione (19,5%, +2,1 punti).
PROSPETTO 3. OCCUPATI PER TIPOLOGIA DI ORARIO, POSIZIONE PROFESSIONALE E CARATTERE DELL’OCCUPAZIONE. III trimestre 2022
Tipologia di orario, posizione professionale e carattere dell’occupazione Valori assoluti
(in migliaia) Variazioni su III trim. 2021 Incidenza %
Assolute (in migliaia) Percentuali III trim 2021 III trim 2022
Tempo parziale 4.174 -9 -0,2 18,3 18,0
a tempo parziale 2.608 57 2,2 11,1 11,3
A termine 3.070 23 0,7 13,3 13,3
a tempo pieno 2.189 21 1,0 9,5 9,5
a tempo parziale 880 2 0,2 3,8 3,8
Indipendenti 4.964 66 1,4 21,4 21,5
a tempo parziale 685 -69 -9,1 3,3 3,0
senza dipendenti 3.522 -55 -1,5 19,1 18,6
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
PROSPETTO 4. TASSO DI DISOCCUPAZIONE 15-74 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA, CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIO. III trimestre 2022
CARATTERISTICHE Tasso di disoccupazione (%) Variazioni in punti percentuali
su III trim. 2021
Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine
Totale 7,7 6,6 9,3 -1,1 -1,1 -1,1
RIPARTIZIONE Nord 4,8 3,8 6,1 -0,6 -0,6 -0,5
Centro 6,6 5,6 7,7 -1,4 -1,5 -1,3
Mezzogiorno 13,8 11,6 17,3 -1,7 -1,5 -2,0
CLASSE DI ETÀ 15-34 anni 13,8 12,1 16,1 -2,4 -1,9 -3,0
15-24 anni 22,5 21,0 24,8 -4,4 -2,8 -7,0
25-34 anni 10,8 8,9 13,5 -1,8 -1,8 -1,9
35-49 anni 6,6 5,0 8,7 -0,7 -0,9 -0,5
50 anni e oltre 4,9 4,5 5,4 -0,8 -0,9 -0,6
CITTADINANZA Italiana 7,4 6,4 8,7 -1,1 -1,1 -1,2
Straniera 10,5 8,1 13,6 -1,1 -1,7 -0,4
TITOLO DI STUDIO Licenza media 10,6 9,2 13,4 -1,4 -1,5 -1,4
Diploma 7,6 5,9 9,7 -0,8 -0,7 -0,9
Laurea 4,2 2,9 5,3 -1,2 -1,2 -1,2
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
Nel terzo trimestre 2022, sebbene a ritmi più che dimezzati rispetto al trimestre precedente, prosegue il calo del numero di inattivi di 15-64 anni (-254 mila, -1,9% in un anno) che si attesta a 12 milioni 875 mila. Si riduce il numero delle persone in cassa integrazione guadagni da più di tre mesi che dai 102 mila del terzo trimestre 2021 (lo 0,8% del totale inattivi di 15-64 anni) scende a 14 mila (lo 0,1% del totale).
Il calo degli inattivi si riflette nella diminuzione del tasso di inattività 15-64 anni che scende al 34,6% (-0,4 punti – Prospetto 5).
PROSPETTO 5. TASSO DI INATTIVITÀ 15-64 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA, CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIO. III trimestre 2022
CARATTERISTICHE Tasso di inattività (%) Variazioni in punti percentuali
su III trim. 2021
Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine
Totale 34,6 25,3 43,9 -0,4 -0,4 -0,3
RIPARTIZIONE Nord 28,3 21,3 35,3 -0,5 -0,8 -0,3
Centro 30,3 23,3 37,2 -1,0 -0,3 -1,7
Mezzogiorno 45,6 31,8 59,2 0,4 0,1 0,6
CLASSE DI ETÀ 15-34 anni 48,9 42,5 55,6 -0,4 -0,3 -0,6
15-24 anni 73,4 68,8 78,4 -0,9 -1,0 -0,8
25-34 anni 26,0 17,6 34,7 -0,3 0,1 -0,8
35-49 anni 19,5 8,9 30,1 -0,3 -0,3 -0,2
50-64 anni 35,0 23,6 45,8 -0,8 -1,0 -0,6
CITTADINANZA Italiana 34,9 26,0 43,8 -0,4 -0,5 -0,3
Straniera 31,9 18,3 44,3 -0,1 0,7 -0,6
TITOLO DI STUDIO Licenza media 48,5 35,4 63,4 -0,5 -0,5 -0,5
Diploma 29,4 20,0 38,9 0,1 0,1 0,1
Laurea 17,9 13,6 21,1 0,4 -0,3 1,0
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
Diminuiscono soprattutto gli inattivi che non cercano lavoro per motivi familiari (-219 mila, -7,2%), perché in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (-61 mila, -8,5%) o per “altro motivo” (-65 mila, -3,1%), modalità quest’ultima che include anche chi attende di riprendere il proprio lavoro (Prospetto 6); seppur con minore intensità, diminuisce anche il numero di quanti non cercano lavoro per ragioni di studio (-53 mila, -1,2%).
In aumento invece il numero di scoraggiati (+86 mila, +8,4%), ossia di chi dichiara di non aver cercato lavoro in quanto ritiene di non riuscire a trovarlo.
PROSPETTO 6. INATTIVI 15-64 ANNI PER SESSO E MOTIVO DELLA MANCATA RICERCA DEL LAVORO. III trimestre 2022
CARATTERISTICHE Valori assoluti (in migliaia) Variazioni percentuali
su III trim. 2021
Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine
Totale 12.875 4.695 8.180 -1,9 -2,4 -1,7
Studio 4.248 2.020 2.229 -1,2 -1,7 -0,8
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
Nel terzo trimestre 2022 tornano ad ampliarsi i divari territoriali: il Mezzogiorno si caratterizza per l’aumento più contenuto del tasso di occupazione (+0,6 punti in un anno, in confronto a +2,0 punti del Centro e +0,9 punti del Nord) e per la più forte diminuzione di quello di disoccupazione (-1,7 punti rispetto a -1,4 punti nel Centro e -0,6 punti nel Nord) che si associa all’aumento del tasso di inattività (+0,4 punti, contro il calo nel Centro e nel Nord pari a -1,0 e -0,5 punti, rispettivamente).
La crescita del tasso di occupazione è leggermente superiore per gli uomini (+1,2 punti) rispetto alle donne (+1,0 punti); la diminuzione del tasso di disoccupazione è la stessa (-1,1 in entrambi i casi) ed è simile quella del tasso di inattività (-0,4 punti gli uomini e -0,3 punti le donne).
La crescita del tasso di occupazione è simile tra stranieri (+1,0 punti) e italiani (+1,1 punti) ed è identica la diminuzione di quello di disoccupazione (-1,1 punti in entrambi i casi); la riduzione del tasso di inattività è invece più contenuta tra gli stranieri (-0,1 rispetto -0,4 punti degli italiani).
I giovani di 15-34 anni mostrano la crescita più sostenuta del tasso di occupazione (+1,6 punti) e la riduzione più marcata del tasso di disoccupazione (-2,4 punti); la stessa dinamica, sebbene di minore intensità, riguarda anche i 35-49enni (+0,8 punti e -0,7 punti, rispettivamente) e chi ha almeno 50 anni (+1,3 e -0,8 punti); tra questi ultimi la riduzione del tasso di inattività è più marcata (-0,8 punti) rispetto ai 15-34enni (-0,4 punti) e ai 35-49enni (-0,3 punti).
Si riducono gli elevati divari per titolo di studio. Tra chi ha conseguito al massimo la licenza media è più forte la crescita del tasso di occupazione (+1,2 punti rispetto a +0,5 punti dei diplomati e +0,6 punti dei laureati) e più intensa la riduzione di quello di disoccupazione (-1,4 punti rispetto a -0,8 e -1,2 punti); in calo anche il tasso di inattività (-0,5 punti) che è invece in aumento per chi ha conseguito un titolo più elevato (+0,1 punti i diplomati e +0,4 punti i laureati). Il tasso di occupazione tra i laureati (78,5%) rimane comunque superiore di circa 13 punti a quello dei diplomati (65,2%) e di quasi 33 punti rispetto a quello di chi possiede fino alla licenza media (45,9%). Il tasso di disoccupazione passa dal 4,2% tra i laureati, al 7,6% tra i diplomati fino a raggiungere il 10,6% per quanti hanno conseguito un titolo più basso.
