
(AGENPARL) – mer 23 novembre 2022 LE AZIENDE AGRITURISTICHE IN ITALIA | ANNO 2021
Le aziende agrituristiche
tra pandemia e resilienza
Nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). la crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%).
Le aziende agrituristiche multifunzionali (che offrono almeno tre servizi) sono il 38% (+21,3% rispetto al 2011) e ancora una volta sono le Isole a registrare l’incremento più elevato (+51,5% rispetto al 2011).
Il 63,3% dei comuni italiani ne ospita almeno una ma si arriva a oltre il 98% in Toscana e Umbria.
Le strutture condotte da donne sono 8.762 (34,5% del totale), in aumento dell’1,3% rispetto al 2020.
+2,0%
Il tasso medio annuo di crescita tra il 2011 e 2021
+5,3% il tasso medio annuo di crescita delle strutture con fattorie didattiche. +68%
Gli agrituristi stranieri rispetto al 2020
1.162 mln
Valore corrente della produzione
+44,8% rispetto al 2020 e -27% rispetto al 2019.
Agriturismo, un settore in costante crescita
L’agriturismo(i), indipendentemente dalla sua ubicazione geografica, rappresenta da sempre un “luogo” dove è possibile scoprire “sapori”, usi e costumi delle tradizioni locali che per molti versi rappresentano l’intelaiatura della storia nazionale.
In tale ottica, l’agriturismo alimenta, ed è a sua volta alimentato, da uno specifico modello culturale che fa della “sicurezza” e della “sostenibilità” due delle parole d’ordine che, ancora di più dopo la crisi sanitaria dovuta alla pandemia, fanno da guida alle strategie degli imprenditori che operano in questo settore.
I dati del 2021 danno infatti conto della ripresa di questo settore sia in termini di una positiva dinamica demografica delle aziende, sia in relazione al numero di agrituristi ospitati nelle strutture, sia infine per la crescita del valore economico delle aziende stesse.
Per una migliore lettura del “fenomeno agriturismi” sembra opportuno comparare i dati del 2021 sia con quelli dell’anno precedente, che consentono di valutare la “capacità” di resilienza di queste strutture, sia con quelli di lungo periodo, che descrivono la “lunga marcia” compiuta dagli operatori di questo settore nell’ultimo decennio.
L’importanza della rete agrituristica all’interno del mondo rurale è evidente non solo in termini di crescita del numero di strutture, ma anche per la loro diffusione e densità territoriale a livello comunale.
Tra il 2011 e il 2021, le strutture agrituristiche sono aumentate del 24,4%. Il tasso medio annuo di crescita è del 2,0% e varia dall’1,3% del Nord-est al 2,6% del Centro. Rispetto allo scorso anno le nuove aziende sono 330. Se si considerano solo le strutture con alloggio che, per numero e importanza economica, formano il core di questo settore, la crescita rispetto al 2011 è del 23,2%, con un tasso medio annuo di crescita dell’1,9%.
Infine, le aziende agrituristiche che svolgono anche attività di fattoria didattica, una funzione socio- pedagogica che nel tempo ha acquisito grande importanza, sono aumentate del 76,6%, con un tasso medio annuo di crescita del 5,3%.
Degli 8.092 Comuni del 2011, il 58% di questi ospitava almeno una struttura agrituristica; nel 2021 i comuni si riducono a 7.904 e di questi il 63,3% ne ha almeno una nel proprio territorio.
Questa dinamica territoriale interessa tutte le macro-aree geografiche. Nel 2021 i comuni del Centro che ospitano almeno una struttura sono l’84,7% (erano il 77% nel 2011), quelli del Nord-est sono il 78,6% (74,2% nel 2011), seguono le isole con il 62,6% (58,5%), il Sud con il 56,9% (53,4%) e il Nord-ovest con il 52,5% (46,5%).
Nel 2021 i comuni con una sola azienda agrituristica sono 2.483 (pari al 35,3% del totale), di cui 38 sono “nuovi comuni agrituristici”. Nel 54,7% dei comuni si localizzano da 2 a 10 aziende, nell’8,9% da 11 a 50, nel 2% più di 50. I comuni con almeno 100 di queste strutture sono 11 (Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano, Montalcino, Montepulciano, Noto, San Gimignano).
AZIENDE AGRITURISTICHE IN ITALIA, I NUMERI CHIAVE
Anni 2020-2021, valori assoluti e variazioni percentuali
Aziende agrituristiche per tipo di attività Il conduttore per genere
Ristorazione Degustazione Alloggio Maschi Femmine
Nord-ovest 2.338 -1,1 1.087 1,3 2.598 0,4 2.445 1,0 1.405 0,1
Nord-est 3.098 7,2 517 -51,6 5.448 0,3 5.476 0,8 1.805 2,6
Centro 3.664 2,4 2.706 5,2 8.276 -0,3 5.835 1,2 3.375 -1,1
Sud 2.546 1,3 1.132 0,4 2.781 1,0 1.764 0,9 1.534 2,2
Isole 1.152 3,7 669 17,0 1.543 9,0 1.107 6,4 644 11,4
ITALIA 12.798 2,8 6.111 -4,7 20.646 0,8 16.627 1,3 8.763 1,3
Torna a crescere il valore economico delle aziende agrituristiche
Nel 2021 il valore corrente della produzione agrituristica è di poco superiore a 1.162 milioni di euroe contribuisce per il 3,3% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo nel quale le aziende agrituristiche incidono per il 2,2%.
Rispetto al 2020 il valore economico delle aziende agrituristiche (iii) cresce del 44,8% ma rimane ancora sotto il livello pre-pandemia del 2019 (-26%). L’incremento varia dal 51,7% del Nord-est al 44,8% del Nord-ovest, del Sud e delle Isole, fino al 38,3% del Centro.
Poco più 50% del valore economico è generato dalle aziende agrituristiche del Nord, in particolare da quelle del Nord-est (39,3%). Il contributo del Centro e del Mezzogiorno è pari rispettivamente al 37,5% e al 12,2%.
