
(AGENPARL) – sab 03 dicembre 2022 [logo_filiera.png]
Agroalimentare. Filiera Italia: “Globalizzazione selvaggia fallita, ai Paesi del Mediterraneo servono strategia ed investimenti condivisi per un modello agroalimentare unico e sostenibile ”
Roma 3 dicembre – “Dobbiamo considerare definitivamente fallito un modello di globalizzazione selvaggia in cui si rinuncia a produrre cibo nel proprio Paese e nei Paesi vicini pensando di poter comprare i beni alimentari di prima necessità a piacimento sul mercato mondiale, sempre più esposto a speculazioni e condizionamenti geopolitici”. Ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia intervenuto questa mattina alla conferenza Mediterranean Ministerial Dialogue on the Food Crisis. “Un modello sorpassato che rende tutti i nostri Paesi fragili, insicuri e dipendenti, lo abbiamo visto con il grano per l’Ucraina, lo stiamo vedendo con i prezzi esorbitanti dei fertilizzanti”.
“La lezione da imparare – ha aggiunto Scordamaglia – è che nessun Paese può rinunciare a dare priorità e centralità alla propria produzione agroalimentare, e ancora meno possono farlo Paesi come quelli oggi qui riuniti che insieme hanno opportunità e sinergie enormi”.
“Siamo qui per ribadire che come settore agroalimentare italiano, siamo assolutamente favorevoli alle misure presentate, a questo “financial package” per supportare i Paesi più colpiti dagli esiti della crisi” dicono da Filiera Italia e ricordano “Un supporto che è fatto sempre meno di pura assistenza, e sempre più di investimenti congiunti pubblici e privati, ma è ovvio che per procedere servono veri strumenti di “finanza catalitica”, in grado cioè di stimolare e garantire alle aziende la copertura di un livello maggiore di rischio legato a queste aree”. E ha aggiunto Scordamaglia “Per essere efficaci questi investimenti devono coinvolgere intere filiere, intere supply chain spesso costituite da centinaia o migliaia di PMI che sono l’ossatura dei nostri rispettivi settori e Paesi”. “Situazioni certo non finanziabili a normali condizioni di mercato – ha precisato il consigliere delegato – Cassa Deposito e Prestiti, il Fondo Rotativo della Cooperazione sono strumenti ideali per questa finanza ma è importante che tutto converga in una strategia chiara e soprattutto diversa dal passato”
“Oggi – conclude Scordamaglia – Il mondo si sta polarizzando sempre su due modelli opposti: quello di grandissime multinazionali globali che vogliono controllare l’alimentazione facendo a meno della terra e del miliardo di agricoltori a livello globale, spostando sempre più la produzione di cibo dalla terra ai laboratori chimici e dei cibi di sintesi, li abbiamo visti estremamente attivi alla Cop 27, dove hanno lanciato la carne sintetica come soluzione di un problema, quando in realtà si configura sempre più strumento pericoloso per consumatori ed ambiente nelle mani di pochissimi per il controllo globale del cibo, che poco ha a che fare con i temi di sostenibilità, e che rischia di portarci ad un punto di non ritorno”.