(AGENPARL) – mar 11 ottobre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: interrogazioni su temi d’attualità – 1 – con FOTO – VIDEO segue](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt670339)
Consiglio -Poste da consiglieri e consigliere alla Giunta provinciale, riguardavano il traffico sull’A22, ciclomobilità, aumenti dei prezzi dell’energia, bilinguismo nell’Azienda sanitaria, Sustainability days, Arieshof in Val Pusteria, disagi al palazzo Plaza, attrezzature della scuola Laimburg, Piano cima 2040 e riduzione del metano. (continua)
La sessione di ottobre dei lavori del Consiglio provinciale di Bolzano sono iniziati come di consueto con la discussione delle interrogazioni su temi d’attualità.
Ricordando che il 14 settembre il presidente di Autobrennero Hartmann Reichhalter aveva presentato in Consiglio provinciale la proposta di PPP per la concessione cinquantennale di A22, bastato su una previsione di aumento del traffico sull’A22 nei cinquant’anni (2023-2072) tra il 14% e il 20% a seconda degli scenari, e che il 17 settembre, durante una manifestazione di protesta anti-traffico a Colle Isarco, l’europarlamentare Herbert Dorfmann aveva affermato di disporre di prognosi che prevedono un aumento del 50% del traffico su A22 nei prossimi 10 anni, Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha chiesto come spiega la Giunta provinciale la differenza eclatante tra le previsioni presentate da Reichhalter e quelle citate da Dorfmann, se essa dispone delle previsioni di quest’ultimo, qual è la relativa fonte e su quali dati e calcoli si fondano, su quali dati e calcoli si fondano invece le previsioni contenute nel PPP di Autobrennero Spa presentate da Reichhalter e in che cosa differiscono da quelle di Dorfmann, e infine a quale delle due previsioni bisogna credere, secondo la Giunta. L’ass. Daniel Alfreider ha spiegato che le previsioni sul traffico erano sempre state ritenute esagerate, in particolare da chi non voleva il tunnel di base del Brennero, ma il traffico di fatto era aumentato e bisognava fare di tutto per abbatterlo. I dati su cui si basava la Giunta erano quelli di A22, sufficienti per valutare i movimenti e per fare previsioni. In quanto a Dorfmann, da sempre sostenitore di progetti di riduzione del traffico, egli aveva evidenziato alcune criticità. Era necessario procedere nel modo più veloce a un’alternativa alla strada: si puntava quindi a una soluzione a lungo termine per la concessione A22 e alla realizzazione delle opere per lo spostamento del traffico, che sarebbe rimasto sempre importante.
I progetti a sostegno della mobilità ciclistica sono stati il tema della successiva interrogazione, presentata da Helmut Tauber (SVP), che ricordando la presentazione a maggio, da parte della Giunta provinciale, del primo Piano della mobilità ciclistica, e il relativo obiettivo di rendere la bicicletta un mezzo di mobilità ancora più forte e di utilizzo quotidiano, portandone al 20% la relativa quota nell’ambito del volume di traffico totale, in quanto mezzo economico, sano e pulito, ne sottolineava il valore anche per le attività di tempo libero di locali e ospiti. Evidenziando l’importanza del Piano per le Comunità comprensoriali, competenti per la rete ciclabile sovracomunale, il consigliere chiedeva quanti sono i cicloprogetti depositati presso la Provincia, quanti di essi sono pronti per essere eseguiti, con disponibilità dei terreni, quanti verranno finanziati e realizzati ancora quest’anno, dove e quando scadono le disponibilità di utilizzo di terreni per le ciclabili esistenti e se le si intende potenziare. La ciclo mobilità, ha detto l’ass. Daniel Alfreider, è prioritaria per la Provincia, nell’ambito della mobilità: essa, infatti, va pensata partendo dal domicilio, e considerando anche i cambi da un mezzo di trasporto all’altro. Sono stati preparati nuovi criteri per il finanziamento delle ciclabili da parte delle Comunità comprensoriali: un nuovo catalogo di criteri con esse concordato è stato deciso proprio oggi in Giunta, al fine di coordinare meglio i progetti, poi spetta a Comuni e Comunità comprensoriali attuarli. Le Comunità comprensoriali hanno presentato 80 progetti, che sono in diverse fasi di pianificazione: 10 di essi sono già esecutivi, e sono stati presentati nell’ambito del PNRR. Saranno finanziati quest’anno e realizzati nel 2023; per garantire la disponibilità dei terreni si è proceduto a una modifica delle disposizioni in cooperazione con l’ass. Bessone, al fine degli espropri.