Il valore medio della produzione per azienda (valore economico del settore diviso numero delle aziende agrituristiche) è di poco superiore a 45mila euro (era 32mila nel 2020 e 63mila nel 2019). L’incremento maggiore si registra nel Nord-est, che supera i 62mila euro (+20.800 euro rispetto allo scorso anno).
Fino al 2019 l’andamento del numero di aziende segue, anche se con fluttuazioni più contenute, quello delle presenze e del ciclo economico. Nel 2020, in seguito all’emergenza sanitaria, si registra una differenziazione tra il valore economico, le presenze e il numero di aziende. Il lockdown imposto per contenere la diffusione del Covid-19 ha prodotto effetti gravissimi sulle presenze e quindi sul valore economico, ma, al contempo, non ha inciso sull’articolazione e la solidità della rete agrituristica, che nel 2021 si è trovata pronta ad accogliere i turisti e a innescare una nuova fase di crescita economica che ha superato i livelli pre-pandemia.
Ritornano gli agrituristi stranieri, si consolida la presenza di quelli italiani
Nel 2021 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i 3 milioni registrando un forte recupero rispetto al 2020 (+36,9%), ma non rispetto al 2019 quando gli arrivi erano stati 3,2 milioni. Gli agrituristi italiani aumentano del 23,6% e quelli stranieri del 68% (669mila nel 2020,1,2 milioni nel 2021). Complessivamente, nello stesso periodo, gli arrivi sono aumentati del 41,2%: l’incremento per gli italiani è del 32,1%, per gli stranieri del 62,9%.
L’incidenza dei turisti ospitati dalle aziende agrituristiche sul totale dei turisti è del 3,8%, percentuale che sale al 4,1% per gli agrituristi stranieri. Nel leggere questo dato si tenga conto che la rete delle aziende agrituristiche con alloggio rappresenta il 9,4% del totale delle strutture ricettive.
FIGURA 1. VALORE ECONOMICO DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE CON ALLOGGIO E PRESENZE
Anni 2007-2021, numeri indici a base mobile
Fonte: Conti economici dell’agricoltura (i valori relativi al 2018 e 2019 sono provvisori); movimento dei clienti negli esercizi ricettivi
Le strutture del Centro e quelle del Nord-est, con il 41,3% e il 31,5% di agrituristi, si confermano le più attrattive; spiccano la Toscana (28,8%) e la provincia autonoma di Bolzano (12,1%). Rispetto al 2020, gli arrivi variano tra il +24,1% del Nord-ovest e il +43,6% delle Isole.
In particolare, gli agrituristi dall’estero ospitati nelle strutture del Sud e del Centro sono più del doppio rispetto al 2020 (rispettivamente +109% e +107%). D’altra parte, sul fronte interno, l’aumento più significativo di agrituristi italiani si registra nelle Isole (+31,7%) e nel Sud (+21,9%).
Si riduce il divario tra italiani e stranieri ospitati nelle strutture agrituristiche: nel 2021 il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è di 17 a 10 (era di 23 a 10 nell’anno precedente); in particolare di 10 a 1 per il Molise e di 8 a 1 per Lazio e Basilicata, che sono le regioni con le aziende meno selezionate dai clienti. Le presenze superano i 12 milioni (+36,9% rispetto il 2020) e nel 53% dei casi si tratta di italiani (erano il 61% nel 2020).
La permanenza media (numero di notte trascorse) è circa 3,4 giorni per gli italiani e 5 giorni per gli stranieri (prima della pandemia 4,6 giorni per gli stranieri e 3 per gli italiani).
Vincenti le strutture con un maggiore numero di servizi offerti
Tra il 2011 e il 2021 le attivazioni sono state 18.547 contro 13.270 cessazioni, con un saldo positivo di oltre 5.200 strutture. Sia i tassi di attivazione (aziende attivate nell’anno di riferimento/totale aziende presenti nello stesso anno) che quelli di cessazione (aziende cessate nell’anno di riferimento/totale aziende presenti nello stesso anno) registrano i valori più alti nel 2015 (rispettivamente 11,4% e 9,2%) mentre nel 2021 i due tassi scendono a 4,4% e 3,2% (7,4% e 5,5% nel 2020). Sul territorio le attivazioni variano tra l’1,8% del Sud e l’8,4% delle Isole, le cessazioni tra lo 0,8% delle Isole e il 4,1% del Centro.
Il rischio di cessazione dipende anche dalla capacità del conduttore di intercettare e adeguare l’offerta di servizi alla domanda. Oltre all’alloggio, alla ristorazione e alla degustazione, che rappresentano l’offerta base, sono state rilevate altre sette tipologie di servizi (escursionismo, equitazione, fattorie didattiche, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, trekking). Queste attività, che sono le più diffuse nel “mondo” delle aziende agrituristiche italiane, sono per molti versi connesse alle peculiarità geografiche e alle tradizioni delle diverse località che ospitano le strutture e, al contempo, ne connotano sia la specificità economico-commerciale che quella socio-culturale.
FIGURA 2. DINAMICA DEMOGRAFICA DELLE AZIENDE AGRICOLE E OFFERTA DI SERVIZI
Anni 2011-2021
Sembra interessante mettere a fuoco alcuni aspetti della relazione tra articolazione dei servizi offerti dalle aziende agrituristiche e la permanenza delle stesse sul mercato. Anche in questo caso è opportuno analizzare la dinamica demografica di queste aziende nel lungo periodo.
Delle 13.270 aziende agrituristiche cessate negli ultimi 11 anni, circa il 25% aveva una bassa offerta economico-commerciale (nessuno o un solo servizio), oltre il 90% non offriva alloggio, ristorazione e degustazione e poco più dell’80% offriva non più di 3 servizi (offerta medio-bassa). Tra queste strutture solo 15 avevano un’offerta medio-alta (6-7 servizi) e alta (8-10 servizi).
Nel 2021 le aziende agrituristiche che hanno cessato l’attività sono 818 (1.385 nel 2020). Il 91,3% di queste strutture non offriva alloggio, ristorazione e degustazione.
