(AGENPARL) – gio 13 ottobre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Riduzione dei costi dell’energia – CON VIDEO](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt670395)
Consiglio -Mozione di Süd-Tiroler Freiheit. Terminato il tempo dell’opposizione.
Link video (COnsiglio/GNews): https://we.tl/t-PfKVRaIGO9
La seduta di oggi del plenum è iniziata, dopo un’interruzione chiesta dalla SVP, con la presentazione della [mozione n. 626/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=664334&blank=Y) Riduzione dei costi dell’energia elettrica e misure contro i rincari (EMENDATA), con la quale Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), evidenziando gli aumenti dei prezzi di elettricità, gas e generi alimentari, tanto che chi l’anno scorso chi pagava bollette da 70 € oggi si trovava a pagarne da più di 200 €, e che un’azienda operante in provincia nel settore della lavorazione della carne aveva dovuto pagarne una di oltre 70.000 € per il solo mese di agosto, spiegava che le possibilità per le aziende erano due: scaricare quest’aumento sui consumatori oppure chiudere l’azienda, con conseguente perdita di posti di lavoro. Aggiungeva poi che, producendo la provincia di Bolzano più del doppio dell’energia elettrica che consumava, e a costi invariati, non era comprensibile né giusto che essa venisse ceduta ai cittadini a prezzi esorbitanti. Questo si doveva al fatto che il complesso mercato dell’elettricità era disciplinato da disposizioni statali ed europee, e che nella maggior parte dei Paesi europei l’elettricità veniva immessa in un sistema integrato, in cui il prezzo era determinato dalla centrale elettrica la cui produzione era più costosa, e dato che in Italia gran parte dell’elettricità era prodotta da centrali alimentate a gas, con l’aumento del prezzo del gas aumentava anche il prezzo dell’elettricità. Inoltre, era da considerare che l’Italia era suddivisa in diverse “zone tariffarie”; infine, la liberalizzazione dei mercati europei dell’elettricità aveva portato a un forte aumento del trading alla borsa dell’energia elettrica da parte dei fornitori. Per affrontare questa situazione c’erano diversi possibili approcci: la creazione di un’autorità di regolazione provinciale, la produzione e la distribuzione attraverso piccole cooperative e l’istituzione di una zona tariffaria separata. Il consigliere chiedeva quindi di (1) incaricare la Giunta provinciale di presentare al Consiglio, entro tre mesi, un progetto per una vera autonomia provinciale nel settore dell’elettricità, illustrando al Consiglio stesso possibilità e adeguamenti giuridici necessari per la creazione di un’autorità di regolazione provinciale, per la produzione e la distribuzione di elettricità attraverso piccole cooperative, nonché per l’istituzione di una zona tariffaria separata per la provincia di Bolzano; (2) chiedere alla Giunta provinciale di rendere disponibili i sussidi per l’energia elettrica ovvero le forme di compensazione finanziaria non solo ai clienti di Alperia, ma a tutti i cittadini in difficoltà, indipendentemente dal loro fornitore; (3) esortare la Giunta provinciale a stanziare a carico del bilancio ulteriori fondi per un totale di almeno 300 mio. € per aiutare cittadini e imprese a far fronte al carovita. Specificando che un’Autorità di regolazione locale sarebbe possibile anche secondo le disposizioni europee, e che in quanto Provincia autonoma si potrebbero attuare direttamente le direttive UE, Knoll ha aggiunto che “in tante regioni d’Europa ci si attiva: qui non si fa nulla”. Ha poi chiarito che in Austria sono previsti 500 € di bonus per ogni cittadino, e che il Land della Bassa Austria dà addirittura 1.200 € in aiuti immediati e invitando a prendere esempio da queste.
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha detto che prima bisogna capire dove prendere i 300.000 €, e ha riferito del caso di un imprenditore che aveva un contratto di fornitura fisso, al quale era stato proposto un bonus di 5.000 € per recedere da una fornitura a 37 c/Kwh, e che intendeva resistere, altrimenti avrebbe dovuto chiudere: “Mi ha chiesto cosa poteva fare, perché si vedeva costretto a licenziare i dipendenti che così avrebbe almeno avuto accesso alla disoccupazione”. Non ci si rendeva conto dell’entità della crisi, di cui invece i cittadini erano ben consapevoli. Negli ultimi anni si era puntato molto, troppo, sul gas, evidentemente per questioni di potere, senza cercare alternative: ora bisognava rendersi conto degli errori fatti e muoversi per aiutare i cittadini.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha apprezzato la richiesta di verifica del margine dell’autonomia dall’Italia e dal mercato europeo in campo energetico, e ha quindi sostenuto il punto (1); in quanto alla possibilità di una zona tariffaria separata, questa sarebbe dovuta essere, appunto, verificata. relativamente agli aiuti, certamente non si potevano aiutare solo gli utenti di Alperia, rinunciando ai dividendi per permettere all’azienda di fare sconti all’utenza: questo avrebbe dato adito anche a ricorsi da parte degli operatori: l’assessore era invitato a spiegare cosa intendeva fare. Si sarebbe dovuto piuttosto andare avanti col discorso dell’energia gratuita, ovvero prendere da Alperia e altri l’energia e redistribuirla, come il Trentino faceva da 20 anni.
