
(AGENPARL) – mar 29 novembre 2022 Direttore responsabile: Francesco Antonio Arcuti
ANNO 43 – NR. 251 Martedì 29 novembre 2022
(agenzia umbria notizie)
cult 40
da persepoli a raffaello, dall’antica persia a roma rinascimentale
aspettando l’anno di signorelli. la diagnostica come strumento di
ricerca: giovedì 1 dicembre incontro a città di castello
organizzato dal laboratorio di diagnostica per i beni culturali
(aun) – Perugia, 29 nov. 022 – Giovedì 1 dicembre, alle ore 16,
nella Sala 43 della Biblioteca comunale Giosuè Carducci di Città
di Castello (Via XI Settembre n.18), si terrà l’incontro “Da
Persepoli a Raffaello, dall’antica Persia a Roma rinascimentale
aspettando l’anno di Signorelli. La diagnostica come strumento di
ricerca”, organizzato dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni
Culturali (LabDia) in collaborazione con il Comune di Città di
Castello.
Sarà l’occasione per approfondire come la diagnostica sia oggi
uno degli strumenti fondamentali per la ricerca e lo studio delle
opere d’arte a tutto campo, che può portare a sorprese
imprevedibili.
Si parlerà dei risultati del progetto “From palace to town 2008-
2022”, una collaborazione tra Italia ed Iran riguardante gli
importanti scavi archeologici nell’area dell’antica Persepoli ad
opera del professor Pierfrancesco Callieri, dell’Università degli
Studi di Bologna. L’antica Persepoli,capitale dell’impero
Achemenide di Dario I, è collocata nella provincia di Fars nel sud
dell’Iran vicino alla città di Shiraz. Da questi scavi sono stati
rinvenuti molti oggetti artigianali in metallo, vetro, pietra e
ceramica e forni che indicano la presenza di una produzione di
oggetti di artigianato direttamente nell’antica Persepoli. Grazie
alle indagini diagnostiche effettuate dalla dottoressa Maria
Letizia Amadori, dell’Università di Urbino, in prossimità dei
forni sono stati rivenuti pellet di pigmenti grezzi, tra cui il
blu egizio, ritrovato poi come decorazione anche nelle colonne dei
palazzi più importanti dell’antica città.
Nell’incontro verrà inoltre illustrato l’eccezionale
rinvenimento effettuato nel 2020 ad opera del LabDia del “blu
egizio”, utilizzato da Raffaello nel 1512 a Villa Farnesina a Roma
nel “Trionfo di Galatea”. Eccezionale – spiegano dal Laboratorio
di Diagnostica per i Beni Culturali perché si tratta del primo
pigmento di sintesi della storia, prodotto artificialmente dagli
Egizi intorno al 3.100 a.C. e poi riproposto da Raffaello, grazie
a un brano del trattato “De Architectura” di Vitruvio che ne aveva
illustrato il procedimento di realizzazione.
Il Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali ha come
obiettivo la ricerca sulla materia delle opere d’arte di ogni
tipologia, finalizzata a sempre nuove conoscenze, funzionali alla
tutela e allo studio dei Maestri che le realizzarono. È
un’associazione tra Ministero della Cultura, Regione Umbria,
Comune di Spoleto e Dipartimento di Chimica dell’Università di
Perugia con il quale, in particolare, intercorre una costante
collaborazione, così come con altri prestigiosi centri di ricerca
italiani.
Considerato un’eccellenza a livello nazionale, il Laboratorio
umbro opera utilizzando un’ampia gamma di strumentazioni portatili
su qualsiasi tipologia di bene e con tecniche non invasive.
L’appuntamento tifernate è l’ultimo dei tre programmati che,
partendo dalla scoperta del “blu egizio”, affrontano argomenti
diversi. Tutte le iniziative sono organizzate con il sostegno
della Giunta e dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria.
