(AGENPARL) – ven 14 ottobre 2022 ALLA BASSANI PARTITA LA RASSEGNA SU DIALETTI E TRADIZIONI STAGIONALI FERRARESI: “AUTUNNO, LA STAŚON INCANTADORA”. PROTAGONISTA L’INFINITA VARIETÀ DI PARLATE LOCALI. IL SINDACO: “PATRIMONIO STRAORDINARIO”
“Dialèt: cruda espresión”, “nàt cóme favèla ad pòvra źènt””. “È nàt pruvèrbi e nóm d’urdégn d’lavór, nóm ad fadìgh, biśógn: pòchi paròl adati a dìr misèria, fam, dulór e tramandàdi a vóś da padr in fiòl”. È così che il celebre studioso e poeta dialettale ferrarese, Luigi Vincenzi, definiva il vernacolo ferrarese. E proprio con le parlate locali ieri alla biblioteca Bassani il Cenacolo Dialettale Ferrarese “Al Tréb dal Tridèl” ha dato il via al ciclo di appuntamenti dedicati ai dialetti territoriali e alle tradizioni stagionali ferraresi, dal titolo “Autunno incantatore”, nome che richiama la definizione che, di questo periodo, diede lo stesso Vincenzi, definendola “Staśón incantadóra”. Ad annunciare il ciclo di eventi era stato, nei giorni scorsi, il sindaco Alan Fabbri: “Il dialetto è la lingua delle radici, dei nostri padri, è un pezzo importante della nostra storia, un patrimonio straordinario da salvaguardare e da far conoscere. Per questo nelle scuole abbiamo diffuso ‘dizionari’, pensati per i più piccoli: un primo strumento per conoscere questo patrimonio, già nei primi anni in classe. Ricordo e ricorderò sempre la parole di Pier Paolo Pasolini, che già negli anni ‘70 diceva. ‘Fra le tragedie che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, c’è stata la tragedia della perdita del dialetto, come uno dei momenti più dolorosi della perdita della realtà’”.
Quella di ieri – e delle prossime date – è stata e sarà quindi l’occasione di riscoprire anche le diverse sfumature delle parlate dei territori, nelle loro ricchissime varietà, accenti, inflessioni, contaminazioni: dall’alto ferrarese alla città, dalla bassa modenese fino ai confini del territorio ferrarese con quello bolognese. L’appuntamento è stato anche un saluto all’autunno: “In un mument è pasà l’istà / guardand fiora a ved che i culor i è za cambià. A casca il foi, mosi dal vent / un putin al guarda tutt cuntent”, recita una poesia, letta ieri, di Laura Lodi. In circa due ore poeti e interpreti si sono alternati alla lettura di versi e componimenti. Immancabili le letture dei grandi classici di autori come Alfonso Ferraguti, Bruno Pasini, lo stesso Vincenzi, Edgardo Pasquali e il riferimento anche a Francesco Aventi (Ferrara, 28 febbraio 1779 – Ferrara, 6 febbraio 1858), autore del poemetto Viazz d’Lasagnin da Milzana. C’è stato inoltre spazio anche per qualche simpatica filastrocca cantata. La rassegna è promossa dal Comune, con lo stesso Cenacolo “Al Tréb dal Tridèl” Archibiblio Ferrara e la biblioteca Bassani.
Prossimo appuntamento, sempre alla Bassani: il 22 ottobre, alle 10,30, con il laboratorio creativo per famiglie “Impariamo il dialetto ferrarese”: protagonista sarà l’illustratore Alberto Lunghini che presenterà l’omonimo volume che l’Amministrazione ha donato ai giovani studenti: un piccolo dizionario ferrarese illustrato. A seguire, il 10 novembre, alle 17, sarà atteso Gian Paolo Borghi, coordinatore scientifico del Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese (MAF), che ripercorrerà le filastrocche che “le nostre nonne cantavano in autunno” e altre curiosità, come le origini della festa di San Martino, i riti e le feste della stagione autunnale: Santa Croce, San Michele, San Martino e Santa Caterina. Il 24 novembre (sempre alle 16,30) si affronteranno invece le differenze, sempre sul piano poetico e linguistico, tra la città e il territorio portuense. Entrambi gli appuntamenti sono promossi e curati da “Al Tréb dal Tridèl”. Il 22 dicembre, alle 17, sempre Borghi parlerà delle antiche tradizioni natalizie, illustrando l’antica ricetta del Pan di Natale, il canto dell’anno, la Vècia e altre usanze tipiche degli anni passati nel periodo compreso tra il 25 dicembre e l’Epifania.
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