(AGENPARL) – mar 08 novembre 2022 Bruxelles, 8 Novembre – Competenze STEM ancora poco diffuse e non sufficienti a soddisfare la richiesta del mercato del lavoro. Accade non solo in Italia, ma anche in molti altri Paesi dell’Unione Europea, dove a ostacolarne la diffusione esistono ancora numerose barriere culturali e socio-economiche. Tra queste spiccano bias e stereotipi che continuano ad allontanare i giovani dalle materie scientifiche e ad alimentare un persistente gender gap nelle facoltà e nelle professioni STEM. È questo il quadro che emerge dal secondo studio dell’Osservatorio STEM “Rethink STE(A)M education – A sustainable future through scientific, tech and humanistic skills”, promosso da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte.
La ricerca è stata presentata oggi al Parlamento Europeo dal Presidente di Fondazione Deloitte, Guido Borsani. All’evento hanno inoltre partecipato Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, Margaritis Schinas, Commissario UE per la promozione dello stile di vita europeo; Francesco Genuardi, Ambasciatore d’Italia presso il Regno del Belgio e Presidente onorario del Gruppo Iniziativa Italiana; Stefano Verrecchia, Rappresentante Permanente Aggiunto dell’Italia presso l’Unione Europea; Gianmario Crescentino, Chairman & Public Policy Leader di Deloitte Central Mediterranean; Eva Kaili, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Isabel Benjumea, Vicepresidente della Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento Europeo; Geert Asselbergs, Direttore del programma EU STEM Coalition; Dolores Sanchez, Hydrogen Business Developer di Alpiq; Roberto Zangrandi, Vicepresidente del Gruppo Iniziativa Italiana. I lavori si sono chiusi con un intervento di Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia.
«Dal nostro Osservatorio», dichiara Guido Borsani, Presidente di Fondazione Deloitte, «si osserva un consistente disallineamento tra domanda e offerta di competenze professionali: sempre più aziende cercano profili professionali tecnico-scientifici e sempre più spesso non riescono a trovarli. Un problema che non riguarda solo l’Italia, ma anche molti altri Paesi dell’UE, minando prospettive di occupazione, crescita e competitività dell’Unione Europea nel suo complesso. Ma non solo: le competenze tecnico-scientifiche saranno cruciali per affrontare il cambiamento climatico e la transizione ecologica. Dare alle giovani generazioni competenze tecnico-scientifiche, dunque, significa anche attrezzarle ad affrontare le grandi sfide dei prossimi anni».
Laureati STEM, a che punto siamo – La percentuale media dei laureati STEM nei Paesi presi in considerazione dalla seconda edizione dell’Osservatorio STEM –Italia Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Grecia e Malta – è oggi pari al 26%. Solo la Germania ha un tasso significativamente superiore alla media di laureati STEM con una percentuale del 36,8%, mentre l’Italia si colloca al di sotto della media del Paesi analizzati, con una percentuale pari al 24,5% del totale dei laureati.
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