
(AGENPARL) – gio 13 ottobre 2022 Servizio Comunicazione e informazione
Stefano Contu
UNIONE Responsabile Ufficio Stampa
Bergamo, 13 ottobre 2022
COMUNICATO STAMPA
Crescita esponenziale delle imposte comunali e regionali in provincia
Addizionali locali alle stelle, spesa al palo
“Serve una cabina di regia per l’emergenza”
Gatti (CISL): “difficoltà delle famiglie, lavoro e denatalità richiedono interventi”
Nel 2020 ogni contribuente bergamasco ha pagato 124€ per l’addizionale comunale e 287 per
quella regionale. Nel 2012 queste imposte pesavano rispettivamente per 83 e 272 €, nel 2018,
per 111 e 297. Di fatto, in Provincia di Bergamo, comprendendo l’insieme dei 243 comuni,
l’ammontare della Addizionale Regionale cresce in percentuale complessivamente del
complessiva del +857,91%.
La forbice della spesa sulle tasse locali registra incrementi generalizzati che in alcuni casi
passano da imposte di pochi euro a più di cento euro pro-capite annui.
“Le ben note emergenze sociali, legate a povertà e diseguaglianze, oggi si sommano alla
sostenibilità della spesa sociale rapportata al caro energia, che ultimamente ha visto letteralmente
esplodere i costi di tutti i servizi sociali che si riflettono sulla capacità di spesa complessiva degli enti
locali così come i costi di manutenzione delle strutture socio-sanitarie destinati a scaricarsi sulle
rette degli ospiti. Occorre rendere prioritario il tema della sostenibilità economica sgravando gli
Enti Locali e le famiglie della responsabilità di sopportarne gli oneri che necessariamente devono
essere ripresi e regolati, in modo strutturato e di sistema, all’interno delle politiche
nazionali/regionali. In tal senso la CISL si sta facendo carico tramite i propri organismi regionali e
nazionali perché i corrispettivi livelli amministrativi governativi riprendano il problema della
sostenibilità economica nei bilanci centralizzati”.
Mario Gatti, segretario della CISL di Bergamo, ufficializza così la forte preoccupazione del
sindacato di via Carnovali nel raffrontare le condizioni dei bilanci comunali sulla spesa sociale
con la previsione di una crescita esponenziale dei bisogni dettata da diversi fattori, sia contingenti
che di prospettiva: gli effetti delle misure di contenimento del Covid con le implicazioni negative
sulla crescita economica, sulla produttività globale e sulla tenuta occupazionale e dei diritti
lavorativi; le tendenze, ormai allarmanti, in atto nel Paese che configurano una società con uno
squilibrio demografico tale da minare le basi della sostenibilità dell’intero sistema di welfare sia
nell’offerta pubblica che nella cura informale; la drammatica congiuntura internazionale in corso,
le cui implicazioni di natura economica incideranno con un impatto diretto e totale sull’economia
dei Comuni, e quindi dei servizi sociali, che sui bilanci delle famiglie.
“La lettura dei dati ricavati dal nostro report sulle entrate delle “addizionali regionali e comunali
2020” ci consegna la consapevolezza di uno strumento che non può più essere ulteriormente
aggravato”. Il quadro che traspare, secondo il sindacalista bergamasco, prefigura una condizione
generalizzata di estrema difficoltà con la crescita esponenziale dei bisogni di cura e di assistenza
accompagnata dall’impossibilità a sostenerne i costi. “Se citiamo, ad esempio, il settore delle
residenze sanitarie assistenziali, con il rincaro dell’energia nel 2022, l’onere suppletivo previsto per
ogni posto letto in Rsa e nelle strutture residenziali vanno da 10 a 20 euro al giorno, ma il problema
può essere esteso all’intera area dei servizi assistenziali e a maggior ragione se pensiamo quanto il
prevedibile aumento delle povertà e delle disuguaglianze finisca necessariamente per scaricarsi sui
bilanci e sulla sostenibilità dei servizi sociali comunali. Esiste forte il rischio di molte chiusure e di
una consistente perdita di posti di lavoro”.
Nel frattempo – continua Gatti -, occorrerà avviare nella nostra provincia dialoghi e collaborazioni
che sappiano affrontare l’emergenza in atto. Pensiamo ad esempio che il tema strategico della
demografia debba essere aggredito con risposte immediate, strutturali, consistenti, dirette e
altamente partecipate. La CISL di Bergamo, a questo proposito, riprende gli indirizzi e le indicazioni
del recente “Piano Nazionale per le Famiglie”, proponendo che nella nostra Provincia venga iniziato
un confronto fra tutte le istanze di rappresentanza sociale ed economica, pubbliche e private, per lo
sviluppo di uno strumento di partecipazione e di condivisione di misure e interventi che rafforzino e
integrino, in una cornice di sistema dettata dall’imminente Piano Nazionale, la programmazione
delle politiche di sostegno alle famiglie. La priorità adesso è fare squadra per sostenere famiglie e
natalità e, a questo riguardo, la CISL lancia un appello per dar corso allo sviluppo di interventi che
sappiano affrontare le grandi emergenze in corso anche con risposte locali.”