L’Associazione nazionale consumatori ha rilevato, sulla base dei dati Istat, che a Bolzano i prezzi di elettricità, gas e combustibili sono aumentati in agosto del 117,5%, rispetto ad agosto 2021: lo ha riferito Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen), evidenziando che si tratta di un record negativo a livello italiano e domandando come spiega la Giunta che i prezzi dell’energia a Bolzano siano aumentati quasi del doppio rispetto alle altre regioni, quali misure concrete essa ha adottato per contrastare questo fenomeno, se i prezzi medi dell’energia erano più alti della media nazionale, in Alto Adige, anche prima della pandemia e della guerra e, se sì, in che percentuale. Rilevando poi che l’Associazione dei consumatori ha anche rilevato che per le spese bancarie e finanziarie l’aumento tendenziale annuo a livello nazionale è del 4,5%, mentre a Bolzano e Trento è quasi quattro volte superiore, raggiungendo il +17,9%, egli ha chiesto come spiega la Giunta questo aumento sproporzionato e se esso è dovuto alla posizione dell’Alto Adige oppure se le banche e cooperative locali hanno evidenti svantaggi rispetto alle altre banche italiane. La vicepresidente della Provincia Waltraud Deeg ha informato che si stavano ancora raccogliendo i dati, ma una prima analisi rivelava che negli ultimi mesi a Bolzano e Trento si erano verificate grandi fluttuazioni dei prezzi, in particolare di luce e gas, con un aumento del 117% ad agosto. La situazione sarebbe stata analizzata nel dettaglio, poi tutti i dati sarebbe stati presentati ai gruppi consiliari. Nel disegno di legge in discussione questa settimana in Consiglio sono contenute misure di sostegno. Un confronto degli aumenti tra regioni è difficile, perché le statistiche riportano solo le modifiche, non i livelli del prezzo. Leiter Reber ha criticato che non fossero disponibili dati concreti, aggiungendo che questo doveva preoccupare la Giunta.
Secondo Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), ancora una volta il bilinguismo presso l’Azienda sanitaria lascia a desiderare, come dimostra un [articolo](https://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=60111&fbclid=IwAR2opZvrsE97ch42lT9VThpT8LGlDz0MGRPp1owsPX1HEeDnpGNyusv7oXE) pubblicato sul sito Brennerbasisdemokratie, in base al quale il prestampato consegnato per recarsi allo sportello a pagare il ticket riposta la scritta “Provincia autonoma di Bolzano” solo in italiano, così come la parola “erogata” riferita alla prestazione già offerta, e l’indicazione del mese di riferimento; anche da altrui particolari emerge che non si prende sul serio il bilinguismo. Il consigliere ha quindi chiesto chi verifica dal punto di vista della correttezza linguistica i formulari, e come mai nel caso concreto il bilinguismo è trascurato, perché l’Azienda sanitaria non si dà da fare per garantire il bilinguismo, come ritiene la Giunta di poter risolvere definitivamente il problema .La vicepresidente della Provincia Waltraud Deeg ha risposto che l’articolo citato è del 30 agosto 2020, e nel frattempo erano state apportate correzioni. In quanto alla verifica della correttezza linguistica di moduli e comunicazioni, ne era responsabile l’azienda sanitaria. Nel pubblico andava rispettato l’uso della madrelingua ma andavano anche garantiti i servizi, e questo obbligava, in carenza di personale, ad utilizzare anche personale non bilingue: l’azienda sanitaria si impegnava però a migliorare la situazione. L’Ufficio per le questioni linguistiche collaborava strettamente con essa, anche per correzioni di errori o dell’uso non corretto della lingua.