Josef Unterholzner (Enzian) ha sostenuto che nessuno capiva perché in provincia non si fosse agito per riprendersi la propria energia, producendo 7 mld kWh/anno. Si preferiva invece far pagare i cittadini, per poi ridare qualcosina, pari a una goccia nel mare. Anche la politica a Roma non poteva accettare questo; bisognava assolutamente aiutare i cittadini per evitare problemi più grandi.
Paul Köllensperger (Team K) ha chiarito che per chi era nel mercato protetto le tariffe, e la relativa “sorpresa”, sarebbero arrivate a Natale, con le bollette relative a ottobre. Era urgente riflettere sul tema, e su come si poteva risolvere questo problema producendo 7 mld kWh/annuo a prezzi bassissimi. Si sarebbe dovuta creare una propria zona tariffaria, oppure puntare sul sistema delle cooperative, perché anche quelle nuove garantivano prezzi bassi, ridefinendo il ruolo di Alperia. Questa aveva guadagnato l’anno scorso e quest’anno somme record, ma i profitti del 2021 erano stati pescati da Draghi con le tasse sugli extraprofitti, presi soltanto da chi produceva energia rinnovabile: a questo proposito Köllensperger ha chiesto se era previsto un ricorso. Ha esortato comunque a utilizzare l’energia gratuita disponibile sfruttando le possibilità dello Statuto.
Josef Noggler (SVP) ha ritenuto che la mozione arrivasse con 20 anni di ritardo: 20 anni fa si sarebbe potuta accogliere, ma lo stesso partito di Knoll aveva preferito fondare la SEL SpA, a favore della quale erano anche i Freiheitlichen. Era impossibile tornare indietro alle piccole cooperative, sciogliendo la società per azioni, sarebbero decadute anche le concessioni idriche, ma le cooperative avrebbero ridottissime possibilità di accedere ai nuovi bandi. L’unica possibilità sarebbe stato il trasferimento delle azioni di Alperia ai Comuni, con l’istituzione di un’Autorità locale di regolazione: ma la Provincia, essendo produttrice e distributrice, non poteva anche essere regolatrice. La prima parte del punto (1) era già stata decisa ieri, il resto non era attuabile.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha cominciato dal il punto (3), sostenendo che gli aiuti una tantum non vanno bene, ma ora sono indispensabili, e aggiungendo però che questi fondi permetterebbero a qualcuno di pagare una o al massimo due bollette, che dà sollievo momentaneo. Una soluzione di lungo periodo va cercata altrove, all’autonomia energetica. Forse si potrebbe creare una zona tariffaria regionale con il Trentino, più che una locale autorità di regolazione: bisogna tenere aperte tutte le porte. I cittadini comunque devono beneficiare della grande produzione energetica locale. In quanto alla rinuncia dei dividendi per dare sconti agli utenti Alperia, a che secondo lui si trattava di concorrenza sleale: bisognava sostenere tutti i cittadini.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), cofirmataria, ha detto di avere l’impressione che la SVP non cercasse soluzioni, ma argomenti per non sgravare i cittadini. Di fatto, cittadini e imprese erano in difficoltà, e bisognava fare in modo di far passare loro l’inverno, cercando poi nuove soluzioni. L’aumento dei prezzi era cominciato prima della guerra d’Ucraina, ed esistevano pareri giuridici che attestavano spazi di manovra: bisognava quindi cercare di intervenire.
Hanspeter Staffler (Gruppo verdi) ha ritenuto i punti 2 e 3 particolarmente attuali, mentre il punto (1) era a lungo termine. Tutti i Paesi europei stavano intervenendo a sostegno di privati e aziende, si era quindi in buona compagnia. La Germania voleva pagare 200 miliardi, l’Austria 4 miliardi, e anche l’Italia aveva fatto qualcosa, ad esempio sui prezzi dei carburanti, anche se questo non era del tutto condivisibile. Il sostegno doveva andare soprattutto alle famiglie a basso reddito.
