
(AGENPARL) – sab 12 novembre 2022 GIOVANNA TAVIANI
STORIE DI CANTO MAGICO
CLOUD 9 FILM
IN COLLABORAZIONE CON
CON IL SOSTEGNO DI
AUDIOVISIVO REGIONE SICILIANA SICILIA FILM COMMISSION
REALIZZATO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA
SENSI CONTEMPORANEI CINEMA
CON IL SOSTEGNO DELLA
REGIONE LAZIO
CON IL SUPPORTO DI
BANCA DEL FUCINO
IN COLLABORAZIONE CON
PALUMBO EDITORE CÙNTAMI
GIOVANNA TAVIANI
MIMMO CUTICCHIO VINCENZO PIRROTTA GASPARE BALSAMO MARIO INCUDINE
GIOVANNI CALCAGNO YOUSIF LATIF JARALLA
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
GIOVANNA TAVIANI
DIRETTORE DI PRODUZIONE
MICHELE DANIELE
AIUTO REGIA
GIANMARIA SORTINO
SUONO IN PRESA DIRETTA
DANILO ROMANCINO SEBASTIANO CACEFFO MIRKO CANGIAMILA
NICOLA SFERRUZZA
FOTOGRAFIA
CLARISSA CAPPELLANI
MONTAGGIO
BENNI ATRIA
PRODUTTORI ESECUTIVI
MARCO ALESSI MICHELE DANIELE DUGONG FILMS
PRODOTTO DA
AMEDEO BACIGALUPO
REGIA
GIOVANNA TAVIANI
LOUD 9 FILM
PRESENTA
GIOVANNA TAVIANI
Un viaggio in Sicilia, su
un furgone rosso carico di pupi,
in cerca dei nuovi narratori orali,
che si ispirano a Mimmo Cuticchio
e alle storie epiche del passato
per raccontare il nostro presente.
GIOVANNA TAVIANI
prodotto da
CLOUD 9 FILM
in collaborazione con
con il contributo del
MINISTERO DELLA CULTURA D.G. CINEMA E AUDIOVISIVO
e con il supporto di
nell’ambito del
con il supporto di
BANCA DEL FUCINO
e in collaborazione con
PALUMBO EDITORE
Interpreti
VINCENZO PIRROTTA
GASPARE BALSAMO
GIOVANNI CALCAGNO
YOUSIF LATIF JARALLA
Soggetto – Sceneggiatura – Regia
GIOVANNA TAVIANI
Scenografia
NICOLA SFERRUZZA
Aiuto regia
GIANMARIA SORTINO
Fotografia
CLARISSA CAPPELLANI
Fotografia subacquea
MARCO PASQUINI
Montaggio
BENNI ATRIA
Consulenza musiche
GIULIANO TAVIANI
Produzione esecutiva
MARCO ALESS
MICHELE DANIELE
Direttore di produzione
MICHELE DANIELE
Suono in presa diretta
DANILO ROMANCINO SEBASTIANO CACEFFO MIRKO CANGIAMILA
Prodotto da
AMEDEO BACIGALUPO
Anno produzione
Paese
ITALIA
Durata
70 COLORE
road movie
su un furgone rosso in giro per la
alla ricerca dei nuovi narratori orali che si richiamano
alla grande
tradizione
cunto
cantastorie
per raccontare l’altra Sicilia, quella che si risveglia
attraverso la forza
universale
delle storie
del passato per narrare il nostro presente.
FESTIVAL E PREMI
Presentato in prima mondiale alle
Giornate degli Autori
– sezione Notti Veneziane – del 2021, il lm
ha vinto il Premio Speciale ai
Nastri d’Argento
nella sezione “Doculm” e il premio della giuria
del SNGCI per la sezione #Frame Italia al Festival
Sguardi Altrove
di Milano dove si è aggiudicato
anche il Premio della giuria Iulm e il premio per il Miglior
Film al Festival Cinema d’iDEA
Il viaggio, con Don Chisciotte seduto sopra il tettino del furgone a bordo del suo cavallo bianco, e Ulisse, Polifemo,
Angelica, Orlando, Bradamante e Rodomonte, la Sirena, Colapesce e Sancho Panza seduti sul retro, si svolge su un
furgone rosso simile ai vecchi carretti siciliani del dopoguerra, che andavano in giro per la Sicilia a mostrare al popolo
di contadini e pescatori
l’Opera dei Pupi
. Dall’800 in poi con il teatro tradizionale delle marionette, attraverso il grande
patrimonio di storie antiche e condivise gli
opranti
diffondevano un gesto di ribellione politica.
