
(AGENPARL) – ven 07 ottobre 2022 Padova, 7 ottobre 2022
LUMI… SUL SETTECENTO PADOVANO
Sabato riprende “8×8: 8 storie per 8 secoli” dell’Università di Padova. Dalle visioni del Tiepolo e Canaletto agli studenti greci nella Sala dei Quaranta, dalla Biblioteca Antoniana e Museo Antoniano al Prato della Valle fino all’Illuminismo e libertinaggio nella Padova settecentesca
Prosegue con una giornata dedicata al XVIII secolo padovano, sabato 8 ottobre, l’iniziativa 8×8: 8 storie per 8 secoli elaborata dal Dipartimento dei Beni culturali (DBC) per gli 800 anni dell’Università degli studi di Padova: docenti, ricercatrici e i ricercatori del dipartimento infatti stanno proponendo un palinsesto di eventi multidisciplinari, fino a dicembre, che mira a illustrare le connessioni tra vita accademica e cittadina.
«Se un primo segmento di iniziative è stato dedicato in marzo alla città antica e pre-universitaria, per riflettere sulle ragioni della nascita dell’istituzione nel contesto padovano, il mese di aprile è stato dedicato al Duecento, in quello di maggio si è approfondito il Trecento, in giugno siamo entrati nel Quattrocento, dei due weekend in luglio è stato protagonista lo splendido Cinquecento padovano e a settembre è stato esplorato il Seicento: ora è la volta del Settecento. L’obiettivo di ogni appuntamento di “8X8” è il disvelamento delle opere e dei luoghi, associabili a donne e uomini attivi nei diversi secoli di vita della struttura universitaria. Si tratta sempre di valorizzare il patrimonio culturale, tenendo conto di livelli di fruizione diversi (studenti/cittadini/turisti), reindirizzando, tra l’altro, il flusso dei visitatori verso sedi poco note o perlomeno poco visitate. Aprire questi luoghi – dice Jacopo Bonetto, Direttore del DBC – significa infatti rispondere alla vocazione inclusiva e libera dell’università, “cuore” e “anima” della città. Il programma è stato costruito dai docenti e ricercatori del dipartimento con l’impegno non solo di “aprire” alla città, ma di permettere anche alla città di entrare nelle nostre ricerche, nelle nostre attività didattiche e di divulgazione».
La giornata di sabato 8 ottobre si apre alle ore 10.00, al Museo di Scienze archeologiche e d’arte a Palazzo Liviano in piazza Capitaniato 7 a Padova, con la conferenza di Andrea Tomezzoli sulla “Padova settecentesca nelle ‘visioni’ di Tiepolo e Canaletto”. Artisti di primissimo livello come Canaletto, Bellotto, Tiepolo e Canova rendono Padova un centro aggiornato del gusto e costante “laboratorio” di nuove idee estetiche: Padova nel Settecento vive per tutto il secolo una stagione artistica splendida, che si snoda dal rinnovamento di inizio secolo in chiave rococò fino all’affermazione del neoclassicismo.
Alle ore 12.00 l’itinerario tematico “Gli studenti greci: il cortile del Bo e la sala dei Quaranta”, a cura di Francesco Scalora, condurrà i visitatori nel Cortile antico del Palazzo Bo e nella Sala dei Quaranta (via VIII febbraio, 2 – Padova), dove campeggiano i ritratti di tre delle più illustri personalità greche che si formarono a Padova. La presenza di studenti greci nella città patavina, infatti, ha origini assai lontane: a partire dai primi anni del Quattrocento, la loro presenza aumentò notevolmente nei secoli a seguire e in particolare nel Settecento, che arrivò per questo a essere chiamato il “secolo dei Greci”. In particolare le tre personalità ritratte sono Giovanni Argiropulo, letterato greco (1410-1492 ca.) che dal 1441 fu a Padova, ospite e maestro in casa del fiorentino Palla Strozzi, e che fu eletto rettore degli studenti artistici e medici dell’Ateneo per poi laurearsi in arti liberali il 24 luglio del 1444. Alessandro Maurocordato, medico e gran dragomanno greco (1636-1709), nel 1660 si immatricolò al secondo anno di medicina e filosofia all’università artista patavina; la sua presenza rimane attestata fino al 1663, anno in cui fu consigliere della nazione ultramarina. Giovanni Capodistria, medico e statista greco (1776-1831) nel 1794 raggiunse Padova per iscriversi all’università artista. Frequentando i salotti veneziani, incontrò Isabella Teotochi e Ugo Foscolo. Nel dicembre del 1795 entrò all’Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova. Nel 1797 conseguì la laurea in filosofia e medicina. Fu il primo presidente della neonata repubblica greca, assassinato a Nauplia nel 1831. A lui è intitolata l’Università di Atene. I numerosi stemmi che si conservano nel Cortile antico del Bo sono una testimonianza significativa di questa lunga frequentazione.