I saluti istituzionali saranno portati da: Luca Secondi, Sindaco
del Comune di Città di Castello; Alceo Macchioni, Direttore del
Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologia dell’Università
degli Studi di Perugia; Giuseppe Lacava, Soprintendente
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria; Marina Balsamo,
Presidente del Consiglio di Amministrazione del LabDia di Spoleto.
A seguire, con la conduzione della giornalista Anna Lia Sabelli
Fioretti, prenderanno la parola: Vittoria Garibaldi, storico
dell’arte e direttore scientifico del LabDia di Spoleto, che
parlerà della recente attività del Laboratorio di Diagnostica e di
quanto fatto sul Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, di
cui nel 2023 si celebra il V centenario dalla morte; Pierfrancesco
Callieri, professore ordinario dell’Università di Bologna che
parlerà dei risultati del progetto di scavi archeologici condotti
in Iran; Maria Letizia Amadori, ricercatore dell’Università degli
Studi di Urbino, che parlerà dei risultati delle indagini
diagnostiche condotte a Persepoli dove in prossimità dei forni,
sono stati rivenuti pellet di pigmenti grezzi, tra cui il blu
egizio; Giovanni Luca Delogu, funzionario storico dell’arte della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria,
che parlerà del “Trionfo di Galatea” di Raffaello; Manuela
Vagnini, chimico del LabDia, racconterà il percorso che ha portato
il gruppo di lavoro composto da LabDia, ENEA, IRET-CNR e XGLAB-
Bruker, al rinvenimento del “blu egizio” a Roma con un intervento
dal titolo “La tavolozza di Raffaello nel Trionfo di Galatea”;
Michela Azzarelli, Conservatore del LabDia, illustrerà le indagini
diagnostiche condotte a scopo conoscitivo sul “Martirio di San
Sebastiano” di Luca Signorelli.
Concluderà l’incontro Michela Botteghi, Assessore alla Cultura
del Comune di Città di Castello.
APPROFONDIMENTO. Manuela Vagnini mostrerà i risultati della
campagna di analisi non invasive condotte nel 2020 dal LabDia – in
collaborazione con ENEA, IRET-CNR e XGLAB-Bruker – sull’affresco
raffigurante il “Trionfo di Galatea”, dipinto nel 1512 da
Raffaello a Roma nella Sala di Galatea a Villa Farnesina, sede
dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
L’Accademia ha coinvolto il Laboratorio di Spoleto in
considerazione della decennale esperienza dei suoi tecnici e della
disponibilità delle più aggiornate strumentazioni diagnostiche
portatili e non invasive, in occasione della mostra per il V
centenario dalla morte di Raffaello, che si è tenuta alla
Farnesina tra ottobre 2020 e gennaio 2021.
La campagna ha portato alla scoperta dell’utilizzo da parte di
Raffaello del primo blu artificiale della storia dell’arte, il
primo pigmento in assoluto di origine non naturale, la cui
preparazione sembra collocarsi in Egitto intorno al 3.100 a. C e
che risulta costituito da un silicato misto di calce e rame. L’uso
del “blu egizio” è stato individuato in tutto il cielo, il mare e
persino negli occhi di Galatea.
L’attività di studio a cui hanno partecipato Michela Azzarelli e
Manuela Vagnini per il LabDia, Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara
Anselmi (IRET-CNR), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-
Bruker), è stata coordinata dal professor Antonio Sgamellotti,
socio dei Lincei e Professore emerito di Chimica Inorganica
dell’Università degli Studi di Perugia.
In previsione degli eventi previsti per il V centenario della
morte di Luca Signorelli che ricorre nel 2023, Vittoria Garibaldi
intratterrà i partecipanti su una delle opere più rappresentative
del maestro, il “Martirio di San Sebastiano” dipinto per la chiesa
di San Domenico e oggi nella Pinacoteca comunale di Città di
Castello, sul quale sono state seguite indagini diagnostiche
conoscitive.
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