
(AGENPARL) – mer 30 novembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: banca dati per prestazioni sociali, caccia senza piombo](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671656)
Consiglio -Mozioni di Team K e Gruppo verde.
Con la [mozione n. 412/21:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=622900&blank=Y) Banca dati digitale per le prestazioni sociali, Maria Elisabeth Rieder (Team K), evidenziando che prima con la pandemia, e ora a causa della guerra in Europa, molte famiglie, aziende e persone anziane temono per il proprio futuro e hanno paura di cadere in povertà, e che tali crisi mettono in difficoltà finanziarie anche persone che si trovano nel pieno della loro vita lavorativa, chiariva che per questo molti hanno fruito degli aiuti della Provincia e continueranno ad averne bisogno. Tra lew prestazioni sociali cui i cittadini fanno ricorso, ci sono l’assegno di accompagnamento, l’assegno di cura, l’assegno di assistenza domiciliare; le borse di studio, l’indennità di inserimento, i sussidi allo studio; le prestazioni finanziarie dell’assistenza sociale; le prestazioni integrative della previdenza sociale; -i contributi pubblici per coprire le spese d’affitto; l’edilizia abitativa agevolata, l’assegno provinciale al nucleo familiare e l’assegno provinciale per i figli. Anche molte aziende altoatesine si avvalgono degli incentivi all’economia, quali contributi per misure di promozione della consulenza, formazione e diffusione di conoscenze a favore delle imprese, contributi per misure volte a favorire l’internazionalizzazione delle imprese, aiuti con assegnazione a bando per gli investimenti aziendali delle piccole imprese ecc. . Fare domanda per accedervi, tuttavia, è troppo complicato e servono molti documenti, a volte é impossibile procedere senza l’aiuto di un patronato. Ricordando che tra gli obiettivi dell’Agenda digitale Alto Adige 2020 c’è quello di “un’amministrazione efficiente, innovativa e orientata ai servizi”, ed evidenziando la necessità di un tool interattivo, la consigliera ha quindi chiesto di impegnare la Giunta (1) ad ampliare l’attuale portale dei servizi della Provincia (https://www.provincia.bz.it/it/servizi.asp) integrandolo con un tool interattivo che indichi le possibilità di ottenere contributi nei singoli casi; le cittadine e i cittadini possono immettere dati personali quali il reddito, la composizione del nucleo familiare, la situazione abitativa ecc. ottenendo in cambio dei risultati di ricerca personalizzati indicanti i contributi spettanti e una stima degli importi; (2) a sviluppare lo stesso tool anche per le aziende e a integrarlo nel portale dei servizi; (3) a fare in modo che tramite lo stesso portale si possa presentare domanda in via digitale, consentendo così all’utente di operare su un’unica piattaforma dalla quale sia anche possibile seguire l’iter delle proprie domande.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto la mozione, ricordando che il suo gruppo aveva rilevato questo problema relativamente alla creazione d’impresa da parte di donne, ma che esso riguarda anche la richiesta di contributoiiß´, borse di studio ecc.: spesso è difficile accedere anche alle informazioni, ma le persone hanno bisogno di questi aiuti perché non riescono ad arrivare a fine mese.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ritenuto molto interessante la proposta. COntrariamente da quanto detto da Rieder, l’ orientamento ai servizi era disponibile, ma erano necessari miglioramenti. Assolutamente condivisibile era il punto (3), e utile sarebbe stato anche che i cittadini potessero aggiornarsi sullo stato delle loro domande. Era necessaria una collaborazione tra Ripartizioni.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha rilevato anche l’attuale difficoltà dei lavoratori stagionali di ottenere appuntamenti presso i patronati, i quali attualmente si stanno occupando del nuovo contributo concesso: bisognerebbe consentire di presentare la domanda anche online. la mozione sarebbe stata un contributo per accelerare alcune cose e per garantire maggiore trasparenza.
