
(AGENPARL) – lun 28 novembre 2022 OSPEDALE ALTO RENO TERME, FACCI (LEGA): “MANCANZA MEDICI E SERVIZI COLPA POLITICA REGIONALE: O SI INVESTE O MONTAGNA MUORE”
BOLOGNA, 28 NOV – “La sospesione, che dura dalla passata primavera, del servizio di medicina dello sport presso l’ospedale di Alto Reno Terme causata dalla mancanza di medici è emblematica della situazione nella quale versano i territori periferici delle nostre aree interne: la mancanza di bandi adeguati, che prevedano condizioni di ingaggio adeguate, sono la causa per la quale molti incarichi restano vacanti, nella sanità, così come nella scuola e in altri settori fondamentali per la vita sociale”. Lo ha detto il consigliere regionale della Lega, Michele Facci, replicando alla risposta dell’assessore alla Salute, Raffaele Donini, a un atto ispettivo dell’esponente del carroccio e relativo alla mancanza del servizio di Medicina dello sport presso l’ospedale di Alto Reno Terme.
Nella sua interrogazione Facci chiedeva conto alla Giunta “se non ritenesse che tale disservizio contrastasse con il dichiarato intento di ‘rafforzamento dei presidi socio-sanitari e sociali nel territorio, con attenzione particolare alle aree interne e montane’ e di ‘rafforzare la rete di servizi di prossimità territoriale’, e con la necessità di ‘correggere le storture, a partire dalla riduzione dalle diseguaglianze sociali, economiche, territoriali e di genere’ come detto nel programma di mandato della Giunta, e, in generale, quali concrete iniziative intenda adottare per garantire a tutti gli abitanti e famiglie dell’Appennino bolognese la presenza del medico dello sport nel territorio”.
Per Facci la soluzione è una sola: “Fare bandi e ricerche di personale che offrano compensi e situazioni lavorative tali da non rendere gli incarichi un disagio”. “Questo vale – ha sottolineato – per il personale medico, così come per quello scolastico e in generale per tutte le attività necessarie alle aree interne. Il rischio, infatti, è che le promesse della Giunta sul rafforzamento dei presidi sanitari rimangano un libro dei sogni. E poco importa che si inventino degli assessorati alla Montagna, così come leggi ad hoc per questi territori, se non si agisce nel concreto, creando condizioni che possano soddisfare la domanda che arriva dalle collettività residenti. In altre parole – ha concluso – o la Regione si decide a investire sul serio o la Montagna muore”.
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