
(AGENPARL) – ven 28 ottobre 2022 Relazione di Matteo Ricci alla Direzione Pd
Tempi Congresso
Condivido la relazione di Enrico Letta. Avrei preferito tempi più brevi, non farò polemica sul percorso, va bene così. Ora mi voglio concentrare sulla “postura” che dobbiamo tenere in questa fase di transizione. Serve un Pd aperto. Invito tutti a pensare regole più coraggiose. Gli iscritti sono pochi, dobbiamo pensare ad un meccanismo che preveda la fase degli iscritti come se fosse una doppia primaria, dove aderisci al partito e scegli la mozione congressuale e successivamente aperta a tutti per scegliere il Segretario. Così ci rivolgiamo ad una platea più ampia e incrementiamo gli iscritti. Sto facendo un giro bellissimo e faticosissimo per la provincia italiana, dal quale sta uscendo una cosa molto semplice: il cuore del nostro problema è non essere riusciti ad essere percepiti come forza del riscatto sociale e della modernità. Serve un Pd combattivo. Letta si pone come garante e arbitro del Congresso, lo ringraziamo per questo. Ma noi abbiamo bisogno di una guida forte, determinata, autorevole, da aiutare tutti insieme. Altrimenti in questa fase di transizione rischiamo di non reggere.
Governo Meloni e opposizione
Occorre avere chiaro il profilo del Governo Meloni, che è pragmatico sulle politiche di bilancio e internazionali, reazionario e pericoloso sull’idea di società, insidioso dal punto di vista delle riforme. La nostra comunità è sotto attacco, c’è un tentativo evidente da parte dei nostri potenziali alleati di chiuderci in una morsa “in salsa francese” dalla quale dobbiamo assolutamente difenderci e uscire. In questo contesto dobbiamo essere combattivi e chiari. Dobbiamo fare un’opposizione tosta, con cultura di Governo. Abbiamo le risorse intellettuali e di competenza per farlo: presentiamo subito una nostra proposta di legge di bilancio su tre punti: costo energia, taglio tasse sul lavoro, salario minimo».
Alleanze
Calenda vuole inseguire Renzi nell’azione di stampella al Governo? Se sì lo dica subito. Nel momento in cui ci troviamo a costruire alleanze larghe per le prossime elezioni regionali dobbiamo avere già le idee chiare per capire come essere competitivi.
Riforme e PnrrNel discorso della Meloni non c’è stata una parola sulle riforme che l’Italia si è impegnata a fare per avere i fondi del PNRR. Ricordiamoci che non sono arrivati tutti, se non si faranno le riforme non arriveranno. Quindi “staniamoli” sull’idea di semplificazione e velocità, sono convinto che arriveranno a dire che per mettere a terra le risorse serviranno i commissari straordinari, perché è la loro idea di deregulation. Staniamoli sul tema della manodopera, non c’è per la messa a terrà del PNRR. Poi il problema del merito non è nella scuola, ma nelle professioni, nella pubblica amministrazione. Staniamoli con una nostra proposta su temi demagogici come quelli che hanno posto.
Sulla pace e sull’Ucraina
Dobbiamo essere chiari. Essere in piazza domenica prossima per la pace vuol dire essere coerenti con la posizione che abbiamo tenuto dal primo minuto. Se non avessimo aiutato la resistenza ucraina noi oggi non avremmo la pace, ma l’occupazione del paese. È il momento di chiedere un cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato.
Primarie e regole
Un Pd aperto. Invito tutti a pensare regole più coraggiose. Gli iscritti sono pochi, dobbiamo pensare ad un meccanismo che preveda la fase degli iscritti come se fosse una doppia primaria, dove aderisci al partito e scegli la mozione congressuale e successivamente aperta a tutti per scegliere il Segretario. Così ci rivolgiamo ad una platea più ampia e incrementiamo gli iscritti. Sto facendo un giro bellissimo e faticosissimo per la provincia italiana, dal quale sta uscendo una cosa molto semplice: il cuore del nostro problema è non essere riusciti ad essere percepiti come forza del riscatto sociale e della modernità. Nella povertà ereditata c’è un pezzo del nostro fallimento. Se in questo decennio non siamo riusciti a fare uscire le persone dalla fascia della povertà vuol dire che non abbiamo interpretato al meglio il riscatto sociale. Sui sindaci vedo supponenza nella discussione tra di noi. I sindaci sono l’unico livello dove governiamo in maggioranza nel Paese. I comuni sono la reale opposizione al Governo. Abbiamo bisogno di essere sorridenti: serve una scossa antidepressiva. Non ho mai visto nessuno votare gente depressa, che parla male uno dell’altro. Dobbiamo rimettere in moto una speranza, dentro il percorso che il partito sceglierà ognuno di noi deve dare il proprio contributo.