
(AGENPARL) – mer 05 ottobre 2022 Comunicato stampa
I giovani chiamati a sostenere il mondo, l’impegno di Chiesa e Università al loro fianco
Monsignor Delpini ha incontrato gli studenti di Milano-Bicocca: «Una conversazione sulle ragioni della speranza»
Milano, 5 ottobre 2022 – La responsabilità della Chiesa e dell’Università nei confronti delle giovani generazioni, i valori e i modelli che propongono per costruire una società più giusta, equa, inclusiva: sono alcuni dei temi affrontati questa mattina nel corso dell’incontro tra l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e gli studenti dell’Università di Milano-Bicocca che si è tenuto nell’aula magna dell’ateneo. Il momento di confronto con i giovani, dal titolo “Chiamati a sostenere il mondo”, è stato introdotto da un dialogo con la rettrice Giovanna Iannantuoni e il vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione nel quale sono emersi spunti di riflessione sul contributo che le istituzioni formative, come scuola e università, e la Chiesa possono offrire per orientare le nuove generazioni, in particolare in un periodo storico particolare come quello che stiamo vivendo. Monsignor Delpini ha risposto alle sollecitazioni degli studenti offrendo una visione del mondo che possa fungere da modello di riferimento per i giovani e non solo.
«Ringrazio della possibilità di incontrare gli studenti dell’Università Bicocca. È stata – ha sottolineato l’arcivescovo di Milano – una occasione di conversazione: non una lezione, non una recensione dei problemi e dei motivi di scontento, non una chiacchierata passatempo. È stata una conversazione: un tempo per mettersi in discussione e lasciarsi mettere in discussione sulle ragioni della speranza, sulle motivazioni per l’impegno per avventurarsi nel domani come presenze costruttive, sulle risorse e sulle inadempienze e persino sulle domande di senso che inquietano la vita. La Chiesa che io rappresento ha molto da imparare. E qualche cosa da dire».
«Ai nostri giovani – ha affermato la rettrice – chiediamo di avere coraggio e passione. È un impegno verso se stessi e, al tempo stesso, verso la società. Lo scoppio della pandemia ci ha resi consapevoli della nostra vulnerabilità, ma ci ha anche spinti ad alzare lo sguardo verso un orizzonte sempre più ampio, globale. È avendo come riferimento questo orizzonte che siamo chiamati a prenderci cura delle nostre comunità e a lavorare per sostenere il mondo».
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