Intervenendo come consigliera, Waltraud Deeg (SVP) ha detto che tutti erano d’accordo sugli obiettivi di trasparenza e vicinanza ai cittadini, tuttavia l’amministrazione provinciale occupandosi dei soldi dei contribuenti, era per forza legata a una forma di burocrazia, anche perché i fondi non erano illimitati. Ha aggiunto poi che nel 2014 aveva rilevato che gli enti avevano banche dati scollegate tra loro: per raggiungere un collegamento trasversale servivano molti passi. la mozione si occupava principalmente del front office, che era frutto del dietro le quinte. Rallentamenti erano causati anche dalle disposizioni sulla privacy. Rilevando comunque che molto era stato fatto, Deeg ha quindi proposto alla presentatrice di modificare alcuni punti.
Notando che in fatto di informatizzazione l’Europa era indietro nel mondo, l’Italia era indietro in Europa e l’Alto Adige indietro in Italia, Paul Köllensperger (Team K) ha rilevato che in Alto Adige sono tanti i contributi, però è difficile orientarsi tra essi. Non si rispetta la legge Bassanini secondo cui i documenti già disposizione della mano pubblica non devono essere richiesti una seconda volta, l’orientamento ai servizi, come detto da Foppa, di fatto non manca, ma digitalizzazione e normativa tengono più spesso conto del punto di vista dell’amministrazione piuttosto che di quello dei cittadini. Bisognerebbe tenere conto che molti passi non sono necessari, ed evitare di digitalizzare solo parti di procedure. Molto è stato fatto, ma c’è ampio margine di miglioramento: prevedere un tool che possa dire a quali contributi si ha diritto, permettendo poi di procedere con domanda digitale, è possibile, ed esiste già in Danimarca.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ritenuto molto importante la proposta, aggiungendo che la gran parte dei cittadini giá si muove nel mondo digitale: creare un portale come proposto permetterebbe anche di procedere con simulazioni preventive, per capire se si ha diritto a un certo contributo. Poiché comunque ci sono persone che non hanno possibilità di agire a livello digitale, resta necessario coinvolgere Patronati e sportelli. La mozione garantisce che tutti i cittadini possano accedere alle informazioni sui contributi della provincia.
Magdalena Amhof (SVP) è partita dall’idea dell’amministrazione provinciale come fornitrice di servizi, ricordando di essersi servita spesso, in passato, di uffici della pubblica amministrazione per avere informazioni, perché si trattava di tematiche molto complesse. Il comune di Bressanone, ha aggiunto, aveva provveduto alla digitalizzazione molto tempo fa, tuttavia questo non era stato possibile per alcuni ambiti, per esempio per l’urbanistica, troppo complessa: sono quindi necessari sistemi paralleli. Va detto che nell’edilizia abitativa agevolata c’è chi usufruisce di strumenti di calcolo per restare sotto una certa soglia di reddito, e che con i servizi online non si raggiungono le persone anziane: ci vogliono quindi entrambe le possibilità.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher, chiarendo che c’è possibilità di migliorare i servizi, e che si sta lavorando a questo scopo, ha segnalato che ieri in giunta erano stati deliberati 20 digipoint e un altro progetto all’interno del PNRR per la costituzione di punti servizi per i cittadini. Al congegno sulla cybersecurity svolto in settimana si era parlato anche di sicurezza. Purtroppo si è indietro rispetto ad altri Paesi che, non avendo fatto nulla in passato, sono partiti da zero, “mentre noi stiamo ristrutturando una vecchia casa”. Un presupposto per accedere ai servizi in via digitale è l’identitá digitale: bisogna sollecitare tutti i cittadini ad attivarla. Obiettivo del PNRR è che ce l’abbiano l’80% delle persone, nei Paesi baltici ce l’hanno il 100% dei cittadini, in Germania il 10%, la Provincia di Bolzano è a livello intermedio. Il sistema ha funzionato bene per gli aiuti Covid. In quanto ai dati già a disposizione della pubblica amministrazione, va detto che ai cittadini che le amministrazioni con cui si rapportano sono diverse, e prevedono requisiti diversi. In quanto alla simulazione, una simulazione parziale inserendo alcuni dati non è indicata, perché crea false aspettative; se bisogna inserire