(AGENPARL) – mar 04 ottobre 2022 Non si può morire per una consegna. La nota delle segreterie nazionali di Nidil Cgil, Filcams Cgil e Filt Cgil
Roma, 4 ottobre 2022 – Sabato 1 ottobre ha perso la vita il giovane rider Sebastian Galassi, mentre terminava il suo turno di lavoro. In primo luogo le Segreterie Nazionali esprimono profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia ed ai congiunti. Nella precedente giornata si erano registrati tre incidenti a Torino che hanno coinvolto rider che stavano lavorando. La situazione relativa a questa professione, sul versante della sicurezza, è, a dir poco, intollerabile. L’istigazione a correre per consegnare e guadagnare di più, il cottimo esasperato, la carenza di sanzioni certe per le piattaforme sono tutti elementi che vanno immediatamente superati per cercare di fermare questa miriade di infortuni annunciati e veri i quali si fa troppo poco. Le Istituzioni devono mettere un punto fermo sulle garanzie e le tutele per questi lavoratori. Non è possibile continuare a registrare incidenti gravi e mortali e consentire che non si faccia nulla per migliorare. Servono regole certe per il lavoro del rider a partire dall’applicazione vincolata di un CCNL e di tutte le norme discendenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, a partire dalla responsabilità delle imprese. Il cottimo deve essere bandito in quanto modalità che costringe ad operare senza sicurezza e con rischi tutti a carico dei lavoratori.
Le Segreterie Nazionali sostengono lo sciopero per l’intera giornata di tutti i rider di Firenze, indetto per il 5 ottobre ed il presidio delle 18 in piazza Sant’Ambrogio, che vuole provocare un momento di riflessione ed esprimere una forte richiesta di maggior sicurezza e tutele nel settore.
Mentre avveniva l’incidente in cui Sebastian ha perso la vita, la piattaforma per la quale operava gli stava inviando una mail, generata automaticamente dall’algoritmo, con la quale gli comunicava che il suo account era stato disattivato e che, in tale modo, era di fatto licenziato in tronco, senza nessuna contestazione di fatto e senza alcuna possibilità di spiegazioni.
Già di per sé questa modalità è inaccettabile. In questo caso inqualificabile. Oltre alle condizioni di scarsa sicurezza sul lavoro la precarietà di questi lavoratori e di queste lavoratrici, senza un vero contratto di lavoro, si manifesta anche relativamente alla continuità occupazionale. Le piattaforme si limitano ad un messaggio whatsapp o ad una mail per decidere e comunicare unilateralmente le sorti lavorative. La cosa è disumana in ogni caso ed in questa situazione ancor più feroce.
Ognuno deve fare quanto possibile per scardinare questi insani presupposti e dare tutele e garanzie ai rider. Il sindacato sosterrà in ogni ambito questa battaglia a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici del food delivery.
(Foto Simona Caleo)
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