L’Opera dei Pupi
sopravvive nel sud ancora oggi, come uno dei simboli dell’identità siciliana, e nel 2001 è stata
proclamata dall’
UNESCO
“Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanit?.
Il viaggio parte da
e tocca cinque luoghi simbolici della Sicilia, ciascuno legato a una storia e a un grande
narratore orale siciliano.
I protagonisti sono
Mimmo Cuticchio
puparo
vivente, che oggi si fa chiamare “il nuovo
cuntista dei naufraghi”. Ci racconta del suo Teatro dei pupi e della sua formazione a Palermo tra gli antichi maestri
del cunto da cui ha ereditato un mestiere oggi noto in tutto il mondo.
Vincenzo Pirrotta
Partinico
, nelle terre di
Peppino Impastato
(giovane attivista e giornalista
italiano ammazzato dalla mafia), ci cunta di
Orlando Furioso
per denunciare i latitanti mafiosi che ancora oggi si
nascondono in territorio siciliano.
Gaspare Balsamo
Trapani
, tra gli studi di una radio locale, le tonnare abbandonate e i mulini a vento di Culcasi, ci
racconta dell’incontro tra
Don Chisciotte
Peppino Impastato
, ma anche della lotta contro i mulini a vento e della
ubriaco.
, tra i resti del
Petrolchimico
, e nelle cave di Caltanissetta ci canta il Lamentu di Turiddu
Carnevale scritto da Ignazio Buttitta per
, che ha raccontato al mondo con la sua chitarra il sogno
infranto di chi aveva creduto nel progresso in Sicilia.
Giovanni Calcagno
Paternò
, dove ha sede la casa del cantastorie in memoria di Ciccio Busacca, e a
te Etneo
, dove la terra trema e dove l’ex saltimbanco e artista di strada, ora volto noto del cinema
e della televisione, vive senza luce e senza acqua in assoluta solitudine, cunta del poeta innamorato e solitario
che fu inghiottito dal vulcano sotto le scosse di un terribile terremoto, e della solitudine del
Ciclopuzzo
innamora
to, che proprio qui aveva la sua dimora.
, laddove è iniziato, dove
sotto le vesti di
Don Chisciotte
corre Corso Vittorio Emanuele su un bellissimo cavallo bianco guidato da
Yousif Latif Jaralla
, un narratore orale
iracheno che ha imparato l’arte del cunto proprio da Cuticchio, nelle vesti di
Sancho Panza
Il film si chiude sotto la superficie del mare, dove i pupi e le loro storie affondano per tornare a riposare, tra le
ceneri dei miei genitori a cui questo documentario è dedicato.
Con queste mie parole si apre la prima sequenza
del mio documentario, sotto la superficie del mare,
in un’isola magica non precisata, dove all’improv
viso, come rievocati dai miei ricordi di bambina,
mi appaiono davanti, dietro il canto delle sirene, le
figure di Ulisse, Polifemo, Omero, Orlando, Angelica,
Don Chisciotte e Sancho Panza.
Sono apparizioni della mia fantasia, distorte e in
grandite dalla focale corta del grandangolo, salgono
lentamente dal basso, come personaggi in cerca di
autore, tra i fasci di luce che li illuminano dall’alto, per
rinascere in un nuovo viaggio, a bordo di un magico
furgone rosso guidato dal primo e ultimo cuntista e
puparo vivente, Mimmo Cuticchio.
Il furgone è la macchina del cinema, ma anche la
macchina del tempo, con i pupi appesi sul retro
scoperchiato e Don Chisciotte sul tettino, la lancia
protesa in avanti, in cerca dei nuovi cuntisti che
possano fargli, e farci, rivivere il sogno, in giro per
la Sicilia del grande mito e della tragedia classica.
Io sono lo sguardo del film, la sua voce narrante,
perché questo film è prima di tutto un mio cunto
di gioia e di dolore, dedicato alla mia infanzia e alla
mia memoria. Un viaggio di formazione dalla vita
alla maturità, che ha inizio nel liquido amniotico
del ventre materno, e finisce sotto le viscere della
terra, nelle profondità del mare, dove i miti del mio
passato tornano a riposare in mezzo alle ceneri di
mio padre e mia madre.
Il Paradiso è un’altra storia, canta Lello Analfino nella
canzone originale che chiude i titoli del film. Il paradi
so sta nella forza della memoria, e del racconto, che
passa di generazione in generazione, e che ci proteg
ge dalle viscere della terra ricordandoci che il c’era
una volta ci sarà ancora.
?altronde Dio creò l’uomo perché amava sentir
raccontare delle storie, recita il detto hassidico
che ho posto in epigrafe del film.
Non vi sono interviste tradizionalmente intese.