La permanenza media sul mercato è di 14 anni e varia tra i 12 anni nel Sud e i 16 nel Nord-est. Le imprese attive nel 2021 hanno una vita media di poco inferiore a 11 anni. Le aziende più longeve sono quelle nel Nord-est, con 12 anni, quelle meno longeve sono invece localizzate nelle Isole, con una vita media di 9 anni.
Multifunzionalità: la “via italiana” alla resilienza delle aziende agrituristiche
L’agriturismo come “luogo” è il risultato di un lungo processo di radicamento territoriale e di innovazione imprenditoriale. In tal senso, la multifunzionalità è innanzitutto una strategia economico-imprenditoriale che ha notevoli ricadute sia in campo sociale (si pensi alle fattorie didattiche), sia in quello ecologico-naturalista.
La multifunzionalità sembra quindi caratterizzare questo settore, rendendolo ancora più peculiare nel panorama internazionale e sembra essere una delle “vie italiane” alla modernizzazione dell’intero comparto agricolo.
Nel 2021 le aziende agrituristiche che offrono almeno 3 servizi (multifunzionali) sono 9.559 (+21,3% rispetto al 2011) e rappresentano il 37,6% delle strutture attive. Quelle che svolgono almeno due attività (bifunzionali) o una sola attività (monofunzionali) sono rispettivamente il 42,4% e il 19,9%. Dal 2011 il tasso medio annuo di crescita di queste ultime è dell’1%, mentre è pari rispettivamente al 2,3% e al 2,2% quello delle bifunzionali e delle multifunzionali.
Nel 2021 l’incidenza maggiore di aziende agrituristiche multifunzionali si registra nelle Isole (51,5%), seguono Nord-ovest (42%), Sud (39,9%), Centro (36,4%) e Nord-est (32,5%).
Il tasso medio annuo di crescita delle attività multifunzionali nel periodo 2011-2021 è per le Isole del 5,4%, per il Nord-ovest del 4,3%, per il Sud del 4%, per il Centro del 2,6% e dell’1,3% per il Nord-est.
Tra le aziende agrituristiche che offrono alloggio il 48,1% è di tipo multifunzionale, quota che sale al 57% e al 61,5% tra le strutture che fanno servizio di ristorazione e degustazione, arriva oltre l’80% per le fattorie didattiche e supera il 90% per le altre attività.
FIGURA 3. INCIDENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE MULTIFUZIONALI PER TIPO DI ATTIVITÀ.
Anni 2011-2021, valori percentuali.
(*) Un’azienda autorizzata all’esercizio della degustazione può svolgere uno o più tipi di servizio
Circa il 38% delle aziende agrituristiche multifunzionali è condotto da donne (il 34,3% nel 2011), con un’età media di 50 anni (era superiore ai 55 nel 2011), circa due anni in meno rispetto alle conduttrici di aziende non multifunzionali. L’età media dei conduttori maschi è invece di poco superiore ai 52 anni, leggermente più bassa di quella dei conduttori di aziende non multifunzionali.
Il 37,7% delle aziende a conduzione femminile si localizza nel Centro, il 17,8% nel Nord-est, il 17,5% al Sud, il 16,8% nel Nord-ovest e il 10,2% nelle Isole.
Offerta di servizi molto diversificata sul territorio
La diversificazione dei servizi rimane un elemento strategico per l’attività agrituristica, ne sono una dimostrazione le performance di crescita del settore. Rispetto al 2020 le strutture che offrono la tradizionale attività di alloggio sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,8%) mentre quelle con ristorazione sono cresciute del 2,8%. Il maggiore incremento (+5,5%) si registra nelle strutture che offrono “altre attività”, comprendenti equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport e attività varie. In particolare cresce l’offerta di mountain bike (+9,5%), osservazioni naturalistiche (+7,9%) ed escursioni (+7%).
Le tre attività che maggiormente connotano le aziende agrituristiche sul territorio sono per il Nord-ovest le fattorie didattiche (30,1%), l’alloggio (26,4%) e l’equitazione (22,3%); per il Nord-est l’alloggio (38,6%), la degustazione (35,1%) e la ristorazione (33,2%); per il Centro il trekking (47,8%), la ristorazione (44,4%) e la mountain bike (40,7%); per il Sud l’escursionismo (22%), l’equitazione (18,6%) e le attività sportive (18,2%); per le Isole l’osservazione naturalistica (34,9%), il trekking (28,5%) e l’equitazione (22,1%).
La Sicilia si conferma al primo posto nell’offerta di servizi di equitazione (coprendo il 16% dell’offerta nazionale di maneggio) e di escursioni (con una quota del 20% sottrae il primato detenuto fino al 2020 dalla Provincia autonoma di Bolzano). L’Umbria continua a primeggiare per offerta di trekking (22%), mountain bike (19%) e attività sportive (21%); Piemonte e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di fattorie didattiche (insieme coprono il 26% dell’offerta nazionale); la Toscana punta invece su “attività varie” (25%).
Alcune province tendono a specializzarsi nell’offerta di specifiche tipologie di servizi: a Palermo il 62% delle aziende offre equitazione e il 97% escursioni, a Napoli il 74% propone osservazioni naturalistiche, a Catania il 97% mette a disposizione attività sportive, a Catania e Ragusa il 96% offre attività varie, a Caserta il 59% organizza trekking.
FIGURA 4. DIVERSIFICAZIONE TERRITORIALE E DEI SERVIZI.
Anno 2021, valori percentuali
(*) Un’azienda autorizzata all’esercizio della degustazione può svolgere uno o più tipi di servizio
Territorializzazione e crescita della rete di strutture agrituristiche
La crescita del numero di aziende agrituristiche si attesta a +1,3% a livello nazionale rispetto al 2020, con differenze nelle diverse ripartizioni geografiche.
Come nel 2020 l’aumento maggiore riguarda il Mezzogiorno (+3,7% rispetto all’anno precedente) e in particolare la Sicilia (+16,1%). il numero di aziende è sostanzialmente stabile al Centro (+0,3%) con l’eccezione delle Marche dove la crescita è molto più consistente (+3,1%). Al Nord la dinamica è positiva e in linea con la media nazionale (+1,1%) con performance particolarmente positive in Friuli-Venezia Giulia (+4,3%) e nella Provincia autonoma di Trento (+3,3).
