
(AGENPARL) – sab 15 ottobre 2022 COMUNICATO STAMPA
Studio pubblicato da Nature Communications
API E INSETTICIDI IN CAMPO APERTO,
RICERCA COORDINATA DALL’UNIVERSITÀ DI UDINE
Gli effetti più o meno nocivi degli agrofarmaci dipendono anche da altri
fattori come virus, parassiti, ambiente, presenza di nettare e polline
Udine, 15 ottobre 2022 – In condizioni naturali e in presenza di un virus che danneggia il sistema
immunitario, l’effetto degli insetticidi sulle api può diventare imprevedibile. È quanto emerge da uno
studio multidisciplinare coordinato dall’Università di Udine nell’ambito del progetto europeo
Poshbee. Secondo la ricerca, gli effetti degli agrofarmaci sulle api dipendono anche da altri fattori
di stress come parassiti, condizioni ambientali, disponibilità di nettare e polline e inquinanti, ma un
diffuso virus patogeno può cambiare le regole del gioco. I risultati di questo lavoro, finanziato
dall’Unione europea, sono stati pubblicati dalla rivista scientifica internazionale Nature
Communications.
L’origine dello studio
L’indagine nasce dai risultati contraddittori fin qui riscontrati in pieno campo verificando l’effetto di
vari insetticidi sulle api. Si è visto infatti che certi insetticidi, come i neonicotinoidi che sono
sicuramente tossici in laboratorio, quando vengono saggiati all’aperto, a volte risultano dannosi per
le colonie d’api, altre volte no, senza apparenti spiegazioni. I dati fin qui ottenuti hanno dato luogo
a interpretazioni discordanti, tanto che taluni hanno collegato l’assenza di effetti in pieno campo a
una trascurabile nocività. Di conseguenza, mentre in certi Paesi queste sostanze sono state
bandite, in altri sono tuttora autorizzate. Di fatto, in laboratorio, si possono esporre le api a questo
o quel fattore di stress, trascurando tutte le possibili interferenze, ottenendo risultati molto chiari. In
campo, dove i dati sarebbero più importanti, questo è impossibile, perché le api sono immerse in
una ragnatela di relazioni che è difficilissimo districare.
Obiettivi e metodo della ricerca
Il gruppo multidisciplinare coordinato dall’Ateneo friulano ha analizzato la complessità del sistema
formato dalle api in relazione con parassiti, patogeni, condizioni ambientali, composti tossici,
disponibilità di nettare e polline. L’obiettivo era capire se si potesse ricavare qualche regola
generale utile a interpretare il destino delle api in caso di intossicazione. Per farlo il team ha unito
tecniche matematiche e dati di laboratorio.
Ne è venuto fuori un quadro più chiaro del previsto, che ha evidenziato come la presenza di un
virus patogeno in grado di sabotare il sistema immunitario delle api determina una condizione nota
come bistabilità. Si tratta di una condizione per cui un sistema, ad esempio le api, può finire in una
o un’altra condizione finale a seconda di minime variazioni del suo stato iniziale. In pratica, accade
che laddove il virus è assente, gli effetti di una esposizione a un agrofarmaco nocivo o a un altro
fattore di stress, si possono prevedere facilmente mentre quando c’è il virus, che è molto comune,
tutto si fa più incerto.
Università degli Studi di Udine
Relazioni esterne
via Palladio 8 – 33100 Udine
Ultime notizie: http://qui.uniud.it
«Il risultato del nostro studio è importante – spiega il coordinatore Francesco Nazzi, responsabile
del Laboratorio di apidologia e apicoltura dell’Ateneo friulano – perché suggerisce molta prudenza
in fase di determinazione del rischio esercitato dagli insetticidi in ambienti realistici. In altre parole
non bastano dei risultati confortanti ottenuti in certe condizioni ambientali per escludere eventuali
esiti nefasti in altri contesti».
Le ricadute
Le ricadute principali riguardano il cosiddetto risk assessment, cioè le procedure che conducono
all’approvazione, oppure no, di un prodotto per l’uso in campo. «Grazia a questo lavoro –
sottolinea Nazzi – facciamo vedere come, insieme a studi che considerino il rischio determinato dai
pesticidi in un contesto di stress multipli, sia necessario perseguire una comprensione più profonda
di questo sistema, attraverso analisi appropriate. Questo perché gli studi sperimentali sono
fortemente condizionati dal contesto in cui si svolgono e possono offrire indicazioni parziali o
addirittura contraddittorie, mentre studi come il nostro consentono di ricavare regole generali che
sono valide sempre».
La ricerca è stata condotta da un team multidisciplinare che ha unito le competenze di biologi delle
api, matematici ed esperti di risk assessment. Fanno parte del team: i coordinatori Francesco
Nazzi e Franco Blanchini, Desiderato Annoscia, Dimitri Breda, Davide Frizzera, Elisa Seffin e
Virginia Zanni dell’Università di Udine; Giulia Giordano dell’Università di Trento, e Christopher J.
Topping dell’Università di Ahrus (Danimarca).
I risultati dello studio, intitolato “A deeper understanding of system interactions can explain
contradictory field results on pesticide impact on honey bees”, sono disponibili online all’indirizzo
https://tinyurl.com/4zx2waad.
Università degli Studi di Udine
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