La sostenibilità è sulla bocca di tutti e se ne parla in tutti gli ambiti, ma la domanda è come raggiungere questo obiettivo: lo ha detto Josef Unterholzner (Enzian), ricordando i recenti “Sustainability days”, la cui organizzazione ha comportato una spesa di più di oltre 2,350 mio € per 4 giorni. Egli ha quindi chiesto a cosa sono riconducibili tali costi, di cui ha voluto un elenco dettagliato, chi ha conferito l’incarico e chi ha autorizzato le spese, se per ogni euro speso ci sono un preventivo e il conferimento dell’incarico, se queste spese sono giustificabili, considerato l’attuale periodo di crisi e il fatto che tante persone di questa provincia ormai non sanno più come pagare le bollette, e infine come si configura il calcolo costi-benefici prima e dopo la manifestazione. La vicepresidente della Provincia Waltraud Deeg ha chiarito che per affrontare la crisi attuale c’è bisogno di misure a breve termine, ma anche a lungo termine. La lista dettagliata delle spese dell’evento è ancora da completare, sarebbe stata consegnata. Gli incarichi erano stati dati dall’IDM nell’ambito del budget definito dalla Provincia; in molte mozioni e interrogazioni si era parlato dell’importanza delle misure di sensibilizzazione, quindi i relativi interventi erano ritenuti importanti, e facevano parte di un pacchetto globale: si era trattato di un confronto di esperti su tematiche molto attuali, collocandosi in un contesto internazionale; l’Alto Adige da sempre si impegna per uno sviluppo sostenibile anche delle aree rurali, e la Provincia era stata una delle prime realtà a provvedere a un Piano climatico, a provvedere alla raggiungibilità dei masi; nel corso del convegno, per 4 giorni relatori autorevoli avevano discusso di un futuro vivibile, affrontando i diversi temi connessi.
Il più recente progetto immobiliare del grande investitore Christoph Gröner in Val Pusteria, l’Arieshof, sta suscitando scalpore tra la popolazione, anche perché sotto la copertura dell’agriturismo si propongono offerte di vacanza di lusso: lo ha detto Alex Ploner (Team K) domandando se Provincia, la Comunità comprensoriale della Val Pusteria o altre istituzioni pubbliche danno un sostegno all’Arieshof e in che termini, se esiste una collaborazione con la Comunità comprensoriale o un altro ente sociale, quale agricoltore qualificato gestisce l’Arieshof e ne è responsabile, se esso è un’azienda agricola biologica certificata e socia di un’associazione di agricoltura ecologica, chi ha deciso e perché di invitare il sig. Gröner come relatore ai Sustainability Days, se gli è stato dato un onorario e per quale cifra, se negli ultimi 5 anni ci sono stati legami tra la Giunta provinciale o dirigenti dell’amministrazione provinciale e il sig. Gröner o una delle sue aziende ed eventualmente di che natura, se ci sono stati incontri tra il sig. Gröner e i componenti della Giunta provinciale negli ultimi 5 anni e, se sì, per quali motivi. L’ass. Arnold Schuler ha risposto che la Ripartizione Agricoltura dà incentivi per alcune delle strutture, e ce ne sarebbero anche per l’impianto di aereazione del fieno, ma non era stata fatta domanda. In quanto alla Comunità comprensoriale, si stavano raccogliendo informazioni. La domanda di incentivi era stata presentata dal legale rappresentante dell’Arieshof, che era un’azienda agricola biologica certificata dal settembre 2020. Gröner era stato invitato ai Sustainability days nell’ambito del contratto di sponsoring di una società, e non aveva ricevuto alcun onorario; non si era a conoscenza di contatti o legami con la Giunta. L’ass. Philipp Achammer ha detto di aver incontrato il sig. Gröner una volt a inizio anno, per parlare dell’offerta formativa al maso, ma non era al corrente che fosse coinvolto nei Sustainability days.
