
(AGENPARL) – gio 01 dicembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Edilizia abitativa agevolata – 2](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671725)
Consiglio -La seconda parte della discussione generale del dlp 116/22: gli interventi di Bacher, Locher, Rieder, Staffler, Leiter Reber, Amhof e la replica dell’ass. Deeg. La discussione del dlp 116/22 prosegue domani.
Nell’ambito della discussione generale del dlp [n. 116/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=661520&blank=Y) Modifiche alla legge provinciale 17 dicembre 1998, n. 13, “Ordinamento dell’edilizia abitativa agevolata”, Paula Bacher (SVP) ha sostenuto che “l’abitare è la questione sociale dei nostri tempi”, aggiungendo che migliorare una legge esistente non era cosa facile, e la norma conteneva certamente spunti positivi. La democrazia era un sistema che permetteva ampia discussione, ma a un certo punto bisognava prendere una decisione; positivo era che si tenesse conto di nuove forme abitative, di persone con disabilità, di soluzioni multigenerazionali, il che rispondeva alle esigenze di una società sempre più anziana. La legge non sarebbe rimasta in vigore per i prossimi 50 anni, ma dopo anni di lavoro finalmente era stata avviata una nuova norma, seppur a fronte di un iter non semplice: era opportuno però che tutti ne riconoscessero gli aspetti positivi.
Secondo Franz Locher (SVP), l ‘abitare, insieme a salute e lavoro, era uno dei tre aspetti importanti della vita: egli ha ringraziato Bacher che, in quanto presidente della 4a commissione legislativa, ma aveva avuto molta pazienza, così come il direttore di Ripartizione; ha quindi chiesto a Renzler di chiarire le sue affermazioni, in particolare riguardo alla collaborazione con l’agricoltura. Una casa di proprietà, ha aggiunto, è la migliore garanzia per la vecchiaia, facendo poi riferimento all’esplosione dei prezzi della casa oltre al tasso di inflazione negli ultimi 20 anni, e all’acquisto di seconde case da parte di speculatori. Nello stesso tempo, gli stipendi non erano aumentati. Sul mercato libero c’era una grandissima speculazione sui prezzi, ed è lì che bisognava intervenire. Era sbagliato incolpare i contadini dell’alto prezzo dei terreni: architetto e progettista costavano di più del terreno; in quanto ai contributi concessi, se una volta ammontavano al 30% del costo degli alloggi, ora coprivano il 10%: si sarebbero potute aiutare le persone a estinguere in mutui, portando avanti nuove proposte. Locher ha poi affrontato il tema degli standard CasaClima A, ritenendo che avesse creato più problemi che vantaggi, costando tantissimo anche per la manutenzione: gli standard CasaClima B sono più che sufficienti, dal punto di vista dell’isolamento. Un altro tema sono le case sotto tutela, molte delle quali non abitate; inoltre, andava detto che negli anni 60 e 70 erano stati costruiti molti edifici, ma non si buona qualità. A Bolzano si potrebbe utilizzare l’areale della stazione per costruire tanti appartamenti a buon prezzo, e l’amministrazione deve pensare a costruire anche per il ceto medio, anche perché piuttosto che pagare un affitto per 60 anni è meglio pagare un mutuo per 40. Al fine di trovare soluzioni, positive erano state le trasferte studio, e se ne sarebbero potute fare ancora, perché c’era molto potenziale e bisognava trovare nuove idee, anche a fronte dell’aumento dei costi delle materie prime e delle speculazioni. Anche se non avrebbe risolto tutti i problemi, la legge era comunque interessante e si sarebbe completata con i regolamenti di attuazione.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ricordato che nell’accordo di coalizione era stato indicato come obiettivo prioritario l’emanazione di una legge sull’edilizia abitativa snella e attuabile, aggiungendo che era dubbio che si raggiungesse questo esito con la norma in esame, che come detto da Ploner era un puzzle e non conteneva un chiaro piano di politica abitativa per il futuro: in 4 anni si sarebbe potuto fare di più, anche a fronte dell’aumento dei prezzi e del fabbisogno, anche per i lavoratori richiesti dall’economia. Chi non ha una casa famigliare o un aiuto dalla famiglia non ha nessuna possibilità di acquisto. I costi sono alti anche per i Comuni che vogliono costruire; sarebbero necessarie visioni per il futuro, considerato che i contributi attuali non raggiungono nemmeno il 10%; vanno poi considerati i costi burocratici e i lunghi tempi di attesa, che l’assessora aveva promesso di ridurre – ma così non è. Non c’è alcun rapporto tra stipendi e prezzi degli immobili; l’opposizione ha fatto ripetutamente proposte di aumentare gli stipendi nell’amministrazione, ma la Giunta ha sempre detto no. Già nel 2020 uno studio dell’IPL aveva rilevato che i prezzi della casa erano troppo elevati, annotando che anche per il ceto medio sarebbe stato un problema avere una casa propria: a due anni di distanza sono cresciuti ulteriormente, e la situazione del ceto medio è peggiorata ulteriormente. si era parlato di alloggi a canone accessibile, oltre a quelli a canone sociale, ma da dove sarebbero dovuti arrivare? La presidente dell’IPES aveva spiegato che servivano molti alloggi più piccoli, per le nuove forme di famiglia, e che le domande sarebbero aumentate sempre di più. Inoltre, a fronte del fatto che non tutti volevano, né potevano permettersi, una casa di proprietà, era necessario promuovere gli affitti. La casa è il tema del futuro: bisogna creare i presupposti affinché sia accessibile. A fronte di tanti annunci, oggi ci si trovava davanti a un piccolo risultato, senza ampie prospettive.
