
(AGENPARL) – mar 29 novembre 2022 Prot. n.______ Federico Marini
PANE – Le farine aumentano del 34% ma il costo del pane si ferma.
Continua il rincaro di materie prime ed energia e crollano le vendite: si
spreca sempre meno. I panificatori di Confartigianato Sardegna: “Ingiusto
far mancare il prodotto alle persone: a rischio la tenuta sociale del Paese”.
Le Associazioni dei Panificatori chiedono l’intervento del Ministro Urso.
Associazioni Continuano a sfornare pane ma a causa dei rincari delle materie prime e
Territoriali dell’energia faticano a far quadrare i conti o lavorano in perdita.
Sud Sardegna Sono i panificatori sardi che denunciano il calo delle vendite di rosette, michette,
Cagliari
Via Riva Villasanta 241
civraxiu e moddizzosu conseguenza del fatto che le persone comprano lo stretto
Oristano
un chilogrammo, al posto della consueta forma da mezzo chilo, da consumare non solo
Via Campanelli, 41 nel giorno stesso, ma anche nei successivi.
Quello della panificazione è un settore fondamentale per l’alimentare isolano.
Nuoro Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat,
Via Brig.Sassari, 37
ogni giorno si sfornano oltre 100mila tonnellate di pane fresco per oltre 800 i tipi di
prodotto. Per ciò che riguarda i consumi, sono 730.510 le famiglie sarde che in media
Sassari
Via Alghero, 30
spendono ogni mese circa 21 euro per infarinati, insemolati ma anche per schiacciatine,
Gallura Olbia
Partendo da questo dato è possibile stimare che in media la spesa annua sostenuta da tutte
Via Sangallo 67 le famiglie dell’Isola per l’acquisto di pane ammonta a 186 milioni di euro.
E la raffigurazione di questa pesante difficoltà è raffigurata dall’analisi dell’Ufficio
Studi di Confartigianato Sardegna, che ha rielaborato il risultato di una indagine
UnionCamere sull’inflazione sui prodotti che vengono utilizzati per la lavorazione di
pane e paste.
Gli ultimi dati dicono che se la farina è aumentata del 33,8% tra ottobre-novembre
2021 e ottobre-novembre di quest’anno, e dello 0,8% tra agosto-settembre 2022 e
ottobre-novembre 2022, il prezzo del pane, quindi del prodotto finito, è cresciuto di
meno della metà e quindi del 16% tra ottobre-novembre 2021 e ottobre-novembre di
quest’anno, e dello 0,8% tra agosto-settembre 2022 e ottobre-novembre 2022. Ma per
lavorare le pagnotte occorrono, solo per fare degli esempi, anche l’olio EVO (cresciuto
del 29%), quello di oliva (+43,6%) di semi vari (+16,6%), burro (+23,5%) e lo zucchero
(+19,4%).
“Le imprese della panificazione – sottolinea Confartigianato Imprese Sardegna –
producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a
repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale. Ingiusto far
mancare il pane alla popolazione”. “Per questa ragione – rimarca l’Associazione
Artigiana – chiediamo interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi,
gasolio, attrezzi e macchinari. Nell’Isola ci sono 800 imprese, con oltre 2.400 addetti,
Confartigianato Imprese Sardegna
che da oltre due anni stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità che ha
messo a dura prova la tenuta delle produzioni e a rischio la qualità delle produzioni
alimentari, simbolo della nostra Isola. Senza interventi mirati e immediati il pane
artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole
sarde e italiane ”.
Per tentare di contrastare questa grave situazione gli imprenditori dell’arte bianca di
Confartigianato Imprese Sardegna hanno aderito ad un tavolo di coordinamento
nazionale delle Associazioni dei Panificatori per scrivere al Ministro delle Imprese del
Made in Italy, Adolfo Urso, e chiedere di dare più forza e sintesi alle richieste della
categoria, condensate in 4 punti:
– L’incremento del credito di imposta previsto per le imprese ad alta intensità
energetica, che per i panificatori artigiani dovrebbe essere elevato al 50%, con
estensione a tutto il 1° quadrimestre 2023 ed applicazione dell’obbligo per i
fornitori di uno sconto immediato in bolletta “ove richiesto” pari al credito
d’imposta spettante a fronte di una automatica cessione dello stesso;
– L’intervento sulle norme relative al distacco delle forniture, individuando una
moratoria che salvaguardi la continuità della produzione, stabilendo il
pagamento di almeno il 20% della fattura che inibisca il distacco;
– L’intervento sul trattamento fiscale del lavoro notturno caratteristico nelle
imprese di panificazione artigiana, al fine di contenere il costo del lavoro e
contestualmente la capacità produttiva di pane fresco;
– Il riconoscimento alle imprese del settore della qualifica di operatori svolgenti
lavoro usurante.
Per sostenere le ragioni delle richieste come sopra avanzate, le Associazioni de
panificatori hanno anche chiesto un Tavolo di confronto presso il Ministero, anche per
avviare un monitoraggio serrato dell’andamento dei costi energetici e delle materie
prime, e per prevenire situazioni critiche che rischiano di creare notevoli tensioni sociali
tra la popolazione.
“Inoltre, ritoccare ulteriormente al rialzo il prezzo del pane risulterebbe
impossibile in quanto diventerebbe “fuori mercato” rispetto alla concorrenza della
grande distribuzione – conclude Confartigianato Sardegna – ed è chiaro che la
questione del “caro bollette” vada affrontata principalmente a livello nazionale e in sede
europea. Sarebbe invece opportuno che il settore venisse sostenuto con misure concrete
per efficientarsi dal punto di vista energetico e per venire incontro a queste realtà che
rappresentano la tradizione, l’identità dei nostri territori, che tengono in vita i nostri
centri storici, che trasmettono il sapere artigiano di generazione in generazione”.
http://WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT