(AGENPARL) – ven 14 ottobre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Variazioni al bilancio, discussione generale – 2](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt670454)
Consiglio -Gli interventi di Mair, Tauber, Renzler, Rieder, Faistnauer, Lanz, Amhof sul dlp 117/22: Variazioni al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2022-2024 e la replica del pres. Kompatscher. In esame ora gli ordini del giorno.
È ripresa questo pomeriggio in Consiglio provinciale ladiscussione generale del del[disegno di legge provinciale n. 117/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=661652&blank=Y) Variazioni al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2022-2024.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha detto che non era corretto dare una cambiale i n bianco alla Giunta provinciale, senza possibilità di parla da parte dle Consiglio nel processo decisionale, e ha posto il problema degli anziani soli, chiedendo come si intendeva raggiungerli con gli aiuti, tenendo conto la relativa difficoltà a sbrigare le questioni burocratiche. Ha aggiunto che ci voleva una strategia a lungo termine, e che già la pandemia aveva messo davanti alla realtà delle cose. Era vergognoso che una provincia che produceva il doppio dell’energia necessaria non potesse utilizzarla. dalla Giunta si aspettava che illustrasse la tabella di marcia per il futuro, ovvero cosa sarebbe successo dopo questo pacchetto di aiuti. Uno dei problemi che aveva l’Alto Adige era la questione degli stipendi: molti giovani motivati e capaci andavano persi perché andavano a lavorare all’estero, e questo era un problema annoso, non generato dalla crisi. Il ceto medio non ce la faceva più a sbarcare il lunario, e contemporaneamente si finanziava la pigrizia con i soldi di coloro che lavoravano. Mair ha poi portato il caso di una madre sola che lavorava tutta la settimana a tempo pieno, ma diceva che se avesse lavorato part time avrebbe avuto diritto a una serie di sussidi, mentre il suo vicino di casa nullafacente riceveva il reddito di cittadinanza: come si volevano aiutare persone come queste? Mancava personale, ma di fatto molti ritenevano che non valesse più la pena lavorare: chi lavorava doveva poter vivere del suo stipendio, senza aver bisogno di aiuti. A proposito di questi, ha chiesto se esisteva una stima della relativa distribuzione tra cittadini UE e non UE, tra il resto per questa seconda categoria non venivano calcolate le proprietà all’estero. Non si considerava il lavoro nero, né il fatto che alcune di queste persone ormai avevano uno stile di ota che i locali si sognavano. Dubitando che si potesse aiutare il ceto medio e le imprese del ceto medio con le misure annunciate, Mair si è detta convinta che se gli stipendi non fossero aumentati, considerati i rincari, gran parte dei dipendenti avrebbero perso gran parte delle loro entrate.
Helmut Tauber (SVP) ha sostenuto che grazie a diligenza e buona politica l’Alto Adige aveva raggiunto il benessere, ma ora si trovava in una fase difficile. C’era bisogno sia di misure a breve che di misure a lungo termine; con il pacchetto si cercava di sostenere coloro che avevano bisogno immediato di denaro. Era importante stabilizzare le famiglie e aiutare coloro che ne avevano disperatamente bisogno ora, e le misure andavano in questa direzione; anche i 20 milioni per i Comuni erano preziose per continuare a garantire i servizi di base. Si trattava di interventi d’aiuto a breve termine. Ci si trovava nel mezzo di una crisi da tre anni, con la crisi pandemica, e si era attraversato questo periodo difficile con grande coraggio e determinazione, ora si davano 50-60 milioni direttamente alle persone bisognose, 20 milioni ai Comuni anche per pagare il riscaldamento, e c’erano aiuti alle aziende tramite fondi europei ed anche Euregio Plus. Bisognava dare una visione ai giovani, permettere loro di continuare a lavorare in Alto Adige e magari comprarsi una casa domani. Anche il settore turistico cercava di fare la sua parte, non da ultimo collaborando con le associazioni in loco e cercando di creare plusvalore per tutto l’indotto provinciale. Non è vero che i turisti viaggiavano gratis: il 25% dei costi li pagava il settore turistico; il turismo creava un plusvalore per la provincia e creava una rete. Tauber ha difeso poi la tassa di soggiorno, che serviva a finanziare il settore turistico, non a riempire le case comunali o il bilancio provinciale.
Helmuth Renzler (SVP) ha ringraziato la Giunta per aver reperito 100 milioni urgentemente necessari. In seguito alle varie crisi degli ultimi anni, ha aggiunto, ci si era accorti che gli stipendi e i redditi di molti altoatesini non erano più sufficienti, e bisognava chiedersi perché: dipendeva solo dagli stipendi o anche dal fatto che molte imprese anche piccole avevano voluto speculare sulla crisi, con rincari ingiustificati. Sull’aumento dei prezzi, inoltre, non si facevano controlli. Un esempio eclatante si era avuto nel 2001 con il passaggio alle Lire agli euro, quando tutto era stato arrotondato, causando una perdita del potere d’acquisto del 60% ai pensionati. Un problema era anche l’ondata di licenziamenti, e il fatto che la cassa integrazione fosse spesso la prima mossa per ridurre il personale. Il mercato libero non era più in grado di autoregolarsi, e se si voleva garantire un alloggio proprio ai cittadini bisognava pensare a un tetto massimo per il prezzo dei terreni. A Mair, Renzler ha detto che in caso di permanenza regolare sul territorio i cittadini non UE avevano gli stessi diritti d’accesso agli aiuti ai cittadini UE, e in quanto alle proprietá, una casa in Marocco non poteva essere confrontata con una in Alto Adige; inoltre, per chi veniva da certi paesi era difficile ottenere documenti dal paese d’origine. Renzler ha chiesto infine alla Giunta di lavorare a soluzioni per migliorare la situazione reddituale di tutta la popolazione altoatesina, affinché, come detto da Mair, chi lavora si possa mantenere senza aver bisogno di misure di sostegno, e invitato a dedicarsi alle giovani generazioni, che hanno esigenze diverse rispetto alla precedenze: i giovani vogliono avere tempo libero ed essere libere e indipendente, guadagnando a sufficienza per potersi mantenere.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ringraziato non la Giunta, ma i contribuenti epr aver messo a disposizione i fondi con cui ora si creava il pacchetto di aiuti. Si trattava del ceto medio, del quale si doveva parlare perché sempre ignorato negli ultimi decenni. Il presidente della provincia non aveva detto nel dettaglio se questa fascia sarebbe stata aiutata o meno. Ha ricordato che in commissione si era parlato di voler “aiutare le famiglie”, ma lei stessa aveva fatto presente che bisognava pensare anche ad altre categorie, e per fortuna delle modifiche c’erano state, ma i contributi una tantum erano una goccia nel mare. la Giunta faceva annunci con cui destava grandi speranze, regolarmente disilluse. Anche le aziende venivano illuse. La GIunta era intervenuta in Commissione legislativa e si era confrontata con le parti sociali, poi aveva fatto grandi annuncia ai media, ma i consiglieri avevano dovuto apprendere dalla stampa cosa si intendeva fare. In questo modo inoltre aveva destato speranze prima ancora di sapere cosa poteva garantire: poi le persone dicevano che “i politici sono tutti uguali”. L’ass. Deeg, in particolare, procedeva sempre così, annunciando grandi iniziative prima di portarle avanti in Giunta, come dimostrava l’annuncio dato in agosto relativo a nuovi contributi per pagare i costi accessori, ma ancora non era diventato realtà. Rieder ha poi segnalato il problema degli stipendi, invitando a chiedersi come aiutare il ceto medio, a fronte di errori fatti negli ultimi anni – soprattutto nel pubblico dove gli stipendi non erano stati aumentati, e il problema dell’abitare: di nuovo, il ceto medio aveva difficoltá ad accedere agli alloggi. Ha quindi segnalato il problema di calcolare il reddito in caso di convivenza di più nuclei famigliari, e il fatto che il valore ISEE di molti cittadini non era ancora stato rilevato: bisognava quindi prevedere delle riserve per questa manovra finanziaria; oltretutto, molti rinunciavano a fare la dichiarazione ISEE perché era molto complicato. Si sarebbe sperato che la Giunta proponesse un incontro tipo clausura per discutere queste proposte, ma così non era stato: la SVP non era disposta a collaborare con gli altri consiglieri.