Due anni fa si pagavano 7 centesimi al kWh. oggi 50, ha evidenziato Franz Locher (SVP):, la situazione era andata fuori controllo. Oggi erano state fatte diverse proposte, tutti sembravano sapere tutto, ma nessuno aveva una visione d’insieme. Tuttavia, era necessario fare qualcosa: in ogni caso, tutte le persone colpite andavano sostenute, non solo i clienti di un distributore di energia elettrica.
Gerhard Lanz (SVP) ha ricordato che già ieri aveva meso in guardia dal fatto che ognuno interpreta l’autonomia energetica in modo diverso: bisogna discutere qual è la proposta concreta. le aziende lavoravano sulla base di concessioni, che ora si volevano trasferire a cooperative o gestire in altro modo. Intervenire con aiuti tramite aziende collegate, comunque, non sarebbe un’interferenza sul libero mercato, come detto da Dello Sbarba. Alperia gestisce ⅔ delle centrali, il resto viene gestito dalle cooperative storiche, che fanno un ottimo lavoro; se ci si limita a dire che “si è sbagliato tutto” non si affronta il problema. Lanz si è stupito che si negasse l’influenza della guerra sul prezzo, perché era vero che già nel 2021 c’erano stati aumenti, ma non così massicci. Non avrebbe sostenuto la mozione.
Magdalena Amhof (SVP) ha ricordato che i prezzi erano aumentati ovunque, non solo in Alto Adige, e che con il pacchetto di aiuti si faceva il possibile per aiutare a breve i cittadini con una serie di sgravi. Ora si disponeva di questi mezzi, il resto si sarebbe potuto solo fare a dicembre con il bilancio. In quanto alla mozione, ciò che veniva richiesto nella prima parte del punto (1) era stato già deciso ieri approvando la proposta dei Freiheitlichen; in quanto ai punti 82) e (3), era previsto un pacchetto di aiuti. Se lo Stato sosteneva le aziende più grandi, la Provincia avrebbe visto cosa fare per sostenere quelle più piccole.
Rilevando preoccupazione e attesa da parte dei cittadini, e molta voglia di fare da parte dei consiglieri, l’ass. Giuliano Vettorato ha detto che ci si stava impegnando a livello politico: si sarebbe approvato tra poco un pacchetto di aiuti sociali, considerando che la Provincia non poteva indebitarsi, al contrario dello Stato. La Provincia non avrebbe incassato gli utili di Alperia e stava lavorando su investimenti per impianti di autonomia energetica sia a livello di cittadini che a livello di aziende. In quanto alla possibilità di gestione autonoma del sistema, come detto ieri era stato dato incarico alle Università di Bologna e Trento di indicare cosa era giuridicamente possibile fare: la risposta sarebbe arrivata entro fine anno, poi bisognava valutare se ciò era conveniente o meno. In quanto alla legittimità dei sostegni solo ai clienti Alperia, l’assessore ha chiarito che era stata comunicata ad Alperia la volontà di non ritirare i dividendi, poi l’Azienda avrebbe fatto delle azioni a favore dei cittadini. Ritirare gli extrautili delle concessionarie che avevano investito in energie rinnovabili non era stato corretto: questo era stato segnalato ai Ministri, ma non era stato impugnato: ci si sarebbe confrontati col nuovo governo per una rimodulazione del decreto sostegni ter. Egli ha quindi respinto la mozione. Sven Knoll ha replicato che se c’è la volontà, si arriva all’obiettivo, ma oggi ci si comportava in maniera contraria: ci si limitava a scambi di accuse reciproche, mentre i cittadini là fuori dovevano pagare le bollette. Ha quindi ribadito le tre soluzioni proposte: cooperative, l’Autorità di regolazione, la zona tariffaria; la proposta era di approfondirle, non di sciogliere Alperia sostituendola con cooperative. In Italia ci sono 113 offerenti di energia idroelettrica, di cui 48 in Alto Adige: questo potenziale era da sfruttare. In quanto ad Alperia, la rinuncia dei dividendi per ridarla agli utenti penalizza chi non è cliente dell’azienda. In quanto all’importo proposto, tutti gli studi dimostravano che servivano almeno 300 milioni per aiutare i cittadini a superare l’inverno. Messa in votazione nominale e per parti separate la mozione è stata respinta: le premesse con 14 sì e 16 no, il punto (1) con 15 sì e 16 no, il (2) con 15 sì e 16 no, il (3) con 15 sì, 15 no e 1 astensione.
La seduta è stata poi interrotta dalla presidente Rita Mattei per una seduta del collegio dei capigruppo. Riprenderà alle 12.30 con l’esame delle proposte della maggioranza.
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
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