tutti i dati, allora vale la pena fare direttamente la domanda. Ci dovrebbe essere collegamento tra tutte le banche dati, ma questo ancora manca, anche perché è stato deciso di non considerare come base solo il reddito imponibile. L’obiettivo in esame rientrava già nella dichiarazione programmatica, unico dubbio è appunto sull’opportunità della simulazione. In questa forma, la mozione non poteva essere accolta. entro il 2023, comunque, si faranno degli importanti passi avanti, anche nell’ambito della previsione del PNRR, iniziando da banca dati e sicurezza dei dati. Maria Elisabeth Rieder ha ringraziato per la condivisione in aula, rammaricandosi che Kompatscher non la volesse approvare. Le procedure, ha aggiunto, andrebbero considerate più dal punto di vista dei richiedenti che da quello dell’amministrazione. Assolutamente necessario sarebbe garantire la possibilità di simulazioni; l’Alto Adige deve porsi obiettivi ambiziosi; vanno comunque garantiti anche gli sportelli in presenza. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 16 sì e 18 no.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha quindi presentato la [mozione n. 598/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=652149&blank=Y) A caccia senza piombo: salviamo aquile, gipeti e altri rapaci, premettendo che essa non era contro la caccia ma contro la dispersione nell’ambiente del piombo usato per le munizioni, perché il relativo ingerimento da parte di altri animali provocava saturnismo e poi morte. Danimarca e Paesi Bassi avevano emesso un divieto in merito, e anche un regolamento europeo vietava l’utilizzo di pallini a piombo nelle zone umide e nelle zone Natura 2000, ma il problema per le altre zone restava: esso riguardava in particolare i rapaci che si cibano di carcasse o resti di animali. Nel 2008, ha ricordato il consigliere, il Parco Nazionale dello Stelvio rilasciò gli ultimi degli 11 gipeti previsti nel progetto di reintroduzione della specie; tra loro anche Ikarus, liberato con una grande festa in Val Martello e ritrovato quattro mesi agonizzante in Val di Rabbi: catturato, risultò affetto da saturnismo acuto. Curato e rilasciato un anno dopo, poco dopo fu ritrovato morto in Svizzera: le sostanze tossiche avevano saturato lo scheletro che riportava un valore di piombo di 58 mg/kg (valori di soglia: 8-16 mg/kg). Dopo questo caso, una ricerca realizzata dall’ornitologo Enrico Bassi, aveva rivelato che il 44% dei rapaci dell’arco alpino e appenninico analizzati, cioè 111 esemplari, aveva almeno un tessuto contaminato in maniera significativa da piombo, e che la maggior parte dei rapaci contaminati si concentrava in quello che Bassi chiamò il “quadrilatero della morte” tra le province di Bolzano, Trento, Brescia e Sondrio, risultate le aree più afflitte da saturnismo dell’Europa, assieme all’Austria. La Provincia di Bolzano vieta per legge l’utilizzo munizioni al piombo nelle zone umide delle aree Natura 2000 e nel Parco Naturale dello Stelvio, e la normativa provinciale specifica che “nel prelievo degli Ungulati è auspicabile l’utilizzo di munizioni atossiche in sostituzione delle munizioni contenenti piombo”, ma questo non sembra sufficiente: un articolo della legge provinciale 14/1987 dispone che il competente assessore provinciale “può (…) disporre ulteriori limitazioni o divieti in merito ai mezzi e ai periodi di caccia”, quindi la possibilità di ampliamento delle disposizioni c’è. Il consigliere proponeva quindi di impegnare la Giunta a disporre, in forza dei poteri conferitile dall’art. 9 bis della legge provinciale n. 14 del 1987, il divieto dell’utilizzo di munizionamento a piombo per l’intero territorio della provincia di Bolzano.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha annunciato sostegno alla mozione, ritenendola però poco audace: “Bisognerebbe esprimersi contro la caccia, che per puro divertimento degli uomini sottopone a crudeltà gli animali”. Questa è anche la posizione del Movimento 5 Stelle; la caccia dovrebbe essere abolita. Egli aveva presentato una mozione analoga a quella in esame, riscontrando però scarsa disponibilità da parte della Giunta e rilevando che i controlli erano praticamente inesistenti. Un ostacolo pareva essere anche il costo maggiore delle munizioni.
