
(AGENPARL) – Roma, 7 ottobre 2022 – Alla data del 30 giugno 2022 i beneficiari del Reddito di Cittadinanza (RdC) indirizzati ai servizi per il lavoro e ancora in misura sono 920 mila, di cui il 71,8% (660 mila) è soggetto alla sottoscrizione del Patto per il lavoro e il 18,8% (173 mila) è occupato. La quota restante si suddivide fra gli esonerati dagli obblighi di condizionalità (7,3%) e i rinviati ai servizi sociali (2,1%).
Considerando i soli beneficiari soggetti al Patto per il lavoro, la prevalenza è al sud con il 48,3%. Campania e Sicilia sono i due territori che hanno la maggiore percentuale di beneficiari, con valori rispettivamente del 25,6% e del 21,6%. Nell’insieme, le due regioni assommano dunque il 47,2% del totale degli individui in misura. Tutte le restanti aree regionali esprimono valori al di sotto del 10%.
Nel 73% dei casi i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti il 30 giugno 2022. Il 70,8% ha al massimo un titolo di scuola secondaria inferiore e solo il 2,8% un titolo di livello terziario, mentre un quarto ha un diploma di scuola secondaria superiore.
Tra i beneficiari tenuti alla stipula del Patto per il lavoro la quota di utenti presi in carico, ovvero che hanno sottoscritto il Patto o sono comunque impegnati in esperienze di tirocinio extracurricolare, ammonta a più di 280 mila (42,5%), con un’incidenza minore nelle regioni meridionali.
Relativamente alla platea dei beneficiari occupati si osserva una maggiore incidenza nelle regioni centro settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, a fronte del 18,6% delle regioni del sud e il 16,7% delle isole. Tra gli occupati, il 53,5% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato e il 39,2% a tempo determinato. L’incidenza degli occupati con contratti a termine supera il 55% per gli under 30. Quasi il 95% dei beneficiari occupati svolge attività per cui sono richieste competenze basse e medio basse.
Per quel che riguarda le variazioni rispetto alla precedente rilevazione del dicembre 2021, il totale dei beneficiari in misura e in carico ai servizi per il lavoro registra un decremento nel semestre pari a 273 mila individui (-23%). Tale contrazione è il risultato di un elevato flusso di beneficiari usciti dalla misura (poco meno di 534 mila) solo in parte compensato dagli ingressi (251 mila). La riduzione dei percettori risulta particolarmente marcata nell’Italia nord-occidentale.
Il flusso in uscita per la gran parte degli individui (61%) è dovuto a domanda “terminata”, cioè al raggiungimento del periodo di massima erogazione (18 mesi). Per circa un terzo è dovuto a domanda “decaduta” (35%), presumibilmente a causa di nuove condizioni reddituali del nucleo familiare di appartenenza che hanno determinato la perdita del diritto al beneficio. Di questi, il 27,4% presenta una nuova occupazione in misura, quota che sale al 47,1% considerando anche i beneficiari che appartengono a un nucleo familiare in cui almeno un componente ha una nuova occupazione.
Infine, per un restante 4% degli usciti è stato revocato il beneficio per l’insussistenza dei requisiti previsti.
Gli entrati nel semestre sono per il 63,5% nuovi ingressi in misura, mentre per il 36,5% sono rientri dopo presentazione di una nuova domanda. Tra i beneficiari entrati o rientrati in misura uno su due non ha avuto alcuna esperienza lavorativa alle dipendenze o in para-subordinazione negli ultimi tre anni.