A volte poteva essere positivo aggiornare le disposizioni esistenti, ha detto Hanspeter Staffler (Gruppo verde), aggiungendo che però la questione centrale era garantire alloggi a prezzi accessibili. Rendere disponibili terreni a prezzi accessibili rientrava anche nella pianificazione territoriale. Sarebbero stati necessari altri terreni edificabili. Il mercato altoatesino dell’edilizia era in fase di espansione da anni, e anche il turismo era coinvolto; l’Alto Adige aveva costi di costruzione molto più elevati rispetto alle regioni vicine, anche a causa dei contributi. Il tasso di sfitto non doveva essere sopravvalutato nella questione dei prezzi; c’erano sono solo pochi appartamenti realmente utilizzabili. In provincia c’erano 15.000 seconde case e 4.000 alloggi b&b, quindi preclusi alla popolazione locale; la politica di edilizia abitativa non era questione solo dell’assessora, ma anche del Landeshauptmann e della Giunta che suddivideva i fondi tra i diversi settori. La grande novità per l’edilizia agevolata sarebbe stata una riforma sul modello austriaco, con edilizia privata e pubblica per il bene comune sovvenzionata, senza scopo di lucro. In Italia ci sono altre condizioni, ma la Provincia potrebbe raggiungere questo obiettivo attraverso le sovvenzioni.
Tutti avevano dimenticato che il predecessore dell’assessora Deeg non era nemmeno riuscito a portare il suo disegno di legge sulla riforma dell’edilizia abitativa in Consiglio provinciale, ha detto Helmuth Renzler (SVP), ricordando che Tommasini aveva lavorato alla riforma, ma non era riuscito a presentarla. Nel 1964 un metro quadro di terreno edificabile a Bolzano costava 30 €, oggi 1.200 €: una differenza notevole. Per quanto riguarda Bolzano, erano stati assegnati molti terreni edificabili, ma c’è il sospetto che siano stati costruiti consapevolmente pochi alloggi, per non far calare i prezzo, inoltre va considerato che i prezzi di costruzione sono aumentati del 30%, nonché che con il cambio Lira-Euro il potere d’acquisto si è ridotto della metà, per stipendi e pensioni, cosa che non è accaduta in Austria o Germania: da allora, infatti, gli stipendi effettivi non erano mai aumentati. Nell’aprile 1989 era stato deciso di erogare un contributo per i dentisti: allora, una corona costava 500.000 lire, ma dopo esso era aumentato in maniera considerevole, il che dimostra che l’erogazione di contributi produce un aumento dei prezzi. L’edilizia abitativa agevolata copriva all’inizio, negli anni 70, il 90% dei costi, ora il 17%: bisogna far sì che si torni a una quota che sia davvero un’agevolazione, e non un contributo.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha invitato a chiedersi semplicemente se una coppia con un reddito medio da lavoro riesce a permettersi un appartamento di proprietà o meno, senza contributi o aiuto dei genitori: se questo non è possibile, allora si è fallito, indipendentemente da chi ha la colpa. Secondo l’ASTAT, dal 2012 il prezzo degli alloggi è aumentato del 35%: non lo stesso si può dire di stipendi, pensioni, contributi, dell’innalzamento dei limiti di reddito o delle misure accompagnatorie, e questa responsabilità ce l’hanno soprattutto i partiti di maggioranza. Bisogna andare oltre ai contributi, con più coraggio e flessibilità, percorrendo vie nuove, perché nonostante i milioni spesi negli ultimi anni non sono stati garantiti prezzi più bassi. Abitare è un fabbisogno essenziale per le persone, ma queste non si possono più permettere un appartamento: per una mansarda in Val Passiria si pagano 1.000 € di affitto, a fonte di redditi medi di 1.400-1.500 €. Le proposte in esame non cambiano nulla, l’unico passo avanti è l’abbassamento del punteggio, il cui inserimento nel dlp è stato forzato, “voi non lo avreste infilato da soli”. Le persone non vorrebbero contributi, ma la possibilità di permettersi un appartamento da sé. Quando vengono presentati emendamenti al fine di produrre misure sociali, per esempio a sostegno di chi percepisce le pensioni minime, la maggioranza trova ogni modo per respingerli: e non lo fa l’ala economica, ma l’ala sociale della SVP. Leiter Reber ha quindi invitato a essere aperti alle proposte dell’opposizione, a favore della cittadinanza.