FIGURA 7. Occupati per GENERE
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 8. Occupati per RIPARTIZIONE TERRITORIALE
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 9. Occupati per CLASSE DI ETÀ
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 10. Occupati per CITTADINANZA
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 11. Occupati per POSIZIONE PROFESSIONALE
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 12. Occupati per REGIME ORARIO
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 13. Disoccupati per durata della disoccupazione
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 14. Inattivi 15-64 anni per tipologia di inattivita’
I 2019- III 2022, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro
Nel terzo trimestre 2022 prosegue la crescita della domanda di lavoro, nonostante la decelerazione rispetto al trimestre precedente. In termini congiunturali l’aumento delle posizioni totali nell’industria risulta pari allo 0,7%, con una variazione più significativa nella componente a tempo pieno (+0,8%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,1%); nei servizi privati le posizioni aumentano dello 0,4%, stesso aumento per la componente part time mentre lievemente inferiore è quella full time (+0,3%) (Prospetto 7).
La crescita tendenziale delle posizioni lavorative rallenta rispetto al periodo precedente, pur mantenendo una dinamica significativa sia nell’industria e sia nei servizi (3,6% e 4% rispettivamente). In entrambi i comparti, i full time registrano aumenti più sostenuti rispetto ai part time: la crescita dei primi è pari al 4% nell’industria e al 4,9% nei servizi, mentre i part time aumentano rispettivamente dello 0,8% e del 2,3%. La quota dei part time sul totale delle posizioni si attesta al 12,1% nell’industria (-2,4 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2021) e al 38,4% nei servizi (-1,5 punti percentuali).
Prosegue il calo congiunturale delle posizioni lavorative in somministrazione anche nel terzo trimestre 2022 (-0,7%), seppur in maniera meno marcata rispetto al trimestre precedente. Anche per questa tipologia lavorativa la riduzione interessa soprattutto la componente part time (-1,1%) rispetto a quella full time (-0,5%). A decelerare è anche la dinamica tendenziale che, tuttavia, rimane significativamente positiva, registrando un aumento del 5%, da attribuire alla crescita della componente a tempo pieno (+7,4%) a fronte del calo di quella a tempo parziale (-1,6%). L’incidenza della componente part time sul totale delle posizioni in somministrazione scende a 25,3% (-5,9 punti percentuali in termini tendenziali).
Il monte ore lavorate aumenta su base congiunturale (dati destagionalizzati) di 0,7% nell’industria e di 0,5% nei servizi; in termini tendenziali (al netto degli effetti di calendario) di 4,3% e 6,8% rispettivamente. Rispetto al trimestre precedente, le ore lavorate per dipendente diminuiscono sia nell’industria, dello 0,4%, sia nei servizi, dell’1,1% (dati destagionalizzati), mentre rispetto al terzo trimestre 2021 (al netto degli effetti di calendario) aumentano dello 0,6% e del 3,0% rispettivamente (Prospetto 8).
Nel terzo trimestre 2022, le imprese industriali e dei servizi privati hanno utilizzato 6,7 ore di Cig ogni mille ore lavorate, in diminuzione di 35,0 ore rispetto allo stesso trimestre del 2021 (Prospetto 9). In particolare, nell’industria sono state utilizzate 11,2 ore (16,2 ore in meno rispetto al terzo trimestre 2021) e nei servizi 3,9 ore (46,9 ore in meno).
L’incidenza delle ore di straordinario sulle ore lavorate è pari al 3,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2021 (Prospetto 9).
Il tasso di posti vacanti destagionalizzato, nel complesso delle attività economiche, risulta stabile rispetto al trimestre precedente, come sintesi di una diminuzione di 0,2 punti percentuali nei servizi e di un aumento di 0,1 punti nell’industria. Il tasso si attesta, quindi, al 2,2% nell’industria e al 2,1% nei servizi. Il dato grezzo aumenta sia nell’industria sia nei servizi, rispettivamente, di 0,2 e 0,1 punti percentuali (Prospetto 10).
PROSPETTO 7. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI PER TEMPO DI LAVORO E SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali
SETTORI Dati destagionalizzati
III 2022II 2022 Dati grezzi
III 2022III 2021 Quota
dipendenti a tempo parziale sul totale dipendenti
Totali
(b) Tempo pieno
(b) Tempo parziale
(b) Totali Tempo pieno Tempo parziale III 2022 III 2022III 2021
Industria (B-F) 0,7 0,8 0,1 3,6 4,0 0,8 12,1 -2,4
B-E Industria in senso stretto 0,4 0,5 -0,2 2,0 2,3 -0,3 12,1 -2,4
B Estrazione di minerali da cave e miniere -0,8 -0,8 -0,7 -3,2 -2,9 -8,5 6,5 -4,4
C Attività manifatturiere 0,4 0,5 -0,3 2,0 2,3 -0,3 12,2 -2,4
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,5 0,5 0,8 1,8 1,7 4,2 6,0 1,7
E Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti e risanamento 0,4 0,5 0,2 1,3 1,5 0,2 14,0 -1,4
F Costruzioni 1,8 1,9 0,9 9,6 10,3 4,7 11,8 -4,8
Servizi (G-S escluso O) 0,4 0,3 0,4 4,0 4,9 2,3 38,4 -1,5
G-N Servizi di mercato 0,4 0,2 0,6 3,9 4,9 2,2 36,0 -1,6
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 0,7 0,7 0,6 2,7 3,1 1,9 38,0 -0,8
H Trasporto e magazzinaggio 0,4 0,4 0,0 1,9 2,5 -1,4 16,6 -2,9
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione -1,1 -4,3 1,3 7,5 11,7 4,5 55,6 -3,0
J Servizi di informazione e comunicazione 1,0 1,1 0,8 3,9 4,0 3,0 16,7 -1,2
K Attività finanziarie ed assicurative -0,2 -0,1 -0,6 0,5 0,6 -0,2 16,1 -0,6
L Attività immobiliari 1,7 2,4 0,9 10,2 12,0 7,9 42,8 -2,1
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 2,3 2,6 1,6 7,0 8,2 4,3 28,2 -2,8
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 0,2 0,8 -0,5 3,6 6,5 0,2 45,5 -3,4
di cui: Posizioni lavorative in somministrazione (ex interinali) -0,7 -0,5 -1,1 5,0 7,4 -1,6 25,3 -5,9
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi 0,4 1,0 -0,1 3,6 4,8 2,7 55.0 -0,9
P Istruzione 1,8 1,9 1,8 8,7 9,5 8,1 56,1 -0,5
Q Sanità e assistenza sociale 0,1 0,9 -0,5 2,5 3,7 1,6 55,9 -0,9
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,2 -0,1 2,6 8,1 8,2 8,0 50,6 0,0
S Altre attività di servizi 0,2 1,4 -0,8 2,3 4 1,0 55,0 -1,4
Industria e servizi di mercato (B-N) 0,5 0,5 0,4 3,9 4,5 2,0 27,0 -1,8
Industria e servizi (B-S, escluso O) 0,5 0,6 0,3 3,8 4,5 2,1 29,4 -1,7
Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese e Oros
(a) Dati provvisori.
(b) Gli indici destagionalizzati degli aggregati settoriali delle posizioni a tempo pieno e a tempo parziale sono sintesi degli indici destagionalizzati delle due componenti per i settori di riferimento (metodo indiretto). A seguire, gli indici destagionalizzati delle posizioni lavorative totali sono sintesi degli indici destagionalizzati delle posizioni a tempo pieno e parziale per singolo settore e aggregato settoriale.
PROSPETTO 8. MONTE ORE LAVORATE E ORE LAVORATE PER DIPENDENTE NELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali
SETTORI Monte ore lavorate Ore lavorate per dipendente
Dati destagionalizzati
(b) Dati corretti
per gli effettidi calendario
(b) Dati destagionalizzati
(b) Dati corretti
per gli effettidi calendario
III 2022II 2022 III 2022III 2021 III 2022II 2022 III 2022III 2021
Industria (B-F) 0,7 4,3 -0,4 0,6
B-E Industria in senso stretto 0,6 3,0 0,4 0,9
B Estrazione di minerali da cave e miniere -1,7 -3,8 0,1 0,2
C Attività manifatturiere 0,6 3,2 0,1 1,0
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,5 3,1 0,7 1,3
E Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti e risanamento 0,5 0,6 0,3 0,3
F Costruzioni 1,0 9,0 -0,8 -1,5
Servizi (G-S escluso O) 0,5 6,8 -1,1 3,0
G-N Servizi di mercato 0,9 7,4 -0,9 3,3
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 0,2 5,0 -2,0 1,6
H Trasporto e magazzinaggio 1,0 4,9 0,9 2,1
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 2,8 19,5 1,1 9,4
J Servizi di informazione e comunicazione 1,4 3,9 1,1 3,6
K Attività finanziarie ed assicurative 0,5 1,1 0,1 0,6
M Attività professionali, scientifiche e tecniche -0,5 6,5 -0,2 0,8
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 1,3 7,5 1,2 5,3
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi -1,6 2,3 -2,3 -0,7
P Istruzione 2,7 12,8 1,8 3,5
Q Sanità e assistenza sociale -0,4 -0,7 -1,1 -3,2
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento -3,5 13,6 -2,1 4,9
S Altre attività di servizi -4,6 0,9 -1,8 1,9
Industria e servizi di mercato (B-N) 0,9 6,2 -0,3 2,0
Industria e servizi (B-S, escluso O) 0,6 5,9 -0,4 1,9
Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela
(a) Dati provvisori.