Stabile la distribuzione di queste strutture per zona altimetrica, il 53,3% è ubicato in zona collinare (53,3%). La Toscana, con 4.292 aziende agrituristiche, detiene il 32% delle 13.525 strutture collinari.
Il 30% delle aziende agrituristiche si trova invece in zone montuose: spicca in particolare la Provincia autonoma di Bolzano con le sue 3.253 aziende, che coprono il 42% del totale delle 7.788 strutture ubicate in montagna.
Il restante 16,1% delle strutture si situa in pianura (4.076 in totale), con Puglia ed Emilia-Romagna in testa (rispettivamente 559 e 467 aziende agrituristiche).
La densità delle strutture sull’intera superfice italiana è di 8,3 strutture per 100 km2 (era 6,7 nel 2011). I comuni con una densità maggiore di 100 aziende per 100 km2 sono 42.
La densità è particolarmente elevata nel Centro (16 aziende agrituristiche per 100 km2) dove è ancora una volta la Toscana, con ben 23 aziende per 100km2, a detenere il primato. Segue il Nord-est, con una densità di circa 12 strutture ogni 100 km2, dove la regione con più alta densità è il Trentino Alto-Adige (28 aziende agrituristiche per 100 km2).
FIGURA 5. DENSITÀ DI AZIENDE AGRITURISTICHE PER COMUNE (valori per 100 km2), COMUNI CON ALMENO UNA STRUTTURA (valori percentuali sul totale). Anni 2011 e 2021
Più imprenditrici al Sud, in calo nel Centro Italia
Le aziende agrituristiche condotte da donne sono 8.762, in aumento rispetto al 2020 dell’1,3%. La crescita più consistente si ha nel Mezzogiorno (+4,8%) e in particolare in Sicilia (+21,4%), segue il Nord-est con un incremento del 2,6% che interessa il Veneto (+4.3%), il Friuli Venezia Giulia (+4,4%) e le Province autonome di Trento (+4%) e Bolzano (+4,2%). Si evidenzia invece un leggero calo nel Centro (-1,1%) che riguarda essenzialmente la Toscana (-2.8%).
La quota di partecipazione delle donne rimane pressoché invariata a livello nazionale rispetto al 2020 e si attesta al 35%, confermandosi particolarmente consistente al Sud, con picchi del 50,9% in Basilicata e del 47,6% in Campania. Nel Centro la quota femminile si attesta al 36,6%, con percentuali maggiori nel Lazio e in Umbria (circa il 46%) e più contenute in Toscana (31,3%).
L’area geografica dove la partecipazione delle donne stenta a prendere piede è il Nord-est: le Province autonome di Bolzano e Trento, che hanno una tradizione agrituristica consolidata e un numero di aziende consistente, nonostante l’incremento del numero di imprenditrici registrato nell’ultimo anno, mostrano una quota femminile ancora piuttosto esigua, rispettivamente del 13,8% e del 26%.
Un contributo evidente viene dato dalle donne nella conduzione di strutture agrituristiche con fattorie didattiche, che rappresentano il 7,8% del totale e sono in costante crescita dal 2011. Nel 2021 si contano 1.986 fattorie, con un incremento del 77% rispetto al 2011 e del 4% rispetto al 2020. La quota di fattorie condotte da donne è del 39,6%, superiore quindi a quella relativa all’attività agrituristica in generale ed è sostanzialmente invariata.
FIGURA 6. AZIENDE AGRITURISTICHE A GESTIONE FEMMINILE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA(*)
Anni 2020 e 2021, valori percentuali
(*) Nel caso di Società o Ente si considera il sesso del capo azienda
Crescita degli agri-ristoranti e calo dell’attività di degustazione
Nel 2021 si registra una flessione delle aziende agrituristiche con degustazione che, rispetto al 2020, segnano una diminuzione del 4,7% attestandosi a 6.111 unità, ovvero il 24,1% del totale di quelle presenti a livello nazionale (25,6% nel 2020). Il calo è generalizzato e interessa in particolare il Veneto e la Sicilia.
In relazione all’attività di degustazione si configura un quadro territoriale nel quale aumenta il peso del Centro Italia (44,3% del totale) grazie soprattutto alla Toscana (27%). Segue il Mezzogiorno, in cui si localizza quasi il 30% delle aziende con degustazione, di cui oltre il 9% solo in Sicilia. Nel Nord-ovest si conferma, come per il 2020, la maggior presenza in Piemonte (12,4%), mentre nel Nord-est il Veneto perde la sua ‘predominanza’ a favore del Trentino-Alto Adige (6,4%).
Oltre la metà delle aziende agrituristiche (50,4%) svolge attività di ristorazione, con una crescita del 2,8% rispetto al 2020. Il Nord si posiziona al primo posto con il 42,5% delle aziende che svolgono questa attività, segue il Mezzogiorno con il 28,9% e il Centro con il 28,6%, dove si conferma il primato a livello nazionale della Toscana che, da sola, ospita il 15,6% di tutte le strutture con ristorazione.
Nel dettaglio, le aziende che offrono solo attività di ristorazione sono il 12,8% del totale delle aziende con ristorazione. Questa tipologia contraddistingue soprattutto il Nord (22,8%), in particolare il Nord-est (27,8%), con la predominanza del Veneto (43%), seguito dal Friuli Venezia Giulia (39,343%) e dalla Provincia autonoma di Bolzano (36,1%).
A livello nazionale la percentuale di aziende che alla ristorazione associano il servizio di alloggio è pari al 72,7% del totale delle aziende con ristorazione. Questa quota raggiunge l’84,9% nel Centro, alimentata soprattutto da Umbria (98,7%) e Toscana (87,5%); nel Mezzogiorno è all’84,3% e nelle Isole arriva all’86,1% grazie all’importante contributo della Sicilia (95%); infine il Nord con il 56,7%.