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha segnalato il problema che il Comune di Merano imponeva il colore nero dei pannelli fotovoltaici, cosa che richiedeva costi aggiuntivi e scoraggiava i cittadini. Ha poi segnalato il problema della tassa di soggiorno, aumentata da 2,5 a 5 €, invitando a mantenere la classificazione a 4 scaglioni, a fronte del fatto che l’associazione albergatori ne voleva solo 2: era giusto che in un hotel a 5 stelle si pagasse di più rispetto a un garnì, sarebbe stato ingiusto differenziare solo tra alberghi e agriturismi. In quanto agli stipendi, in germania cÄera stato un aumento notevole degli stessi, e la stessa Ministra competente aveva sottolineato il valore dei dipendenti. ha chiesto quindi alla Giunta quale aumento sarebbe stato contrattato, per far fronte all’aumento dell’inflazione. La GIunta voleva ora sostenere anche le centrali eoliche; avrebbe dovuto dire come esattamente questo dovrebbe essere regolato. Infine, Faistnauer ha rilevato che spesso la Giunta reagiva, invece che agire, e che 100 milioni erano una goccia nel mare.
Gerhard Lanz (SVP) ha detto che per dare credito a tutte le richieste espresse si sarebbe dovuto avere a disposizione 1,5 mld €, e aggiunto che in questa fase era necessario aiutare chi aveva più bisogno e si trovava a rischio. Risparmiare si poteva ma non bastava, ma bisognava intervenire laddove c’erano reali necessità. Bisognava essere responsabili, e aiutare il ceto medio: i sognatori suggerivano di spendere di più, rinunciando agli investimenti, ma non era cosí semplice, e lo stesso ceto medio non ne sarebbe stato soddisfatto. Era stato detto che si era sbagliato tutto, ma bastava guardare al di fuori dei confini provinciali per vedere che in provincia c’erano un sistema economico e circuiti locali che funzionavano bene. Se si guardava il mondo dalla prospettiva dei sognatori, la prospettiva non era realizzabile: bisognava discutere in modo oggettivo dei punti da risolvere, ammettendo però da subito che la qualità di vita in provincia era molto alta, e apprezzare che si fosse in grado di mettere a disposizione un pacchetto di aiuti con un assestamento di bilancio. Lanz ha infine invitato ad assumersi la responsbailitá di una decisione indicando la strada ai cittadini, compreso quello che non ci si poteva permettere. I cittadini sarebbero stati molto grati degli aiuti che si stavano per dare.