(b) Gli indici sul monte ore lavorate e sulle ore lavorate per dipendente sono destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario utilizzando il metodo diretto, ossia separatamente per ciascun settore di attività economica e per l’indice totale. Le serie aggregate possono pertanto differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto).
(c) I dati sul monte ore lavorate e sulle ore lavorate per dipendente della sezione L non sono pubblicati separatamente per la ridotta numerosità della sua popolazione. Sono comunque inclusi nel calcolo di quelli per gli aggregati superiori: G-N, G-S escluso O, B-N e B-S escluso O.
PROSPETTO 9. ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI E ORE DI STRAORDINARIO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022 (a), incidenza sulle ore lavorate e variazioni tendenziali
SETTORI Ore di cassa integrazione guadagni
(rapporto per 1000 ore lavorate e variazioni tendenziali) Ore di straordinario
(rapporto per 100 ore lavorate e variazioni tendenziali)
III 2022 III 2022 (b)III 2021 III 2022 III 2022 (b)III 2021
Industria (B-F) 11,2 -16,2 3,2 0,0
Industria in senso stretto (B-E) 13,0 -17,2 3,4 0,1
Costruzioni F 5,4 -12,2 2,7 0,0
Servizi (G-S, escluso O) 3,9 -46,9 3,1 0,2
Servizi di mercato (G-N) 4,3 -48,4 3,2 0,2
Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi (P-S) 1,2 -36,5 2,1 0,1
Industria e servizi di mercato (B-N) 7,2 -34,8 3,2 0,1
Industria e servizi (B-S, escluso O) 6,7 -35,0 3,1 0,1
Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela
(a) Dati provvisori (b) Differenze assolute
PROSPETTO 10. TASSO DI POSTI VACANTI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022 (a), valori percentuali, differenze congiunturali e tendenziali in punti percentuali
SETTORI Dati destagionalizzati (b) Dati grezzi
III 2022 III 2022
II 2022 III 2022 III 2022
III 2021
Industria (B-F) 2,2 0,1 2,2 0,2
B-E Industria in senso stretto 1,9 0,1 1,8 0,2
B Estrazione di minerali da cave e miniere 1,1 -0,3 1,1 0,6
C Attività manifatturiere 1,9 0,0 1,9 0,2
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1,3 0,1 1,3 0,4
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 1,1 0,0 1,0 -0,1
F Costruzioni 3,6 0,4 3,5 0,2
Servizi (G-S, escluso O) 2,1 -0,2 1,9 0,1
G-N Servizi di mercato 2,2 0,0 2,0 0,2
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 1,7 -0,1 1,8 -0,1
H Trasporto e magazzinaggio 1,6 0,2 1,5 0,4
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3,5 0,1 2,3 0,0
J Servizi di informazione e comunicazione 2,9 -0,2 2,9 0,5
K Attività finanziarie ed assicurative 1,0 -0,1 1,0 0,0
L-N Attività immobiliari, professionali e noleggio (c) 2,2 0,1 2,2 0,4
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi 1,8 -0,1 1,9 -0,1
P Istruzione 1,0 -0,8 1,5 -0,9
Q Sanità e assistenza sociale 1,7 0,2 1,7 -0,2
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 2,6 -0,2 1,8 0,2
S Altre attività di servizi 2,5 0,3 2,4 0,3
Industria e servizi di mercato (B-N) 2,2 0,0 2,1 0,2
Industria e servizi (B-S, escluso O) 2,2 0,0 2,0 0,1
Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela
Dati provvisori
Gli indici sono destagionalizzati utilizzando il metodo diretto, ossia separatamente per ciascun settore di attività economica e per l’indice totale. Le serie aggregate, trattate con tale metodo, possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto).
I dati della sezione L non sono pubblicati separatamente per la ridotta numerosità della sua popolazione. Sono comunque inclusi nel calcolo di quelli per gli aggregati superiori: G-N, G-S escluso O, B-N e B-S escluso O.
PROSPETTO 11. RETRIBUZIONI DI FATTO, ONERI SOCIALI E COSTO DEL LAVORO PER ULA PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali
SETTORI Retribuzioni per Ula Oneri sociali per Ula Costo del lavoro per Ula
Dati destagionalizzati
(b) Dati grezzi Dati destagionalizzati (b) Dati grezzi Dati destagionalizzati (b) Dati grezzi
III 2022II 2022 III 2022III 2021 III 2022II 2022 III 2022III 2021 III 2022II 2022 III 2022III 2021
Industria (B-F) -0,3 0,5 -0,6 0,4 -0,4 0,5
B-E Industria in senso stretto -0,5 0,4 -0,7 0,3 -0,5 0,4
B Estrazione di minerali da cave e miniere 0,2 0,1 -0,7 2,6 0,0 0,8
C Attività manifatturiere -0,6 0,3 -0,7 0,4 -0,6 0,4
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,6 0,4 1,5 2,1 0,8 0,8
E Fornitura di acqua; reti fognarie gestione dei rifiuti e risanamento 0,5 2,4 -1,6 -2,5 -0,1 1,0
F Costruzioni 0,4 1,8 0,0 1,1 0,2 1,5
Servizi (G-S escluso O) 0,1 0,3 0,2 -0,5 0,1 0,1
G-N servizi di mercato 0,2 0,3 0,0 -0,5 0,2 0,1
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 0,4 0,5 0,3 0,2 0,4 0,5
H Trasporto e magazzinaggio -1,6 -2,1 -1,8 -1,8 -1,6 -2,1
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 0,8 2,0 1,3 -0,4 0,9 1,4
J Servizi di informazione e comunicazione 0,0 0,1 0,3 0,9 0,1 0,3
K Attività finanziarie ed assicurative 0,2 4,3 0,4 3,7 0,3 4,2
L Attività immobiliari 0,2 -0,2 -0,3 -1,5 0,1 -0,6
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1,2 1,5 1,4 1,1 1,3 1,4
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese -0,3 1,0 -0,5 -2,0 -0,4 0,2
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi 0,2 0,3 0,0 -0,2 0,2 0,2
P Istruzione 0,2 0,5 0,1 0,0 0,1 0,3
Q Sanità e assistenza sociale 0,1 -1,2 -0,4 -1,0 0,0 -1,2
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,1 4,1 2,4 1,6 1,4 3,5
S Altre attività di servizi 0,2 1,0 0,2 0,7 0,2 0,9
Industria e servizi di mercato (B-N) -0,1 0,3 -0,3 -0,2 -0,2 0,2
Industria e servizi (B-S, escluso O) 0,1 0,3 -0,1 -0,2 0,0 0,2
Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela
Dati provvisori.
Gli indici degli aggregati settoriali di retribuzioni e oneri sociali sono destagionalizzati utilizzando il metodo diretto, ossia ciascuna serie elementare relativa al singolo aggregato settoriale viene trattata separatamente rispetto al relativo indice totale. Tutti gli indici destagionalizzati relativi al costo del lavoro vengono, invece, ottenuti con metodo indiretto, come sintesi dei relativi indici destagionalizzati di retribuzioni e oneri sociali. Tuttavia sugli aggregati settoriali anche quest’ultima variabile risulta destagionalizzata indipendentemente dalle serie elementari relative al singolo aggregato settoriale. In via generale, il metodo indiretto garantisce la coerenza tra le serie aggregate e le serie componenti, mentre le serie trattate direttamente possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto).
In termini congiunturali il costo del lavoro per Ula registra un calo nell’industria (-0,4%) e una lieve crescita nei servizi (+0,1%); in termini tendenziali, invece, la crescita si registra sia nell’industria (+0,5%) sia, in misura più lieve, nei servizi (+0,1%) (Prospetto 11).