Le aziende che propongono ‘altre attività’ oltre alla ristorazione (equitazione, escursionismo, sport, corsi ecc.) sono quelle più in crescita assieme alla sola ristorazione. Nel 2021 rappresentano quasi il 60% delle strutture con ristorazione, ma al Centro si arriva al 65,3% e nel Mezzogiorno al 66,2% grazie, anche in questo caso, al rilevante contributo della Sicilia, in cui il 95,5% delle aziende con ristorazione presenti nella regione associa a questo servizio l’offerta di ‘altre attività’.
FIGURA 6. AZIENDE AGRITURISTICHE CON DEGUSTAZIONE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA(*)
Anni 2019 e 2020, composizioni percentuali (Italia=100)
(*) Un’azienda autorizzata all’esercizio della degustazione può svolgere uno o più tipi di servizio
Aziende con alloggio: nel Centro prevale il solo pernottamento
Nel 2021 resta pressoché invariata, rispetto al 2020, la quota nazionale di aziende con servizio di alloggio rispetto al totale di quelle presenti a livello nazionale (81,8% nel 2020 e 81,3% nel 2021). Scendendo nel dettaglio territoriale, questa quota sfiora il 90% nel Centro (91,3% in Toscana), e l’85,6% nel Mezzogiorno grazie soprattutto al contributo delle Isole (88,1%), in particolare della Sicilia (94,2%). Ne consegue che la maggior presenza di strutture con alloggio continua a registrarsi, come nel 2020, nel Centro (40,1%), con il 23,8% in Toscana.
Il solo pernottamento è un’attività svolta dal 44,7% delle aziende con alloggio; il 45,7% associa al pernottamento la prima colazione, il 22,1% all’alloggio unisce la pensione completa mentre il 13,2% offre anche la mezza pensione.
Il quadro che emerge in chiave territoriale conferma lo scenario del 2020. Le regioni del Centro Italia si contraddistinguono per la prevalenza di strutture con alloggio che propongono il solo pernottamento (63,1%); quelle del Nord-ovest offrono anche la possibilità di fruire di servizi di pernottamento e prima colazione (64,8%); il Sud ospita molte strutture che all’alloggio coniugano la mezza pensione (34,1%) o la pensione completa (57,8%).
FIGURA 7. AZIENDE AGRITURISTICHE CON ALLOGGIO PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA(*)
Anni 2020 e 2021, composizioni percentuali (Italia=100)
(*) Un’azienda autorizzata alla ristorazione può svolgere uno o più tipi di servizio
Rete territoriale e localizzazione geografica facilitano la multifunzionalità
Sussistono alcuni aspetti che condizionano il processo di trasformazione delle aziende agrituristiche da monofunzionali o bifunzionali a multifunzionali (con almeno 3 attività).
Le aziende che nel 2011 non erano multifunzionali e che lo diventano nel 2021 sono 716, mentre ammontano a 1.089 quelle che si confermano multifunzionali nelle due annate.
A partire da questo sottoinsieme si è cercato di valutare, tramite un modello logistico, quali fossero i fattori che hanno guidato, in questo arco temporale, la trasformazione delle aziende da non-multifunzionali a multifunzionali. A tale scopo è stata utilizzata una batteria di indicatori che descrivono: i) le caratteristiche della struttura (offerta di servizi, anni di attività) e del conduttore (genere ed età); ii) economie di localizzazione (densità aziende per 100 km2); iii) le macro-aree geografiche che sono molto più che una semplice partizione territoriale, ma rappresentano una sorta di “contenitore” delle peculiarità geo-morfologiche e socio-economiche del territorio italiano.
Di seguito sono riportati gli indicatori statisticamente significativi (p-value <0,05) che agevolano o frenano il processo di multifunzionalità.
Rispetto ai comuni con una densità minore a 10 aziende per 100 km2, il passaggio da non-multifunzionale a multifunzionale è circa 4 volte maggiore nei comuni con una densità di almeno 100 aziende per 100 km2, di 1,61 volte più elevato nei comuni con 50-99 aziende per 100 km2 e di 1,48 volte maggiore nei comuni con 25-49 aziende per 100 km2. Sembra quindi che la transizione verso la multifunzionalità sia favorita dalla localizzazione in aree caratterizzate dalla presenza di una fitta rete territoriale di aziende.
La probabilità delle aziende del Nord-est di diventare multifunzionali è 2,82 volte più elevata rispetto a quelle del Nord-ovest, mentre è di circa 3 volte più bassa per le strutture localizzate nelle Isole. La probabilità che un’azienda non-multifunzionale diventi multifunzionale diminuisce con l’aumentare dell’età del conduttore. Infine, il passaggio alla multifunzionalità è meno probabile per le strutture che svolgono una tra le attività di mountain bike, trekking e osservazione naturalistica rispetto a quelle non monofunzionali che non offrono questi tre servizi.
FIGURA 8. FATTORI CHE AGEVOLANO (blu) O FRENANO (rosso) LA TRANSIZIONE DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE VERSO LA MULTIFUNZIONALITÀ. Anni dal 2011 al 2021
Glossario
Agricampeggio: alloggio svolto all’aperto mediante l’utilizzo di apposite piazzole di sosta.
Agriristoro: azienda agricola autorizzata alla ristorazione.
Agriturismo: attività di “ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile anche nella forma di società di capitali o di persone oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali”.
Agrituristi: clienti che usufruiscono di uno o più tipologie agrituristiche offerte dalle aziende autorizzate.
Alloggio in abitazioni indipendenti: forma di ospitalità svolta in unità abitative indipendenti, comprendenti sia appartamenti distinti di un medesimo fabbricato sia interi fabbricati adibiti al soggiorno degli ospiti.
Alloggio in abitazioni non indipendenti: ospitalità svolta in locali situati in porzioni di fabbricato adibiti all’alloggiamento o soggiorno o pernottamento degli ospiti.
Alloggio in spazi aperti: ospitalità svolta in aree per l’agricampeggio situate in spazi aperti e autorizzate al posizionamento di una tenda o alla sosta di un camper o di una roulotte.
Arrivi: comprendono il numero dei clienti arrivati negli agriturismi.
Attività varie: comprendono tutte quelle attività varie non incluse nelle voci equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi e sport; in particolare le attività varie comprendono: partecipazione ai lavori agricoli dell’azienda, attività ricreativa, giochi per bambini, piscina, utilizzo di sale riunioni organizzate per convegni o altro, manifestazioni folcloristiche, ecc.
