
(AGENPARL) – gio 08 dicembre 2022 8 Dicembre 2022
All’indomani dell’ufficializzazione della candidatura a segretaria del PD anche della Schlein, Il coordinatore nazionale di Articolo 1 esprime apprezzamenti sulla nuova candidata in merito soprattutto alla sua dichiarata volontà di cambiamento rinviando alla fine del percorso Costituente promosso dal PD il giudizio politico definitivo.
Ancora più prudente si presenta la valutazione del compagno Bersani il quale rinvia ogni valutazione politica unicamente alle risposte di merito che la candidata è chiamata a dare circa il tipo di partito che ha in mente di guidare, la sua struttura organizzativa, il grande tema dell’Alleanza alternativa alle destre. A chiudere il cerchio di queste interviste sequenziali ci pensa poi il segretario nazionale di Art-Uno che proprio ieri torna ancora una volta a sottolineare che l’esito della Costituente non è affatto scontato, che senza una identità certa è impossibile la ricostruzione della sinistra e che questa volta non sarà un giro di gazebo a salvare la sinistra. In buona sostanza un messaggio tendente a rassicurare quanti si attendono coerenza da Art-Uno, prudente sugli sbocchi, ma nella sostanza, oltre al no sull’autonomia differenziata delle Regioni, un messaggio che lascia nel vuoto gli snodi centrali del difficile confronto a sinistra: silenzio sui nuovi finanziamenti destinati alle armi per la guerra in Ucraina; nessun riferimento circa le scelte da compiere per ricostruire il nuovo fronte di alleanze del centro-sinistra; non un cenno nel merito delle eventuali nuove regole statutarie sulle quali costruire la nuova soggettività politica che vorremmo plurale, aperta, inclusiva. Ciò che tuttavia colpisce ancora di più è l’assenza assoluta nelle tre interviste di un pronunciamento chiaro e determinato sul delicato tema delle elezioni primarie. È doveroso ricordare a tale proposito che dopo l’esperienza del renzismo e delle degenerazioni non soltanto correntizie che trascinò con sé, il tema delle primarie divenne una delle ragioni più importanti per la quale decidemmo di dare vita nel 2017 ad Art-Uno. Non la sola, ma certamente tra le più importanti. Sostenemmo infatti che un partito politico organizzato e mosso da una vera volontà democratica, non avrebbe potuto non correggere una stortura statutaria capace di togliere alla sovranità congressuale la elezione del suo segretario, e con esso, di fatto, la decisione dell’asse politico da assumere fino al successivo congresso. Ebbene allora, prima ancora che interrogarsi sui candidati che si sono proposti alla guida di quello che di fatto è un altro partito, perché oggi continuiamo così vistosamente a sottacere una questione così dirimente? In altre parole ad accettare che debbano continuare ad essere “i passanti” e non esclusivamente gli iscritti a decidere chi deve guidare l’ipotetico nuovo partito che dovrebbe scaturire dalla Costituente promossa dal PD? Non è forse il caso di riflettere meglio sul vicolo cieco e sulle contraddizioni in cui si sta trascinando Art-Uno e nel frattempo tornare invece a parlare al mondo del lavoro sostenendo la mobilitazione e le lotte promosse dal sindacato confederale su fisco, recupero potere d’acquisto di salari e pensioni, precarietà? Tanto il nuovo segretario del PD verrà deciso ancora una volta con le regole che il PD si è dato e che i cacicchi, soprattutto in presenza della grave crisi di identità a cui è giunto il loro partito, non consentiranno certamente di cambiare.
Coordinamento nazionale dell’area Politica “Verso il Partito del Lavoro “