Anche le retribuzioni per Ula in termini congiunturali si riducono nell’industria (- 0,3%) e aumentano nei servizi (+0,1%); su base annua aumentano sia nell’industria e sia nei servizi (+0,5% e +0,3%, rispettivamente). Infine, anche gli oneri sociali per Ula, rispetto al trimestre precedente, diminuiscono nell’industria (-0,6%) e crescono lievemente nei servizi (+0,2%); su base annua, invece, aumentano nell’industria (+0,4%) e si riducono nei servizi (-0,5%).
Andamento in crescita anche per le retribuzioni contrattuali di cassa per dipendente (+0,9% nel totale economia), di entità diversa nei settori di attività economica: +3,3% in agricoltura, +1,6% nell’industria e -0,3% nei servizi di mercato. Per l’aggregato industria e servizi di mercato (B-N) la crescita delle retribuzioni contrattuali è pari a +0,5%; sebbene sia più contenuta rispetto al totale economia, è comunque superiore, di 0,2 punti percentuali, a quella registrata per le retribuzioni di fatto per Ula (per lo stesso aggregato).
PROSPETTO 12. RETRIBUZIONI CONTRATTUALI DI CASSA PER DIPENDENTE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2022, media mensile in euro; variazioni percentuali tendenziali
SETTORI Valori assoluti
III 2022 III 2022III 2021
A Agricoltura 1.617 +3,3
Industria (B-F) 2.028 +1,6
B-E Industria in senso stretto 2.034 +1,4
B Estrazione di minerali da cave e miniere 2.587 +0,9
C Attività manifatturiere 2.017 +1,5
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 2.433 +0,3
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 2.046 +1,2
F Costruzioni 2.005 +2,5
Servizi (G-S) 2.044 +0,6
G-N Servizi di mercato 1.969 -0,3
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 1.842 +0,4
H Trasporto e magazzinaggio 2.081 -4,0
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.588 +1,0
J Servizi di informazione e comunicazione 2.197 +1,1
K Attività finanziarie e assicurative 3.109 +0,5
L Attività immobiliari 1.829 +0,5
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.883 +0,4
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 1.676 +1,0
O Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 2.365 +4,1
P Istruzione 2.170 +0,5
Q Sanità e assistenza sociale 1.918 +0,3
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1.736 +0,8
S Altre attività di servizi 1.788 +0,9
Industria e servizi di mercato (B-N) 1.995 +0,5
Totale economia 2.031 +0,9
Fonte: Rilevazione retribuzioni contrattuali
FIGURA 15. MONTE ORE LAVORATE PER SETTORE.
I 2017 – III 2022, indici destagionalizzati (base 2015=100)
FIGURA 17. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI TOTALI PER SETTORE. I 2017 – III 2022, indici destagionalizzati (base 2015=100)
FIGURA 19. RETRIBUZIONI DI FATTO PER ULA PER SETTORE. I 2017- III 2022, variazioni tendenziali percentuali
FIGURA 21. COSTO DEL LAVORO PER SETTORE. I 2017 – III 2022, variazioni tendenziali percentuali (base 2015=100)
FIGURA 16. TASSO DI POSTI VACANTI PER SETTORE.
I trim. 2017 – III trim. 2022, dati destagionalizzati, valori percentuali
FIGURA 18. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI A TEMPO PARZIALE PER SETTORE. I 2017 – III 2022, indici destagionalizzati (base 2015=100)
FIGURA 20. ONERI SOCIALI PER ULA PER SETTORE. I 2017- III 2022, variazioni tendenziali percentuali
FIGURA 22. RETRIBUZIONI DI FATTO E RETRIBUZIONI CONTRATTUALI DI CASSA PER SETTORE. II 2017 – III 2022, variazioni tendenziali percentuali (base 2015=100)
00il punto su
La distanza del Mezzogiorno dal resto del Paese
Nel terzo trimestre 2022 la crescita del tasso di occupazione nel Mezzogiorno è stata la metà di quella osservata nel resto del Paese, dopo dodici trimestri consecutivi in cui la dinamica era stata più favorevole o quasi analoga a quella del Centro-nord. Si interrompe dunque il recente trend che aveva portato a una riduzione dell’ampio gap territoriale in termini di tasso di occupazione.
Dal 2004 (primo anno della serie storica) si è osservato un aumento progressivo del divario territoriale a sfavore del Mezzogiorno, frutto di un ritmo di crescita del tasso di occupazione più sostenuto nel Centro-nord che è proseguito fino al 2008: dai 17,4 punti del terzo trimestre 2004 (corrispondente a un tasso del 63,9% nel Centro-nord e 46,5% nel Mezzogiorno) ai 19,7 punti nel terzo 2008 (con i tassi rispettivamente al 65,8% e al 46,1%) (Figure 1 e 2). La prima fase della crisi economica ha colpito l’occupazione (nel 2009) in maniera simile nelle diverse ripartizioni geografiche, mentre la seconda fase (nel 2013) ha coinvolto soprattutto il Mezzogiorno, che ha anche mostrato una ripresa successiva più lenta; il gap territoriale tra i tassi di occupazione ha raggiunto il valore massimo nel terzo trimestre 2014 (attestandosi a 22 punti). Successivamente, la dinamica occupazionale positiva che ha caratterizzato tutto il territorio nazionale ha portato, seppur con qualche oscillazione, il gap tra i tassi a stabilizzarsi sui 21 punti.
La pandemia, come noto, ha colpito maggiormente le regioni centro-settentrionali e nel 2020 si registra una considerevole riduzione del gap – a seguito del più forte calo del tasso di occupazione nel Centro-nord – che è proseguita anche all’inizio del 2021, per effetto di una ripresa del tasso di occupazione nel Mezzogiorno più marcata rispetto al resto del Paese. Tuttavia, dopo tre trimestri di sostanziale stabilità e un ulteriore calo nel secondo trimestre 2022, il divario territoriale nell’ultimo trimestre torna a crescere (20,5 punti) e, seppur ancora inferiore al periodo pre-pandemia (-0,7 punti), resta più elevato sia di quello del terzo trimestre del 2008 (+0,8 punti) sia di quello del terzo trimestre 2004 (+3,1 punti), a segnalare una debolezza strutturale del mercato del lavoro del Mezzogiorno che non accenna a modificarsi.
FIGURA 1 – TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI PER RIPARTIZIONE E DIVARIO TERRITORIALE. I 2005-III 2022 (variazioni in punti percentuali) FIGURA 2 – DIVARIO CENTRO-NORD E MEZZOGIORNO DEL TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI. III 2004-III 2022 (valori percentuali)
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Tra le donne il divario territoriale è quasi doppio di quello registrato tra gli uomini (26,2 punti nel terzo trimestre 2022 a fronte di 14,6 punti per i maschi), anche per effetto di un ampliamento nel corso degli anni più marcato di quello maschile: il tasso di occupazione femminile è cresciuto in tutto il Paese, ma rispetto al terzo trimestre 2004 l’incremento nel Centro-nord (+6,2 punti) è stato più intenso di quello nel Mezzogiorno (+2,7 punti), dove continua a essere occupato solo un terzo delle donne tra i 15 e i 64 anni (Figure 3 e 4).
Il gap territoriale è inoltre più marcato per la classe di età centrale (24 punti per i 35-49enni) rispetto agli under 35 e ai 50-64enni (19 e 17,4 punti, rispettivamente); questi ultimi presentano tuttavia una dinamica opposta nel corso degli anni considerati. Per i 15-34enni il divario è, infatti, diminuito per effetto della più forte riduzione del tasso di occupazione nel Centro-nord (dal 62,5% del terzo trimestre 2004 al 50,9% nel terzo trimestre 2022) che si è avvicinato, pur rimanendo molto più elevato, a quello del Mezzogiorno (sceso a sua volta dal 37,5% al 31,9%); per i 50-64enni il gap, estremamente ridotto nel 2004, è aumentato a seguito della forte crescita del tasso di occupazione nel Centro-nord, legata anche all’entrata in vigore, dal 2012, della riforma del sistema pensionistico che ha innalzato l’età pensionabile e i requisiti contributivi. Nel Mezzogiorno l’impatto di tale riforma è stato minore per effetto della più marcata discontinuità nelle carriere lavorative che rende più difficile e meno frequente, per la mancanza contribuzione minima richiesta, l’accesso alla pensione anticipata.
FIGURA 3 – TASSO DI OCCUPAZIONE PER RIPARTIZIONE, SESSO E ETA’. III 2004-III 2022 (valori percentuali) FIGURA 4 – GAP DEL TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 PER SESSO E ETA’. III 2004-III 2022 (valori percentuali)
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
La condizione di svantaggio del Mezzogiorno è evidente anche se si considera la distanza dalla media europea: in base all’ultimo dato disponibile (secondo trimestre 2022), il tasso di occupazione dei 15-64enni del Mezzogiorno è inferiore di 22,7 punti a quello medio Ue, distanza di oltre 8 volte più elevata di quella registrata dal Centro-nord (-2,7 punti dalla media Ue).