Magdalena Amhof (SVP) ha aggiunto che si stava parlando di una variazione al bilancio, il che vuol dire che vari capitoli venivano rivisti per andare a creare un pacchetto di aiuti a supporto di chi aveva bisogno. Si era fatto moltissimo per reperire queste somme, un lavoro eccellente, soprattutto epr sgravare il ceto medio. 5 milioni e erano previsti per la contrattazione collettiva degli insegnanti: era stata annunciata, ora venivano previsti i mezzi. Si era riusciti a fare una cosa valida, nella consapevolezza dell’urgenza delle misure; si era consapevoli che non bastava, ma bisognava trasmettere il messaggio che bisognava anche risparmiare, non si poteva continuare come fino a oggi, perché i tempi erano cambiati.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ribadito che la crisi durava da anni, e la gente era al limite, costretta a risparmiare su tutto. Il problema riguardava anche gli altri paesi europei. Ogni discussione pubblica in merito era giusta, ma come tale discussione veniva svolta in provincia non era corretto, perché molti esperti o pseudo tali avevano avanzato soluzioni troppo veloci per problemi così complessi, diffondendo soluzioni impraticabili, come assumere in proprio l’energia prodotta: sembrava allora che la Giunta o il presidente della provincia non avesse la volontá di procedere. La soluzione invece era molto più complessa, c’era bisogno di una strategia a medio e lungo termine; Bisognava avere l’onestà di discutere in modo oggettivo. Bisogna puntare sulle energie rinnovabili, diventare più autonomi dal punto di vista della produzione energetica avrebbe effetti sull’econologia e sull’autonomia geopolitica, e questo va appoggiato tramite una sburocratizzazione, facilitando gli iter di autorizzazione e l’accesso al credito. IL sistema Merit-Order, è in uso da tempo e ha reso possibili molti investimenti nelle energie rinnovabili, e anche l’Alto Adige ne ha approfittato. Inoltre, i produttori hanno dovuto pagare compensazioni ambientali, consistenti per Alperia in 260 milioni l’anno. Al tavolo europeo per l’energia siede solo una persona per Stato, ed è vero che nello Statuto di Autonomia c’è una disposizione sull’Autorità locale, ma bisogna procedere con norma di attuazione e contrattare: ma anche se si riuscisse, l’Autorithy non potrebbe intervenire sulle tasse sull’energia, stabilite da legge statale, né intervenire sugli introiti; gli oneri di sistema sono giá a zero, bisognerebbe pagare i costi di produzione. Si parla ora spesso del tetto al prezzo del gas, ma l’Autorità di regolazione potrebbe intervenire solo su un piccolo ambito, anche l’introduzione di una nuova zona tariffaria porterebbe vantaggi e svantaggi. A lungo termine si interverrà sulla modulazione dei bandi, per esempio potrebbe cancellare i fondi ambientali e introdurre al loro posto energia gratis per le famiglie, ma i Comuni non ne sarebbero felici. Il mercato cambierà sia per via delle crisi che a causa dle cambiamento climatico, ma un’Autorità di regolazione non potrebbe rendere più economica l’energia in breve tempo. Kompatscher ha quindi difeso il ricorso al fondo di riserva, definendolo veicolo per il pacchetto di aiuti; non si sapeva ancora quanti sostegni sarebbero stati chiesti, e il fondo permetteva di reagire velocemente. La Giunta si era gàá mossa con diversi contributi per reagire al’aumento di prezzi e tariffe; gli aiuti statali non potevano essere utilizzati direttamente dai Comuni, ma potevano esserlo dalle società partecipate: pertanto, la Provincia poteva dare aiuti aggiuntivi, e sarebbero stati definiti appositi criteri; si intendeva individuare una strategia che rendesse indipendenti dal prezzo dell’energia, bisognava però anche risparmiare promuovere l’efficienza del pubblico, ma anche dei privati; sarebbe stata presentata una legge sulle strutture di rete. Alperia e gli altri operatori non devono comprare l’energia a un prezzo superiore, il Merit Order System poteva generare costi d’acquisto maggiore rispetto a quelli di produzione, ma si poteva sfruttare la situazione con prezzi di accumulo, e anche questo aveva fatto alzare il prezzo; Alperia aveva anche stipulato dei contratti impegnandosi a un certo prezzo. 40 distributori di energia, tanti quanti erano in provincia, erano tanti; la Provincia per alcune questioni era anche partner di ARERA, come previsto dallo Statuto. In quanto alla dichiarazione ISEE, era già stata fatta dalle famiglie.
Con questo intervento si è conclusa la discussione generale, si è quindi passati all’esame degli ordini del giorno (contnua).
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
Realizzazione: [Informatica Alto Adige SPA](http://www.siag.it)
[Rete Civica dell´Alto Adige](http://www.retecivica.bz.it/)
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