Azienda autorizzata all’alloggio: azienda agricola autorizzata ad esercitare l’attività di ospitalità, compreso l’agricampeggio, eventualmente anche in concomitanza allo svolgimento della ristorazione, degustazione e altre attività agrituristiche.
Azienda autorizzata alla degustazione: azienda agricola che svolge attività autorizzata di degustazione o assaggio di prodotti agricoli e agroalimentari, eventualmente anche in concomitanza allo svolgimento della ristorazione, degustazione e altre attività agrituristiche. La degustazione comprende la somministrazione di prodotti che non hanno subito per tale scopo operazioni di particolare manipolazione e cottura. In particolare, si intendono i prodotti agricoli e zootecnici direttamente utilizzabili senza bisogno di alcuna trasformazione (ad esempio, latte, frutta, ecc.) e quei prodotti che necessitano di una prima trasformazione (ad esempio, olio, vino, formaggi, ecc.). Qualora tali prodotti siano posti in assaggio con le caratteristiche di un pasto o spuntino, si configura un’attività di ristorazione e non di degustazione.
Azienda autorizzata alla ristorazione: azienda agricola autorizzata alla ristorazione o somministrazione di cibi e bevande, eventualmente anche in concomitanza allo svolgimento della ristorazione, degustazione e altre attività agrituristiche. Va compresa entro tale raggruppamento anche la somministrazione di spuntini e di prodotti posti in assaggio e la degustazione con le caratteristiche di un pasto, ovvero, di alimenti e bevande che non comportano una semplice degustazione, ma che si configurano come un pasto, sia pure di ridotta entità. Data l’eterogeneità delle normative regionali è stata prevista la possibilità di quantificare l’attività di ristorazione attraverso tre modalità alternative: posti a sedere autorizzati, coperti giornalieri autorizzati, pasti autorizzati all’anno.
Azienda autorizzata alle altre attività agrituristiche: azienda agricola autorizzata all’esercizio di altre attività agrituristiche comprendenti: equitazione, escursioni, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi vari, attività sportive e attività varie.
Azienda con mezza pensione: azienda che, oltre a fornire alloggio in spazi chiusi e/o aperti, somministra anche un pasto giornaliero.
Azienda con pensione completa: azienda che, oltre a fornire alloggio in spazi chiusi e/o aperti, somministra anche due pasti giornalieri.
Azienda con pernottamento e prima colazione: azienda che, oltre a fornire alloggio in spazi chiusi e/o aperti, somministra anche la prima colazione.
Azienda con solo alloggio: azienda che fornisce esclusivamente alloggio in camere e/o unità abitative indipendenti e/o in piazzole di sosta senza esercitare né ristorazione né degustazione né altre attività agrituristiche. Pertanto, va inclusa in questa categoria l’azienda presso la quale non è possibile consumare pasti o degustare prodotti agricoli, bensì solo ricevere alloggio.
Azienda con sola degustazione: azienda che fornisce esclusivamente servizio di degustazione o assaggio di prodotti agricoli che non si configura come attività di ristorazione.
Azienda con solo pernottamento: azienda che offre esclusivamente alloggio in spazi chiusi e/o aperti.
Azienda con sola ristorazione: azienda che fornisce esclusivamente servizio di ristorazione, compresa la somministrazione di spuntini e di prodotti posti in assaggio o degustazione con le caratteristiche di un pasto.
Azienda ristoratrice: azienda che fornisce ristorazione.
Conduttore: responsabile giuridico ed economico dell’azienda; può essere una persona fisica, una società o un ente pubblico.
Coperti giornalieri autorizzati: numero complessivo di pasti che l’azienda agrituristica è autorizzata a somministrare nel corso di un singolo giorno, indipendentemente dal numero dei posti a sedere disponibili.
Corsi vari: includono la partecipazione a corsi di vario genere organizzati dall’azienda agrituristica. I corsi possono riguardare tematiche quali l’ambiente, la vita rurale, l’agricoltura, l’allevamento, la flora, la fauna, il paesaggio agro-forestale, ecc.
Degustazione: La degustazione consiste in un assaggio di prodotti alimentari che non assume le caratteristiche proprie di un pasto. Si tratta, generalmente, di un arricchimento dell’offerta aziendale che si inserisce nel circuito di ristorazione-alloggio mediante il consumo in loco di prodotti alimentari di origine aziendale.
Equitazione: comprende l’attività equestre e include maneggi, corsi di equitazione, ospitalità di cavalli, passeggiate a cavallo, ecc.
Escursionismo: include escursioni, visite guidate, passeggiate, gite, ecc.
Fattorie didattiche: Le fattorie didattiche si prefiggono l´obiettivo di avvicinare l´agricoltore, con la sua azienda agricola e i suoi prodotti, ad un pubblico di adulti e bambini interessato a scoprire e conoscere il vivere quotidiano che da sempre salvaguarda il territorio. Le fattorie didattiche sono espressione della multifunzionalità aziendale e rientrano a pieno titolo tra le “attività ricreative, culturali e didattiche”. Una visita alla fattoria didattica rappresenta un‘occasione per un contatto diretto con gli animali, le piante, gli spazi aperti, i mestieri degli agricoltori e il mondo delle tradizioni rurali
Mountain bike: comprende l’utilizzo di biciclette fuoristrada da utilizzare per percorsi interni o esterni all’azienda agrituristica.
Osservazioni naturalistiche: includono l’attività di osservazione di piante, animali e paesaggi agro-forestali in genere.
Pasti autorizzati all’anno: numero complessivo di pasti che l’azienda agrituristica è autorizzata a somministrare nel corso di un anno, indipendentemente dal numero dei posti a sedere o dei coperti giornalieri.
Permanenza media: è il rapporto tra il numero di notti trascorse (presenze) e il numero dei clienti arrivati negli agriturismi.
Piazzole di sosta: spiazzi attrezzati presenti negli agricampeggi situati negli spazi aperti dell’azienda agrituristica.
