
(AGENPARL) – lun 14 novembre 2022 PNRR E COESIONE SOCIALE CONTRO AUTONOMIA DIFFERENZIATA. SI PARLERÀ DI EQUITÀ TERRITORIALE IL 15 NOVEMBRE A BRINDISI IN UN’INIZIATIVA PROMOSSA DA CAMERA DEL LAVORO E CGIL PUGLIA
Tra i relatori i segretari generale della confederazione regionale, Pino Gesmundo, e della Cgil brindisina, Antonio Macchia. Quindi l’assessore al Bilancio e vice presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese; la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, l’economista Gianfranco Viesti; il direttore generale della Svimez Luca Bianchi; il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile. Concluderà i lavori la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.
Si parlerà di equità territoriale martedì 15 novembre a Brindisi nel corso di un’iniziativa promossa dalla Camera del Lavoro assieme alla Cgil Puglia. “Dal PNRR all’autonomia differenziata: un paese diseguale” si legge nel titolo dell’evento che sarà ospitato da Palazzo Granafei-Nervegna a partire dalle ore 9.30. “Due temi di stretta attualità e connessi alle dinamiche di sviluppo economico e sociale dei nostri territori”, spiega Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese. “Progetti in contrapposizione, se da un lato siamo impegnati affinché le risorse del PNRR servano a sostenere il miglioramento delle condizioni di contesto nella regione, alzando la qualità della vita delle persone, creando buona occupazione, sostenendo imprese innovative, favorendo transizione digitale ed energetica. Di fondo, aiutando tutto il Sud a colmare i divari con il resto del Paese, che è il motivo che ha visto l’Italia beneficiare di oltre 200 miliardi di stanziamenti. Di contro c’è l’accelerazione del nuovo Governo a riprendere l’iter dell’autonomia rafforzata che rischia invece di cristallizzare una situazione di iniquità territoriale, rispetto ai trasferimenti dello Stato, alla quantità e qualità dei servizi, tutte cose che vedono oggi penalizzato il Mezzogiorno”.
“L’attuazione dell’autonomia differenziata – aggiunge Antonio Macchia, segretario generale della Cgil di Brindisi – potrebbe essere per un territorio del Mezzogiorno come quello della provincia di Brindisi, un colpo fatale, segnando la sua definitiva marginalizzazione. L’esclusione dai benefici del Just Transition fund, pur avendo pienamente titolo ad esservi compresa essendo Brindisi interessata dalla complessa fase di decarbonizzazione, è uno degli esempi più evidenti. Un territorio da decenni in crisi, dove solo nell’arco dell’ultimo anno sono stati persi mille posti di lavoro nel settore metalmeccanico; con una povertà sempre più ampia, a rischio di desertificazione demografica – migliaia di giovani persi nell’arco di pochi anni – con gente in fuga alla ricerca di un posto di lavoro; con gap assurdi nel settore sanitario sempre più in crisi; con una disoccupazione giovanile e femminile in particolare fuori controllo; un alto indice di dispersione scolastica. Brindisi ha bisogno di investimenti e di creazione di ‘lavoro buono’, una rotta che si può intraprendere sfruttando al meglio i fondi derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come Cgil chiediamo da tempo progetti per lo sviluppo di filiere produttive a partire del settore energetico connesso all’Università, alla ricerca e alla formazione ma anche al settore dei trasporti – alta velocità e alta capacità -; un porto che conservi la sua polifunzionalità diventando piattaforma logistica del Mediterraneo; lo sviluppo di una industria della cultura e della creatività connessa al turismo; il rilancio del settore aerospaziale che vanta una tradizione ed una competenza centenaria, la transizione digitale. Sono solo alcune delle tante proposte avanzate che, senza uno Stato che faccia da garante nella determinazione di politiche di sviluppo per ogni territorio, potrebbero restare insoddisfatte e sacrificati rispetto agli egoismi regionali”.