
(AGENPARL) – ven 09 dicembre 2022 Nota di Meloni e Paparelli (Pd)
(Acs) Perugia, 9 dicembre 2022 – “La questione Arpal non può essere
chiusa con una lunga relazione, inopportuna e fuori luogo, della direttrice
Nicastro e con un silenzio inusuale e assordante di Cda e presidente. Non si
è mai visto infatti che ad una interrogazione legittima di un consigliere
regionale risponda un tecnico anziché l’assessore nei luoghi istituzionali
preposti. Ci sono inoltre troppe contraddizioni ed inesattezze nel merito
della replica della direttrice, che non sono state chiarite adeguatamente e
che lasciano aperti molti interrogativi”. Così i consiglieri regionali del
gruppo del Partito democratico, Simona Meloni e Fabio Paparelli, in relazione
“alla risposta della direttrice Nicastro dopo le interrogazioni presentate
dal nostro gruppo”.
“La risposta della Nicastro – dicono i consiglieri dem – è non solo
inusuale, come poco opportuno è il fatto che sia stata pubblicata sul sito
della Regione, ma è anche inelegante che si autoincensino e si denigrino
allo stesso tempo gli stessi dipendenti protagonisti sia della passata
gestione, che di quella attuale. Il tutto con il metodo fastidioso di gettare
discredito nei confronti di ciò che viene trovato, brutto vizio delle
amministrazioni che entrano in carica con una furia rinnovatrice che spesso
si traduce in poco. Giova peraltro ricordare che la stessa direttrice è in
carica da 1 anno ma la destra governa l’Arpal da 3 anni e quindi il
discredito va anche verso chi l’ha nominata”.
“Sui numeri, la verità smentisce la Nicastro. Stando alla penultima
certificazione di spesa – proseguono i consiglieri dem – risulta che ARPAL
abbia attestato e controllato complessivamente circa 59 milioni di euro in
cinque anni di fondi europei, a partire dal 2017 (data della prima
certificazione). Ecco quindi, basta saper far di conto, che la media di
attestazione annuale di spesa prima dell’insediamento dei nuovi vertici sia
stata di quasi 12 milioni annui, nonostante le difficoltà legate
all’emergenza Covid. Spesa che peraltro ha superato con esito sempre
positivo i controlli delle autorità di Audit, di Certificazione e i
controlli della Commissione ed ha contribuito al raggiungimento dei target
intermedi previsti. A fronte di ciò, la magnificata previsione di
performance per l’anno 2022 pari a 10 milioni è quindi in realtà
inferiore di ben 2 milioni rispetto al trend medio delle annualità
precedenti e dovrà ancora, peraltro, superare i controlli delle autorità
preposte”.
“Per tale ragione si confermano i nostri timori rispetto al raggiungimento
dei target finali di spesa, anche a fronte dell’assoluta assenza di
qualsiasi programmazione di nuove attività e di nuovi strumenti e
considerato che gli Avvisi pubblici PO 2014-2020 attualmente in corso di
realizzazione sono frutto esclusivo della gestione antecedente la riforma ex
LR n. 1/2021. Avere impegnato il 90% delle risorse assegnate, significa
infine che ci sono ancora oltre 10 milioni di euro da programmare, rispetto
ai quali sarebbe opportuno conoscere quali azioni ARPAL e Regione Umbria
intendono mettere in campo. A ben vedere l’unica attività di
programmazione riguarda il Programma GOL (Garanzia occupabilità lavoratori)
rispetto al quale occorrere rendere trasparente e pubblico il dato relativo
ai soggetti presi in carico ed effettivamente impegnati in percorsi di
politica attiva. Perché, come ha riconosciuto lo stesso assessore Fioroni,
poco conta aver preso in carico 10mila disoccupati, se poi non abbiamo
strumenti da offrire per un reale inserimento occupazionale”.
“Manca invece – continuano i consiglieri regionali Pd – una seria
programmazione di politiche e strumenti volti a combattere davvero la
disoccupazione. Per quanto riguarda il sistema informativo c’è invece il
fondato sospetto che l’abbandono del precedente Sistema informativo lavoro
stia recando in ARPAL problemi seri alla gestione degli utenti per gli
operatori dei CPI, a partire dal fatto che non rende più disponibili dati
fondamentali per conoscere le dinamiche regionali dell’occupazione e
programmare quanto necessario, tanto che in sede di Osservatorio del mercato
del lavoro, istituito ormai da dicembre scorso, è stato comunicato solo il
numero dei soggetti presi in carico dal Programma GOL, e non a quanti poi è
stata erogata una prestazione di politica attiva. Chiederemo nelle sedi
opportune di conoscere i seguenti dati dal 1° gennaio 2022 ad oggi:
assunzioni totali, distinte per genere; cessazioni totali, distinte per
genere; numero degli iscritti ai CPI nel periodo; totale degli iscritti ai
CPI; servizi erogati dai CPI. Solo così potremo effettivamente rendere
edotta la cittadinanza della qualità del lavoro svolto dal Cda e dalla
direttrice che paghiamo da 3 anni profumatamente con fondi sottratti a
politiche del lavoro. Dal 2017 al 2019 infatti l’Arpal è stata gestita
bene con risorse interne e senza visti della politica oggi esorbitanti”.
“Non abbiamo novità poi sul fronte delle attività del Comitato tecnico
scientifico, istituito ormai 8 mesi fa perché elaborasse proposte di policy
alla Regione per interventi diretti ad affrontare i cambiamenti del mercato
del lavoro. Ciò che la direttrice Nicastro afferma poi riferendosi ad alcuni
Regolamenti dell’Agenzia, come risultati che recuperano ritardi e lacune,
è da considerare solamente un percorso in progress di un’agenzia
strumentale nata solamente quattro anni fa: si spiegherebbe solo così
l’assenza ancora oggi di un proprio Regolamento di contabilità, di un
proprio Sistema di misurazione e valutazione della performance, di un proprio
Codice di comportamento dei dipendenti e di una procedura autonoma di
elaborazione delle buste paga mensili, adempimento che viene svolto ancora
oggi dalla Regione dell’Umbria. Sul fronte del Piano per il potenziamento
dei Centri per l’Impiego, non è ancora chiaro lo stato di attuazione delle
procedure concorsuali, lo stato di attuazione della procedura di
individuazione delle sedi dei CPI di Perugia e Terni a quasi un anno dalla
sottoscrizione della convenzione con ATER. Non dimentichiamo neanche come
sono state gestite le procedure del personale, in maniera arcaica piuttosto
che utilizzare una piattaforma digitale che avrebbe permesso una gestione
più sicura”.
“Il tutto, quindi – concludono Meloni e Paparelli – appare più dettato
dalla volontà di gettare discredito sulla passata gestione piuttosto che
improntare all’efficienza e all’efficacia delle azioni. Si cambi registro
prima che sia troppo tardi e prima che l’Umbria subisca danni troppo
elevati. Dulcis in fundo, non possiamo non tornare sulle osservazioni