Posti a sedere autorizzati: numero totale di persone per le quali l’azienda agrituristica è autorizzata a somministrare contemporaneamente un pasto.
Presenze: comprendono il numero delle notti trascorse dai clienti o agrituristi negli agriturismi.
Ripartizioni geografiche: sono una suddivisione geografica del territorio con la seguente articolazione
– Nord: Piemonte, Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Liguria, Lombardia (Nord-ovest) Trentino-Alto Adige/Südtirol, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna (Nord-est);
– Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio;
– Mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (Sud); Sicilia, Sardegna (Isole).
Ristoro: spazio aziendale adibito alla somministrazione di pasti.
Sport: comprende tutte le attività sportive, incluso il gioco delle bocce, l’attività venatoria e la pesca sportiva.
Tasso di attivazione: numero di agriturismi attivati nell’anno corrente diviso il totale degli agriturismi attivi.
Tasso di cessazione: numero di agriturismi cessati nell’anno corrente diviso il totale degli agriturismi attivi.
Trekking: include passeggiate escursionistiche di uno o più giorni, in zone normalmente non battute e lontane dalle strade di comunicazione, come pratica di turismo che ricerca un contatto assolutamente diretto con la natura.
Turismo rurale: comprende le diverse attività turistiche (alloggio, ristorazione, ecc.) che si svolgono nelle aree rurali e che sono regolate dalle normative relative al turismo; diversamente dall’agriturismo, non esiste una legislazione specifica relativa al turismo rurale.
Valore corrente della produzione agrituristica: indica il valore della produzione del settore al tempo corrente incorporando l’effetto di prezzo è compreso anche il valore della produzione delle attività ricreative e sociali, fattorie didattiche e altre attività minori.
Nota metodologica
L’Agriturismo rappresenta una peculiarità del nostro Paese e costituisce uno dei migliori esempi di multifunzionalità aziendale in campo agricolo. L’esercizio dell’agriturismo consente un efficace collegamento tra le normali pratiche agricole (coltivazione, allevamento e silvicoltura) e l’esercizio dell’attività di ospitalità all’interno dell’azienda agricola.
Il contesto di riferimento
L’agriturismo rappresenta l’offerta di ospitalità da parte di un’azienda agricola che ha ottenuto l’apposita autorizzazione e ha adeguato le proprie strutture per svolgere tale attività.
In Italia, l’attività agrituristica è regolata dalla Legge 20 febbraio 2006, n. 96 che definisce l’agriturismo come attività di “ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, di cui all’articolo 2135 del codice civile anche nella forma di società di capitali o di persone oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali”.
Possono essere addetti all’attività agrituristica l’imprenditore agricolo e i suoi familiari ai sensi dell’art. 230-bis del codice civile, nonché i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, determinato e parziale.
La legge stabilisce che rientrano fra le attività agrituristiche:
– l’ospitalità in alloggio o spazi aperti;
– la somministrazione di pasti e bevande, costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona;
– la degustazione di prodotti aziendali, inclusa la mescita di vini;
– l’organizzazione anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’azienda di attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva nonché escursionistiche e di ippoturismo, anche per mezzo di convenzioni con gli Enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.
Ciascuna Regione e Provincia autonoma definisce e caratterizza l’attività agrituristica, emanando appositi provvedimenti legislativi accompagnati da regolamenti attuativi.
In base alla legislazione nazionale e regionale, l’agriturismo rientra fra le attività agricole e rappresenta:
– per l’agricoltore, una integrazione, anche significativa, del reddito aziendale e familiare, nonché un utilizzo più razionale e completo degli spazi aperti e dei fabbricati rientranti nella superficie agricola aziendale di cui dispone;
– per l’agriturista, una forma di fruizione del tempo libero che consente di trascorrere una vacanza in campagna, all’interno di un’azienda agricola immersa in un ambito socio-rurale spesso ricco di tradizioni, usi, consuetudini, costumi e prodotti agroalimentari di qualità.
La rilevazione delle aziende agrituristiche
La rilevazione delle aziende agrituristiche è una indagine censuaria, di tipo amministrativo e a cadenza annuale, con riferimento al 31 dicembre di ogni anno.
L’indagine riguarda le principali caratteristiche delle autorizzazioni aziendali per l’esercizio di una o più tipologie di attività agrituristica (alloggio, ristorazione, degustazione e altre attività).
La rilevazione viene svolta per la prima volta nel 1998 e diventa annuale a partire dal 2003. Attualmente è disponibile la serie storica per il periodo 2003-2018, che consente l’analisi dell’evoluzione delle diverse variabili rilevate a livello sia nazionale, sia regionale che provinciale.
L’unità di rilevazione dell’indagine è costituita dall’azienda agricola autorizzata all’attività agrituristica.
Le principali informazioni acquisite riguardano i dati identificativi, il genere, il codice fiscale e la partita iva del conduttore, la localizzazione del centro aziendale e dell’agriturismo, la superficie agricola totale e quella agricola utilizzata, l’anno di autorizzazione e quello di cessazione dell’attività.
Vengono raccolte anche informazioni dettagliate su: alloggio (tipo di abitazione e tipo di servizio), ristorazione (posti a sedere, coperti giornalieri e pasti annui), degustazione (sola degustazione o combinata con altre tipologie) e altre attività agrituristiche (suddivise in nove tipi di servizi).
I dati vengono elaborati anche per genere del conduttore, zona altimetrica e autorizzazione allo svolgimento contemporaneo sia di due o più tipologie agrituristiche, sia di due o più tipi di servizio di alloggio.
I dati sulle aziende agricole che, pur avendo la necessaria autorizzazione, non esercitano l’attività agrituristica, non sono disponibili.
Solo pochissime aziende agricole risultano autorizzate a gestire due o più agriturismi; in tal caso le aziende vengono conteggiate due o più volte.
Per consentire un confronto il più omogeneo possibile, il numero dei pasti annui autorizzati in Emilia-Romagna sono stati trasformati in posti a sedere mediante un coefficiente di stima calcolato dalla Regione. I posti a sedere relativi alla Toscana sono calcolati dalla Regione mediante l’attribuzione di un numero medio per agriturismo. La metodologia impiegata consente così di confrontare l’entità della ristorazione in base alla potenziale capacità ricettiva degli esercizi autorizzati.