Sono molteplici le segnalazioni inviate dai dipendenti degli Uffici siti nel palazzo Plaza in Via del Ronco a Bolzano, sede della Sovrintendenza Scolastica Italiana, relativamente all’accesso al parcheggio sotterraneo del palazzo, frequentato da anni, di giorno e di notte, da persone che costituiscono un serio problema igienico sanitario, una minaccia per la sicurezza dei dipendenti e uno spettacolo indecoroso di degrado: lo ha riferito Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche), aggiungendo che i dipendenti firmatari dell’ultima richiesta sono oltre 100 e propongono soluzioni concrete, che vanno al di là delle banali proposte di servizio di guardianeria, ma, a quanto pare, la sicurezza, per gli assessori provinciali di lingua italiana, è un problema da sollevare esclusivamente nel loro ruolo di appartenenti ad un partito, ma non da risolvere nella funzione istituzionale di assessori provinciali rappresentanti della comunità italiana. Il consigliere ha quindi chiesto se è in previsione di realizzare l’arretramento della porta e delle grate dal piano garage al livello immediatamente superiore, in modo da impedirne l’accesso ai non autorizzati, se è in previsione un analogo lavoro sulla porta di emergenza prospiciente gli uffici Inail, anch’essa ridotta a discarica e bivacco, se è stata richiesta ad Habitat Spa la chiusura dei locali di fronte all’ingresso del garage, ridotti a rifugio di senza tetto e tossicodipendenti, se è pianificata la riprogrammazione della chiusura del cancello automatico alla base della rampa, per quale motivo alle continue note del personale, l’assessore non ha dato ancora risposta esauriente. L’ass. Massimo Bessone ha fatto riferimento ai piani interrati e superfici esterne in coabitazione con Habitat e INAIL, e aggiunto che aveva fatto dei sopralluoghi verificando che i problemi riguardavano una nicchia all’ingresso pedonale, due rampe verso i portoni dei garage e gli ex uffici INAIL: la nicchia sarebbe stata spostata, agli uffici INAIL erano state poste delle spranghe, in quanto alle rampe era necessario garantire le uscite di sicurezza, quindi non si poteva intervenire sui relativi portoni. Più volte erano state messe reti, che erano state danneggiate: si prevedevano quindi effettivamente l’arretramento della porta, la nuova posa di una rete agli uffici INAIL, il controllo dei propri locali da parte di Habitat, la riprogrammazione della sbarra. La presenza di una guardia non era inutile né banale, come dimostrava il caso di piazza Magnago, ma non era semplice mettere guardie ovunque: si pensava di allargare il percorso della guardia qui impegnata anche in via del Ronco.