Ciascun protagonista rivive in modo intimo e spe
rimentale il mito, mettendolo in scena en plain air
nei luoghi del proprio vissuto personale e profes
La fotografia, firmata da Clarissa Cappellani, è sur
reale e antinaturalistica, con la dominante del rosso
lungo il viaggio, ieri la vela di
Fughe e Approdi
il furgone carico di pupi, per accendersi di volta in
volta nei colori dei luoghi che hanno dato i natali ai
nostri protagonisti e dove sono ambientate le no
stre storie: il marrone di Partinico, il rosa delle Sa
line di Marsala, il bianco delle cave dell’entroterra
Ricordo quando da bambina mio padre
mi portava a nuoto alla grotta di Polifemo.
E mi raccontava di Ulisse, che, tanti anni fa,
aveva attraversato come noi questi mari.
è il più importante erede della tradi
zione dei cuntisti siciliani e dell’Opera dei Pupi, oggi iscritta
tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCO,
ed è celebrato in tutto il mondo. Nel 1973 apre a Palermo il
Teatro dei Pupi Santa Rosalia e nel 1977 fonda l’Associazio
ne “Figli d’Arte Cuticchio”, che si prefigge di salvaguardare
l’arte dell’Opera dei Pupi, con una collezione di più di 1000
Pupi siciliani che è stata acquisita dalla Fondazione Sicilia
e oggi è esposta a Palazzo Branciforte di Palermo. Maestro
del cunto e abilissimo puparo, è anche attore che sa alter
nare sulla scena il tono cantilenante del cantastorie con
vari stili e registri. Appare nel film “Il padrino – Parte III” di
Francis Ford Coppola e nel film documentario “Prove per
una tragedia siciliana” di John Turturro; partecipa al film
“Cento giorni a Palermo” di Giuseppe Ferrara come voce
narrante nel monologo finale da lui scritto, ed è coprotago
nista del film “Terraferma”, di Emanuele Crialese. Nel 2017 il
Presidente della Repubblica Mattarella ha inaugurato una
Mostra al Quirinale di Roma di 150 personaggi che raccon
tano due secoli di storia, tra spettacolo e giustizia, perché
– come ha dichiarato lo stesso Cuticchio in una recente
intervista al Corriere della Sera – «I pupi non sono soltanto
spettacolo, quando nell’800 si girava per i paesini, hanno
anche comunicato valori importanti, per esempio che le
donne non si sfiorano nemmeno con un dito, e poi la lega
lità, la giustizia…».
VINCENZO PIRROTTA
Nato a Partinico, ?attore, regista
teatrale e cuntista, che coniuga da sempre la tradizione
con l’attualità, firma regie teatrali importanti che stanno
avendo una grande eco anche all’estero, caratterizzati
da una forte inventiva sul linguaggio e da un gusto per
la sperimentazione, in sintonia con i più interessanti
autori teatrali dell’avanguardia contemporanea. Dalle
letture dell’Odissea, dell’Iliade e del Don Chisciotte, alle
Supplici di Portopalo, che parte da Eschilo per arrivare
ai migranti di oggi e che continua a essere rappresen
tato in zone nevralgiche per i flussi migratori nel nostro
Paese (rappresentato nel 2016 a Ventimiglia di fronte
al muro che limita la zona di confine per gli immigrati),
fino alla rivisitazione del Tristano e Isotta di Wagner, per
il quale ha costruito alti pupi in legno per i personaggi
principali, e al Ciclopu, interpretato dall’attore, cuntista
MIMMO
VINCENZO
PIRROTTA
ATTORI
GASPARE BALSAMO
Nato a Erice è autore, attore, cunti
sta e regista teatrale. Apprende l’arte del cunto sicilia
no con il maestro Mimmo Cuticchio ed è oggi uno dei
maggiori rappresentanti del cunto dell’Opera dei Pupi,
costruendosi un corpo scenico capace di sostenere il
virtuosismo del cunto. Gaspare Balsamo fa sua la lezio
ne di Mimmo Cuticchio, rinnovandola nella costruzione
drammaturgica di una storia originale e potente. Nei
suoi spettacoli teatrali e cunti, l’attore-autore interseca
memorie personali al grande racconto epico-cavallere
sco dell’Opera dei pupi.
Nato a Enna il 2 giugno 1981, è espo
nente della musica popolare siciliana. Attore, regista e
cantastorie, si definisce un difensore della memoria
storica, attraverso la musica. Nel 2009 vince il 10º Fe
stival della nuova canzone siciliana e partecipa all’un
dicesima edizione, vincendo il premio della critica.
Nel 2015 è in scena con Le supplici di Eschilo al teatro
greco di Siracusa, di cui cura la regia insieme a Moni
Ovadia, traduce i dialoghi in lingua siciliana e compone
le musiche, che lo consacrano al successo.