Franz Ploner (Team K) ha annunciato sostegno alla mozione, aggiungendo che esiste già un divieto europeo. Anche in un articolo del 2019 del giornale di cacciatori si parlava di un “futuro senza piombo” della caccia, e i cacciatori parevano disponibili a un sistema di caccia più compatibile con l’ambiente; andava rilevato che in passato c’era la possibilità di intossicazione da piombo anche con la benzina.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha rilevato che secondo studi in Europa ogni anno milioni di uccelli muoiono per avvelenamento da piombo. Tuttavia, non per tutti i calibri ci sono munizioni senza piombo, oppure la relativa disponibilità è insufficiente, quindi in caso di approvazione della mozione servirebbe un periodo transitorio prima di introdurre il divieto. La caccia ha anche un senso in termini di regolamentazione del ciclo ecologico.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) si è sorpreso che il proponente avesse trascurato il fatto che non c’è mai stato un numero di aquile alto come ora, e pertanto parlare di “quadrilatero della morte” era ridicolo, nonché che in provincia ci fossero giá divieti molto severi; in quanto a uso delle munizioni senza piombo si era molto avanti, a livello europeo. Inoltre, le munizioni senza piombo non erano facili da trovare. Il numero di uccelli morti era sicuramente più alto lungo le linee elettriche e gli impianti di risalita, ma nessuno voleva eliminarli. Anche in relazione alle necessità di rimboschimento post tempesta Vaia e in reazione alla diffusione dle bostrico, era importante gestire il numero di ungulati.
In Alto Adige la legge sulla caccia era molto severa, ha ricordato Franz Locher (SVP), aggiungendo che in molte aree non era consentito l’uso di munizioni a piombo. Se utilizzate, andavano a finire nel suolo e non venivano mangiate. La mozione risultava quindi essere una provocazione, altri erano i problemi riguardanti la selvaggina, come l’aumento del numero di cervi o la lotta al bostrico. Inoltre, il numero di cacciatori era in calo.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde), co-firmatario, si è detto deluso dai due interventi precedenti, entrambi di cacciatori. Non si metteva in dubbio il contributo ecologico della caccia in Alto Adige e nell’arco alpino, ma i dati dicevano che ogni anno 1,2 milioni di uccelli morivano per avvelenamento da piombo. In Alto adige si differenziava tra caccia agli ungulati, per i quali di solito non venivano utilizzate munizioni a piombo, e caccia ad animali più piccoli – ogni anno venivano abbattuti 9.000 uccelli: in questo caso, era possibile utilizzare munizioni diverse, e una normativa provinciale poteva comportare un cambiamento piú consono ai tempi.
Manfred Vallazza (SVP) ha riferito di essersi confrontato con esperti, rilevando che non ci sono molte possibilità alternative alle munizioni a piombo. Per la piccola selvaggina esistono munizioni in acciaio, che però sono ancora più pericolose per via di una deriva che può colpire altri animali o addirittura persone; bisogna attendere finché saranno disponibili alternative.
L’ass. Arnold Schuler ha sostenuto che l’intervento umano sulla natura è stato talmente ampio che non si può lasciare la selvaggina a sé stessa, perché danneggerebbe agricoltura e bosco; va inoltre tutelato il rimboschimento con giovani alberi; la pressione sui cacciatori dovuta all’elevato numero di capi di selvaggina è così alta in alcune zone di caccia che è difficilmente gestibile. Il sistema di caccia in Alto Adige è ben accolto dalla popolazione, e il 44% dei cacciatori, un’alta percentuale rispetto ad altre realtá, usa munizioni senza piombo: attualmente un problema è anche la disponibilitá di alternative . È chiaro che il futuro della caccia in Alto Adige è senza piombo, bisogna vedere in che arco di tempo. Riccardo Dello Sbarba ha apprezzato che l’assessore ammettesse che la strada è quella, ma ha ritenuto che quella della disponibilitá di munizioni fosse un po’ una scusa: egli stesso aveva verificato la disponibilità in pronta consegna di cartucce senza piombo. Ha chiesto poi se l’assessore era disponibile a discutere la mozione, e Schuler ha proposto una modifica di parti sostanziali di essa. Dello Sbarba ha quindi sospeso la mozione.
I lavori riprendono alle 14.30.
(Autore: MC)
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