Magdalena Amhof (SVP) ha ammesso che quotidianamente si vede che l’abitare in Alto Adige non è quasi più sostenibile: per affrontare questo problema erano state varate la legge sull’IMI, i cui effetti si sarebbero visti nel 2023, quella sull’IPES, con misure che vanno oltre al settore sociale, la legge urbanistica che aveva ridefinito il settore del convenzionamento, valida soprattutto per contrastare l’aumento dei prezzi nelle aree turistiche. Importante, nella legge in esame, era la previsione di nuove forme abitative, tra cui quella multigenerazionale; positivo era stato vedere cosa c’era fuori dalla provincia, per adattarlo alle esigenze locali; importante era l’abbassamento del punteggio per accedere all’edilizia abitativa agevolata, inserito con emendamento di Leiter Reber, e l’accesso al terreno edificabile anche in Comuni non confinanti. Importante era anche l’anticipo ai Comuni dei mezzi per le misure di urbanizzazione. Secondo l’ultimo studio sui giovani, una delle questioni che sta loro più a cuore è la casa.
L’ass. Waltraud Deeg si è detta felice del dibattito in aula, aggiungendo che quando era diventata assessora aveva analizzato la situazione casa, confrontandola anche con quanto avveniva oltreconfini, in Germania o in Austria, e identificando cosa era migliorabile in Alto Adige. A Monaco, per 100 mq si pagano 2.000 € di affitto sul mercato libero, tanto che esperti tedeschi avevano invitato a evitare gli stessi errori della Germania; il prezzo convenzionato dell’affitto in Alto Adige è 7,5 €/mq, cosa che ora si intende introdurre in Germania. Inoltre, esistono già disposizioni specifiche per chi vive e lavora in Alto Adige: questi strumenti vanno rafforzati, ma a volte è difficile trovare fondi. C’è bisogno di più alloggi, ed è chiaro che se domanda e offerta non combaciano i prezzi aumentano, di conseguenza bisogna discutere dove e quando realizzare gli alloggi. L’aumento dei prezzi si deve a investimenti speculativi ma anche ai tassi ridotti. Con questa legge si intende tra l’altro rafforzare l’agevolazione e prevedere nuove forme abitative, ma essa, con i suoi 8 articoli, è solo uno dei 12 punti del programma per l’abitare sostenibile. L’alta quota di alloggi di proprietà è un segnale di successo: la quota di proprietà in Germania è pari al 55%, ma certo non perché i tedeschi preferiscono l’affitto. In ogni caso, anche la politica degli affitti va potenziata. La casa è uno dei pilastri fondamentali del 2o Statuto, è una questione di equità sociale. Va detto anche che, mentre nel mondo la quota di donne proprietarie è solo l’1%, in Alto Adige essa è del 34%, ha aggiunto Deeg, concludendo che la legge non risolve tutto il problema dell’edilizia abitativa, ma è parte della soluzione. L’assessora si è detta infine disposta ad affrontare ogni proposta, purché sincera e adeguata a risolvere il problema.
La discussione prosegue domani a partire dalle 10.00.
(Autore: MC)
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