Alle ore 15.00 sarà il momento di esplorare “I capolavori pittorici del Settecento nel cuore della Fede e del Sapere: Biblioteca Antoniana e Museo Antoniano” a cura di Chiara Bombardini, Andrea Chiocca, Chiara Lo Giudice, Emanuele Principi e Iana Sokolova. La visita guidata approfondirà due momenti in particolare: la straordinaria parata di pale che nel Settecento erano state commissionate ai principali pittori veneti – da Tiepolo a Piazzetta, da Pittoni a Balestra – per le cappelle radiali della basilica del Santo e il grande “cielo” della biblioteca, affrescato nel 1702 da Antonio Pellegrini.
Alle 17.00 sarà “La piazza della modernità: Prato della Valle” la protagonista dell’incontro a cura di Chiara Bombardini, Andrea Chiocca, Chiara Lo Giudice, Emanuele Principi e Iana Sokolova. Quello che nell’antichità era stato il “Campo di Marte” e poi sede privilegiata di mercati, dal 1775 per volontà del procuratore Andrea Memmo divenne uno degli spazi più significativi di Padova: alle funzioni pratiche di luogo per le fiere e per il passeggio cittadino – oltre alla bonifica delle acque che qui ristagnavano – si associò un alto valore ideale con la collocazione delle statue raffiguranti celebri personaggi della storia padovana.
Alle 18.00 Prato della Valle diventa il fondale dello spettacolo dal titolo “Le relazioni pericolose: Memmo, Wynne e Casanova. Illuminismo e libertinaggio nella Padova settecentesca” e tratto da “Le incredibili curiosità di Padova” di Silvia Gorgi. È un triangolo, d’amore e d’amicizia, quello che unisce il patrizio veneziano Andrea Memmo – creatore della piazza, in stile illuministico, più nota di Padova, Prato della Valle –, la nobile veneziana, nonché scrittrice, Giustiniana Wynne, e il grande seduttore Giacomo Casanova che, fra le vie patavine, oltre a spezzare qualche cuore e praticare riti magici, aveva trascorso l’infanzia e il suo periodo di formazione allo studio e alla vita. Proprio da Palazzo Angeli, in Prato della Valle, Memmo guardava, dalla finestra che vi s’affaccia, quella zona acquitrinosa, architettando nella sua mente un progetto che la porterà finalmente a risplendere. In quel palazzo, Memmo aveva ospitato anche un suo grande amico, colui che l’aveva introdotto negli ambienti massonici: Casanova, l’infallibile seduttore, che solo qualche anno prima aveva aiutato una delle persone più importanti della vita di Memmo, Giustiniana Wynne. In gioventù promessa sposa di Andrea, poi per via di uno scandalo, amante, e molto altro… ma è sempre a Padova che i due si ritroveranno, molti anni dopo la loro turbolenta gioventù, quando in città Giustiniana avrà scritto il suo primo romanzo di grande successo. Il testo è di Silvia Gorgi, che interverrà in scena insieme a Vittorio Attene e Bruna Laura Filippini.
Programma e iscrizioni su https://www.beniculturali.unipd.it/8×8/

