(AGENPARL) – gio 27 ottobre 2022 OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.
L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.
Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022
27 OTTOBRE
Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”
L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti
Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, così come è stato confermato dal Senatore Paolo Nerozzi che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato, anche Silvino Candeloro dell’INCA conferma attraverso un’intervista che è così. : il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 150 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2300 in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.
I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro
Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro
Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 27 ottobre
Dall’inizio dell’anno sono morti 1270 lavoratori complessivi, 651 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.
Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.
150 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.
Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91
I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.
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