Nell’autunno 2020 si diceva che i nuovi laboratori, le nuove sale macchinari, le aule per la tecnica di difesa delle piante, i locali di preparazione e altre strutture della Scuola professionale per la frutti-, viti-, orti- e floricoltura Laimburg erano ora a disposizione di chi frequenta la struttura, dopo tanti anni di programmazione e lavori: lo ha ricordato Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) evidenziando che molti genitori di studenti sono delusi dal fatto che molto sia ancora provvisorio. Egli ha quindi chiesto quanto è costata finora la nuova struttura, quanto è stato speso per l’arredamento delle nuove aule scolastiche, quando sono stati ufficialmente conclusi i lavori e da quando edificio e aule sono utilizzati, se ci sono locali da anni inutilizzati in quanto non attrezzati, a chi compete il bando per l’arredo delle nuove aule e in quanti lotti è stato strutturato, quanti anni devono ancora attendere scolari e scolare per avere una scuola completamente attrezzata e dove seguono attualmente le lezioni. L’ass. Massimo Bessone ha spiegato che i costi erano di 43,2 mio. spesi finora, mentre per l’arredamento dei vani scolastici per le due scuole professionali in lingua tedesca e in lingua italiana erano stati spesi 1,6 mio €. I lavori erano stati ultimati a inizio 2020; la competenza sulle gare d’appalto era della Ripartizione 11, che aveva effettuato 6 lotti:: 4 erano stati assegnati, 2 no perché le gare erano andate deserte, esse riguardavano tra l’altro l’officina meccanica e gli arredi tecnici. Si stava procedendo a una rivalutazione delle gare. L’ass. Arnold Schuler ha fatto riferimento alla perdita di anni a causa di ricorsi. Le nuove aule sono utilizzate dal settembre 2021, ha riferito l’ass. Philipp Achammer.
L’agricoltura emette il 18% della CO2 provinciale e l’allevamento di bestiame adulto il 76% del metano, che il Piano clima 2040 vuole ridurre del 40% entro il 2037: un obiettivo condivisibile, come ha riferito Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde), che si intende realizzare con “la riduzione delle Unità di Bestiame Adulto per ettaro di almeno 1/3”, che rappresenta una meta ambiziosa. Aggiungendo che nella “Relazione agraria e forestale 2021” della Provincia, però, di metano non si parla, tanto che il capitolo “Clima e riduzione della CO2” si occupa solo di ossido d’azoto e concimi, e che però l’argomento metano è più ostico, il consigliere segnalava che sulla FF n. 25/2022 (“Ausgemolken”), il direttore del Bauernbund fissava a 20 mucche/stalla la soglia di redditività, mentre oggi ci sono in media 15 mucche/stalla, che ridotte di 1/3 diventano 10: gli attuali 123.506 bovini dovrebbero diminuire di 41.168 unità, a 82.337; cifre “all’ingrosso” che danno un’idea della rivoluzione che il Piano Clima prospetta. Domandandosi se la Giunta aveva in merito una strategia adeguata, il consigliere ha chiesto se esiste oggi una normativa che stabilisca il numero massimo di UBA per ettaro di pascolo, secondo i calcoli della Giunta quante UBA dovrebbe avere il Sudtirolo nel 2040, per raggiungere l’obbiettivo di ridurre del 40% le emissioni di metano e quante UBA in totale, quante meno di oggi, quante per ettaro e quante per stalla in media, e infine con quale strumento a sua disposizione (legge, regolamento o altro) la Giunta vuole raggiungere l’obbiettivo di ridurre di 1/3 delle unità di UBA entro il 2040. L’ass. Arnold Schuler ha risposto che normative relativamente al numero massimo di UBA per pascolo esistono, così come una decisione delle aziende sulla riduzione del patrimonio bovino, così come una strategia di sostenibilità agricola che prevede una riduzione del 55%. Il Piano clima si basa sulle riduzioni volontarie, negli ultimi anni c’è stato un calo perché molte aziende non tengono più bestiame; dagli anni 80 il calo è stato significativo. Anche la produzione di atte biologico o latte fieno comporta l’ulteriore riduzione di capi di bestiame. Sarebbe però rischioso per tutta l’agricoltura se i contadini abbandonassero i masi, bisogna puntare su un aumento della qualità: latte fieno costa di meno nella produzione, ma viene pagato di più, il che permette di avere meno capi di bestiame. Se si vuole ridurre l’impatto dell’agricoltura, bisogna pagare e sostenere gli agricoltori di montagna.
(continua)
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
Realizzazione: [Informatica Alto Adige SPA](http://www.siag.it)
[Rete Civica dell´Alto Adige](http://www.retecivica.bz.it/)
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