
(AGENPARL) – sab 08 ottobre 2022 Per Mazzetti, è “corretta la delimitazione degli indici di rischio legati all’incoerenza tra il valore del credito e il profilo finanziario del cliente, nonché alla sproporzione tra l’ammontare crediti ceduti e il valore dell’unità immobiliare, che rimangono come semplici alert. Bene, inoltre, la previsione di non dover ripetere la procedura di controllo da parte di chi acquista il credito delle banche; ottima la previsione di una procedura per rimediare in caso di ritardi o errori nella comunicazione tramite la “remissione in bonis”, istituto che consente di inviare la comunicazione fino al 30 novembre 2022 con una sanzione minima”.
“A settembre – ricorda Mazzetti – si registra ancora una crescita tumultuosa delle detrazioni ‘prenotate’ a carico dello Stato che ammontano a 56,3 miliardi di euro, ma arrivano anche numerose segnalazioni da parte delle famiglie in difficoltà con il rispetto delle scadenze fissate ai fini dell’ottenimento del bonus, a causa in particolare ai cantieri rimasti fermi per il blocco delle cessioni, per i rincari dei materiali edilizi e per la difficoltà nel reperire alcuni materiali ed operatori di settore. È facile prevedere che il 31 dicembre i cittadini penalizzati saranno moltissimi. Il medesimo problema esiste per i condomini, che hanno scadenze in tempi più dilatati, aggiungendo tutti gli immobili di residenza popolare soggetti a bandi pubblici, ma che risentono di problemi d’identica natura. Sotto questo aspetto è condivisibile la richiesta del settore edilizio di prorogare al 30 giugno 2023 la chiusura dei lavori già avviati per le abitazioni unifamiliari”.
“Altro problema è costituito dai raggiunti limiti di capienza fiscale da parte delle banche, questione che rallenta la possibilità delle imprese di cedere i crediti detenuti. Ciò aumenta il rischio di perdere quota scontabile nel 2022. Sarà quindi opportuno valutare, per questi casi, la possibilità di riportare il credito fiscale all’anno successivo, come già abbiamo proposto. Gioverebbe anche consentire alle banche di poter frazionare i crediti da cedere, in modo da allargare la platea dei soggetti che potrebbero partecipare all’acquisto di tali crediti. Sarebbe infine auspicabile anche un maggior coinvolgimento di Poste e Cassa Depositi e prestiti nel mercato delle cessioni”.
“Correttamente il comparto edilizio ha fatto presente che, se la crescita del Pil italiano del 2021 è stata pari a 6,6%, questo è da attribuire per oltre 1/3 alle costruzioni.Il Centrodestra si è impegnato in campagna elettorale per stabilizzare i bonus edilizi, sanandone le storture. Ma si è anche impegnato a garantire la conclusione dei lavori rimasti bloccati, per non danneggiare gli investimenti di cittadini e imprese, ma soprattutto per non tradirne la buona fede”, conclude Mazzetti.