
(AGENPARL) – mar 13 dicembre 2022 13 dicembre 2022
BEPI COLOMBO: SERENA OSSERVA LA MAGNETOSFERA DI MERCURIO
Bepi Colombo ha fatto centro! Un team di ricercatori guidati dallâ??Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) riporta, in un articolo pubblicato su Nature Communications, le prime osservazioni della magnetosfera di Mercurio effettuate con lâ??esperimento Search for Exosphere Refilling and Emitted Neutral Abundances (SERENA), montato a bordo della missione ESA-JAXA BepiColombo. La suite di strumenti SERENA, a guida INAF, ha effettuato misure senza precedenti di particelle sia solari che planetarie, con due dei suoi quattro strumenti, PICAM e MIPA, già operativi. Gli altri due, Strofio ed ELENA, inizieranno a lavorare dopo la messa in orbita. Il tutto con il supporto dellâ??Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
I ricercatori hanno catturato gli spettrogrammi in energia delle particelle misurate sia fuori che dentro la magnetosfera di Mercurio. I dati descritti nello studio fanno riferimento al primo volo ravvicinato della sonda attorno a Mercurio, nellâ??ottobre 2021. Stefano Orsini, ricercatore dellâ??INAF di Roma e responsabile scientifico di SERENA, spiega: â??Ogni osservazione ha evidenziato fenomeni sorprendenti e inattesi. Fuori della magnetosfera sono stati osservati degli eventi energetici sovrapposti al tipico vento solare emanato dalla nostra stella madre. Inoltre, un segnale a bassa energia sembra indicare la presenza di gas proveniente dal satellite, che nello spazio continua a rilasciare particelle per effetto dellâ??esposizione a forti sbalzi termici. Di tale â??inquinamentoâ?? si dovrà tenere conto per separarlo dal segnale esterno che si vuole studiareâ?.
SERENA è stato ideato per lo studio dellâ??ambiente particellare del primo pianeta del Sistema solare. Installato sul satellite Mercury Planetary Orbiter (MPO), tecnicamente SERENA è un rilevatore di particelle energetiche cariche e neutre emesse dalla superficie del pianeta come effetto dellâ??impatto di ioni energetici provenienti sia dal vento solare che dalla magnetosfera.
Orsini prosegue descrivendo la magnetosfera di Mercurio: â??Ci sono i segni di diversi regimi di plasma rispetto a quelli terrestri: ciò è dovuto sia al campo magnetico del pianeta, molto più debole rispetto a quello terrestre, sia alla estrema vicinanza al Sole, che fa di Mercurio il pianeta più â??stressatoâ?? dalla radiazione solare di tutto il sistema planetarioâ?.
â??Le misure della suite SERENA durante il primo flyby di Mercurio dimostrano la varietà di obiettivi scientifici che possono essere indagati in questo straordinario laboratorio naturaleâ?, sottolinea Christina Plainaki, ricercatrice nelle scienze del Sistema solare e ASI Project Scientist per BepiColombo/SERENA. â??Particolare rilievo assumono le indagini delle interazioni fra il vento solare e la peculiare magnetosfera del pianeta, in configurazioni non trovate altrove nel Sistema solare e capaci pertanto di offrirci indicazioni fondamentali sulla fisica alla base di questi processiâ?.
In tutto, gli strumenti italiani a bordo della sonda spaziale lanciata nel 2018 sono quattro: oltre a SERENA, SIMBIO-SYS (Spectrometers and Imagers for MPO BepiColombo Integrated Observatory), ISA (Italian Spring Accelerometer) e MORE (Mercury Orbiter Radio science Experiment). Lâ??arrivo della missione su Mercurio è previsto nel 2025. Dopo i cinque voli ravvicinati già effettuati (attorno alla Terra e a Venere nel 2020, un secondo in prossimità di Venere e il primo di Mercurio nel 2021 e il quinto attorno al pianeta nel 2022), saranno necessari altri quattro flyby del pianeta più vicino al Sole prima di poter inserire nella sua orbita le due sonde che compongono la missione, lâ??MPO dellâ??Agenzia spaziale europea (ESA) e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) dellâ??Agenzia spaziale giapponese (JAXA).
Per ulteriori informazioni:
Lâ??articolo â??Inner southern magnetosphere observation of Mercury via SERENA ion sensors in BepiColombo missionâ?, di Stefano Orsini, A. Milillo, H. Lichtenegger, A. Varsani, S. Barabash, S. Livi, E. De Angelis, T. Alberti, G. Laky, H. Nilsson, M. Phillips, A. Aronica, E. Kallio, P. Wurz, A. Olivieri, C. Plainaki, J. A. Slavin, I. Dandouras, J. M. Raines, J. Benkhoff, J. Zender, J.-J. Berthelier, M. Dosa, G. C. Ho, R. M. Killen, S. McKenna-Lawlor, K. Torkar, O. Vaisberg, F. Allegrini, I. A. Daglis, C. Dong, C. P. Escoubet, S. Fatemi, M. Fränz, S. Ivanovski, N. Krupp, H. Lammer, François Leblanc, V. Mangano, A. Mura, R. Rispoli, M. Sarantos, H. T. Smith, M. Wieser, F. Camozzi, A. M. Di Lellis, G. Fremuth, F. Giner, R. Gurnee, J. Hayes, H. Jeszenszky, B. Trantham, J. Balaz, W. Baumjohann, M. Cantatore, D. Delcourt, M. Delva, M. Desai, H. Fischer, A. Galli, M. Grande, M. Holmström, I. Horvath, K. C. Hsieh, R. Jarvinen, R. E. Johnson, A. Kazakov, K. Kecskemety, H. Krüger, C. Kürbisch, Frederic Leblanc, M. Leichtfried, E. Mangraviti, S. Massetti, D. Moissenko, M. Moroni, R. Noschese, F. Nuccilli, N. Paschalidis, J. Ryno, K. Seki, A. Shestakov, S. Shuvalov, R. Sordini, F. Stenbeck, J. Svensson, S. Szalai, K. Szego, D. Toublanc, N. Vertolli, R. Wallner & A. Vorburger, è stato accettato per la pubblicazione online sulla rivista Nature Communications.
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