Revisioni
Nei prospetti che seguono vengono riportate le revisioni ai dati distinte secondo le diverse fonti utilizzate. Le revisioni ai dati distinte secondo le diverse fonti utilizzate. Le revisioni sono calcolate come differenza tra le variazioni percentuali o tra le differenze fra i tassi rilasciate con l’ultimo comunicato stampa e quelle diffuse con il comunicato precedente. Motivazioni e caratteristiche delle revisioni sono descritte nella Nota metodologica allegata, nella sezione di pertinenza.
Il Prospetto 16 riporta le revisioni delle variazioni congiunturali di occupati, disoccupati, inattivi, tasso di occupazione, tasso di disoccupazione e tasso di inattività, di fonte Rilevazione sulle forze lavoro, prodotte nel momento in cui viene aggiunta una nuova osservazione nella procedura di destagionalizzazione.
PROSPETTO 16. OCCUPATI, DISOCCUPATI, INATTIVI, TASSO DI OCCUPAZIONE, TASSO DI DISOCCUPAZIONE, TASSO DI INATTIVITÀ. III trimestre 2021 – II trimestre 2022, revisioni delle variazioni congiunturali percentuali, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato e le stime precedenti
PERIODI Occupati Disoccupati Inattivi Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di
inattività
III trim. 2021 0,1 -0,3 -0,1 0,1 0,0 -0,1
IV trim. 2021 -0,1 0,1 0,2 -0,1 0,0 0,1
I trim. 2022 0,0 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0
II trim. 2022 0,0 0,3 0,0 0,0 0,0 0,0
Il Prospetto 17 riepiloga le revisioni delle variazioni tendenziali e congiunturali degli indici delle posizioni lavorative dipendenti totali, a tempo pieno e a tempo parziale, delle retribuzioni di fatto, degli oneri sociali e del costo del lavoro per Ula, nel totale industria e servizi, secondo gli Indicatori sulle imprese (Oros e GI). Per le variazioni tendenziali si tratta della revisione corrente effettuata ogni trimestre; per le variazioni congiunturali a questa si somma la revisione prodotta dalla procedura di destagionalizzazione nel momento in cui si aggiunge una nuova osservazione.
PROSPETTO 17. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI, RETRIBUZIONI DI FATTO, ONERI SOCIALI, COSTO DEL LAVORO PER ULA NEL TOTALE INDUSTRIA E SERVIZI PRIVATI (B-S). III trimestre 2021 – II trimestre 2022, revisioni delle variazioni percentuali, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato (indici in base 2015=100) e le stime precedenti (indici in base 2015=100)
PERIODO Posizioni lavorative dipendenti totali Posizioni lavorative dipendenti a tempo pieno Posizioni lavorative dipendenti a tempo parziale Retribuzioni Oneri sociali Costo del lavoro
Tend. (a) Cong. (b) Tend. (a) Cong. (b) Tend. (a) Cong. (b) Tend. (a) Cong. (b) Tend. (a) Cong. (b) Tend. (a) Cong. (b)
III trim. 2021 -0,1 -0,1 -0,3 -0,4 0,0 0,1 -0,2 -0,2 -0,2 0,0 -0,3 -0,2
IV trim. 2021 -0,2 0,0 -0,1 0,3 -0,3 -0,2 0,0 0,2 0,0 0,1 0,0 0,2
I trim. 2022 -0,2 0,0 -0,1 0,0 -0,1 -0,1 0,0 0,0 0,0 -0,1 0,0 0,0
II trim. 2022 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 -0,2 -0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
(a) Calcolate sugli indici grezzi
(b) Calcolate sugli indici destagionalizzati
Il Prospetto 18 dà conto delle revisioni sulle variazioni tendenziali e congiunturali degli indici del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente, nonché del tasso di posti vacanti nel totale delle imprese con dipendenti nel complesso delle attività economiche, secondo gli Indicatori sulle imprese (Vela e GI). Per le variazioni congiunturali, la revisione è prodotta dalla procedura di destagionalizzazione all’aggiunta di una nuova osservazione. Per le variazioni tendenziali del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente si tratta della revisione prodotta dalla procedura di correzione per gli effetti di calendario sempre nel momento in cui viene aggiunta una nuova osservazione.
PROSPETTO 18. MONTE ORE LAVORATE, ORE LAVORATE PER DIPENDENTE, TASSO DI POSTI VACANTI NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S). II trimestre 2021 – II trimestre 2022, revisioni delle variazioni percentuali e delle differenze assolute, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato e le stime precedenti (indici in base 2015=100)
PERIODI Monte ore lavorate Ore lavorate per dipendente Tasso di posti vacanti
Tendenziale (a) Congiunturale(b) Tendenziale (a) Congiunturale(b) Tendenziale (c) Congiunturale (b)
III trim. 2021 0,0 0,4 0,0 0,4 0,0 0,0
IV trim. 2021 0,0 -0,2 0,0 -0,1 0,0 0,0
I trim. 2022 0,0 -0,2 0,0 -0,6 0,1 0,0
II trim. 2022 0,0 -0,4 0,0 -0,7 -0,1 0,0
(a) Calcolate sui dati corretti per gli effetti di calendario.
(b) Calcolate sui dati destagionalizzati.
(c) I dati grezzi sono rivisti una volta all’anno, in occasione della diffusione degli indicatori per il I trimestre.
Glossario
Cassa integrazione guadagni (Cig): strumento attraverso il quale lo Stato interviene a sostegno delle imprese costrette a contrarre o sospendere la propria attività a causa di situazioni di crisi o difficoltà tipizzate dalla legge. Consiste nell’erogazione gestita dall’Inps di un’indennità sostitutiva della retribuzione in favore dei dipendenti sospesi dal lavoro o sottoposti a riduzione di orario. Si distinguono tre forme di Cig:
ordinaria (Cigo). Si applica al settore industriale in caso di sospensione o contrazione dell’attività produttiva per situazioni aziendali dovute a eventi temporanei e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori o a situazioni temporanee di mercato;
straordinaria (Cigs). Si applica alle imprese in difficoltà in caso di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione aziendale, crisi aziendale e nei casi di procedure concorsuali;
in deroga (Cigd). È un sostegno economico per operai, impiegati e quadri sospesi dal lavoro che non hanno (o non hanno più) accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria. Sostiene economicamente anche apprendisti, lavoratori interinali e a domicilio di aziende in Cigo e Cigs.
Classificazione Ateco 2007: è la versione nazionale della nomenclatura europea Nace.Rev.2, pubblicata sull’Official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento CE n. 1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006) e adottata dall’Istat il 1° gennaio 2008.
Contratto di solidarietà: accordo stipulato tra l’azienda e le rappresentanze sindacali avente ad oggetto la diminuzione dell’orario di lavoro, al fine di mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale (contratti di solidarietà difensivi, art. 1 legge 863/84) o favorire nuove assunzioni attraverso una contestuale e programmata riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione (contratti di solidarietà espansivi art. 2 legge 863/84).
Costo del lavoro: somma delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali.
Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti e alla presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue.
Dati destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.
Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:
hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive; oppure
inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Forze di lavoro: insieme delle persone occupate e disoccupate.
Inattivi: persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero le persone non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate).
Monte ore lavorate (nelle posizioni dipendenti): nell’ambito delle rilevazioni sulle imprese il numero totale delle ore di lavoro ordinario e straordinario prestate dai dipendenti con contratto di lavoro.
Occupati: comprendono le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
sono temporaneamente assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell’assenza;
sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell’attività (da tali mansioni e compiti va escluso l’adempimento di obblighi legali o amministrativi);
sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.
Le precedenti condizioni prescindono dalla sottoscrizione di un contratto di lavoro e gli occupati stimati attraverso l’indagine campionaria sulle Forze di lavoro comprendono pertanto anche forme di lavoro irregolare.
Occupati dipendenti permanenti o a tempo indeterminato: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale non è definito alcun termine.
Occupati dipendenti a termine: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale è espressamente indicato un termine di scadenza.
Occupati indipendenti: coloro che svolgono la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione. Sono compresi: imprenditori; liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti nell’azienda di un familiare (se prestano lavoro nell’impresa senza il corrispettivo di una retribuzione contrattuale come dipendenti), collaboratori (con e senza progetto) e prestatori d’opera occasionali.
Oneri sociali: complesso dei contributi a carico del datore di lavoro versati agli enti di previdenza ed assistenza sociale e degli accantonamenti di fine rapporto.
