
(AGENPARL) – ven 30 settembre 2022 TUTTO SUL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE EDIZIONE 2022
La storia e le evoluzioni fino al 2011
Il primo censimento risale ai tempi dell’Unità d’Italia, ed è datato 1861, e da allora, salvo rare eccezioni, le rilevazioni sono proseguite a cadenza decennale fino al 2011. Nel tempo sono state applicate però numerose e variegate modifiche (al significato dei termini, ai riferimenti territoriali, ai quesiti del questionario, allo spoglio e all’elaborazione dei dati).
Dai censimenti generali a quelli permanenti
Dopo il 2011 si passa dai censimenti generali con cadenza decennale ai censimenti permanenti, della popolazione e delle unità economiche, svolti attraverso rilevazioni campionarie continue a cadenza annuale, biennale e triennale. Nello specifico, il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, avviato nel 2018, prevede due indagini campionarie annuali sul territorio: una basata sulle liste anagrafiche e l’altra su un campione areale di indirizzi. A queste indagini si affianca l’utilizzo di numerose fonti amministrative integrate che permettono di consolidare i risultati annuali riferiti alla totalità dei comuni italiani.
La pandemia e la fine del primo ciclo del Censimento permanente
Nel 2020 le due rilevazioni sono state sospese per la pandemia ma, grazie al potenziale informativo proveniente dal sistema dei registri e dalle altre fonti amministrative, vengono comunque prodotte stime sulla consistenza della popolazione e sulle principali caratteristiche socio-economiche. Nel 2021 si conclude il primo ciclo del Censimento permanente della popolazione.
I “segnali di vita” amministrativi e i dettagli del nuovo ciclo
Dal 2022 viene modificato il disegno complessivo del Censimento con l’ulteriore potenziamento dell’utilizzo di dati amministrativi. E l’adozione dei “segnali di vita” viene introdotta nel Piano Generale di Censimento del 2022.
I “segnali di vita” amministrativi si riferiscono ad attività svolte dagli individui desumibili dagli archivi amministrativi. Queste attività permettono di identificare chiaramente un periodo di tempo durevole (ad esempio, un anno) e un luogo (un comune) in cui si realizzano. Svolgere un lavoro autonomo o lavorare per un’impresa, essere un dipendente pubblico, avere un regolare contratto d’affitto annuale per una abitazione, frequentare una scuola o l’università sono esempi di segnali di vita amministrativi diretti.
Invece, si definiscono segnali di vita indiretti quelle situazioni, sempre desumibili dagli archivi amministrativi, che identificano uno status o una condizione, ad esempio essere percettori di reddito di cittadinanza o di una pensione di vecchiaia, oppure essere familiari a carico per i quali il dichiarante del reddito indica di avere a suo carico il coniuge, i figli o altro parente.
L’utilizzo integrato di fonti amministrative diverse da quelle anagrafiche e dei segnali di “presenza continua” sul territorio (oppure di presenza solo temporanea o addirittura assenza di segnali) consente di avere informazioni sulla dimora abituale in Italia degli individui e di misurare, attraverso la rilevazione Areale, la qualità del conteggio di popolazione.
Gli attori del censimento
Il Censimento permanente della Popolazione e delle abitazioni realizzato dall’Istat si sviluppa tramite una rete istituzionale che opera a livello nazionale, regionale e locale. Per quanto riguarda il primo livello, nazionale, l’Istat ha un ruolo di coordinamento e direzione, e crea un relativo piano generale, oltre all’elaborazione e alla validazione dei dati raccolti (per la trasmissione a Eurostat). A ciò si aggiunge la realizzazione di questionari e di materiali per la rilevazione. Il Ministero dell’Interno, invece, coordina le attività censuarie degli Uffici Provinciali di Censimento
istituiti negli Uffici di Statistica delle Prefetture.