Non tutte le Regioni utilizzano le medesime definizioni e non sempre dispongono di dati dettagliati relativi alla suddivisione delle altre attività nei singoli raggruppamenti rilevati con l’indagine; in tal caso le altre attività agrituristiche vengono raggruppate nella voce altre attività.
Nel corso degli ultimi anni alcune Regioni hanno perfezionato la normativa sull’agriturismo, modificato i propri archivi e migliorata l’acquisizione delle informazioni richieste. Tale evoluzione comporta un miglioramento della qualità dei dati sia per la consistenza delle aziende autorizzate e/o cessate sia per l’aggiornamento delle singole variabili.
Fonte dei dati
Per la produzione di statistiche annuali sulle aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo l’Istat si avvale della collaborazione delle Regioni e Province autonome, che acquisiscono e trasmettono all’Istat i dati richiesti utilizzando gli archivi amministrativi di loro competenza, aggiornati al 31 dicembre dell’anno di riferimento.
La lista delle aziende agrituristiche è compilata dalla Regione che autorizza l’imprenditore agricolo all’esercizio dell’attività agrituristica. Ricevuta questa autorizzazione l’imprenditore deve avviare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) o altra procedura amministrativa a seconda della regione presso il Comune che ospita la struttura e che trasmette agli organi regionali l’avvio dell’attività economica.
L’articolazione dell’iter amministrativo per l’autorizzazione e l’attivazione della azienda agrituristica presenta delle peculiarità per le diverse regioni Provincie autonome, per una descrizione dettagliata delle normi regionali che regolano questo settore si veda il link https://www.agriturismo.it/it/extra/legge-nazionale-agriturismo-45
I problemi di sottocopertura/sovracopertura nelle liste trasmesse all’Istat dalle Regioni sono riconducibili essenzialmente a due fattori.
Il primo riguarda la procedura attuazione della legislazione nazionale che lascia alle Regioni e alle Provincie autonome la possibilità di decidere l’iter amministrativo più consono alle proprie esigenze. Per cui è possibile riscontrare modalità giuridico-amministrative diverse da Regione a Regione. Tali differenze riguardano in particolare: i) le procedure e i tempi che intercorre tra il momento di autorizzazione e quello di inizio attività; ii) la registrazione delle aziende che pur rimanendo attive sospendo la loro attività per un certo periodo; iii) l’evento che determina la cessazione dell’attività che può o meno coincidere con il cambio del conduttore; iv) la richiesta di attivazione che può essere fatta da una persona diversa da conduttore; v) la sede legale che può essere registrata in una regione diversa da quella dove si localizza l’azienda.
Il secondo fattore di criticità è di tipo amministrativo-burocratico e riguarda: i) la non tempestività della trasmissione dei dati sulle attivazioni da parte dei Comuni alle Regioni. Ritardo che può è scavalcare” l’anno di riferimento producendo, in questo modo una sottocopertura negli archivi regionali. Problema analogo si può presentare al momento della cessazione: ii) Presenza di strutture autorizzate ma non attive e che si dichiarano e si propongono come agrituristi.
L’Istat restituisce alle Regioni e alle Province autonome il file dei microdati validati che le Amministrazioni locali utilizzano per l’aggiornamento, in base alle informazioni in loro possesso, al 31 dicembre dell’anno successivo.
La pubblicazione dei dati
I risultati dell’Indagine vengono pubblicati entro la fine dell’anno di rilevazione (successivo all’anno di riferimento), entro 180 giorni dalla conclusione della raccolta dei dati.
I risultati definitivi dell’Indagine vengono diffusi, oltre che nell’Allegato statistico al presente Report, mediante tavole regionali e provinciali (anni 2003-2018) nella banca dati I.stat http://dati.istat.it/_____________________________________
(i) In pochi casi, un’azienda agricola autorizzata a gestire due o più agriturismi viene conteggiata due o più volte.
(ii) Gli incrementi, le autorizzazioni e le cessazioni sono la risultante anche del riordino del settore a seguito degli adempimenti a carico delle aziende agrituristiche e delle Regioni previsti dalle vigenti normative regionali. In particolare, il consistente aumento, sia delle autorizzazioni sia delle cessazioni, registrato in Sardegna (e quindi in parte nelle Isole) tra il 2016 e il 2018 è la conseguenza delle variazioni amministrative dovute alla costituzione della nuova provincia del Sud Sardegna e alla contemporanea abolizione delle provincie di Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia Iglesias e Olbia Tempio. Tra il 2012 e il 2013, il calo registrato nel Sud, sia nel numero di agriturismi sia di Comuni in cui sono ubicati, si deve alle difficoltà incontrate da una parte degli operatori agrituristici meridionali nel corso della fase conclusiva del PSR (Piano di sviluppo regionale) 2007-2013. In tale periodo circa 500 aziende meridionali, che avevano chiesto e ottenuto l’autorizzazione e i contributi previsti per l’attività agrituristica, non sono state in grado di svolgere o proseguire l’attività, cessata quindi nel biennio conclusivo del PSR.
(iii) La serie storica è stata rivista in virtù del benchmark dei conti nazionali, rispetto alla precedente serie le variazioni riguardano gli anni 2016 e 2018.
(iv) Non è stato possibile distinguere il valore economico in base al tipo di servizio (con/senza alloggio) offerto dagli agriturismi. Tenendo conto che solo il 18% degli agriturismi non offre il servizio alloggio, anche con questa lieve distorsione, è sembrato interessante fornire questa chiave di lettura del settore agrituristico.
(v) La Regione Toscana nel 2019 ha revisionato i criteri di aggiornamento dei propri archivi dai quali risulta un aumento delle strutture.
(vi) Non tutte le Regioni utilizzano le medesime definizioni e non sempre dispongono di dati dettagliati relativi alla suddivisione delle altre attività nei singoli raggruppamenti rilevati con l’indagine; in tali casi le altre attività vengono incluse fra le varie.
Per chiarimenti tecnici e metodologici
Francesco G. Truglia