Ore di cassa integrazione guadagni: ore complessive di cassa integrazione guadagni, ordinaria, straordinaria e in deroga, e ore di solidarietà di cui le imprese hanno usufruito nel trimestre di riferimento dell’indagine.
Ore di solidarietà: ore non lavorate a causa dell’applicazione dei contratti di solidarietà.
Ore di straordinario: ore prestate al di fuori dell’orario ordinario di lavoro, al netto delle compensazioni delle banche ore. Le ore di lavoro domenicale, festivo o notturno sono considerate come straordinario solo se non rientrano nell’orario normale dei turni di lavoro continui, avvicendati o nelle banche delle ore.
Ore lavorate: nell’ambito degli schemi di contabilità nazionale misurano le ore effettivamente lavorate, retribuite e non retribuite, in qualsiasi posizione professionale (dipendente e indipendente), purché finalizzate alla produzione del reddito. Rientrano nel calcolo, le ore effettivamente lavorate durante il normale orario di lavoro, le ore lavorate in aggiunta alle ore abituali (straordinario), il tempo che si impiega in attività quali la preparazione del posto di lavoro e quello corrispondente a brevi periodi di riposo sul lavoro. Sono escluse: le ore pagate ma non effettivamente lavorate (ferie annuali, festività e assenze per malattia, eccetera), le pause per i pasti e il tragitto tra casa e lavoro.
Ore lavorate per dipendente: numero medio delle ore di lavoro ordinario e straordinario prestate dai dipendenti con contratto di lavoro. Sono calcolate in rapporto alle posizioni lavorative dipendenti.
Ore ordinarie: sono tutte le ore lavorate, comprese quelle notturne e festive, con esclusione delle ore di straordinario, di cassa integrazione guadagni e ore non lavorate relative ad assenze per ferie, festività, permessi personali ed in genere delle ore non lavorate, anche se per esse è stata corrisposta una retribuzione.
Posizione lavorativa dipendente: è contraddistinta da contratto di lavoro tra una persona fisica e un’unità produttiva (impresa o istituzione privata), che prevede lo svolgimento di una prestazione lavorativa a fronte di un compenso (retribuzione). Le posizioni lavorative rappresentano, quindi, il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate, ad una determinata data di riferimento. Come il numero di occupati anche le posizioni lavorative rappresentano pertanto una variabile di stock ad un certo istante nel tempo. Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, eccetera.
Posizione lavorativa in somministrazione (ex interinali): posizione lavorativa dipendente con contratto di somministrazione. I lavoratori con contratto di somministrazione vengono rilevati tra i dipendenti delle agenzie di somministrazione di lavoro e non tra i dipendenti delle unità utilizzatrici. Le posizioni in somministrazione non includono il personale delle agenzie fornitrici di lavoro temporaneo assunto con contratto di lavoro dipendente diverso dalla somministrazione. Il gruppo di attività economica Ateco 2007 in cui è classificata questa tipologia di lavoro è “Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (gruppo 78.2)” che rientra nella sezione N “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”.
Posti vacanti: sono quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. I dati qui presentati si riferiscono ai posti vacanti per lavoratori dipendenti in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento. Misurano, dunque, le ricerche di personale che a questa data sono già iniziate e non ancora concluse (perché un candidato idoneo non è già stato assunto e perché l’impresa non ha deciso di interrompere la ricerca).
Retribuzione contrattuale di cassa: retribuzione comprendente tutte le voci retributive considerate mensilmente nell’indice delle retribuzioni contrattuali alle quali si aggiungono eventuali arretrati e una tantum. Gli importi riferiti a ciascuna voce retributiva sono attribuiti ai mesi di effettiva erogazione. La retribuzione di cassa è calcolata per tutti i livelli di inquadramento previsti in occasione della definizione della base (che è la stessa degli indici delle retribuzioni contrattuali), al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali. Gli aggregati superiori vengono quindi determinati secondo una struttura occupazionale costante, che consente di monitorare la dinamica retributiva al netto degli effetti dovuti a mutamenti nella struttura dell’occupazione per qualifica, livello di inquadramento.
Retribuzioni di fatto: salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e individuali, e dalle norme in vigore. Le retribuzioni di fatto si differenziano da quelle contrattuali perché queste ultime comprendono per definizione solo le competenze determinate dai contratti nazionali di lavoro.
Rilevazione Oros e indagini GI e Vela: la rilevazione Oros produce informazioni trimestrali sull’andamento di occupazione (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, Ula), retribuzioni e oneri sociali nelle imprese con dipendenti di imprese e istituzioni private di tutte le classi dimensionali. Gli indicatori Oros sono stimati ricorrendo all’integrazione dei dati amministrativi di fonte Inps con le informazioni derivanti dall’indagine mensile sulle imprese di grandi dimensioni (GI). L’indagine Vela è una rilevazione trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate che misura, assieme alla rilevazione mensile su occupazione, orari di lavoro, retribuzioni e costo del lavoro nelle grandi imprese, i posti vacanti e le ore lavorate e quelle retribuite nelle imprese con dipendenti del settore privato non agricolo.
Rilevazione sulle retribuzioni contrattuali: Le statistiche derivanti dall’indagine sulle retribuzioni contrattuali si basano sul concetto di “prezzo della prestazione di lavoro”. Fanno quindi riferimento a un collettivo di lavoratori costante e caratterizzato da una composizione fissa per qualifica (operai, impiegati, dirigenti) e per livello di inquadramento contrattuale (base). La base attualmente vigente è quella dicembre 2015=100. Esse soddisfano l’esigenza di valutare la dinamica delle retribuzioni al netto degli effetti dovuti a: mutamenti nella struttura dell’occupazione per qualifica, livello di inquadramento, regime orario (full-time/part-time), anzianità, straordinari, contrattazione decentrata, assenze, conflitti ecc.
Settimana di riferimento: nell’indagine sulle forze di lavoro è la settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista).
Scoraggiati: inattivi di 15-64 anni che non hanno cercato lavoro nelle 4 settimane precedenti l’intervista perché ritengono di non riuscire a trovarne uno.
Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro.
Tasso di inattività: rapporto percentuale tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento.
Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento.
Tasso di posti vacanti: rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Il tasso di posti vacanti misura, quindi, la quota di tutti i posti di lavoro dipendente, occupati e vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale.
Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula): Negli schemi di contabilità nazionale le unità di lavoro rappresentano le posizioni lavorative ricondotte ad unità equivalenti a tempo pieno e forniscono una misura del volume di lavoro che partecipa al processo di produzione del reddito realizzato sul territorio economico di un paese. Tale calcolo è necessario in quanto le ore lavorate in ciascuna posizione lavorativa possono variare rispetto ad uno standard a tempo pieno, a seconda che si tratti di attività principale o secondaria svolta dalla persona, dell’orario di lavoro (a tempo pieno o part-time), della posizione contributiva o fiscale (regolare, non regolare). Le unità di lavoro sono calcolate come quoziente tra il totale delle ore effettivamente lavorate ed un numero standard di ore lavorate in media da una posizione a tempo pieno.
Nell’indagine Oros (Occupazione, Retribuzioni, Oneri Sociali) rappresentano le posizioni lavorative dipendenti ricondotte ad unità equivalenti a tempo pieno e forniscono una misura dell’input di lavoro retribuito dall’impresa. Sono calcolate come quoziente tra il totale delle ore retribuite ed il numero standard di ore lavorate in media da una posizione a tempo pieno, come previsto dalla contrattazione nazionale. Nei dati di fonte Inps per le posizioni a tempo pieno non si hanno ore retribuite ma giornate, riportate ad ore utilizzando coefficienti settoriali di ore giornaliere lavorabili. A differenza del numero di posizioni lavorative, le Ula escludono il contributo dei lavoratori in cassa integrazione e solidarietà e, al pari delle componenti del costo del lavoro, sono al netto dei dirigenti.
Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo immediatamente precedente.
Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente.
Nota metodologica
Caratteristiche delle fonti Istat sul mercato del lavoro
Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale Indicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese) Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Tipologia di fonte Indagine campionaria CAPI-CATI riferita alla popolazione residente in famiglia, che stima il numero di persone occupate, disoccupate e inattive. Campione (a due stadi) annuale composto da oltre 250 mila famiglie residenti in Italia (per un totale di circa 600 mila individui) distribuite in circa 1.400 comuni.