GASPARE
BALSAMO
GIOVANNI CALCAGNO
Nato a Paternò il 22 ottobre 1971,
è un attore, regista teatrale e cantastorie italiano. Vin
citore di un Ciak d’Oro per “Si può fare” di Giulio Man
fredonia, recita in numerosi film di successo fra cui
“Buongiorno, nott? di Marco Bellocchio, “Noi credeva
mo” di Mario Martone, “Il racconto dei racconti – Tale of
tales” di Matteo Garrone. La sua ultima interpretazione
è nel film “Il Traditore” di Marco Bellocchio. Importan
te anche il lavoro nelle serie televisive come “Roma”,
?ex” e “L’ispettore Coliandr?, in diversi cortometraggi
e in campo teatrale con Serata a Colono e Otello. Pro
veniente dalla tradizione dei narratori siciliani, studia
alla Scuola internazionale di cinema e teatro di Ischia di
Mario Martone, regista che segnerà la sua carriera te
atrale, inserendolo nel coro dell’Edipo a Colono (2004),
in Serata a Colono (2012) e portandolo al Teatro Stabile
di Torino con Morte di Danton (2016). In campo teatrale
istituisce il centro di ricerca Casa-Teatro del cantasto
rie nella nativa Paternò dopo aver fondato la compagnia
teatrale Baternù. Riscrive in dialetto siciliano Il piccolo
principe di Antoine de Saint-Exupéry.
GIOVANNI
CALCAGNO
YOUSIF LATIF JARALLA
vive a Palermo dal 1980, dove si
è imposto sia per i propri spettacoli sui temi della guer
ra, dell’Iraq e sulle condizioni del Sud del mondo, che
per le tematiche legate alla spiritualità mediorientale.
I suoi spettacoli propongono una tecnica che si mani
festa mediante una circolarit?ritmata, propria alla nar
razione rituale sufi, simile alla tradizione siciliana del
cunto. Alla voce affianca l’utilizzo di tamburi tradizionali
di provenienza mediorientale, il cui suono contribuisce
alla scansione del tempo e delle scene, amplificando
?effetto rituale della narrazione stessa. Vanta prestigio
se collaborazioni con artisti e intellettuali del panorama
nazionale: fra questi, il puparo Mimmo Cuticchio – con il
quale ha messo in scena gli spettacoli ‘Storie di santi e
sultani’, ‘Il risveglio di Don Chisciott?, e ‘Aladino di tut
ti i colori’ – i musicisti Gianni Gebbia e Lelio Giannetto,
?attrice Miriam Palma, e il giornalista e scrittore Alberto
Samonà, dal quale ha tratto lo spettacolo ‘Le orme delle
nuvole’.
YOUSIF
LATIF
JARALLA
GIOVANNA TAVIANI
Nata a Roma nel 1969, esordisce
al Torino Film Festival nel 2004 con
“I nostri 30 anni:
generazioni a confront?
(Nuvola Film e Palumbo Edi
tore), un viaggio attraverso 4 generazioni di registi, dai
padri ai figli, per raccontare i trentenni nel cinema ita
liano. Nel 2005 presenta alla Festa del Cinema di Roma
“Ritorni”
(Nuvola Film) il ritorno a casa di tre maghre
bini che ce l’hanno fatta, vincitore della menzione spe
ciale della Giuria al Premio Fondazione Libero Bizzarri.
Nel 2011 per la Kaos presenta alla Mostra del Cinema
di Venezia
?ughe e approdi. Ritorno alle Eolie tra
cinema e realt?
, distribuito in sala e home video da
Cinecitt?Luce, che si aggiudica il Premio della Critica
ai Nastri d’Argento, il Premio Speciale della giuria al Fe
stival d’Annecy, il Premio come Miglior Documentario al
Festival di Madrid e la Nomination come Miglior Docu
mentario ai Globi d’Oro. Tra i docucorti
“Il Riscatt?
2012 (Conchiglia di Santiago), storia dell’ex camorrista
Salvatore Striano e del suo riscatto grazie alla scoperta
di Shakespeare, e nel 2017
“Che fine faranno. Lette
ra aperta al presidente della Repubblica”
(progetto
scuole Comune di Enna), sui minori non accompagnati
del centro di accoglienza di Pergusa e di Aidone. Nel
2007 ha fondato il SalinaDocFest – Festival internazio
nale del documentario narrativo, che si svolge a Salina,
nelle Isole Eolie (www.salinadocfest.it), inserito nel ca
lendario dei Grandi Eventi della Regione Sicilia.
GIOVANNA
TAVIANI