Rilevazione di tipo censuario realizzata attraverso l’integrazione tra:
dati dell’indagine mensile sulle grandi imprese con 500 e più dipendenti (GI);
dati di fonte amministrativa per le imprese con dipendenti di piccola e media dimensione e di grandi dimensioni non coperti dall’indagine mensile GI (denunce retributive e contributive Inps, DM2013 virtuale). Elaborazione di tipo statistico, che permette di stimare l’input di lavoro, attraverso l’integrazione e il confronto di fonti statistiche e amministrative e utilizzando metodi di stima indiretti.
Rilevazione censuaria per le imprese con 500 dipendenti e più (GI). Rilevazione campionaria per le imprese con meno di 500 dipendenti (Vela), campione di circa 26.000 imprese (ruotato di un terzo ogni anno). Rilevazione basata su un campione di 73 CCNL relativi al trattamento economico di 2.855 figure professionali caratterizzate dall’appartenere ad un certo contratto, a una determinata qualifica e a uno specifico livello di inquadramento.
Unità di rilevazione/Soggetti obbligati alla fornitura dei dati Famiglie residenti sul territorio nazionale, Sono escluse le comunità e le convivenze (istituti religiosi, caserme, ecc.). Imprese e istituzioni private attive residenti in Italia con dipendenti. Unità produttive residenti sul territorio economico del paese.
Sono incluse le persone residenti e non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti e sono escluse le persone residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico del paese. Imprese e istituzioni private attive residenti in Italia con dipendenti. Unità di rilevazione: l’impresa per Vela, l’unità funzionale per GI. Associazioni di categoria.
Copertura in termini di occupazione Occupazione dipendente e indipendente, regolare o irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007. Occupazione dipendente regolare nei settori di attività economica di industria e servizi, da B a S, escluso O, dell’Ateco 2007.
Occupazione dipendente e indipendente, regolare e irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007.
Occupazione dipendente regolare nei settori di attività economica di industria e servizi, da B a S, escluso O, dell’Ateco 2007.
Occupati dipendenti (esclusi apprendisti e dirigenti) il cui trattamento economico è regolato da CCNL appartenenti ai settori di attività economica da A a S dell’Ateco 2007.
Unità di analisi Individui di 15 anni e più residenti in famiglia. Unità funzionali delle unità economiche (Imprese e istituzioni private) con dipendenti. Per le grandi imprese vengono utilizzate prevalentemente le unità funzionali, per i dati amministrativi le unità funzionali sono approssimate dalle imprese e istituzioni private.
Input di lavoro totale: occupati interni, posizioni lavorative, ore effettivamente lavorate e unità di lavoro equivalenti a tempo pieno Ula. Unità economiche (imprese e istituzioni private) con dipendenti. Contratti nazionali collettivi di lavoro.
Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale Indicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese) Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Definizione dei principali indicatori
Occupati: persone di 15-89 anni che nella settimana di riferimento:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
sono assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro;
sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento);
sono assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.
Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:
hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di nell’ultimo mese e sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive;
oppure
inizieranno un lavoro entro tre mesi ma sarebbero disponibili ad iniziare entro due settimane qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Inattivi (non forze di lavoro): persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero le persone non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate).
Posizioni lavorative: definite come il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate.
Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, solidarietà, ecc.
Retribuzioni di fatto: salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e individuali, e dalle norme in vigore.
Oneri sociali: complesso dei contributi a carico del datore di lavoro versati agli enti di previdenza ed assistenza sociale e degli accantonamenti di fine rapporto.
Costo del lavoro: somma delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali.
Ula: unità di lavoro dipendente equivalenti a tempo pieno al netto della Cig.
L’input di lavoro che contribuisce al prodotto interno lordo (PIL) realizzato dal sistema economico nel periodo di riferimento è misurato tramite tre definizioni di occupazione:
le ore effettivamente lavorate da tutte le posizioni lavorative (monte ore lavorate).
occupati interni (persone residenti e non residenti occupate nelle unità produttive residenti)
posizioni lavorative (posti di lavoro ricoperti dagli occupati interni)
unità di lavoro (Ula) (posizioni equivalenti a tempo pieno).
Occupati e posizioni lavorative includono i lavoratori temporaneamente assenti per Cig.
Le Ula sono calcolate al netto della Cig. Le ore effettivamente lavorate includono gli straordinari ed escludono le ore di Cig, ferie, malattia, permessi.
Ore lavorate dai dipendenti regolari, comprensive di ore ordinarie e straordinarie effettivamente svolte nel trimestre di riferimento delle indagini.
Ore di cassa integrazione guadagni, comprensive di ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga, e di ore di solidarietà di cui le imprese hanno usufruito nel trimestre di riferimento delle indagini.
Tasso di posti vacanti: rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Questo tasso misura la quota di tutti i posti di lavoro dipendente, occupati e vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale. Retribuzioni contrattuali
basate su una definizione di retribuzione contrattuale mensile calcolata come dodicesimo della retribuzione spettante nell’arco dell’anno
in base alle misure tabellari stabilite dai CCNL. Gli elementi retributivi considerati sono: paga base, indennità di contingenza, aumenti periodici di anzianità, indennità di turno e altre eventuali indennità di carattere generale (nei comparti in cui assumono rilevanza), mensilità aggiuntive e altre erogazioni corrisposte regolarmente in specifici periodi dell’anno.
Durata contrattuale del lavoro:
ore di lavoro che devono essere effettuate, per contratto, dai lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno, al netto di quelle che vengono retribuite senza essere lavorate, per ferie, festività e permessi retribuiti di diversa natura (riduzione annua del lavoro, recupero festività soppresse, studio, assemblea).
Indicatori di tensione contrattuale: dipendenti con il contratto scaduto e durata della vacanza contrattuale
Retribuzioni contrattuali di cassa e competenza: livelli retributivi che incorporano oltre alle voci stipendiali considerate per il calcolo degli indici anche una tantum e arretrati. Nella retribuzione di competenza sono assegnati ai periodi a cui sono contrattualmente riferibili (ad esempio per gli arretrati il periodo di vacanza contrattuale); Nella retribuzione di cassa l’attribuzione delle stesse voci è prevista ai mesi in cui questi sono state effettivamente corrisposte.
Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale Indicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese) Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Misura dei principali indicatori
Indicatori:
Consistenza (stock) degli occupati (dipendenti e indipendenti), dei disoccupati, degli inattivi e dei relativi tassi.
Riferimento temporale:
Settimana cui si riferiscono le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista). Nell’arco dell’anno, le informazioni vengono rilevate attraverso la distribuzione uniforme del campione familiare in tutte le settimane.
Stima:
prodotta con uno stimatore di calibrazione interpretabile come media degli stock settimanali.
Indicatori:
Consistenza (stock) delle posizioni lavorative dipendenti.
Rapporto tra la consistenza delle retribuzioni di fatto e delle Ula.
Rapporto tra la consistenza degli oneri sociali e delle Ula.
Rapporto tra la consistenza del costo del lavoro e delle Ula.
Vengono rilasciati solo indici in base 2015=100.
Riferimento temporale:
Posizioni lavorative e costo del lavoro vengono rilevati ogni mese. Nei dati di fonte amministrativa vengono conteggiate tutte le posizioni lavorative dipendenti con un contratto di lavoro e le relative voci di costo del lavoro dichiarate in riferimento anche ad un solo giorno nel mese; nei dati d’Indagine gli stock mensili si ottengono come media fra gli stock di inizio e a fine mese.
Stima:
Media trimestrale degli stock mensili.
Indicatori:
Consistenza (stock) del monte ore lavorate, degli occupati interni, delle posizioni lavorative, delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula),
Riferimento temporale:
Occupazione media del periodo (trimestre e anno).
Indicatori:
Monte ore lavorate dai dipendenti nel trimestre.
Ore lavorate per posizione dipendente nel trimestre.
Quota di straordinario come percentuale sulle ore lavorate.
Ore di cassa integrazione guadagni per 1.000 ore lavorate.
Tasso di posti vacanti.
Per il monte ore lavorate e le ore lavorate per dipendente vengono rilasciati solo indici in base 2015=100.
Riferimento temporale:
Il monte ore lavorate include tutte le ore lavorate nel trimestre dai dipendenti delle imprese.
Le ore di cassa integrazione guadagni includono tutte quelle effettivamente utilizzate nel trimestre di riferimento delle indagini.
Il numero di posti vacanti si riferisce a quelli in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento.
Stima:
Le ore lavorate per dipendente si ottengono dividendo il monte ore lavorate per la semisomma del numero di posizioni dipendenti all’ultimo giorno del trimestre di riferimento e del trimestre precedente.
Il tasso di posti vacanti si ottiene come rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti all’ultimo giorno del trimestre di riferimento e la somma di questi posti vacanti e delle posizioni occupate alla medesima data. Indicatori:
Retribuzioni contrattuali orarie e per dipendente per qualifica e per contratto o per Ateco
Rilasciate come indici mensili e in media annua (base dicembre 2015=100).
Retribuzioni contrattuali di cassa medie mensili per Ateco
Valori assoluti trimestrali
Retribuzioni contrattuali di cassa e competenza per contratto
Valori assoluti annui
Quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento (indicatore generico).
Riferimento temporale:
L’evoluzione delle applicazioni contrattuali viene osservata mensilmente.
Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale Indicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese) Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Variazioni Rispetto a:
trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze). Rispetto a:
trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze). Rispetto a:
trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali destagionalizzate). Rispetto a:
trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze e tendenziali corrette per gli effetti di calendario). Rispetto a:
variazioni mensili (congiunturali e tendenziali) per i numeri indice.
Variazioni tendenziali trimenstrali per le retribuzioni medie mensili di cassa per ateco.
Periodicità di diffusione e dettaglio territoriale dei dati A cadenza mensile e trimestrale: stime indicatori a livello nazionale.
A cadenza trimestrale: stime indicatori nel dettaglio ripartizionale e regionale.
A cadenza annuale: stime degli indicatori nel dettaglio provinciale. A cadenza trimestrale: stime degli indicatori a livello nazionale.
A cadenza annuale e trimestrale: stime dell’input di lavoro a livello nazionale.
A cadenza annuale: stime dell’input di lavoro nel dettaglio regionale e provinciale. A cadenza trimestrale: stime degli indicatori a livello nazionale.
A cadenza mensile: numeri indice e indicatori di tensione contrattuli.
A cadenza trimestrale: retribuzioni contrattuali di cassa per ateco.
A cadenza annuale : medie annue degli indici e retribuzioni annue di cassa ecompetenza per contratto e di cassa per ateco
Tempestività 68 giorni rispetto al trimestre di riferimento. 68 giorni rispetto al trimestre di riferimento. 60 giorni rispetto al trimestre di riferimento
. 68 giorni rispetto al trimestre di riferimento.
Per i posti vacanti, anche a 45 giorni rispetto al trimestre di riferimento (stima preliminare). Circa 25 giorni rispetto al mese di riferimento
Riferimento all’ultima diffusione Percorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
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Il mercato del lavoro- una lettura integrataLink a sezione Congiuntura:
Congiuntura: lavoroI dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat) Percorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
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Congiuntura: lavoroI dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat) Percorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
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Congiuntura: Conti NazionaliI dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat) Percorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
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Congiuntura: lavoroI dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat) Percorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
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Archivio comunicatiLink a sezione Congiuntura:
Congiuntura: lavoroI dati vengono rilasciati mensilmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)
La Rilevazione sulle forze di lavoro
Introduzione e quadro normativo
La Rilevazione sulle forze di lavoro è una indagine campionaria condotta mediante interviste alle famiglie, il cui obiettivo primario è la stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro, occupati e disoccupati.
Le principali caratteristiche della rilevazione, dagli aspetti metodologici alle definizioni delle variabili e degli indicatori, sono armonizzate a livello europeo, coerentemente con gli standard internazionali definiti dall’ILO. La rilevazione è regolata da specifici atti del Consiglio della Commissione europea, il principale dei quali è il Regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio, che si applica dal 1° gennaio 2021 (per approfondimenti sul regolamento quadro e gli atti delegati e di esecuzione, si veda https://www.istat.it/it/archivio/253081).
L’indagine è inserita nel Piano Statistico Nazionale (edizione in vigore: Psn 2017-2019. Aggiornamento 2019) pubblicato sul S.O. n. 8 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 35 del 11 febbraio 2021.
Popolazione di riferimento, unità di rilevazione e di analisi
La popolazione di riferimento è costituita da tutti i componenti delle famiglie residenti in Italia, anche se temporaneamente all’estero. Dalla popolazione di riferimento sono quindi esclusi i membri permanenti delle convivenze: ospizi, brefotrofi, istituti religiosi, caserme, ecc.
L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, definita come insieme di persone legate o meno da vincoli di parentela o affettivi, dimoranti abitualmente nella stessa abitazione e che condividono il reddito (contribuendo al reddito e/o beneficiandone) e/o le spese familiari.
L’unità di analisi nel comunicato stampa trimestrale “Il Mercato del lavoro” è l’individuo di 15 anni o più.
Il disegno di campionamento
Il disegno campionario è a due stadi, rispettivamente comuni e famiglie, con stratificazione delle unità di primo stadio. Tutti i comuni con popolazione superiore ad una soglia prefissata per ciascuna provincia, detti autorappresentativi, sono presenti nel campione con probabilità pari a uno. I comuni la cui popolazione è al di sotto delle suddette soglie, detti non autorappresentativi, sono raggruppati in strati. Essi entrano nel campione attraverso un meccanismo di selezione casuale che prevede l’estrazione di un comune non autorappresentativo da ciascuno strato. Per ciascun comune campione viene estratto dalla lista anagrafica un campione casuale semplice di famiglie.
A partire dal terzo trimestre 2012 è stato introdotto un nuovo disegno campionario, che ha previsto l’aggiornamento delle informazioni di stratificazione e l’introduzione di una rotazione casuale dei comuni campione.
Da gennaio 2004 la rilevazione è continua, cioè le informazioni sono rilevate con riferimento a tutte le settimane di ciascun trimestre. Il campione trimestrale è uniformemente ripartito tra i 3 mesi, tenendo conto del numero di settimane che compongono ciascun mese (rispettivamente 4 o 5). Il mese di riferimento è composto dalle settimane, da lunedì a domenica, che cadono per almeno quattro giorni nel mese di calendario.
Ogni famiglia viene intervistata per due trimestri consecutivi, esce temporaneamente dal campione per i due successivi trimestri, poi viene nuovamente intervistata per altri due trimestri. Ne consegue che circa il 50% delle famiglie sono reintervistate a distanza di 3 mesi e il 50% a distanza di 12 mesi, a meno delle mancate risposte. Complessivamente, ogni famiglia rimane nel campione per un periodo di 15 mesi. Considerando che le transizioni dall’inattività all’occupazione degli individui di età superiore a 74 anni sono pressoché nulle, per ridurre la molestia statistica su questo target di popolazione, dal 1 gennaio 2011 le famiglie composte da soli ultra 74-enni inattivi non vengono reintervistate.
Il sistema di rotazione delle famiglie nei campioni trasversali incorpora una struttura longitudinale, ma non si tratta di un panel poiché l’individuo non viene reintervistato se nell’arco di tempo tra una intervista e la successiva ha cambiato residenza o si è trasferito all’estero. La componente longitudinale rappresenta la popolazione residente in uno stesso comune sia all’inizio sia alla fine del periodo considerato: tale popolazione “compresente” si definisce “popolazione longitudinale”. Viene calcolata a partire dalla popolazione ad inizio periodo in età da lavoro (15 anni e più) sottraendo quella deceduta nel periodo, quella che ha cambiato residenza e quella emigrata all’estero.
La raccolta delle informazioni
L’intervista alla famiglia viene effettuata mediante tecnica mista Capi (Computer assisted personal interview) e Cati (Computer assisted telephone interview). La prima intervista a ciascuna famiglia viene condotta con tecnica Capi, le interviste successive vengono condotte con tecnica Cati (ad eccezione delle famiglie senza telefono o con capofamiglia straniero). In generale l’intervista viene condotta nella settimana successiva a quella di riferimento, o meno frequentemente nelle tre settimane che seguono.
Taluni quesiti della rilevazione, a motivo della difficoltà nella risposta da fornire o della sensibilità dell’argomento trattato, prevedono la facoltà di non rispondere.
Ulteriori informazioni sulla Rilevazione sulle forze di lavoro e il questionario utilizzato per la raccolta dei dati sono disponibili al seguente link: http://www.istat.it/it/archivio/8263.
L’elaborazione dei dati: processo, strumenti e tecniche
Il terzo trimestre 2022 va da lunedì 4 luglio 2022 a domenica 2 ottobre 2022.
Nel terzo trimestre 2022 sono state intervistate circa 58 mila famiglie (pari a circa 110 mila individui) residenti in 1.440 comuni distribuiti in tutte le province del territorio nazionale.
Lo stimatore utilizzato è uno stimatore di ponderazione vincolata i cui pesi finali, assegnati alle osservazioni campionarie, sono definiti in modo da produrre stime di popolazione residente (per sesso e classi di età) coerenti con i corrispondenti totali noti di fonte anagrafica, nell’ambito di diversi domini territoriali (regioni, province autonome di Trento e Bolzano, province, grandi comuni).

